CAPITOLO 4

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Ero seduta in classe a masticare la parte finale di una matita immersa nei miei pensieri, mentre la professoressa White esponeva il programma di biologia di quell'anno.
Non mi sarei mai aspettata che potesse reagire in quel modo Matthew.
Dopo l'abbraccio che mi aveva dato in biblioteca, mi aveva rassicurato dicendomi che non era arrabbiato perché gli avevo nascosto la verità, ma bensì perché stessi facendo la stessa cosa con Logan, dato che lui aveva tutto il diritto di saperlo.
Una volta esposti i miei dubbi al riguardo, gli avevo posto la domanda che mi premeva in testa da quando avevo sentito la sua voce, ovvero che cosa stesse facendo là.
Con una semplice scrollata di spalle, mi aveva risposto sorridente che stava cercando il bagno, solo che al posto di girare a destra, aveva girato a sinistra, e sentendo la mia voce si era fermato ad ascoltare.
Non posso fare a meno di avere paura: e se anche Logan ne venisse alla scoperta in questo modo?
Lo conosco, ci starebbe malissimo e non riuscirebbe più a rivolgermi la parola.
"Prego, entrate pure." I miei pensieri vennero interrotti dalla voce della prof, la quale non stavo capendo perché avesse detto quella frase, almeno fin quando non vidi la porta aprirsi ed entrare l'ultima persona che avrei mai voluto vedere.
Ma che ci faceva lui qui? Non gli sono mai piaciute lezioni come quella di biologia.
"Mi scusi professoressa, sono stato in segreteria per cambiare alcune materie." Si avvicinò alla cattedra allungando un foglio piegato alla meglio alla professoressa White. Lei lesse il biglietto, e dopo un secondo annunciò: "Bene ragazzi miei, salutate il vostro nuovo compagno Jason Lewis." Indicò l'unico banco libero vicino a me, dicendo: "Puoi sederti vicino alla signorina Smith." Jason fece un segno con la testa di consenso e si sedette di fianco a me, mentre la prof ricominciava a parlare.
Cercai di far finta di essere impegnata a prendere appunti su ciò che stava dicendo la White, ignorandolo, ma a quanto pare lui non aveva appreso il messaggio.
"Ciao." Mi salutò sorridendo, accomodandosi al posto assegnatoli.
"Che cosa vuoi?" Chiesi acida senza troppi giri di parole, continuando a non guardarlo in faccia.
"A che cosa ti riferisci?" Domando, facendo il finto tonto.
"Perché ti sei iscritto a biologia? È un altro dei tuoi patetici metodi per parlarmi e 'chiarire'?" Gli lanciai un'occhiataccia, e mimai le virgolette con le mani mentre pronunciavo la parola chiarire.
"No, volevo solo semplicemente provare qualcosa di n-"
"Non è vero, tu hai sempre odiato biologia." Gli sbattei in faccia le innumerevoli volte in cui mi aveva detto di odiare quella materia.
"E va bene, è vero, voglio parlarti." Confessò alla fine, ammettendo la verità e facendo diventare il tono della sua voce più serio.
"Parlarmi?!" Dissi quella parola quasi urlando, ricevendo in fatti un avvertimento da parte della prof: un'altra volta che mi coglie a parlare e mi sbatte fuori dalla classe già il primo giorno di scuola.
Ci zittimmo per qualche secondo, ma quella pace non durò a lungo, visto che lui non si decideva a mollare.
"Vorrei mostrarti che sono cambiato, che ho imparato la lezione da ciò che mi è successo." Continuò ad insistere; stava diventando assillante, e questo fatto mi fece ritornare in mente uno dei motivi per cui lo avevo amato: la testardaggine ad ottenere ciò che vuole.
"Non puoi chiedermi scusa e incollare con lo scotch le parti di un foglio di carta che tu hai fatto a pezzi, e pretendere che tutto torni come prima." Gli risposi, continuando a guardare però la professoressa fare avanti e indietro davanti la cattedra, senza guardarlo in quegli occhi di ghiaccio.
"Lo so che non posso tornare a com'era prima,..." Si avvicinò al mio orecchio per fare in modo che lo sentissi solo io. "...ma vorrei provare a rimediare."
"Ti ho detto di non parlarmi e di lasciarmi in pace!" Quella volta avevo alzato troppo la voce, infatti la professoressa mi rimproverò un secondo dopo che avevo pronunciato quella frase, indicandomi con un braccio teso la porta e incitandomi ad uscire.
Sussurrai un: "Bene" ed uscii dall'aula a testa bassa.
Mi appoggiai al muro una volta giunta in corridoio, sbuffando sonoramente e posando la testa in modo stanco al muro.
Non potevo crederci che avesse cambiato corso solo per parlare con me, nonostante io gli avessi esplicitamente detto più e più volte di starmi lontano e non rivolgermi più la parola: ma niente! Lui doveva sempre trovare un modo per rovinarmi la vita. Non bastava il fatto che mi avesse spezzato il cuore, per di più tradendomi con la mia migliore amica, ma ora stava pure cercando di farsi perdonare dopo tutto il male che mi aveva fatto.
Povero illuso, non sapeva che non sarei mai riuscita a perdonarlo per ciò che aveva fatto, neanche se fosse riuscito a regalarmi, non so, la luna!
Tirai un sorpiro esausto, cercando di calmarmi, non dovevo, non volevo che Jason occupasse i miei pensieri, quini li indirizzati verso qualcun altro: Logan.

Ero all'uscita da scuola con Matthew, aspettando che ci raggiungesse anche Logan.
Quando finalmente arrivò anche lui, lo raggiunsi per abbracciarlo.
Una volta che ci fummo staccati, mi lasciò un bacio sulla fronte, nel frattempo anche Matthew ci aveva raggiunto.
Stavo per aprire bocca, quando il mio cellulare squillò. Lo tirai fuori per vedere di chi si trattasse, e quando vidi il nome sul display, sentii un groppo in gola formarsi e un battito del mio cuore saltare.
Papà.
Rimisi il telefono in tasca, ignorando la chiamata.
Quando alzai lo sguardo, mi accorsi di quello di Logan che era cupo e spento.
"Che succede?" Gli chiesi.
Stavo per avvolgerlo in un abbraccio per consolarlo, quando vidi che in mano teneva il bigliettino di scuse che mio padre mi aveva scritto quella mattina.
Lo sapevo che sarebbe stato la mia rovina.
Lo fissavo mentre leggeva e rileggeva il piccolo post it e, a piano piano, le sue mani che lo stringevano sempre più forte.
"Cosa vuol dire questo, Vanessa?" Chiese, abbassando il bigliettino e tenendo anche lo sguardo rivolto a terra.
"Ascoltami Logan, posso spiegarti..."
"A sì? E come?" Domandò arrotolando il pezzo di carta tra le mani come se stesse schiacciando una lattina vuota.
"Avevo paura di perderti, se te lo avessi detto non so come avresti reagito!" Le lacrime mi rigavano il viso, mentre le mie parole uscivano dalle mie labbra come veleno.
"Beh, non sono arrabbiato Vanessa, ma deluso, non me lo sarei mai aspettato da te." E detto questo, si girò dandomi le spalle e allontanandosi, ignorando i miei tentativi di richiamarlo indietro.

ANGOLO AUTRICE
Cercherò di essere breve (per chi legge l'altro libro, sì stessa frase anche qui). Prometto che proverò a pubblicare un capitolo una volta a settimana per entrambe le storie che scrivo (se vi va, leggete pure l'altra storia che ho sul mio profilo).
Bene, dovevo dire solo questo, oltre al fatto che ringrazio sempre le persone che sostengo questa e le altre storie, grazie infinite❤.
Con questo è tutti, e noi ci vediamo a un prossimi capitolo, ciaoooo!

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