"𝓛𝓐 𝓩𝓐𝓣𝓣𝓔𝓡𝓐 𝓓𝓔𝓛𝓛𝓐 𝓜𝓔𝓓𝓤𝓢𝓐"

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"𝓛𝓪 𝔃𝓪𝓽𝓽𝓮𝓻𝓪 𝓭𝓮𝓵𝓵𝓪 𝓜𝓮𝓭𝓾𝓼𝓪" 𝓭𝓲 𝓣𝓱é𝓸𝓭𝓸𝓻𝓮 𝓖é𝓻𝓲𝓬𝓪𝓾𝓵𝓽

Quale opera stupenda! Devo dire che il cuore mi è battuto forte nel petto quando Martychan11 mi ha chiesto di parlare di quest'opera.

Per il dipinto ho a disposizione addirittura i vecchi appunti di storia dell'arte e il libro, che io ovviamente conservo ancora (tanto ritroverò storia dell'arte all'Università, quindi).

Allora, il dipinto si chiama "La zattera della Medusa" (l'avrò ripetuto trenta volte, ormai l'avranno capito pure i sassi) ed è di un noto pittore francese, Théodore Géricault.

L'ho visto al Louvre a Parigi a Ottobre dell'anno scorso, in gita con la scuola, sapete?

Ovvio che non potete saperlo se non mi conoscete, ma spesso il mio cervello non connette molto bene.

Si gente, quel palo deficiente di fronte al quadro sono io!

Fun fact: il Louvre - per chi non avesse mai avuto la possibilità di visitarlo - è composto da varie stanze, ogni stanza è dedicata a dei quadri o delle sculture che provengono da determinati posti (sala italiana, sala francese, sala fiamminga, ecc...).

Io e la mia migliore amica (la stupendosa SabrySmilest) siamo passate sia per la sala della pittura italiana che di quella francese.

La parte divertente? In quella italiana c'era stra pieno mentre in quella francese non c'era praticamente nessuno, infatti la foto l'ho potuta fare tranquillamente e senza troppi problemi.

Ah, l'arte italiana!

Comunque, torniamo al nostro bellissimo dipinto.

La pittura di Géricault si contendeva tra Neoclassicismo (un movimento artistico secondo il quale ogni artista tentava di ricreare quell'equilibrio e quell'armonia che era tipico dell'età classica, avvenuta con i greci e i romani) e Romanticismo (un movimento artistico secondo il quale le emozioni e i sentimenti erano più importanti di qualsiasi altra cosa, che fossero essi a dover spiccare nell'opera), con una forte propensione per l'arte romantica però.

Penso proprio che parlerò del Neoclassicismo dopo questo capitolo, c'è un punto molto interessante riguardo ad esso.

A ogni modo, il nostro caro Géricault non fu famoso né negli artisti Neoclassici e nemmeno in quelli Romantici.

O meglio, non viene considerato come uno dei maggiori esponenti.

Nel Romanticismo abbiamo il pittore italiano Francesco Hayez e l'artista tedesco Caspar David Friedrich.

Per il Neoclassicimo abbiamo in Italia lo scultore Antonio Canova, in Francia il pittore Jacques-Louis David.

E il nostro caro Géricault? Beh, lui venne ignorato proprio come tutti gli altri artisti, ovvio.

Okay, forse l'ho detto in un modo un po' cattivo, ma diciamo che David ebbe il doppio del successo, infatti divenne l'artista di Napoleone Bonaparte, mica trippa per gatti!

Comunque "La zattera della Medusa" ha un'impronta più Romantica, quasi Realista.

La scena rappresentata da Géricault è un fatto di cronaca, il naufragio della fregata francese Méduse (Medusa per l'appunto) del 1816, nel momento in cui gli uomini a bordo hanno individuato la nave che successivamente li avrebbe portati in salvo.

La composizione è a piramide, con la punta colmata dalla cima dell'albero di fortuna.

Vari elementi concordano con una propensione al Romanticismo: l'esaltazione della speranza data dal ragazzo di colore che sventola un drappo bianco e rosso (due colori della bandiera francese), i cadaveri dietro mostrano la sofferenza provata e uno di loro è coperto da un lenzuolo bianco, un piccolo richiamo ai rituali degli antichi.

Che dolce Géricault, ci ha risparmiati gli atti di cannibalismo che si dice avvennero nella vicenda di cronaca.

Ci pensate se avesse disegnato un braccio monco o una gamba che galleggia in mare?

Amici amanti dello splatter, lo so che lo avreste amato!

PARERE PERSONALE:

Ciò che sinceramente mi piace di più del quadro è la dualità che secondo me viene rappresentata.

Verso destra abbiamo degli uomini pieni di speranza, sventolano in aria dei pezzi di stoffa verso quella che potrebbe essere interpretata come l'ancora di salvezza, il loro obiettivo dopo giorni e giorni passati in mare.

Verso sinistra, invece, troviamo il loro opposto: degli uomini - addirittura anche cadaveri - talmente tanto disperati da lasciarsi andare in balia della forza del mare, consapevoli che non avranno mai la salvezza tanto desiderata.

Mi ricorda la mia vita quest'ultima parte.

Sfiga a parte, trovo che raffigurare due stati d'animo così opposti su una sola zattera, vada a simboleggiare la dualità dell'essere umano: la disperazione e la speranza.

Quante volte vogliamo arrenderci? Quante altre speriamo fino all'ultimo di raggiungere il nostro obiettivo?

Due sentimenti completamente diversi tra loro ma allo stesso tempo complementari, perché se non ne avessimo conosciuto nemmeno uno dei due nel corso della nostra vita, non avremmo potuto sapere neanche che cosa fossero.

Vi chiederete come due opposti possano vivere in un corpo solo.

Vi siete mai chiesti perché sappiamo che cosa voglia dire essere tristi?

È perché almeno una volta abbiamo capito che cosa vuol dire la felicità.

La si vede ogni morte del papa, ma quelli sono dettagli (ovviamente non ho niente contro papa Francesco, è solo un modo di dire, ciao papi Francy).

Bene, ho finito anche con questo quadro, che sinceramente mi piace molto.

Voi che cosa ne pensate? Che cosa ci vedete nelle pennellate di Géricault?

Come ho detto prima, parlerò del Neoclassicismo (credo che lo pubblicherò anche domani), perché ho un piccolo aneddoto interessante a riguardo.

Piccolo spoiler: gli storici che litigano perché ognuno voleva avere ragione.

Ci vediamo al prossimo capitolo!

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