4, Hunter

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John mi guarda serio, il suo viso è tirato e nervoso, le rughe di vecchiaia sono accentuate e i capelli grigi, sottili, sembrano essere meno; -Avvocato...- inizia calmo ma la suoneria del mio cellulare rimbomba nel negozio.

Alzo un dito, in segno di attesa e tirando fuori il cellulare, leggo il nome di chi mi sta cercando, Agnes: -Pronto, Agnes, che succede?-
-Avvocato, sì, cosa devo dire a chi aveva appuntamento con lei, oggi? E dove si trova?-
Alzo lo sguardo: -Agnes, dì pure che sto lavorando in appoggio a Lucy e che appena posso li richiamo io. Tu segnati i nomi che poi ci penso io. Al momento sono dal clan Baker. Ma ti devo lasciare, ci sentiamo poi- metto giù in fretta, di certo non voglio far perdere la pazienza ad un beta Lycan.

Guardo di nuovo John. -Scusami, la mia segretaria era un po' in crisi, mi 'spiace- poi ancora. -John ti prego, sii sincero con me, ne ho bisogno. Dell'ibrido non mi importa, voglio solo sapere dove sono Tara e Cassie. Ti giuro che non sono una minaccia e non voglio mettere nei guai nessuno-

Lui si passa una mano tra i radi capelli brizzolati: -Sì, ma è dell'ibrido che parliamo, anche se a te non importa, a Lucyfer sì. Perciò avvocato, è il momento che i fatti vengano fuori. Ti anticipo che se fossi riuscito a fermare prima gli eventi, lo avrei fatto. Ma come dice mio fratello, il mio Alpha, Ray, sono troppo buono- poi mi guarda. -La nostra famiglia è grande, ho 4 fratelli, decine e decine di nipoti scalmanati e 6 figli. La più forte e forse anche la mia favorita è Lara. Tu non la conosci, e dopo ti spiegherò il perché-

Sospira e dalla tasca estrae la foto di questa ragazza di circa 18 anni, è sorridente ed è molto bella: lunghi capelli sicuri, degli occhi azzurri e un viso magro. Stringe al petto, quella che riconosco come Arianna, la figlia che ora ha 35 anni, di John e Remi.
-Lei è la mia Lara- mi dice. -È sempre stata una brava ragazza, ha frequentato le scuole dei mortali e non ha mai dato nell'occhio. È stata una studentessa modello ed una brava ragazza, glielo giuro, è l'ultima persona da cui mi aspettavo, ciò che è successo dopo-

Mi guarda con gli occhi carichi di lacrime:
-Quello che è successo risale a 28 anni fa e tu a Lucy non dovrai mai raccontarla. Mi dispiace solo non averla raccontata prima a qualcuno...-
Annuii comprendendo, ma è difficile per me non raccontare tutto a Lucy.
Mi passa uno sgabello e ci sediamo uno davanti all'altro.
-28 anni fa, mia figlia Lara, al ritorno dalla laurea, incontrò un uomo in un bar, lei mi disse poi, che gli è sembrato un angelo. Lui si era avvicinato a lei e hanno iniziato a flirtare. Parlarono tutta la sera, ballarono insieme e alle luci dell'alba umana, già si amavano. Per molto tempo non mi disse nulla, fin quanto, qualche tempo dopo, Lara tornò a casa isterica e fuori di sé. Gli chiesi cosa fosse successo e lei mi disse tutto. Aveva scoperto due cose: la prima, lui era un vampiro, la seconda, era incinta di lui-

Mi si stringe il cuore a sentire quella storia e un vortice di ansia mi si crea nello stomaco. Non so perché, ma quella storia mi è familiare. Ma ignoro quella sensazione macabra ed ascolto, attento.

-Lara era spaventata, isterica ed arrabbiata. Il suo cuore si era frantumato. Le promisi, come solo un padre può promettere, che l'avrei protetta. Ma la misi davanti a due scelte: lasciare il suo amore o lasciare il suo bambino. Lara era giovane e ingenua, per quanto volesse il bambino, voleva di più essere libera di stare con lui. La gravidanza fu difficile e per molti mesi fu costretta a restare a letto. Remi sapeva che Lara, piangeva tutte le notti. Più volte il vampiro si presentò a farle visita e più volte lei lo rifiutò. Non volevamo sapesse del bambino o che chiedesse qualche pretesa su di lui. O peggio che lo volesse per sé. La notte di Halloween, 6 mesi dopo l'inizio della gravidanza, Lara era in travaglio.
Mise al mondo un maschio e me lo affidó: era molto pallido, quasi anemico, piccolo ma forte. Gli feci fare una trasfusione di sangue umano, così da bloccare la sua natura e uscendo che diluviava, con il piccolo in lacrime lo misi davanti al primo ospedale che trovai e lo diedi via. L'unico pretesto di mia figlia fu di chiamarlo "Hunter" , ma non so se poi è stato così, non so se hanno letto il biglietto perché non so che cosa è stato di lui-

Annuii. -Dovrebbe avere la mia età quindi...- dico piano cercando di ordinare le idee.
-Sì, avvocato, è nato il 31 ottobre e so che aveva gli occhi chiari della madre, ma non azzurri-
Annuii ancora. -Aveva un qualcosa di particolare? Una voglia o qualcosa del genere?-
Lui conferma. -Aveva una voglia sul piede destro e a primo sguardo mi ha ricordato la forma dell'Irlanda-

-E alle due donne che sono state qui che cosa hai detto?-
-Niente, sapevo che una delle due donne era sua moglie, avvocato, ma sapevo che lavoravano per Lucyfer e non mi sono fidato-
-Ma...- gli imbocco la frase successiva.
-Ma le ho indirizzate verso le streghe e le 4 sacre congregazioni, è una falsa pista, ma speravo si arrendessero- una lacrima gli percorse il viso. -Mi sto fidando solo di lei, avvocato, e spero che tutto questo rimanga tra di noi-

Annuì. -Sarà così non preoccuparti- ma poi vi venne in mente un punto. -E Lara e il vampiro?-
Lui sorride. -Lui ha lasciato Lara poco dopo, la amava, ma voleva formare una famiglia con il bambino. Poi lei è sparita e non si sa più nulla di entrambi-
-Lui ha un nome?- sembra esitare alla mia domanda.
-Royal Hunt. Sa, avvocato, mia figlia è sempre stata creativa, ha unito Hunt più Er di Baker- ma poi mi guarda. -Se li trovi, supplicali di tornare, la prego avvocato-

Annuii, scendo dallo sgabello con il cuore che è un macigno e la tachicardia, mettendo via il taquino, ma mentre prendo la porta. -Grazie, sei stato buono con me. D'ora in poi chiamami solo Lex, John-
Esco dal negozio che, qui nel porto, ormai con le prime luci del mattino, i primi pescatori sono già all'opera.

Il mare è calmo e tirato, il cielo è rosa e il rumore delle barche comincia ad essere forte, come anche l'odore di salsedine, forse più di prima.

Raggiungo Lucy che attende i miei aggiornamenti, mentre ancora fuma, e dall'odore non sembra avere smesso un attimo. Cosa la rende così nervosa? O ansiosa...
Salgo nell'auto e le spengo la sigaretta, mentre protesta. -Puzzi come un posacenere, calmati Lucy, ho due potenziali piste-
Annuisce. -Sì, scusami, perdere il controllo non è il mio forte, come anche perderlo sulle mie creature. Tutto questo mi agita... Ma dimmi pure, ti ascolto-

-Abbiamo due scelte: vagare a vuoto, alla ricerca di Royal Hunt o di Lara Baker, o girare a vuoto e rischiare un incidente diplomatico per le 4 congreghe di streghe di Salem-
Lei si passa le mani tra i capelli biondi. -Padre mio, perché anche un incrocio?!- domanda sarcastica poi si passa una mano sulle labbra. -Una qualche ora di sonno, ci chiarirà le idee. Forza! O meglio a te chiarirà le idee, io magari mi deciderò a calmarmi. È dalla cacciata dal Paradiso che non sono così nervosa... E non mi piace per niente-

E mentre lei riaccende l'auto, parlando tra sé e sé, io sono spossato, esausto e il mio umore è calato a picco.
Mi sento svuotato dalle parole di John e mille teorie e sfaccettature mi riempiono la testa. Ma forse è la fame, è tutto il giorno che non mangio.

Lucy ci guida, nervosamente ed in meno di venti minuti fino a Thorn Ville, casa sua: passando i cancelli scuri e su una stradina di sassi bianchi, l'auto oscilla. Lei la parcheggia in mezzo al piazzale, al cui centro vi è una fontana di gargoyle e ne esce.
-Ho voglia di un Martini, tu hai voglia di un Martini?- mi chiede mentre ci avviciniamo alla villa enorme, dai mattoni a vista, di nuova generazione; c'è una vetrata lucida ed un giardino di meli, mentre tutt'intorno cespugli di rose rosse che cominciano ad aprirsi.

Mi fa entrare dalla porta e tutti i suoi domestici sono sull'attenti. Chi oserebbe fare il contrario, è Lucyfer.
-Un Martini liscio per me e uno alla mela per l'avvocato-
Mi tira per i corridoi tutti pieni di piante e di opere d'arte, fino in un salotto rustico e stranamente fa molto caldo. Si distende sul divano di pelle rossa e leva le scarpe. Il camino acceso e sul tavolino è pieno di riviste di gossip. Il tappeto è persiano e vi è un arazzo appeso alla mia destra che rappresenta lo sconto tra Dio e Lucyfer, alla mia sinistra, una vetrata che dà sulla piscina limpida.

-Accomodati, starai da me finché lavoriamo al caso, così potremmo sempre tenerci aggiornati-
Annuii e mi siedo, esausto.
-Vuoi mangiare qualcosa? Mi sembri stavolto- ma prima che possa rispondere si è già alzata per dare nuovi ordini alla sua servitù.

Levo la giacca e le scarpe, prima di arrotolare le maniche della camicia.
Quasi mi uscisse dal cuore, più che dalla testa, sollevo appena la calza del piede destro.
È lì, come per 27 anni e mezzo a questa parte, ritrovo la voglia che ricorda l'Irlanda.
Voglio piangere, tutto questo è solo un enorme scherzo. Eppure...
Tutto combacia e ciò mi fa tanta paura.
In tasca ho ancora il mio taquino e cancello gli appunti sull'ibrido.
Non credo, per la mia sanità mentale, di voler sapere di più.

Lucy torna, ha tolto la giacca e ora ha le braccia nude, ma ha tra le mani i due Martini.
Mi porge quello verde e torna a buttarsi sul divano piazzandomi le gambe in grembo.
-Vuoi parlarne?-

Questa dovrebbe essere la vostra faccia adesso... Certo non sul punto di ridere, ma più o meno questa? Chi ha capitooooo?

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