Capitolo 1. Amertume - (Amarezza)

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

La testa mi scoppia, non riesco ad aprire gli occhi, non riesco a muovermi, sento solo il dolore pulsante nel petto. Non capisco, il dolore è così forte, la nausea mi pervade, fortissima come il bruciore agli arti. Basta fatelo smettere, non merito di soffrire così. Un incubo deve essere incubo, cerco di respirare ma non sono sicuro di aver il controllo nemmeno di questo. Gli occhi, devo aprirli e tutto sarà finito.

La luce mi acceca, riacquisto l'udito, un sacco di bip pervadono i miei timpani. Poi lo percepisco, un tubo invade la mia gola, sono intubato. La lacrime mi rigano il viso mentre col respiro affannoso cerco di comprendere che diamine sta succedendo.

Un ragazzo vestito di verde entra correndo nella stanza, allarmato dai suoni delle macchine, strabuzza gli occhi vedendomi e si avvicina. Anche i suoi occhi sono verdi. Sta cercando qualcosa a giudicare dalla sua espressione, vorrei potergli dire di mettere fine alla mia sofferenza. Prende la flebo, estrae una siringa dal taschino e ci inietta qualcosa di trasparente, spero con tutto me stesso che sia un antidoto, contro questo dolore disumano che mi sta dilaniando.

Funziona, il dolore diminuisce, mi accarezza la fronte dolcemente, sembra dire qualcosa ma non capisco, di nuovo non sento nulla, dove mi trovo cosa sta succedendo, ed io... chi sono io?

Cado improvvisamente in un sonno profondo senza sogni o incubi, senza dolore ne pace, quella sensazione di nulla mi pervade di nuovo.


...


"Tentato suicidio", questo c'è scritto sulla mia cartella clinica.

La verità è che non ricordo nulla di quella giornata, black-out completo.

"Il ragazzo è stato ritrovato la mattina presto a riva privo di sensi sabato 12 gennaio, sul corpo non sono presenti segni che lascino intendere maltrattamenti, risultati negativi gli esami tossicologici e di alcool effettuati sul ragazzo subito dopo il ricovero in terapia intensiva all'ospedale. Secondo la madre il ragazzo sarebbe rientrato a casa dopo la scuola e dopo cena si sarebbe ritirato in camera sua. Il ragazzo non aveva dato segni di alterazione o depressione nulla che facesse presagire la tragedia che poi si è svolta. Ethan White ha dichiarato di non ricordare nulla dell'intera giornata, tranne il momento dell'annegamento. La scuola dichiara che i voti sono nella media, mentre la situazione famigliare appare stabile, orfano del padre dalla tenera età, madre non risposata ma presente. In camera sono stati trovati il telefono e gli effetti personali, nessuna conversazione o messaggio sospetto, l'allontanamento dall'abitazione sarebbe stato volontario. Ritrovati pero 3 grammi di erba nel porta cd, insufficienti per il reato di spaccio ma sufficienti per una segnalazione ai gruppi di ritrovo dei minori in difficoltà con le sostanze stupefacenti. Si presume un tentato suicidio in quanto Ethan White non è capace di nuotare, ma sul molo sono state ritrovate le sue scarpe ed un pacchetto di sigarette riconosciute dallo stesso Ethan e signora White. Si riporta inoltre il profilo psicologico : il ragazzo mostra evidenti segni di pentimento e rancore al ricordo di venerdì 11 gennaio non attribuibile alla perdita di memoria temporanea, si prevede un percorso psicologico seguito dalla consulente scolastica dell'istituto superiore Millian."

Grosse lacrime amare scendono bagnandomi la maglietta, accartoccio il foglio e lo lancio infondo alla stanza senza preoccuparmi di fare canestro nel cestino. Sempre la stessa storia, io non ho dichiarato nulla, ci hanno pensato loro ad infilarmi in bocca quelle parole. Hanno scavato nella vita e cercato quello che serviva per rafforzare l'ipotesi del suicido. Non saprò nuotare ma non sono né autolesionista né depresso, prima o poi ricorderò cosa è successo e dimostrerò a tutti che si stanno sbagliando di grosso. Mia madre vive in un mondo tutto suo, a malapena si ricorda del mio compleanno presa dalla sua carriera di Agente immobiliare però è stata dipinta come una madre presente per il semplice fatto che sia vedova. Però ci hanno azzeccato, sono pieno di rabbia, per questa situazione inverosimile in cui mi trovo. Oggi mi dimettono dopo una settimana di ricovero dove per la maggior parte del tempo sono stato sedato e con le braccia legate ai bordi del letto, mangiando sotto sorveglianza. I documenti del rilascio sono stati firmati con la firma elettronica, un brutto raffreddore recitava il messaggio di scuse di mia madre, almeno si era premurata di farmi avere un taxi.

Scendo dal taxi, recupero le mie cose e attraverso a lunghe falcate il vialetto di casa, arrivo davanti alla porta, al solito la chiave si inceppa, sospiro e spingo forte, alla seconda spallata si apre. In casa non sembra esserci nessuno, sul tavolo in cucina trovo un biglietto. Riconosco la scrittura di mia madre. Sbuffo, le dicono che il suo unico figlio ha tentato il suicidio, cosa non vera, ma comunque lei prende e se ne va.

Il medico ha detto che stai bene, lunedì la consulente scolastica ti aspetta nel suo ufficio alle 9. Ho chiesto ad Alex di passare con te il week-end fino al mio ritorno, non ho potuto -voluto sarebbe meglio dire mamma- rimandare questa convention sui nuovi modelli di case ecologiche in circolazione, non posso perdere la possibilità di una promozione visto che dovrò pagarti dei corsi extra quest'anno.

Perché non ha chiesto alla vicina, sarei stato benissimo a casa con la signora Lopez ed i suoi piatti ispanici, dopo una settimana di cibi lessi e senza sale anche una suola sarebbe decente ora come ora.

Merluzzo arriva di soppiatto in cucina e si struscia tra le mie gambe. In questo momento vorrei veramente essere al suo posto, fa le fusa e attira la mia attenzione alla ciotola vuota.

<< Lo sai vero che di questo passo la protezione animali potrebbe denunciarmi perché sei più largo che lungo? Guarda che è vero è successo, te lo giuro l'ho letto su Twitter >>.

Sono sicuro che se potesse parlare direbbe che sono un cretino, rido tra me e me.

Ciò nonostante riempio la sua ciotola, lo coccolo affettuosamente mentre si abbuffa, ciuffi di pelo grigio mi si attaccano alla maglia. 

Chissà quando è partita la signora White chiamarla per cognome rende più palese il nostro rapporto, ma non in pubblico perché noi siamo una famiglia normale. Non ho mai sopportato la parola normale, per il semplice fatto che dovrebbe essere un concetto flessibile ma la società l'ha sottoscritto in un contesto ferreo, non è invidia la mia ma una pura constatazione. Che dire, gli insegnamenti della professoressa di filosofia al secondo anno persistono durante i dibattiti che svolgo nella mia testa.

Suonano il campanello.


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro