Capitolo 22. L'enchanteur - ( L'incantatore )

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Mi rigiro tra le coperte, troppo stanco per restare sveglio ma allo stesso tempo troppo tormentato per dormire. Alex se n'è andato, oggi insieme ai suoi andranno a fare compere a Baltimora, ha promesso di chiamarmi sta sera, ha intuito che qualcosa non andava quando nel salutarci non gli ho dato un bacio, Come posso spiegargli che solo toccandolo potrei ferirlo mortalmente? Come posso dirgli che mi nutro della sua vita e non so come controllare questa sete spietata, che ieri l'avrei ucciso per soddisfare questo mio bisogno primordiale, del mostro che sto diventando perché James mi ha riportato in vita. Accarezzo con fare annoiato Merluzzo, che stizzito miagola sonoramente offeso per poi andarsene anche lui. Solo, di nuovo, solo come sempre, solo con me stesso.

Sbuffo, stropicciandomi gli occhi e arruffandomi i capelli, immergo infuriato la testa nel cuscino fino a che non mi si mozza il respiro e qualcosa scatta dentro di me, come un ipotetico e astratto grilletto, il problema non sono io ma James, lui ha fatto questo casino e ora mi aiuterà a sistemare tutto, con i miei tempi e le mie regole. Indosso i primi vestiti che trovo nell'armadio, ma non resisto e metto la giacca della squadra di Alex; mi avvolgo in un'enorme sciarpa di lana ed esco in questa uggiosa giornata di marzo, invio a James la posizione e mi dirigo verso il posto che ho scelto.

Contrariamente a quanto mi aspettassi James è già al molo che mi aspetta, nelle mani stringe due caffè bollenti, il vento e la poggia lo graffiano lasciando immutata l'espressione annoiata sul suo volto, nessuna traccia di un ombrello o fastidio, è proprio strano. Mi fermo a due passi da lui, guardandolo negli occhi senza alcun sentimento, non ho più paura, sono disposto a tutto pur di non ferire di nuovo Alex. Mi porge il caffè e in segno di gratitudine alzo l'ombrello per accoglierlo al riparo, sorprendentemente accetta e si accosta a me, una buona parte di lui resta comunque ancora sotto le intemperie ma la sua mole almeno mi protegge dal vento.

<< Voglio sapere tutta la verità James, non tralasciare nulla questa volta, anche ci volessero delle ore o dei giorni interi >> pronuncio truce.

<< Vedo che hai conservato il tuo bel caratterino nonostante il brutto spavento della notte scorsa, sei inarrestabile, un po' come la forza degli oceani, sconfinata e inattesa >> scherza lui.

Per quanto mi sforzi lui resta quel tipo di persona che non ti permette di prevedere cosa stia pensando ma soprattutto cosa stia dirti, tu ti prepari a tutt'altro ma poi lui riesce sempre a sconvolgere il tutto uscendosene con frasi allucinanti come quest'ultima. Proseguiamo verso una vecchia barca ormeggiata all'ultimo ponte, mi intima di salire per primo e promette che resteremo ormeggiati al porto, ma almeno saremmo al riparo da orecchie indiscrete.

Scendo riluttante sottocoperta, l'arredamento è rustico, essenziale e maniacalmente in ordine, descrive in pieno la sua personalità, mi accomodo senza troppi complimenti, gettando la giacca su quello che credo sia il suo letto e lascio l'ombrello gocciolante sotto il tavolo, le buone maniere arriveranno quando potrò permettermi di dormire e riavere indietro la mia vita. Noto con un certo piacere il combattimento interiore in James, combattuto tra lo sgridarmi ferocemente per essere un vero cafone o fare finta di niente, alla fine sbuffando trangugia il suo caffè bollente, sedendosi e guardando malamente i miei indumenti sul suo letto.

<< Non sapevo abitassi al molo, non era intenzionale come scelta, ho solo pensato fosse un buon punto di partenza per la nostra chiacchierata, visto che teoricamente io mi "sarei" gettato da qui in mare aperto >> enfatizzo sul condizionale, sfidandolo a contraddirmi.

Ora che abbiamo più o meno svelato le carte tra di noi mi aspetto una completa e indiscutibile onestà tra di noi.

<< Come ben sai, dai frammenti della mia memoria che ho condiviso con te io ti ho trovato mentre stavi annegando, per via di chi o come tu ti sia ritrovato in balia delle onde non posso saperlo, stavo semplicemente nuotando quando ho visto questo ragazzo affondare, scendere lentamente verso il fondale. A dirla tutta non pensavo di fermarmi ma poi ho notato lo sguardo nei suoi occhi, i tuoi occhi, hai lottato fino all'ultimo Ethan, non ti sei semplicemente arreso alla morte, ma bensì all'oceano, alla sua maestosità e allora ho capito che dovevo intervenire... Lo so magari tante cose non hanno senso adesso ma lasciami continuare >>.

Annuisco, sbigottito. Che gran stronzo mi avrebbe lasciato annegare se non avesse visto in me quel... quello che dice di aver visto, bah.

<< Come avrai capito io sono un tritone, ossia l'equivalente maschile della sirena. Detto questo ci sono due modi per essere un figlio degli abissi, così ci chiamiamo, per nascita: uno o entrambi i genitori sono figli degli abissi; oppure attraverso la morte e la rinascita. Morendo nelle braccia della nostra madre, l'oceano, il figlio della terra, così vi chiamiamo, rinuncia alla sua natura e rinasce come un figlio degli abissi accentando il contrappeso che ciò ne comporta. Il tutto se ci pensi è abbastanza poetico ma è più difficile di quanto sembri e non tutti possono cambiare la loro natura o sopravvivere alla rinascita. Riesci a seguirmi? >>

Ovvio che no.

<< Certo...>> rispondo di getto.

<< Tu sei morto, non so per quanto, minuti o secondi ma sei morto ed io ti ho riportato in vita, ma senza diciamo il tuo espresso consenso quindi adesso sei bloccato, non sei completamente umano ma nemmeno uno di noi, sei diventato un ibrido che incarna i due mondi e ora devi scegliere. Pensa alle farfalle, tu sei bloccato nella tua crisalide, dopo un determinato tempo ogni farfalla riesce a forare con molta fatica il bozzolo ed uscire, libera nella sua nuova forma, le altre che non ci riescono invece sono destinate a morirvici dentro; dovrai completare la trasformazione, rinascere come un figlio degli abissi, forando la tua crisalide umana >>.

<< Non capisco, se tu mi hai riportato in vita perché sto comunque morendo?>>

<<Perché da umano sei morto come ti dicevo ma quando il tuo cuore ha ripreso a battere non eri più in acqua ma sulla spiaggia, non credevo di avercela fatta e quindi ho riportato il tuo corpo a riva interrompendo la tua ascensione. Durante la trasformazione, l'acqua deve invadere i polmoni, estirpando l'ossigeno nel tuo corpo, annegando avevi compiuto involontariamente la prima fase, nella seconda un figlio o figlia degli abissi deve riportati in vita infondendo l'ossigeno nei tuoi polmoni, mantenendo il tuo cervello attivo perché quando il cuore si ferma il cervello resta cosciente ma necessità ossigeno per continuare a restare attivo. Attraverso le mie branchie ho immesso dentro di te l'ossigeno, poi ti ho morso ad entrambi i lati del costato, creando un passaggio nella carne fino ai tuoi polmoni generando le tue neo-branchie, il tuo organismo avrebbe dovuto iniziare a reagire agli stimoli.... Nell'ultima fase bisogna "incantare il cuore", ovvero insegnare al tuo cuore a battere nel nuovo organismo, a battere sott'acqua, favorendo in te la vita ma il tuo cuore non riprendeva a battere, il tuo corpo stava rigettando la trasformazione >>.

Gli occhi di James si fanno lucidi, io tremo ad ogni particolare che esce dalle sue labbra, è tutto così raccapricciante, mi massaggio sovrappensiero il costato, cercando queste ipotetiche branchie o almeno il segno dei suoi denti.

<< Una nostra particolarità oltre alle pinne, ai denti da paura e i classici miti sulle sirene è che siamo in grado di guarire più velocemente, soprattutto quando siamo in acqua, ormai lo avrai notato anche tu, di come una semplice doccia possa rigenerarti. Mentre ti stringevo a me aspettando che ti riprendessi le tue branchie si sono richiuse, il tuo colorito è peggiorato e non ho mai sentito il battito del tuo cuore e allora ho pensato di avere fallito, di averti perso. Ti ho lasciato a riva e mene sono andato ma quando ho scoperto che eri sopravvissuto ho iniziato a cercarti, e grazie alla persuasione, più tardi ti spiegherò cos'è e come la usiamo, ho cercato una nuova identità e ho instaurato un legame con te e chi ti sta intorno, sperando che avrei potuto aiutarti ad ascendere in tempo, completando la trasformazione senza che nessuno si ferisse o peggio, che venissi scoperto >>.

<< Quindi tutto quello che credo di sapere su di te, che anche gli altri credono di sapere è tutto falso? Ti sei infiltrato in tutte le sfere della mia vita, la scuola, la mia salute e persino con i miei affetti... >> allora ci avevo visto giusto, James non esiste.

<< Corretto, un giorno ti rivelerò la mia vera identità se sopravviverai, allora sarai ufficialmente un figlio degli abissi e ti svelerò ogni altra cosa che dovrai sapere su di noi, i tuoi simili, la tua nuova specie >> pronuncia solenne.

<< Tecnicamente lo diventerò a breve a meno che io non voglia morire, di nuovo, corretto? Quindi... perché aspettare ancora? >> chiedo innervosito.

<< Ogni cosa a suo tempo, per rinascere devi immergerti di nuovo, abbandonarti all'oceano e far si che il tuo cuore batta, evitando di annegare ma fino a che non imparerai a notare l'ansia e la paura che ti legano a questo elemento non avrai la concentrazione necessaria per ascendere. Inoltre dobbiamo muoverci con cautela, siamo rimasti un mito per più di migliaia di anni e così deve continuare ad essere, non possiamo mostrarci alla tua specie, non ha mai funzionato e pensa cosa succederebbe se ci trovassero adesso, cosa ci farebbero e dove potremmo finire? Nella eventualità in cui tu venissi catturato o ritrovato meno ne sai e meno potrai nuocerci, non lo dico per il mio bene ma per quello di tutti i figli e le figlie degli abissi >>.

<< Come ti pare, quindi vediamo se ho capito bene... tu hai fatto tutto il vostro rituale... però quando hai "incantato il mio cuore" qualsiasi cosa voglia dire, sono tornato in vita stando sulla terra e non sott'acqua e quindi adesso sono in questa crisalide, non umano e non tritone ma allo stesso tempo un po' l'uno e un po' l'altro... e se non riesco ad ascendere come figlio degli abissi morirò perché il mio lato umano è già morto quella notte. Però non sono pronto ad ascendere perché non mi fido dell'acqua e rischierei di annegare invece che imparare a respirare con le branchie, ti prego dimmi che ho capito... >>

<< Corretto...>>

La testa mi esplode, la nausea dovuta al dondolio di questa barca infernale mi sta facendo sudare copiosamente, mi sento a disagio e vorrei andarmene ma non ho la forza necessaria per alzarmi. James percependo la mia sofferenza si alza e viene ad accostarsi a me, poco dopo mi stringe tra le sue braccia, mi aiuta ad arrivare al letto, stendendomi dovrebbe passare la nausea. Mi accarezza con fare protettivo la spalla, ho così freddo che tremo, notandolo James o qualunque sia il suo vero nome mi copre con una spessa coperta.

<< Ti prometto che andrà tutto bene Ethan, adesso sono qui >> pronuncia sicuro di sé.

Io lascio il mio sguardo perdersi fuori dall'oblo, osservando le onde sferzate dal vento infrangersi sul molo, su se stesse e contro il vento stesso.

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