Capitolo 23. Après tout - ( Dopotutto )

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Cammino a passo svelto tornando a casa, risalgo il molo rimuginando su tutte le cose che mi ha raccontato James, di come affrontare le prossime settimane, di come la luna piena all'equinozio di primavera potrà rendermi di nuovo qualcuno, potrà rendermi uno di loro, se sarò pronto. Una parte di me resta ancora convinta che da un minuto all'altro mi sveglierò realizzando che tutto questo è stato solo un sogno, un sogno molto vivido, ma poi penso ad Alex, Lauren ... e per altre ragioni non vorrei proprio svegliarmi.

Bevo un po' d'acqua e mi riparo momentaneamente sotto un albero, guardando la pioggia, lasciando scorrere i miei pensieri e le raccomandazioni di James, devo impegnarmi a bere di più, fare più esercizi di respirazione e controllare le mie emozioni per non manifestare cambiamenti fisici o peggio, in luoghi pubblici o difronte a qualcuno. Purtroppo l'ultima nostra discussione non è andata a parare da nessuna parte, non ho il permesso di parlarne con nessuno, nemmeno ad Alex, non mi è permesso rivelarmi, credo che ci siano ben altre motivazioni sotto questo categorico divieto che ancora non mi sono state dette, pazienza tutto a suo tempo e poi chi mi crederebbe? Le analisi del sangue non rivelano l'anomalia, ma esami approfonditi rivelano un cambiamento nel DNA, una mutazione come invece che uno ce ne fossero due di DNA nella stessa persona, come nei casi del trapianto di organi; la persona che subisce il trapianto da un donatore unisce il suo patrimonio genetico a quello dell'altro.

Io e James abbiamo trovato un ulteriore reciproco accordo, torneremo ad incontrarci, l'allenamento sarà più intenso visto che manca poco più di un mese all'equinozio e in cambio mi aiuterà a sistemare alcune cose, ma soprattutto ad utilizzare la persuasione sugli altri, solo in caso di necessità, ovvio. Ha anche promesso che alla prossima crisi, la prossima volta che dovrò nutrirmi sarà con me e mi aiuterà a controllare la sete.

Al momento pur non accentandolo la signora Lopez resta comunque una sua "pedina", o meglio una persona informata dei fatti, nel senso che sotto l'influenza della persuasione nel caso mi trovassi in pericolo o altro avvertirebbe James, ma a parte questo rimane sempre quella dolce anziana ispanica che ho imparato ad amare e che ho trascurato troppo a lungo. Contrariamente a lei, la decisione di mia madre è stata dettata dalla sua smania di fare carriera e non dall'intervento di James, fortuna vuole che sia capitato adesso il trasferimento dandomi il tempo, lo spazio e la privacy necessaria ad attraversare tutto quello che mi sta succedendo, anche se conoscendola non avrebbe di certo captato dei cambiamenti in me.

Guardo il telefono, nessuna chiamata persa o meglio, nessuna chiamata di Alex. Nella mia testa rivedo il suo corpo esanime tra le mia braccia, il sangue... lui non ricorderà niente mentre io sono condannato a rivivere questo ricordo, mangiato dal rimorso e dalla paura, la nostra prima volta si è trasformata nell'accoppiamento delle mantidi religiose, rabbrividisco. Mi chiedo solo se lui abbia conservato il ricordo della cena, le coccole, i baci appassionati, le frasi dolci sussurrate all'orecchio l'uno dell'altro oppure ora abbia in testa la visione che James ha scelto di fornirgli, cancellando tutto. Sorrido come un ebete, ma certo, non mi resta che rendere memorabile la nostra seconda volta, ponendo rimedio al casino successo ieri, sento nel profondo di dovermi scusare, di dover fare qualcosa, per lui, per noi, perché io ci credo nell'amore.  Mi stringo nella sua giacca della squadra, il classico regalo che i ragazzi fanno alle loro conquiste amorose, annunciando a tutti pubblicamente il loro legame, non l'ho mai messa per i corridoi del Millian, ma forse è arrivato il momento di dimostrare ad Alex quanto io tenga a lui, incarnando questi schiocchi stereotipi liceali.

Il telefono vibra, finalmente Alex mi sta chiamando.

<< Ehi...>> rispondo esitante.

<< Ehi, come stai? >>

<< Al diavolo i convenevoli, sta mattina sono stato uno stronzo con te senza alcun motivo, ho dormito poco ed ero... >> m'interrompe.

<< Ethan stai tranquillo! >> ride.

<< Ma... io pensavo che ci fossi rimasto male >>.

<< Certo non mi sarebbe dispiaciuto avere un bacio dal mio ragazzo ma si vedeva che eri stanchissimo, dovrò andarci più piano la prossima volta... >> controbatte compiaciuto.

Che cavolo ha combinato James? Che ricordi ha esattamente Alex?

<< Ah-ah Alex, mentre tu dormivi già da un pezzo io ho anche riordinato il salotto e la cucina >> rispondo imitando il suo stesso tono canzonatorio.

<< Anche il bagno di tua madre da quanto ho notato, non sarebbe male usare quella vasca qualche volta, no? >>.

Allora non ha notato che la porta è stata staccata? Come dice la signora Lopez "se l'occhio non vede tu non dargliene motivo".

<< Alex sei incredibile, ma pensi solo a quello? Piuttosto lunedì prima delle lezioni ti va di prendere un caffè al bar della scuola? >> chiedo con finta innocenza.

<< Penso solo a te, è diverso. Pensavo odiassi quel baretto... nessun problema comunque ci troviamo lì allora. Buona serata am... emh Ethan! >> mormora in fretta leggermente imbarazzato.

Stava cercando di chiamarmi amore? Seriamente, rido salutandolo di rimando e augurandogli una buona serata.

Riprendo a passo più lento la strada di casa, il vento mi accarezza pungente, stuzzicando la mia resistenza, la sensibilità alle basse temperature dentro e fuori dell'acqua è un altro particolare dono che ho ottenuto, ma come la maggior parte delle mie nuove abilità entrano in funzione quando non ci penso, quando lascio che la parte razionale del mio cervello si spenga, quando apro me stesso all'idea dell'irrazionale, quando smetto di impormi dei limiti e agisco naturalmente. Molto del lavoro che devo fare ora è sul piano psicologico, pensare fuori dagli schemi, allenarmi a disimparare così da poter imparare a vivere in questo corpo, a controllarmi, ad avere il pieno controllo di me stesso e della mia vita, imparando ad essere il nuovo me stesso.

Al solito non importa il tempo o la stagione la signora Lopez si trova sulla sua veranda, sorseggiando un improbabile cioccolata calda. Il suo sguardo dolce si illumina notandomi attraversare il giardino di casa sua. Salgo gli scalini e mi siedo nella sedia accanto alla sua, mi porge un'altra tazza di cioccolata calda. La assaggio e arriccio le labbra, c'è del rhum, la sua inimitabile cioccoruhm, il suo rimedio contro il freddo, il raffreddore, la tristezza e le notti insonni. Parliamo a lungo, della sua famiglia, della sua gioventù, io le racconto della scuola, delle domande per il college, di Alex, le racconto quasi tutto, tranne di quello che mi turba veramente, tranne la parte in cui sono stato riportato in vita, dove non sono più me stesso, dove ancora non so perché sono finito in mare aperto nel cuore della notte, tranne la parte della mia vita che ora condivido con James e della quale lei è inconsapevolmente complice.

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