Capitolo 3. Changements - (Cambiamenti)

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Mi sveglio di buon mattino, cerco di ritrovare la posizione più comoda ma con Alex che dorme in obliquo non ho molto spazio, Merluzzo gli dorme sull'addome, francamente non so come continui a respirare impassibile. Stufo e rassegnato all'idea di non poter continuare a dormire lascio Alex e Merluzzo addormentati tra le coperte e vado a farmi una lunga doccia calda. L'acqua è al massimo della potenza, scorre rovente sulla mia pelle, mi ero svegliato pensieroso ma adesso non ricordo più a cosa pensassi. Cerco di godermi questo momento di solitudine ed apprezzarlo per quello che è, mi sembra di poter percepire ogni singola goccia sul mio corpo, mi sento sempre meglio. Non ho l'abitudine di soffermarmi spesso davanti allo specchio, finirei col giudicarmi o fissarmi su qualche imperfezione; però non posso fare a meno di notare il cambiamento del mio corpo. Ho perso abbastanza peso, le clavicole sono più sporgenti, mi si contano le costole. Non ho mai avuto problemi legati all'alimentazione ma spesso mi dimentico di mangiare, divorato dai pensieri e dallo studio ma non sono mai stato così magro. Alex ha ragione i miei capelli neri in contrasto con la mia pelle bianca spruzzata di lentiggini fanno risaltare quest'ultimi molto di più, a differenza di Biancaneve però le mia labbra non sono rosse quanto la mela avvelenata ma semplicemente rosee. Lo sguardo rimane affilato, ricorda quello della volpe, una volpe dagli occhi azzurri e freddi come il ghiaccio. Mi vesto anche se non sono completamente asciutto, fa davvero freddo, metto anche un vecchio maglione XXL di Alex sopra al dolcevita nero pur restando a piedi nudi.

Preparo il caffè, riempio la ciotola di Merluzzo che prontamente percependo dei rumori dalla cucina era sceso a reclamare la sua di colazione. Preparare un pasto decente o comunque anche un insalata senza alcun coltello potrebbe veramente nuocere alla mia dieta ma molto di più ai miei risparmi, riempio una tazza di caffè, prendo due sigarette dal pacchetto di Alex ed esco per andare ad elemosinare qualche posata dalla signora Lopez. Negli anni la signora Maria Lopez era stata per me come una nonna, si prendeva spesso cura di me durante i viaggi della mamma e si occupava anche della scuola talvolta, falsificando qualche firma o addirittura chiamando per evitarmi più di qualche noia.

Restai in sua compagnia tutta la mattina, bevemmo molto caffè, chiacchierammo del più e del meno, non accennò nemmeno una sola volta a cosa mi era successo, anzi disse pure che il 2018 sarebbe stato il suo anno fortunato o qualcosa del genere; mi rispedì a casa con tanto di quel cibo che non avrei avuto problemi per i giorni a venire.

Spesi il pomeriggio cercando di recuperare quanti più compiti possibili, mentre Alex usci ad allenarsi. Cenammo con l'insalata di riso della signora Lopez e delle birre scadenti. Questa sera però Alex me lo chiese.

<< Senti Ethan se per te non è un problema vorrei dormire ancora nel tuo letto >>.

<< Nessun problema, però vai a farti una doccia che ti sei allenato tutto il pomeriggio >>. lo punzecchiai.

Mentre Alex si faceva la doccia, preparai lo zaino, il certificato medico e altri documenti che mi aveva richiesto la consulente scolastica tramite e-mail. Sarebbe stata una giornata molto lunga, ma avevo concordato con Alex che non sarei andato via dopo l'incontro con la consulente e avrei frequentato tutte le lezioni, più facile a dirsi che a farsi. l'idea di essere fissato da tutti non mi entusiasmava di certo ma il malessere si concentrava nei loro occhi, vi avrei letto sicuramente della pena o peggio ancora dell'odio. Andavo sinceramente fiero del mio anonimato tanto quanto Alex era fiero di essere invece conosciuto da tutti al Millian.

Non riesco ad addormentarmi, Alex deve averlo capito, inizia dolcemente ad accarezzarmi la schiena, con movimenti calmi e sicuri. Cerco di farmi cullare dai suoi movimenti, il calore della sua vicinanza ed il suo affetto. Mi deposita un dolce bacio sulla spalla, la mia mano stringe la sua, non ho dubbi sarà senza alcun indugio al mio fianco.

L'indomani Alex mi dà un passaggio sulla sua moto fino a scuola, le nostre strade si separano davanti all'ufficio della signorina Katrin Williams, la consulente scolastica; una donnina eccentrica nota per i suoi costosi e variopinti tallieurs e dove sul risvolto destro della giacca portava sempre una spilla con un'ape stilizzata che faceva l'occhiolino in contrasto col viso dall'aria severa e lo stretto chignon. Puntuale vengo fatto accomodare nel suo ufficio, la mani mi sudano mi riprometto di non stringerle la mano se mai si presentasse l'occasione.

Il tono di voce con cui mi parla trasuda sufficienza, forse non l'hanno informata ma non ho riportato alcun danno celebrare, può smetterla di parlarmi come se fossi un idiota.

<< Sarò onesta con lei signor White, non sarà facile curare la depressione, per questo dovrà seguire alla lettera il mio programma >>. Pronuncia compiaciuta.

<< Credo che lei possa capire quanto questo momento per me sia difficile, sono sicuro che avrà letto e riletto la mia cartella clinica ma ci tengo a a ribadire che non ho tentato di suicidarmi signorina Williams >>. Alzo leggermente la voce pur non volendolo.

Probabilmente il "potere" conferitogli da mia madre, congiunto alla responsabilità che il Dott. Keller ha deciso di riporre in lei, in quanto esperta di problemi tra gli adolescenti devono averla gasata più del dovuto. Insomma in questi casi di solito si ricorre alla figura dello psicologo. Cioè fino ad ora ti convocavano nel suo ufficio per problemi con la scelta del college oppure una brutta media che avrebbe potuto nuocere alla futura domanda per il college.

<< Non ho intenzione di perdere il mio tempo, i fatti parlano chiaro e dal momento in cui lei non ricorda niente possiamo dedurre che sia in atto una negazione del gesto da lei intentato >>. non l'avevo mai sentita parlare con un tono tanto arrogante.

<< Faremo terapia nel mio ufficio ogni lunedì mattina, ci occuperemo delle sue ansie e possibili traumi del passato, per il suo problema legato all'acqua invece sarà il signor Evans a prenderla in carico >>. Parla ancora lentamente senza staccarmi gli occhi di dosso.

<< Mi scusi ma non credo sia una decisione da prendere così alla leggera, perché non farmi fare altro? Né lei né il signor Evans potrete costringermi >>. Controbatto.

Vorrei tanto che sentisse quanto io stia urlando dentro di me.

<< Forse non sono stata abbastanza chiara, lei mi è stato affidato, avrebbero potuto tirare in ballo gli assistenti sociali ma poiché mancano pochi mesi al suo diciottesimo compleanno ho richiesto io la custodia del suo caso, in collaborazione con il Dottor Keller, il consenso di sua madre. Si ritenga fortunato che un esperto come il signor Evans abbia deciso di sua iniziativa di sostenermi ed aiutarla in questo momento assai delicato. Signor White le paure sono dei limiti e questi particolari limiti vanno affrontati >>.

Sono alquanto esterrefatto, non può parlare così della paure altrui. Questa diatriba tra me e l'elemento primario che ci ha dato la vita va avanti da che ne ho memoria di ricordare. Io non sono mai stato un'amante dell'oceano, da piccolo odiavo fare il bagno, quando piove ho mal di testa. Probabilmente sono semplicemente anticonformista e l'estate preferirei starmene a casa e non fare il muschio in spiaggia, persino l'odore della salsedine mi urta. Forse se papà non fosse morto in quel incidente d'auto e la mamma avesse tenuto quel suo lavoro part-time in salone, mi avrebbero insegnato loro a nuotare e a combattere questa mia fobia dell'acqua in tenera età; come si fa con i bambini, come gli altri miei coetanei hanno sicuramente fatto.

In acqua sembra di poter volare, sei più forte, devi assolutamente provare a fare snorkeling, chissà quali tesori ci sono sul fondale... Grazie ma no grazie.

La verità è che sotto la  doccia mi sento protetto, non sono sopraffatto dall'eccessiva quantità di acqua e ci vedo, tutte cose che una volta in vasca non sono sicuro di poter avere. Se solo smettesse di parlare, so per certo che alla fine dell'incontro mi consegnerà un plico di fogli contenenti il suo monologo, redatto minuziosamente, parola per parola. Magari potrei sottolineare in rosso i punti con cui non sono affatto d'accordo e discuterne con lei al prossimo incontro.

<< Sarà il signor James Evans stesso a contattarla per prevedere le sessioni di terapia in acqua che si svolgeranno qui all'istituto in un orario protetto per rispetto della vostra privacy. Per quanto riguarda la sua media la prego di non mollare proprio adesso con l'iscrizione ai college imminente, i professori dicono che le capacità non mancano quindi mi aspetto il meglio da lei; lavorare sodo terrà la mente occupata e lontana da cattivi pensieri >>. Esordisce con aria compiaciuta.

Mi convinco, bramo a dire il vero che abbia finito il suo sproloquio e possa finalmente scappare al corso di francese quando all'improvviso s'illumina.

<< Quasi dimenticavo signor White, ho cambiato anche il suo orario per questo semestre, ora i suoi impegni combaciano meglio con gli orari del signor Johnson, pensiamo che la sua figura possa essere estremamente positiva durante la sua ripresa >>.

Ho la bocca asciutta, fatico a parlare quindi rimango seduto in silenzio, quando finalmente mi congeda esco alla velocità della luce, mettendo tutti i fogli che mi ha dato alla bel e meglio nello zaino. Arrivo alle macchinette, il corridoio fortunatamente è deserto, siamo alla fine della quarta ora; prendo due bottigliette d'acqua, una me la svuoto subito mentre metto l'altra nello zaino, approfittando per sistemare i fogli della signorina Williams. Ho promesso ad Alex di restare fino alla fine delle lezioni ma non credo di farcela, sono amareggiato, mi sento come un bambolotto nelle mani degli altri. L'idea dell'istruttore di nuoto poi mi turba ancora, non ho nessuna intenzione di sperimentare l'annegamento se pur assistito e coreografato dal signor Evans, tanto meno di imparare a nuotare, non mi serve e non voglio, dovrò pur aver qualche voce in capitolo. Sospiro, non sono una di quelle persone che fuggono dai loro problemi, ma nemmeno quel tipo di persona che corre incontro alla sua fobia perché è sicuro di poterla superare. Questa loro sicurezza implica autostima e una volontà che io non ho maturato e non mi preservo di farlo, dopotutto nuotare non è mica paragonabile alla patente.

Cerco di svuotare la mente, potrei sempre chiedere alla signora Lopez di fingersi mia madre al telefono e boicottare gli incontri con il signor Evans. Mi vibra il telefono.

Resisti E. Dopo francese ti allungo a casa gli allenamenti oggi iniziano alle 15.

Come sempre Alex compare nel momento adatto. Alla fine che sarà mai une heure de français? Raccolgo lo zaino da terra e mi avvio verso l'aula, peccato che Alex abbia scelto trigonometria applicata e non una lingua straniera tra i corsi a scelta offerti quest'anno.

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