Capitolo 8. Les règles de James - (Le regole di James)

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Nonostante sia stata una lunghissima giornata per Alex, ha insistito per accompagnarmi in moto all'incontro con James, durante il viaggio lo stringo forte a me, le mie mani salde intorno alla sua vita. Si gela stasera, il vento soffia forte, si preannuncia una tempesta, spero che la partita di venerdì non venga rimandata a causa del mal tempo. L'ansia aumenta man mano che ci avviciniamo, in lontananza vedo già le luci della scuola. Una volta arrivati nel parcheggio non riesco a scendere dalla moto, sono completamente pietrificato, vorrei gridare ad Alex di riportarmi a casa, che sono un vigliacco, ma dalle mie labbra non esce nulla. Impianto i miei occhi in quelli di Alex, mi aiuta a scendere e prende le mie mani fra le sue, mi bacia dolcemente sulla fronte.

<< Andrà tutto bene, puoi farcela Ethan >> mormora aiutandomi a scendere dalla moto.

Mi sospinge per qualche passo, obbligandomi ad avanzare.

<< Lasciami andare, dai ...! >> scoppio a ridere.

<< Nossignore! La scorterò fino alla fortezza del drago cattivo >> recita compiaciuto.

Probabilmente se non mi avesse spostato di peso fino alla porta della palestra, non sarei mai entrato, da lì cammino, stringendo la sua mano nella mia, confortato dalla sua presenza. Una volta negli spogliatoi lo saluto con un tenero bacio sulle labbra e lo costringo ad andare a casa sua, ha bisogno di dormire e di essere in forma per tutti gli allenamenti extra che sta affrontando.

Mentre poso il borsone in un angolo noto un post-it verde sullo specchio centrale, mi avvicino incuriosito.

Ethan non tardare, cambiati e raggiungimi nell'ala ovest della piscina, quando esci chiudi a chiave la porta degli spogliatoi.

Ps: siamo soli come promesso, nessuno spettatore ammesso.

Decisamente il fatto di essere soli non mi faceva certo sentire più sicuro, e chi mai avrei potuto invitare ad assistere alla mia riabilitazione psichiatrica in piscina di mercoledì sera? Rabbrividisco e mi cambio velocemente, uscendo dagli spogliatoi sento il suono di una campana, mi affretto verso l'ala ovest, entro, la campana aveva da poco suonato l'ultimo rintocco.

Mi ero preparato al forte odore di cloro, ma è totalmente assente, forse avevano appena cambiato l'acqua. Cammino, andando verso le vasche, alle mie spalle ci sono degli spalti, l'illuminazione non è forte, anzi, per la maggior parte sono luci sott'acqua, sul fondo della vasche. Queste luci conferiscono all'ambiente un' aura lugubre ma calma e tranquilla allo stesso tempo. Cammino, stando ben attento a non stare troppo vicino al bordo, conto sei vasche di cui solo due profonde quattro metri mentre le altre partono dagli ottanta centimetri fino ad arrivare ai due metri. Di James nessuna traccia, mi appoggio al muro, tengo sott'occhio l'entrata da dove sono venuto, ma nessun rumore spezza la quiete.

Improvvisamente alla mia destra dalla vasca più profonda emerge qualcuno, dall'acqua irrompe James. Nuota fino alle scalette, aggrappa un asciugamano e viene verso di me tutto sorridente. Il suo sguardo si sofferma divertito all'altezza del mio costume. Arrossisco e d'istinto incrocio le braccia al petto dandogli le spalle. Con questa luce non riesco a scorgere i suoi occhi, maledizione, aspetterò che si avvicini di più.

<< Il fenicottero rosa trascorre gran parte della sua vita in acqua, deve la sua colorazione alla salinità dell'acqua e alla composizione di minerali presenti in essa, non rispecchi affatto un'animale così maestoso >> esclama James.

Sono senza fiato, prendo ogni sua parola con una coltellata nella schiena, ma non sarei certo rimasto in silenzio, chi pensa di essere, sbruffone.

<< Il tuo ragazzo ti sta facendo da balia oppure gli hai concesso un giorno libero? >> continua James.

Non capisco a che gioco stia giocando, lo guardo in cagnesco ma non accenno a controbattere, sono curioso di sapere cosa stia architettando.

<< Mi fai pena, te lo dico sinceramente >> sogghigna.

Sono sopraffatto dalla rabbia, come diavolo osa dirmi tutte queste cose, sta passando veramente il limite, lui che ne sa di me? Azzardo un passo in avanti scatenando in lui una risata, getta l'asciugamano a terra, in questo chiaroscuro di luci i suoi muscoli mi fanno sentire patetico al confronto, ma la voglia di colpirlo è più forte.

<< Sei solo uno stupido Ethan! >>

Ferito dalla sue parole mi getto in avanti, sferro un pugno verso il suo stomaco e giro immediatamente su me stesso per spingerlo ma prima che riesca a muovermi m'immobilizza tra le sue braccia bloccandomi il respiro. La rabbia si trasforma subito in umiliazione, trattengo le lacrime e cerco di divincolarmi. La sua stretta di ferro si allenta, le sue mani si fanno dolci sulla mia pelle, esitanti nel cercare di confortarmi, rendendo il tutto ancora più straziante. Mi chiede di ascoltarlo:

<< Regola n°1 svuotare la mente e liberarsi di ogni emozione, la tua fobia te le ritorcerebbe contro mille volte più forte, saresti sopraffatto da tutta la rabbia, la paura e il dolore che ti porti dentro, nel tuo caso daresti all'acqua la forza di trascinarti a fondo, devi imparare a controllarti Ethan >>.

Mi discosto dal suo corpo, la parte razionale di me capisce quanto ha fatto e gliene attribuisce un piccolo merito, ma la parte non razionale vuole ancora vederlo cadere malamente a terra e rimangiarsi quanto ha detto dall'inizio alla fine. Approfitto per guardarlo in faccia, ma i suoi occhi sono semplicemente verdi, quasi grigiastri, nulla a che vedere con quelli che ricordavo io. Mi allontano di qualche passo, sento di avere gli occhi gonfi e rossi, decisamente ridicolo con quello stupido costume, eppure sono ancora qui. "un traguardo alla volta, riconosci i tuoi sforzi Ethan" le parole della signorina Williams rimbombano nella mia testa; ha ragione, non posso andarmene adesso!

<< Quale sarebbe la regola n°2 ? >> chiedo spazientito

<< Fidarsi del sottoscritto, non hai nulla di cui temere. Nell'acqua non c'è traccia di cloro, se mai volessi potresti aprire gli occhi sott'acqua senza provare fastidio eccessivo >>.

Mi fa cenno di avvicinarmi e mi accompagna verso la piscina, a differenza delle altre contiene una scalinata che ti conduce dolcemente fino alla parte più profonda. Arriviamo al primo scalino e mi blocco. Scende due scalini portandosi alla mia altezza, aspettando pazientemente una mia decisione. Guardo l'acqua cristallina, cerco la forza di cui ho bisogno e scendo il primo scalino, colmando la distanza che ci separa, tremo e inizia a girarmi la testa. Non ci riesco, mi accascio al sul bordo, James si siede accanto me. 

<< In acqua la massa subisce le leggi della fisica, sarei in grado di sostenerti anche con un solo dito, lasciati andare >> mi sussurra timidamente all'orecchio.

Prima ancora che possa rispondere scende scalino dopo scalino, l'acqua gli raggiunge dapprima le gambe e in seguito l'addome. Si sporge in avanti, allungandomi le braccia, stringo le mani attorno ai suoi polsi, nella disperata intenzione di non lasciarmi ghermire dall'acqua, lui però prosegue, scendendo altri scalini trascinandomi con sè.

Vorrei lasciarlo ma ho paura di annegare, James al momento rappresenta la mia salvezza, cosa ha intenzione di fare?

<< Lasciati andare, permetti al tuo corpo di galleggiare in acqua. Io non mollerò la presa >>.

Svuoto la mente e permetto alle gambe di sollevarsi e fluttuare in acqua, sembra di volare, bello e terrificante allo stesso tempo.

<< Ricordati cosa ti ho detto, calmati, non ti permetterò di farti del male >> .

Ho paura di non reggere lo stress a cui mi sottopone. James continua scendere fino a quando neppure lui riesce a toccare più il fondo della piscina.

<< Sei un pazzo, stai condannando entrambi...>> rispondo affannato.

<< Alcuni direbbero che sono nato con le branchie.>> ribadisce.

Non mi piace il suo sguardo, all'improvviso sadico. Smette di nuotare, siamo lontani da un qualsiasi punto di appiglio, annaspo cercando di restare con la testa fuori dall'acqua, ma James il bastardo molla la presa, tradendo la sua promessa e sparisce sott'acqua. Mi sento afferrare il piede e trascinare verso il basso con forza, stringe talmente forte che penso mi possa rompere la caviglia, inghiotto quanta più aria posso e mi preparo al peggio. Mi spinge sul fondo, il suo corpo preme sul mio e mi tiene ancorato al fondo della piscina, perché questo stronzo sta cercando di uccidermi? Sento le sue parole nella mia testa: te l'ho detto nell'acqua non c'è il cloro se volessi potresti aprire gli occhi e goderti la vista...

Apro gli occhi di scatto, il suo viso è a pochissimi centimetri dal mio, mi sta fissando, il suo volto è corrotto dalla disperazione e dalla tristezza, i suoi occhi non sono più verdi, sono interamente color ametista.

<< Smetti di combattere e respira >> mi intima. La sua voce mi arriva nitida come se ci trovassimo fuori dall'acqua, spaventato permetto a preziosissime bolle di ossigeno di fuggire dalla mia bocca. I suoi denti, sono appuntiti come quelli di uno squalo. La testa mi scoppia, sento il battito del mio cuore esplodere nelle orecchie.

<< Respira maledizione! Perché non sta funzionando? >>.

Rapido così come tutto era iniziato quel mostro dalle parvenze di James mi riporta in superficie mi spinge fuori dall'acqua, la vista è annebbiata ma lo percepisco chinarsi su di me, vorrei spostarmi, vorrei urlare ma non riesco a fare nulla sono perso in quel mare di ametista.

La sua bocca si chiude sulla mia, immette aria nei miei polmoni, una forte pressione nel petto mi costringe a piegarmi in due e vomitare acqua, acqua salata... sono a terra scosso dagli spasmi, per l'ennesima volta ho rischiato di morire annegato. Improvvisamente mi ricordo di quella notte, quando mi stavo abbandonando ormai rassegnato all'idea di morire, c'erano stati due piccoli bagliori ametista nelle tenebre che si muovevano veloci verso di me, c'è altro ma non riesco a ricordare. Vomito incessantemente acqua, com'è possibile che ne abbia ingerita così tanta, davanti a me si erge ora il James dagli occhi verdi, le lacrime adesso rigano il suo di viso, tormentato si mangia le unghie.

<< Dimentica... questa è l'ultima regola di stanotte >> sono le ultime parole che pronuncia.

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