PROLOGO

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23 Maggio

Notte di luna piena e stamattina siamo arrivate nella casa nuova. Una cosa pittoresca, credo. Non saprei. Mamma sembrava piuttosto entusiasta all'idea di entrare in casa proprio con la luna piena, io sinceramente non mi sono mai sentita una zucchina che ha bisogno dell'influenza della luna per crescere meglio.
Ma non potevo dirlo a mamma... lei ha già abbastanza problemi.

Mi presento: mi chiamo Viviana e ho sedici anni. Un età del cazzo, diciamocelo! Soprattutto se i tuoi hanno appena divorziato e tua madre ha deciso che è bello vivere nel fottuto nulla.

Ma andiamo per gradi. La psicologa mi ha detto di fare così: scrivere e raccontare, partendo dal principio. Non so a cosa serva, se devo essere sincera, ma l'esperta è lei (suppongo!).

Mi chiamo Viviana e domani dovrei andare a scuola, ma mamma aveva fretta!
Dovevamo essere oggi qui, nella casa della vecchia zia Ada. Zia che non avevo mai sentito nominare fino a poco tempo fa. Ormai l'anno scolastico è finito, così la mia genitrice ha deciso, e ci ripenseremo a settembre. Dovrò frequentare una nuova scuola, con nuovi compagni, ma la cosa non mi turba più di tanto. Da quando i miei hanno divorziato, sono stata bullizzata in modo piuttosto pesante perciò non piangerò di certo lacrime di nostalgia. Forse per una o due persone al massimo, ma non sono qui per parlare di questo.
Vorrei parlare della mia famiglia, del "principio" di tutta questa storia.

Dicevo: mi sono appena trasferita con mia madre e la mia sorellina Giselle. Lei ha tre anni ed è chiaramente un tentativo mal riuscito di ricucire un rapporto già in pezzi. È la tipica mocciosa che frigna, ride a caso e mi abbraccia mille volte al giorno. Non è male.

Ha pianto per tutto il viaggio, strillando in auto come una pazza, e non ho ancora capito come mia madre sia rimasta così composta è tranquilla. Come se sapesse che all'arrivo tutto sarebbe andato per il meglio.

Io non conoscevo zia Ada, mai sentita, ma mamma ha accettato immediatamente di trasferirsi. È stata una scelta improvvisa, una cosa non molto in linea con l'atteggiamento tipico di mia madre. L'ho sempre vista trascinarsi assieme alla corrente, certa che prima o poi sarebbe finita contro qualche scoglio o affogata, passiva e sconfitta dalla vita.
Come potevo dirle di no, quando finalmente si è decisa a iniziare a remare verso una meta precisa?
L'ho seguita in questo viaggio lontano da tutto, specie lontano da papà.

Papà... che dire di papà?

Lui e la mamma suppongo che un tenpo si amassero, ma poi lui si era trovato altre compagnie e altri spazi. Accusava mia madre di non saper vivere, di non sapersi divertire, mentre lui tornava a casa a quattro zampe ubriaco fradicio e con la giacca sporca di rossetto.

Mia madre non ha mai usato il rossetto!

Mia madre non è esattamente il tipo di donna che incontri nei locali o in qualche festa scatenata!

Non so perché lei e papà si siano sposati, non so come potessero amarsi, so solo che papà aveva un'amante e poi ne ha trovata un'altra e un'altra ancora. Ogni giorno insulti, offese, tradimenti... e mia madre se ne stava in silenzio. Fino a quando non era arrivata questa eredità: la dimora di una vecchia zia, in un paese che non sapevo esistesse.

Questa casa, costruita probabilmente una manciata di secoli fa, era riuscita a convincere mia madre a chiedere il divorzio e finalmente allontanarsi da una vita opprimente.

Una svolta, un nuovo inizio, o almeno così speravo!

Appena scesa dall'auto mi era bastata un'occhiata per capire che la nostra nuova dimora non era esattamente "moderna", non c'era da aspettarsi altro da una zia praticamente centenaria, ma rimasi a bocca aperta dinnanzi alla sua grandezza e al giardino fiorito immenso che la circondava. Mia sorella lo ha amato subito, con i suoi fiori e le sue romantiche farfalle, mamma le ha promesso un'altalena appesa all'albero grande proprio nel mezzo del prato.

Abituata com'ero a quella specie di buco dove vivevo prima, con tanto di lettino della sorellina a occupare spazio vitale, devo ammettere che si è trattato di un bell'upgrade!

Dalla finestra della mia camera nuova (tutta mia, finalmente!) ho subito notato il paese poco distante, ci si va a piedi, e da domani mamma lavorerà nel negozietto che sta in centro.

A quanto pare i nostri nuovi compaesani chiamano questa casa "Rossa Luna" per via del dipinto che decora l'ingresso, che rappresenta appunto lo spicchio di una luna rossa.

Ammetto che ero rimasta alquanto perplessa quando ho sentito la frase "Ah ma voi siete quelle della Rossa Luna!".

Molte altre porte qui in giro hanno dei disegni a decorarle, immagino sia una tradizione del luogo. Ho visto altre lune, di colore diverso, un occhio e dei fiori. Molto caratteristico, lo devo ammettere, anche se forse un po' datato come stile.

È normale che nel ventunesimo secolo esistano ancora paesi che sembrano usciti da una cartolina di tre secoli fa? Evidentemente sì. Perfino gli abitanti pare escano da un altro mondo.

Immagino che mi ci dovrò abituare, non ho molte alternative al momento.

Credo di non avere altro da aggiungere, per ora: sono Viviana, mi sono appena trasferita in questo luogo dimenticato dalla geografia moderna e non vedo l'ora di scoprire cosa ha in serbo per me la Rossa Luna!

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