Rosso e blu

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Riordinando, Viviana si era ritrovata tra le mani una foto del padre e istintivamente l'aveva ricacciata in fondo al cassetto, coprendola con una scatola di latta dove conservava ricordi importanti. Non ne possedeva altre, non ne aveva altre in casa, e non ne sentiva la mancanza. Sua madre aveva accuratamente strappato ogni immagine del suo matrimonio, conservando solo il lato che la ritraeva con l'abito da sposa.  Viviana ricordava che da piccola amava ammirare l'album del matrimonio dei suoi genitori e l'abito di sua madre le sembrava il più bello del mondo. All'epoca suo padre ancora non le aveva picchiate e umiliate fino alle lacrime e lei guardandolo lo vedeva come una specie di principe azzurro. La realtà si era rivelata ben diversa e quel principe azzurro altro non era che un orco dalla sbronza facile. E a quanto pare molti degli uomini con cui avevano avuto a che fare le abitanti del villaggio erano così. Possibile fossero tutti così? No, si disse Viviana, il suo maestro di musica non era così e presto sarebbe venuto a prenderla!

"Gli uomini sono tutti bugiardi" le ripeteva sempre la madre e lei annuiva. Che altro doveva fare? Dopotutto non aveva grandi esempi pratici per provarle il contrario!

Osservando tutte quelle donne, Viviana si chiese se a nessuna venisse in mente di risposarsi. Possibile che a tutte fosse passata la voglia di avere un compagno o dei figli?

"Non sei un po' troppo giovane per pensarci adesso?" era stato il commento di sua madre dinnanzi a quella domanda e non aveva aggiunto altro.

I giorni passavano e la ragazza sperava sempre nell'arrivo del suo salvatore, purtroppo fin'ora invano. Perché ci metteva tanto? Le aveva forse mentito e non sarebbe più venuto? I giorni proseguivano lenti e Viviana tentava in tutti i modi di comportarsi al meglio, evitando di attirare l'attenzione.  Continuava a ripensare all'anziana Rosa Bianca e l'immagine di lei con i polsi tagliati la tormentava. A volte vedeva pure se stessa in quella posa e rabbrividiva.

"Non distrarti!" la ammonì la sua insegnante di canto "Concentrati! Devi imparare un brano molto importante!"

Era davvero complesso, in una lingua che non comprendeva, e non aveva la minima idea di che cosa parlasse. Le era solo stato detto che era per un'occasione speciale e che doveva essere perfetta, così si era impegnata e si era preparata al meglio.
Una notte di fine giugno l'intero villaggio si era radunato attorno a un grande fuoco e il coro aveva accompagnato con il proprio canto l'arrivo degli abitanti. Le donne si erano disposte una accanto all'altra ordinatamente e la capovillaggio non si era risparmiata grandi sorrisi e saluti cordiali. Viviana non aveva idea di cosa stesse accadendo e si limitava a seguire le indicazioni della sua maestra, pur percependo una certa tensione salirle lungo le vene e raggiungere ogni centimetro del suo corpo. Che ci facevano in piena notte attorno al fuoco? Volevano forse tagliare i polsi a qualcun'altra? Vide sua madre assieme ad altre donne, le bambine erano rimaste al villaggio sotto la sorveglianza delle anziane. Continuò a cantare, nonostante la bocca fosse ormai asciutta e riuscisse a udire solo il battito del proprio cuore impazzito. Non riusciva a immaginarsi alcuna buona occasione per un simile ritrovo e l'ansia la stava avvolgendo. Poi il coro tacque e si fece strada una figura con passo lento e silenzioso. Era vestita di blu scuro e sulla testa portava un velo che ne copriva il volto. Fra le mani stringeva dei fiori e la stoffa dell'abito si trascinava sull'erba già bagnata di rugiada. Il falò produceva un fumo intenso e la donna velata si avvicinò al punto da quasi sparire agli occhi dei presenti.

"Non vorranno mica gettarla nel fuoco?" si allarmò Viviana, sforzandosi di continuare a cantare.

Cercava di trovare un'altra ipotesi quando dal fumo e dal buio emerse un'altra figura, con sul volto una maschera rossa. La ragazza trasalì: era un uomo! Vestiva solamente con una stoffa cremisi allacciata attorno alla vita e si avvicinava alla donna velata. Com'era possibile? Non aveva visto un solo uomo da quando era giunta al villaggio! Lui chi era?
Con l'incalzare della musica e dei canti, l'uomo tolse il velo a colei che aveva di fronte e lei fece altrettanto con la maschera, mostrando a tutti i propri volti. Erano giovani, avevano pochi anni più di Viviana, e si guardarono negli occhi qualche istante prima di baciarsi appassionatamente. I canti cessarono e rimase solamente la musica, sempre più incalzante. I due giovani sparirono fra il denso fumo e i loro gemiti lasciavano chiaramente intuire quel che stessero facendo.

"Il matrimonio d'estate è compiuto!" esclamò la capovillaggio "Possa essere fecondo per lei e per il raccolto! Possa questa unione carnale donare una nuova figlia al villaggio e frutti abbondanti fino all'inverno!".

Le donne gioirono, entusiaste. Viviana era rimasta senza parole, incredula dinnanzi a ciò che aveva appena visto. Guardandosi attorno, notò che a quanto pare solo per lei quello spettacolo non era normale.

Il giorno seguente tutto riprese come al solito, come se nulla fosse successo. La ragazza rivide la sposa, che ora indossava un ciondolo a forma di triangolo con la punta rivolta verso il basso. Dell'uomo nessuna traccia, da nessuna parte.

"Tutto questo è assurdo!" riuscì a dirle Viviana e la giovane le sorrise, annunciandole che un giorno anche lei sarebbe stata una sposa d'estate.

"Io non voglio essere proprio nulla del genere!" sbottò la ragazza "Chi era quell'uomo? E dove è finito adesso?!".

"Non lo so. E non sarai tu a decidere, sarà lei a sceglierti".

Lei chi? La capovillaggio? Viviana si accigliò. Era folle, era tutto assolutamente folle e nessuno sembrava farci caso!

"Devo assolutamente andarmene da qui!" si disse, a denti stretti, tornando verso casa.

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