27 - Levante, 6 anni e 46 giorni fa

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I giorni che seguirono, Xhoán e Tseren si alternarono al capezzale di Baya. Con tutta la delicatezza di cui era capace, lo sciamano aveva spiegato al ragazzo che la madre non si sarebbe ripresa. La ferita era stata contaminata dal veleno dell'unica pianta letale delle montagne. Forse la donna ne aveva inavvertitamente sfiorato le radici, o forse gli artigli del puma che l'aveva graffiata erano intrisi di veleno.

Xhoán non riusciva a capacitarsi di come un evento tanto banale potesse portargli via la donna che amava, ben prima delle cinquemila cinquecento lune nuove che avrebbero dovuto trascorrere insieme.

Baya ogni tanto tornava lucida e coglieva l'occasione per parlare a lungo con Tseren, cercando di racchiudere in quelle ultime ore tutti gli insegnamenti che aveva nel cuore. Con Xhoán invece, aveva voglia di ripercorrere la via dei ricordi. L'uomo si commuoveva spesso rivivendo i momenti salienti del loro rapporto, visti dagli occhi di lei.

Quando Tseren non era nella tenda, la donna Drago era molto più affettuosa con l'Ascendente, gli passava con naturalezza la mano tra la barba incolta e rendeva palese un sentimento che non aveva niente a che fare con l'affetto fraterno cui Xhoán era abituato.

Tseren era in uno stato confusionale, sospeso tra la consapevolezza che la madre si stesse spegnendo e la speranza che uno di quegli impiastri che lo sciamano applicava in continuazione sulla ferita avesse un effetto miracoloso.

Con il passare dei giorni, alla paura di perdere la madre e rimanere solo, era subentrato un terrore nuovo e infinitamente più grande. Cosa sarebbe successo se la donna fosse venuta a mancare prima della fine della settimana di luna nuova? Il desiderio di trascorrere ogni momento al suo capezzale era lacerato da un istinto opposto, quello di allontanarsi il più possibile dalle uniche due persone che amava. Qualora la madre si fosse spenta in quei giorni, Tseren sapeva di non poter controllare la trasformazione in drago e temeva che avrebbe attaccato l'unica altra persona al mondo che considerava famiglia, l'Ascendente Xhoán. Una mattina presto quel pensiero gli attraversò fulmineo il volto e Baya lo lesse con facilità.

«Non ho la minima intenzione di andarmene prima di domani» disse con dolcezza.

«Se non è questo mese, è il prossimo...» la voce di Tseren era del tutto inespressiva.

«Non c'è niente di più naturale per un Drago che rintracciare il proprio Ascendente. Sei il giovane Drago più ingegnoso tra tutti quelli che ho conosciuto nel corso di questa breve vita. Non ho alcun dubbio che la troverai in tempo» continuò la donna stringendo la mano del figlio. «Stalle più vicino che puoi, cerca di conoscerla e di capirla. E quando arriverà il momento, parlale a cuore aperto, sii sincero e rispondi a tutte le sue domande. Vedrai che la decisione di seguirti le verrà naturale, non c'è niente di più speciale del legame tra un Drago e il proprio Ascendente» riprese Baya lanciando uno sguardo fugace a Xhoán, addormentato lì vicino.

«E se non volesse trasferirsi qui? E se mi rendessi conto di non sopportarla? Come posso trascorrere il resto della mia vita con una persona che non ho scelto?» Tseren sembrò come risvegliarsi e rovesciò addosso alla madre moribonda tutte le domande che lo torturavano, nonostante gliele avesse poste già innumerevoli volte.

«Non ho mai sentito di un Drago e un Ascendente che non si sopportino, la natura li mette insieme perché sono compatibili, più che compatibili, si completano a vicenda!» esclamò lei in un filo di voce. «Non è scritto da nessuna parte che tu debba vivere sul monte Ariun. So che Xhoán è qui e ovviamente non c'è niente di più rassicurante per me dell'idea che in futuro vi prendiate cura l'uno dell'altro, ma abbiamo sempre abitato qui perché in queste montagne sono nata e cresciuta, esistono tanti altri posti a Levante dove...» fu scossa da un fremito e Tseren vide il senno lasciare nuovamente il suo sguardo. La donna prese a tremare e il ragazzo svegliò lo sciamano affinché preparasse un altro impacco di erbe medicinali.

***

Tseren era uscito a raccogliere dell'acqua e Xhoán decise di approfittarne per confidare a Baya quello che si teneva dentro da troppo tempo. Lei era stesa con gli occhi chiusi, il respiro irregolare la faceva andare in apnea frequentemente e la donna apriva gli occhi di soprassalto, per riaddormentarsi quasi istantaneamente.

«Non mi sento di biasimarti per esserti unita in nozze a Tumur, hai agito per il bene della tua razza e il fatto che non sia servito a nulla non è colpa tua né di tuo padre. Dal rapporto con Tumur, per quanto breve, è nato Tseren. Tseren è come un figlio per me, lo sai. Non riesco a immaginare la nostra vita senza di lui» gli occhi dello sciamano si riempirono di affetto pensando al ragazzo Drago che aveva visto crescere. «Non capisco perché una volta che siete rimasti soli non abbiamo ripreso il nostro rapporto da dove si era interrotto, avremmo potuto essere una famiglia...»

«Pensavo che non mi avessi perdonata... pensavo che non ti fidassi più di me e non volessi avere niente a che fare con Tseren. All'inizio non riuscivi neanche ad avvicinarti...» Baya fissava Xhoán, inaspettatamente si era fatta vigile. Lo sciamano eremita balzò sulla sedia, non si aspettava che la donna fosse cosciente. 

Lei riprese a parlare, ma talmente sottovoce che l'uomo dovette accostare l'orecchio alle sue labbra per sentire. «Il tempo passava e non me la sono sentita di inclinare l'equilibrio che avevamo costruito. Se potessi tornare indietro Xhoán... se potessi tornare indietro accetterei la tua proposta di fuggire insieme, senza alcun dubbio, ma ero giovane e spaventata...» lacrime opache rigarono il volto del Drago.

«Lo so, Baya, lo so» lo sciamano non voleva rattristarla, il passato non poteva essere cambiato e il futuro era stato loro negato. Rimaneva loro solo il presente e voleva che lei ricordasse i momenti felici che avevano trascorso insieme, non quelli peggiori.

«Ero giovane anche io e mi sono sentito tradito dalla tua famiglia, odiavo Tumur e forse per un periodo molto breve ho odiato anche Tseren, ma mi è bastato stargli un po' accanto per vedere quanto assomigli a te. Non ha niente, niente del padre» sospirò e si avvicinò di nuovo a Baya per sentire la sua risposta.

Fu così che li trovò Tseren quando rientrò nella tenda. Lei priva di forze, aggrappata alla casacca di Xhoán e lui piegato verso di lei per ascoltare cosa stesse dicendo, gli occhi carichi di dolore. Il ragazzo si sedette a terra vicino alla madre e appoggiò il capo sul letto rialzato su cui l'avevano adagiata. Con la mano libera Baya accarezzò il capo del figlio, lo accarezzò a lungo finché il ragazzo non si addormentò.

Teneva lo sguardo fisso sul proprio Ascendente e richiamò alla mente la sensazione che aveva provato la prima volta che lo aveva portato in volo nella notte.

Riconobbe l'adorazione che non aveva mai abbandonato gli occhi di lui, fin dalla prima volta che l'aveva guardata, e sperò che il suo volto sfatto trasmettesse lo stesso sentimento. Aveva soppresso l'amore talmente a lungo, che temeva di non essere più capace di palesarlo.

Era certa che Tseren e Xhoán si sarebbero presi cura l'uno dell'altro e il suo ultimo pensiero fu per l'Ascendente del figlio, una ragazza che non conosceva, ma che sperava aiutasse i due a trovare al più presto un nuovo equilibrio.

La mattina dopo, Tseren fu svegliato dal tocco freddo della madre, la mano era rimasta appoggiata sul suo capo, ma non aveva niente di familiare. La mano di un Drago non è mai fredda. Il ragazzo rimase pietrificato, incapace di scostarsi. Fu Xhoán a prendere delicatamente le dita di Baya e liberare Tseren da quella morsa. Il ragazzo scattò in piedi e senza neanche posare lo sguardo sul corpo della madre corse fuori dalla tenda.

Lo sciamano eremita invece continuò a guardare dolcemente Baya, come aveva fatto per tutta la notte. I due si erano fissati fino all'ultimo istante e nel momento in cui era arrivato il nuovo giorno, la donna era spirata. Aveva resistito fino alla fine per salvare Tseren da se stesso e Xhoán pensò che non avrebbe potuto donargli un gesto d'amore più grande.

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