Cap. 13

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Eris pov
Eravamo lì. Tutti, o quasi, gli Avengers erano riuniti lì insieme ai cattivi diventati buoni. Osservavamo con aria interrogativa il corpo che c'era.
-Cosa facciamo?- chiese Natasha rompendo il silenzio. Io non fiatavo. Non ero pratica con le decisioni difficili ed inoltre non capivo nulla di quei fili.
-Distruggiamolo- rispose Steve a braccia conserte. Osservò tutti poi puntò le sue iridi azzurre nelle mie grigie.
-Nonostante odi ammetterlo, sono d'accordo con Rogers, dobbiamo distruggerlo- aprì bocca finalmente.

Purtroppo senza nemmeno avere tempo per capire cosa stesse succedendo, mio fratello Thor entrò dalla grande vetrata, frantumandola, si posizionò sul corpo che era contenuto in una cassa di vetro e diede delle scariche elettriche con il suo martello. Osservai Thor con occhi spalancati.
-Thor sei impazzito per caso? Se non ti ho ucciso l'ultima volta, questo è il momento giusto per farlo- urlai istericamente dirigendomi spedita verso mio fratello, qualcuno mi fermò, Steve. Mi tratteneva e indicava un punto. Volsi il mio sguardo verso il punto indicato e vidi un, possiamo definirlo, uomo\robot. Rosso e con un mantello giallo\verde, sulla fronte, la gemma della mente. Una delle gemme dell'infinito. Non le vedevo da molto. Lui osservò tutti poi puntò i suoi occhi robotici nei miei. Si diresse vicino alla grande vetrata e osservò tutto il panorama.
-Potete chiamarmi Visione e, nonostante sia un robot, non sono come Ultron- detto questo, afferrò il martello di Thor e glielo porse.
-Andiamo a distruggerlo? - chiese lui. Io scoppiai a ridere vedendo Thor interdetto. Lui era l'unico a riuscire a sollevare il suo martello ora Visone lo aveva battuto. Thor mi guardò male.
-Non sei divertente Caos- disse innervosito.
-Lo sai che adoro vederti così - continuai a ridere io e a me si unirono Nat e Clint.

Quella notte non riuscì a chiudere occhio. Mi rigiravo tra le coperte con l'ansia che mi mangiava viva. Nella mia testa c'era sempre la stessa scena. Lui e le gemme. Ormai era una tortura anche se, ero riuscita a non provare più nulla per quel mostro, ora una brutta sensazione si faceva spazio dentro di me. Troppe coincidenze che mi portarono a pensare ad una sola conclusione. Scacciai via quel pensiero e guardai l'orologio alla parete che segna le 7:00 a.m., mi alzai assonnata e mi diressi in bagno sciacquandomi il viso con una dose abbondante di acqua ghiacciata che favorì così l'energia dopo una lunga nottata insonne. Pettinai i capelli ed indossai la tuta. Afferrai Enjiel e mi diressi verso la cucina pronta a fare colazione.

Entrai nella sala trovando tutti seduti a tavola. Tutti svegli e carichi, tranne me. Mormorai un buongiorno e mi sedetti di fianco a Clint, di fronte avevo Steve. Mi guardò stranito, quasi oserei dire preoccupato. Finì la colazione e mi diressi fuori mentre attendevo gli altri.

Mentre osservo il cielo azzurro senza nessuna nuvola, sentì una presenza al mio fianco, mi girai ed incontrai l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere, Steve.
-Hey cap- esclamai io rivolgendo di nuovo il mio sguardo verso il cielo limpido.
-Eris, sicura di stare bene?- chiese lui, io ridacchiai nervosamente.
-Certo che sto bene, tranquillo- cercai di rassicurarlo ma lui non demorse e ripartì alla carica.
-So che non vuoi dirmelo ed è anche plausibile ma promettimi che non farai cose avventate- parlò lui serio. Io mi voltai verso di lui. Ora ci guardavamo meglio occhi.
-Tranquillo Capitano, so badare a me stessa- ci risi su io ma lui era molto serio.
-Ora sono serio Eris, ci tengo a te- ammise lui, io rimasi stupita.
-Tu che tieni a me? Farò finta di berla, nessuno ha mai tenuto davvero a me- sputai acida e amareggiata e forse con un pizzico di dolore.
-Allora sarò la prima persona che ci tiene a te. Ti parlo chiaro, non so cosa provo per te e credo che è lo stesso per te però, ora, sento di dirti questo è di sapere che ti avrò sempre sott'occhio. Non me lo perdonerei se ti succedesse qualcosa- parlò chiaro lui. -Si, hai ragione e grazie per avermi parlato. Come sono fatta io, avrei fatto finta di nulla e comunque tranquillo, rimarrò nel tuo campo visivo Steve- ammisi anche io. Ci sorridemmo.

Forse stava succedendo, forse veramente ci stavamo innamorando. Io mi stavo innamorando, o forse lo ero già . Bene, ero nei casini.

Spazio Autrici
Scusate il ritardo ragazzi ma purtroppo sono stata indaffarata ed impegnata. Anche se il capitolo è corto vi prometto che il prossimo sarà migliore.

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