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Una settimana dopo Isabel mostrò la prima uscita della rubrica "diario di un quasi prete" ai suoi genitori Carlos e Hector, quattro paia di occhi si girarono a guardarla sorpresi, il diretto interessato chiese: <<quando hai avuto il tempo di prendere è battere a macchina il mio diario?>> <<L'altro giorno dopo che Juan mi ha riaccompagnata a casa l'ho notato e seguito l'impulso del momento. Sei arrabbiato?>> <<Sono solo sorpreso che non mi hai detto niente e...>> <<E?>> <<E ora capisco il perché della richiesta dei nomi>> <<volevo tutelare la nostra identità e far conoscere comunque la nostra storia>> <<hai pensato proprio a tutto>> <<Be, no, il tuo nome è quello vero hanno cambiato solo il cognome potrebbero ancora capire che l'autore sei tu>> <<e se lo capissero, non ci nasconderemo più, infondo l'ultimo imprigionato per omosessualità fu rilasciato nel 1979, adesso si parla solo di mentalità ristretta>> <<in effetti...>> intervenne Amelia <<MA È COMUNQUE BRUTTO ESSERE SACRIFICATI A NASCONDERSI>> si aggiunse Alejandro solidale nei confronti dei due amici <<già, ma forse col tempo le cose miglioreranno>> concluse Hector.
Il giorno dopo tutti in paese parlavano di quella prima pagina di diario, un compaesano si era fermato dal classico giornalio e aveva notato che sulla copertina della rivista veniva pubblicizzata questa nuova rubrica e per qualche ragione si era sentito strano e l'aveva acquistata, in seguito era subentrato il tipico telefono senza fili e prima della tarda mattinata era sulla bocca di tutti.
Carlos era uscito con Hector per fare la spesa, quando incontrarono un certo "Rodrigo Sanchez" che chiese loro se avessero letto la rubrica sulla rivista, Carlos rispose con un secco e affermativo monosillabo. <<E che ne pensi?>> Chiese l'altro <<penso che è la loro vita, e che non c'è niente di male se uno capisce di amare una persona dello stesso sesso>> <<sei esplicito, e poi dai secondo tradizione la coppia è fatta di opposti>> <<solo perché in quel modo nascono le nuove generazioni, non vuol dire che le altre coppie debbano nascondersi per la mentalità altrui>> deciso a rimarcare la propria argomentazione strinse la mano al compagno. <<Difende questa "famiglia" con così tanta convinzione da pensare che il Carlos che narra sia tu>> <<e se lo fossi?>> Non arrivò alcuna risposta, guardò Hector, diede ancora una stretta alla mano che gli aveva preso, egli ricambiò lo sguardo leggendogli un unica supplica "basta veniamo allo scoperto" comprendeva il suo desiderio era anche il proprio, con la mano  libera gli carezzò il volto e gli lasciò un casto bacio sulle labbra, Carlos chiuse gli occhi poi li riaprì, tornò a guardare Rodrigo che li fissava a bocca aperta quando ritrovò la voce disse: <<in effetti non c'è niente di male siete così dolci>> lo ringraziarono e le loro strade si separano. Qualcun'altro di meno pacifico aveva osservato quel bacio tra i due innamorati e in poco tempo il loro orientamento sessuale era cosa nota in paese, alcuni li indicavano, altri si spostavano altri continuavano a farsi gli affari propri e a parlargli. Questi comportamenti non passarono inosservati a gli occhi di Isabel che prese a scattare foto e fece in modo di organizzare una manifestazione pro LGBT quando la piazza fu gremita di persone salì sul palco che era stato montato per l'occasione e disse: <<mi è sempre piaciuto questo paese, è per quello che so, siete tutte brave persone, ma molti di voi mi hanno deluso, se parlate di mio PADRE per ampliare finalmente il vostro concetto di normalità d'accordo. Ma se è per denigrarlo, additarlo allora fatevi la vostra vita e lasciate che lui è Hector vivano la propria! Non ho niente da aggiungere e se volete potete andarvene, vorrei ringraziare coloro il cui comportamento nei loro confronti non è cambiato. Grazie di cuore!!>>
Mentre parlava Isabel guardava sia il pubblico, che il cartellone su cui aveva fissato le prove di ciò che stava dicendo, il suo tono rifletteva chiaramente l'irritazione verso coloro il cui comportamento era cambiato e la gratitudine per i pochi altri il cui comportamento era rimasto invariato. Scese dal palco e raggiunse sua madre e Alejandro che la strinsero in un abbraccio a cui presto si aggiunsero anche Hector e Carlos, quest'ultimo le sussurrò: <<non era necessario l'appellativo "padre" ma grazie>> <<lo so, era per dare più enfasi>> tacquero. Stavano bene, erano in famiglia, il luogo in cui si sarebbero riuniti poco importava. Carlos si staccò per primo e poggiò la mano sulla spalla di Hector <<credo di essere pronto per presentarti ai miei, dopotutto non posso prenderla peggio dei compaesani>> <<giusto, è poi staremo insieme è questo che conta>> <<Allora stasera gli scrivo.>>

Cari mamma e papà,
Forse avute saputo che con l'aiuto di Isabel il mio diario è diventato una rubrica su "mundo gay" in ogni caso vi sto scrivendo  per chiedervi se vi va di conoscere Hector, ditemi voi se e quando, ci farebbe molto piacere.
Cari saluti vostro figlio Carlos

<<Rosa...che ne pensi?>> Le chiese Javier dopo aver letto la missiva <<dobbiamo provarci, per lui, per Isabel>> <<hai ragione querida>> <<Allora scrivo la missiva di risposta>>

Caro Carlos,
Saremo felici di ospitarvi a cena da noi anche questa sera se vi fa comodo.
I tuoi genitori

Rosalinda dopo aver finito di scrivere la risposta si recò a casa loro perché non voleva rischiare che non la ricevessero in tempo, le aprì Hector che andò ad avvisare Carlos che sua madre era lì per invitarli a cena quella sera, quest'ultimo rimase sorpreso, ma dopo aver scambiato lo sguardo con il suo compagno accettò l'invito.

Quando bussarono alla porta fu Javier ad aprirgli, Carlos enunciò "papà" e subito dopo fece le presentazioni trai due, suo padre disse: <<piacere mio Hector, volete accomodarvi in salotto? Tua madre è in cucina>> <<lei non l'aiuta?>> <<Deve sapere che Carlos ha preso da me le sue doti culinarie>> <<capisco, le dispiace se vado a vedere se le servono due mani in più?>> <<Non vuole quasi nessuno nella sua cucina ma puoi sempre provare.>>
Padre e figlio rimasero a guardarsi finché il primo non disse: <<ho saputo della manifestazione che Isabel ha organizzato per voi>> <<Non era solo per noi, ma per tutto il movimento LGBT>> gli rispose Carlos senza evidenziare che era stata proprio Isabel a parlargliene in uno degli ultimi incontri pomeridiani da loro. <<È stato un bel gesto>> <<ci tiene, vorrebbe che le persone con un orientamento sessuale diverso non debbano nascondersi>> <<è più brava e più moderna di molti di noi!>>
Hector e Rosalinda uscirono finalmente dalla cucina con le pietanze, che posarono sulla tavola apparecchiata da Javier, mangiarono scambiandosi i vari interessi e poi Hector per non far morire la conversazione improvvisò un gioco di cucina con la madre di Carlos che consisteva nel ripetere a memoria delle ricette e se avevano una variante personale a cui aggiungere o omettere qualcosa e se l'avevano dovevano specificarne il motivo. Javier guardò suo figlio chiedendosi di cosa potessero parlare, dopotutto il loro rapporto seppur pacifico rimaneva monosillabico, tra loro aleggiava la mancanza di dialogo, ormai da troppo tempo.  <<Carlos!>> <<Dimmi?>><<Ti va... se andiamo a cambiare la disposizione dei libri?>> Suo figlio lo guardò dubbioso i libri di suo padre erano raggruppati per scrittore e in ordine di uscita, non capiva cosa volesse cambiare,  a meno che non volesse invertire l'ordine degli scrittori: da come li aveva scoperti a come avessero cominciato a pubblicare, essendo tutti più o meno contemporanei non sarebbe cambiato poi molto. <<D'accordo>> disse infine.
Si alzarono da tavola, quando raggiunsero la libreria suo padre invece di esporgli cosa volesse cambiare gli domandò: <<mi odi>> <<Odiarti!>> Esclamò lasciando aleggiare quella parola, quel sentimento tra loro, prese un profondo respiro e disse: <<ascolta, io non "odio" te, ma ho odiato il tuo comportamento, ad oggi sono contento che tu abbia riconosciuto che impormi il tuo desiderio sia stato sbagliato. E se non l'avessi fatto forse Amelia mi avrebbe detto di persona di Isabel o se mi avesse scritto,  non avrei ignorato quella lettera pensando di conoscerne il contenuto.  Quanti "se" è quanti "ma" possono esserci. Forse non avrei perso gli anni con mia figlia, ma non so se avrei comunque conosciuto Hector, solo con lui, ho avuto la forza di accettare quello che sono, un percorso doloroso quanto bello e allora, forse, doveva andare così, l'importante è che poi ho potuto conoscere Isabel e che seppur con un percorso accidentato lei conosca voi, e voi conosciate me.>>
Calò il silenzio Javier era rimasto senza parole,  spalancò le braccia e disse: <<vieni>> Carlos avanzò incerto ma quando si ritrovò di fronte al padre si lasciò abbracciare e lasciando andare la tensione pianse e miracolosamente anche suo padre accolse le proprie emozioni, lasciandole scorrere sulle proprie guance. Persi in quell'abbraccio che sapeva di rinascita e perdono sentirono qualcuno schiarirsi la gola, sciogliendo l'abbraccio Javier disse: <<Hector>> <<mi dica...>> <<benvenuto in famiglia, spero che avremo delle occasioni per parlare, sempre se la mia cara consorte non ti rubi per qualche altro gioco di cucina>> <<come già sa sono un allenatore privato se vuole possiamo incontrarci qualche volta per fare qualche esercizio e scambiare qualche parola>> <<sarà divertente.>>

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