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Ali rientrò di corsa in macchina e si mise all'inseguimento di Deren. Per fortuna un semaforo l'aveva fermata a pochi metri di distanza dalla discoteca. L'inseguimento durò venti minuti. Quel poco di buono aveva portato la donna in una specie di cascina mezza diroccata ai lati di una discarica. Ali lasciò la macchina all'imbocco della stradina che conduceva alla cascina e proseguì a piedi. Aveva già chiamato la polizia. Quando arrivò, il tizio era già sceso dalla macchina, aveva preso Deren e la stava portando dentro. La polizia non arrivava, doveva fare qualcosa. Prese un grosso sasso e lo scagliò sul parabrezza della macchina di Deren: un rumore di vetri frantumati attirò l'attenzione del malvivente, che uscì fuori ed estrasse una pistola. Iniziò a guardarsi attorno, ma il buio aveva aiutato Ali a nascondersi dietro una fila di cassonetti dell'immondizia, senza essere notato. 

"Chi c'è là? Esci fuori se hai coraggio!" gridò il bastardo.

Ali sentì le sirene delle volanti della polizia: il malvivente salì di corsa in macchina, ma appena uscì in strada cominciò ad essere inseguito dai poliziotti. Ali corse al capanno e trovò Deren gettata su una branda, priva di sensi: quel farabutto, per fortuna, non era riuscito ad abusare di lei. La prese in braccio e la portò nella sua macchina. Guidò fino all'ospedale: le fecero una lavanda gastrica per eliminare l'effetto della droga. Ali sporse denuncia dando una descrizione sommaria del tizio, che la polizia era riuscito a prendere e a sbattere in cella per possesso di sostanze stupefacenti. Deren non riprese conoscenza fino al mattino seguente, quando arrivarono anche i suoi genitori, avvisati dai medici stessi. Ali aveva passato la notte accanto a lei e si era addormentato alle prime luci dell'alba, ormai sopraffatto dalla stanchezza. Deren riaprì gli occhi poco dopo: sentiva un peso sulla mano che le si era addormentata. Si voltò e lo riconobbe subito: Ali le teneva la mano tra le sue e aveva appoggiato la testa sul suo braccio, addormentandosi. Deren era confusa, la bocca che le bruciava. Iniziò a ricordare, ma non riusciva a collocare Ali. Con l'altra mano libera accarezzò la testa del ragazzo, che si svegliò subito.

"Deren, finalmente! Credevo che non ti saresti più svegliata!" disse il ragazzo strofinandosi gli occhi.

"Ciao Ali ..." gli disse lei.

"Come ti senti?" le chiese lui.

"Confusa,stordita ..."

"Hai corso un grosso rischio, lo sai vero? Ricordi cosa è successo?" chiese ancora il ragazzo.

"Ricordo tutto abbastanza chiaramente fino a quando sono uscita dalla discoteca e sono stata messa in macchina. Poi credo di essere svenuta ..."

"La tua deposizione servirà a lasciare marcire per un bel po' di tempo quel bastardo in prigione!"

"Ma tu come mi hai trovata? Non dovevi ripartire ieri?"

"Già, ma alla fine non ce l'ho fatta: sono venuto a casa tua ma tu non c'eri. Allora ho chiesto a Mete il portiere se sapesse dove fossi e mi ha detto che eri uscita, ma non sapeva dove fossi andata di preciso, perché lo avevi solo avvisato che avresti fatto tardi, forse mattina. Quindi ho deciso di farmi un giro anche io, e casualmente sono capitato nello stesso locale in cui ti trovavi tu..."

"E' una fortuna che tu mi abbia trovata: avevo intenzione di passare una serata diversa e quasi ci rimettevo le penne! "

"Già, una vera fortuna" 

Deren si portò le mani sul volto e iniziò a piangere e a singhiozzare. Ali capì che la solitudine a volte può spingerti a voler cambiare abitudini e questo può portare a correre qualche rischio. Si sedette sul letto, le prese i polsi togliendole così le mani dal viso e la attirò a sé, abbracciandola.

"Non fare più una pazzia del genere Deren, hai capito? Mi hai fatto quasi morire di crepacuore stanotte!"

Deren si staccò un po' in modo da riuscire a guardarlo in faccia. Ali le asciugò il volto rigato dalle lacrime e dal trucco colato.

"Sei una donna troppo bella per girare sola di notte ..." continuò a dirle il ragazzo.

"Ma io sono sola Ali" 

"Non più Deren, non più!" 

In quel momento si spalancò la porta: entrarono due signori visibilmente molto preoccupati. Ali capì subito fossero i genitori di Deren, si alzò quindi dal letto e li lasciò abbracciare la figlia. Deren lo seguì con la coda dell'occhio mentre usciva dalla porta e lesse il suo labiale che le diceva: "ci vediamo dopo".   

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