Avvicinamenti

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Deren fu dimessa il giorno dopo. I suoi genitori rimasero con lei altri due giorni, non si sentivano sicuri a lasciarla sola dopo quello che le era successo. Ali preferì non intromettersi in quel quadro familiare, anche se era stato invitato più volte da Deren a passare a casa sua. L'ospedale diede a Deren alcuni giorni di malattia, per cui sarebbe rimasta a casa per una settimana. I genitori di Deren ripartirono la domenica pomeriggio e la sera Ali si presentò alla sua porta con due pizze per la cena. Lei fu contenta, ma l'alone di mistero che si portava dietro quel ragazzo cominciava a disturbarla.

"Deren che c'è?" le chiese lui, vedendola estremamente taciturna.

"Niente ..." rispose vaga lei.

"Non è vero, inizio a conoscerti un po' e capisco quando qualcosa non va!" le disse lui.

"Non so come sdebitarmi con te, non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per quello che hai fatto ..."

"Se è questo il problema non devi preoccuparti: la tua compagnia mi è sufficiente" la rassicurò lui.

"Non è solo questo il problema, Ali: lo sai bene che mi piacerebbe conoscerti meglio, non so quasi nulla di te..."

"Deren, ti prego ..."

"Ma Ali, non capisci che non si può costruire nessun tipo di rapporto in questo modo? Che sia amicizia o una conoscenza che potrebbe trasformarsi in altro, come credi sia possibile se io non so da dove vieni, quanto tempo rimarrai in Turchia, se hai una compagna, una moglie, dei figli! Chi sei Ali?" gli chiese la donna con tono concitato.

Ali posò il pezzo di pizza che stava mangiando dal cartone. Rimase per un po' in silenzio, poi finalmente iniziò a parlare.

"Sono nato e cresciuto in Svizzera. Ho 25 anni e mia madre è Huma. Mio padre si chiama Hans. I miei genitori hanno divorziato da alcuni mesi e quindi io e mia madre abbiamo deciso di allontanarci un po'. Ho un buonissimo rapporto con mio padre, tanto che ho seguito i suoi stessi studi di economia. Non so quando andrò via, se rimarrò, non so nulla Deren! Io ho scoperto pochi mesi fa dell'esistenza di Can ed Emre e devo dire che i miei rapporti con mia madre si erano inclinati. L'ho pregata io di non rivelare la mia vera identità, volevo mantenere un profilo basso e studiare la situazione dal di fuori. Can non so se riuscirà a perdonare Huma e forse ha ragione. Non l'ho perdonata neanche io di avermi tenuto nascosto tutto e con me è stata presente, mi ha cresciuto. Se è difficile per me figuriamoci per lui, che è stato abbandonato da piccolo!"

Deren posò il suo cartone con la pizza e andò verso il frigo a prendere due birre. Tornò a sedersi sul divano dove stavano mangiando e, dopo aver bevuto qualche sorso ed aver riordinato le idee, si avvicinò ad Ali e gli prese le mani.

"Devi dirglielo! Can ed Emre hanno il diritto di sapere chi sei... lo devi a loro ma soprattutto a te stesso"

"Non ce la faccio Deren" 

"Devi farcela! Sfrutta il fatto che Huma sia ripartita"

"Non mi considereranno mai come loro fratello Deren, sono un'estraneo per loro!"

"Eri un estraneo anche per me fino a pochi giorni fa. Hai tanto da dare, hai un buon cuore, sei intelligente. Se resti qui non puoi continuare a nasconderti. Cos'hai da perdere? Magari ci vorrà del tempo per farti accettare, magari non sarà facile ...ma se non rischi non lo saprai mai!" gli disse Deren con tono pacato e compassionevole.

Ali non immaginava che, confidandosi con Deren, si sarebbe sentito così bene con se stesso, più leggero. Gli venne spontaneo prendere il viso di Deren e baciarla, ma fu un semplice bacio a stampo,perché lei lo allontanò e si alzò dal divano.

"Deren, scusami io...pensavo che ..."

"Pensavi che avessi un interesse nei tuoi confronti, che fossi attratta da te? È vero, c'è un interesse e sono molto attratta da te, Ali. Ma sono una donna, sono più grande di te e non posso permettermi di andare oltre, non sarei giusta nei tuoi confronti e neanche nei miei" 

"Che vuoi dire?" le chiese Ali, confuso.

"Che la tua vita in questo momento è troppo incasinata per pensare di iniziare anche un rapporto con una donna, Ali. Devi prima sistemare la tua famiglia e solo poi potremmo riparlare di noi"

"Forse hai ragione ..." convenne con lei il ragazzo. 

Deren aveva notato che Ali ci era rimasto male. Era un ragazzo e per quanto potesse essere maturo e coraggioso, cosa che le aveva già dimostrato abbondantemente di essere, non poteva permettersi di giocare con i suoi sentimenti. Doveva andarci piano: lei era una donna,sapeva bene quello che voleva. Tornò vicino a lui sul divano.

"Mi piaci Ali, mi piaci tanto...e ti giuro che non ne faccio solo una questione di età. Qualsiasi cosa succederà tra di noi, dobbiamo andarci cauti".

Ali non rispose, ma Deren sapeva che aveva capito e che anche lui in fondo era d'accordo con lei. Frenare un ragazzo di 25 anni non era semplice e lui dimostrava maturità anche in questo. Ali le accarezzò il volto, i capelli, il collo. Poi si allungarono, Deren appoggiò la testa sul suo petto e lui la cinse con le sue braccia. Si addormentarono così: la notte passò e lasciò posto ad un bellissimo sole.  

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