18- Amelia e Riccardo

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Lara

La nuova settimana inizia con una verifica di matematica che penso sia andata bene.

Bianca mi abbandona a ricreazione per andare a prendere qualcosa da mangiare alle macchinette al piano di sotto, così resto con Andrea e Tommaso.

Il disagio arriva insieme ai loro amici che fanno il classico. «Piacere Marco» si presenta uno di loro. I capelli scuri e lisci sono lunghi fino alle orecchie e mi scruta con due occhi indagatori di cui non riesco a distinguere il colore, ma so che sono chiari. È abbastanza basso, mi supera di pochi centimetri. «Lara.» Gli stringo la mano calda, al contrario della mia.

Tommaso si prende la briga di presentarmi gli altri due ragazzi: Alessandro e Francesco. Alessandro, quando mi stringe la mano, mi rivolge un sorriso arrogante che mi irrita. I ricci biondi ricadono sulla fronte coprendo gran parte degli occhi azzurri e le guance rosate sono costituite, come il resto del viso, da una pelle priva di imperfezioni. Sembra la rappresentazione terrestre dell'arcangelo Gabriele, e credo che se ne renda conto visto il suo atteggiamento. È bello e lo sa.

Francesco invece sembra più simpatico e amichevole. Accenna un sorriso timido quando gli dico il mio nome, poi torna a parlare con Tommaso, lanciandomi occhiate di tanto in tanto e sistemando i capelli castani di continuo. Credo che abbia un tic nervoso.

Poi Cecilia, che era andata a salutare il ragazzo con cui sta uscendo, Leonardo se non sbaglio, torna in compagnia di una ragazza nella nostra stessa classe, che credo si chiami Amelia.

«Piacere Amelia.» Mi rivolge un sorriso caloroso, mettendo in mostra una fila di denti perfetti. Le labbra sono tinte con un rossetto nude che è intonato alla felpa. È più alta di me, ma non di molto. Ha i capelli scuri e lisci legati in una coda alta. «Lara» rispondo a mia volta.

Quando la campanella suona, preparandoci ad altre tre ore di lezione, Amelia è ancora con noi. Devo ammettere che è molto simpatica.

«Stasera Francesco dà una festa» annuncia Andrea, affiancandosi a me. «È lunedì» gli ricordo. «In Italia non andavi alle feste?» Annuisco, io e Giacomo andavamo sempre, «Sì, di sabato» replico. «Stiamo a casa?» azzarda Tommaso, annoiato dalla situazione.

«Perché non stiamo da noi a guardare un film?» propone Cecilia, «Ovviamente Amelia sei la benvenuta.» La ragazza le sorride di rimando e annuisce convinta.

Tommaso indietreggia e mi prende per il braccio. «Sicura?» chiede, «Di cosa?» ribatto io a bassa voce. «Di non voler stare con Giacomo.» Abbasso la testa, sinceramente non lo so. «Posso chiedergli di cenare insieme. Ieri sera siamo stati fino a tardi anche con sua zia, quindi posso dirgli di sentirci prima.» Approva il mio piano e mi lascia il braccio per tornare in classe, dandomi il tempo di scrivere a Giacomo.

Lara: Stasera ceniamo insieme? Mi hanno invitata a casa di Bianca a vedere un film, però non voglio darti buca. Che ne pensi?

Mentre sto mettendo il telefono nella tasca dei jeans qualcuno mi scontra. Quasi cado a terra, ma riesco a ritrovare l'equilibrio.

«Het spijt me zeer» dice il ragazzo davanti a me, passando una mano tra i capelli biondo scuro. Credo significhi "Scusami tanto". Un filo di barba, causata dal fatto che non si rade da un paio di giorni, gli contorna la mascella pronunciata. Le labbra rosate si increspano in un sorriso. «Maak je geen zorgen?» azzardo un "Non preoccuparti" e lui ridacchia. «Sei italiana?» domanda allora. In una settimana ad Amsterdam ho imparato solo alcune domande e risposte di cortesia. So dire "Ciao", "Buongiorno", "Grazie", "Prego", "Scusa", contare e forse altro. In due anni imparerò bene, spero. «Potevi parlare prima, so dire poco in olandese» controbatto. «Scusami, non sapevo che fossi italiana» spiega.

«Devo andare, ci vediamo.» Torno nella mia classe e mi siedo accanto ai miei amici. «Ce ne hai messo di tempo» osserva Bianca, ma la prof di storia non è ancora arrivata. «Ho scritto a Giacomo e poi ho scontrato un ragazzo e-» Mi blocco quando lo stesso ragazzo entra nella nostra classe. «Da quando è in questa classe?» chiedo a Cecilia, «Chi? Riccardo? Da prima di noi» risponde. «Ho scontrato lui.» Mi siedo e Riccardo mi lancia un'occhiata e poi mi rivolge un sorriso cortese. «Com'è possibile che io non l'abbia visto?» sussurro all'orecchio di Bianca. «Non è uno che non si nota» ridacchia lei in risposta alla mia domanda.

«Sei troppo concentrata su Giacomo per accorgerti di chi ti circonda. Riccardo è carino, simpatico e gentile. Fa nuoto e sembra che sia davvero bravo. Abbiamo fatto un progetto insieme l'anno scorso perché quella di scienze ci ha impedito di stare tra fratelli ed è stato molto disponibile. Dovresti parlarci.» Sospiro e, successivamente, controllo il telefono trovando una risposta da parte di Giacomo.

Giacomo: Va bene... Carne?

Rispondo che va bene e poi metto via il telefono a causa dell'entrata della professoressa di storia. Quando fa l'appello, mi decido ad ascoltare per scoprire il cognome di Riccardo. «Belli?» Lui alza la mano. Riccardo Belli. Mi piace il suo nome. Suona in un modo quasi armonico.

Durante la lezione non seguo molto visto che ho già fatto l'Illuminismo in Italia. Mi perdo a giocare con il ciondolo a forma di palloncino che ho in comune con Giacomo. Chissà se lo ha tolto. In questo momento vorrei davvero essere un palloncino per volare via, da Giacomo. Invece sono ancorata qui. Ma, alla fine, non sono ancorata per il lavoro di mia madre. Mi sto ancorando per ciò che ho. Guardo Bianca e Cecilia, che sono così strane ma anche due amiche straordinarie. Guardo Andrea che ha delle sfumature verdi tra l'azzurro dei suoi capelli che mi fanno ridere al ricordo di quanto ha imprecato. Guardo Tommaso, che mi aiuta molto e che parla con me come faceva Giacomo. Guardo il braccialetto. Giacomo è in Italia, non posso farci nulla. Io sono qui, posso solo godermi il tempo che sto vivendo anche se fa schifo senza di lui.

«Perché non invitiamo anche Riccardo stasera?» propone Cecilia ai suoi fratelli e poi mi lancia uno sguardo d'intesa. «Sì ok» borbotta Tommaso concentrato sul suo telefono.

«Ciao Lara» mi saluta Riccardo passandoci accanto. Cecilia mi dà una gomitata invitandomi a parlargli. «Ehi?» lo richiamo facendolo girare. Prima lo osservo bene. Lo zaino nero è appeso a una spalla. I capelli mossi ricadono sulla fronte e incorniciano gli occhi azzurri.«Stasera stiamo a casa di Bianca e gli altri a guardare un film, puoi venire se ti va.» Sorride di nuovo. «Mi farebbe piacere, ti passo a prendere alle nove?» Resto a bocca aperta per la sua proposta. Sento Bianca darmi un pizzicotto sul fianco, «Sì, certo.»

Così devo dargli il mio numero per mandargli la posizione di casa mia. «A stasera ragazzi» ci saluta e poi si gira. Cecilia e Bianca iniziano ad esultare mentre camminiamo insieme verso casa loro.

Io resto indietro con Tommaso, mentre Andrea resta a subirsi le sue sorelle. «Tutto ok»? chiede avvicinandosi. «No» sospiro. «Bianca e Cecilia non lo capiscono, non mi piace Riccardo.» Mi dà una leggera spallata, «Ti piace Giacomo» scherza. Sì, mi piace Giacomo. Da morire.

Spazio autrice
Bentornati in questo nuovo capitolo con nuovi personaggi... Ma i più importanti sono due: Amelia e Riccardo. Prime impressioni? Cosa succederà alla
serata cinema a casa dei fratelli Esposito? Andate avanti per scoprilo... Restate connessi per i nuovi aggiornamenti!♥️

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