42- Mattia e Marta: gli amanti di Leopardi

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Quando una persona deve dirti una cosa importante che ti nasconde da tempo, lo capisci dal movimento delle mani, dal modo di assottigliare le labbra e di guardare tutto tranne che te. È per questo che capisco che zia Laura sta per dirmi qualcosa di rilevante. Si tortura le mani come se potesse sfogare su di loro il nervosismo.

«Se hai fatto sesso con Nicolò, non lo voglio sapere» la avverto, sperando che non volesse dire questo. «Non è questo» sospira accomodandosi sul divano accanto a me.

«Mi dispiace tanto» dice prendendomi la mano e stringendola forte. «Per cosa?» chiedo con un po' di terrore nella voce, e se fosse successo qualcosa a Lara? «Lara sta bene?» domando preoccupato. Zia Laura sorride leggermente, «Certo che sta bene» mi rassicura.

«C'è una cosa che non ti ho detto» afferma. «Ricordi che i tuoi ti hanno chiamato Giacomo per Leopardi perché si sono conosciuti mentre Marta leggeva una sua poesia. Non ha conosciuto Alessio quel giorno, ha conosciuto tuo padre.»

Narratore esterno

32 anni prima
La seconda superiore al liceo scientifico Marta la passa in serenità. Ha buoni voti e preferisce le materie umanistiche, cosa che le fa sempre pensare di aver commesso un errore nella scelta della scuola, nonostante non sia stata proprio una scelta ma più un'imposizione da parte dei suoi genitori, due persone molto severe e ambiziose per le figlie.

Nella biblioteca scolastica, immersa nel il silenzio che regna tra gli scaffali ricolmi di libri, è seduta sul pavimento con un libro di poesie sulle gambe. Il suo poeta preferito ha scritto quelle parole che la fanno riflettere tanto. Giacomo Leopardi è impresso nelle pagine di quel libro rovinato e ingiallito dagli anni passato sugli scaffali. Ma a lei non importa, ama passare le dita sulla carta secca e spessa, con le parole leggermente rovinate dal tempo.

«Leopardi è un grande poeta» afferma una voce sconosciuta, che le fa alzare la testa di scatto e chiudere il libro d'istinto. Un ragazzo altissimo, o forse alto solo perché lei è seduta sulla moquette rossa del pavimento, con i capelli scuri come gli occhi, le sorride. I denti quasi perfetti, se non per un canino leggermente spostato a destra. La felpa larga nasconde il fisico magro, ma le gambe sono evidenziate dai jeans rovinati che non sono poi così grandi.

«Lo so» replica Marta diffidente, odia le persone che parlano in biblioteca, disturbando la tipica pace e tranquillità. «Posso?» domanda lui mostrando il libro rilegato. È una copia uguale a quello di Marta, anche lui è un amante di Leopardi. «Starai in silenzio?» Annuisce, così Marta gli fa cenno di sedersi. Le loro spalle si toccano, mentre sono concentrati nella lettura. Il ragazzo sbircia su cosa è concentrata Marta: sulla poesia A Silvia, così apre anche lui il libro a quella pagina.

«Grazie per aver passato del tempo con me» dice timidamente lui un'ora dopo, usciti dalla biblioteca senza più il libro tra le mani.

«Che classe fai?» domanda Marta, prima di allontanarsi, «Terza a ragioneria» replica, «Tu?» Marta incrocia le mani, si sente a disagio a conversare con il ragazzo con cui ha letto nel più totale silenzio il suo poeta preferito. «Seconda allo scientifico» dice lei. «Allora sei un genio» scherza lui.

«Credo di dover andare» mormora Marta indietreggiando di qualche passo. «Posso accompagnarti, se ti va» propone il ragazzo. «Non so nemmeno il tuo nome» ridacchia lei scuotendo il capo. «Sono Mattia.»

3 anni dopo
«Sono così fiero di te!» esclama Mattia, sollevando Marta da terra. Profuma di rose e dello spumante che i loro amici le hanno spruzzato addosso appena uscita dalla scuola. Finalmente ha fatto la maturità per cui ha tanto sudato e, secondo Mattia che ha assistito, è stata fenomenale.

«Che vuoi fare?» le chiede una volta in macchina. «Andiamo in qualche posto tranquillo, ho bisogno di pace e silenzio.» Mattia annuisce e svolta a destra.

«Allora come ti senti?» domanda Mattia, seduto sull'erba di una collinetta fuori città in cui lui e la sua migliore amica hanno passato molto tempo insieme, lontani dal mondo. «Libera» risponde lei con un sospiro. Si guardano in silenzio, esprimendo con gli occhi tutto l'amore che provano l'uno verso l'altra da tre anni, da quel giorno in biblioteca. Sono come due cechi incapaci di vedere l'altro, eppure si amano lo stesso. Marta e Mattia sarebbero perfetti, se solo uno dei due avesse il coraggio di dichiararsi.

2 anni dopo
«Ciao!» saluta Marta appena trova Mattia fuori dal solito bar. Il ragazzo dietro di lei è a disagio, si sente fuori posto tra queste due persone che si conoscono da molto tempo e che non si vedono da un po'. «Lui è Alessio, il mio ragazzo» lo presenta. I due si stringono la mano, rivolgendosi un sorriso cordiale. «Sono felice di conoscerti, Marta mi ha parlato molto di te» dice Alessio, «E a me di te» mente Mattia. La verità è che tutte le volte in cui lui è Marta di sono incontrati, Alessio non è mai stato nominato. Hanno sempre fatto altro. Si godevano il tempo insieme parlando dell'università, di lavoro e delle loro vite, tralasciando sempre l'amore. Hanno ignorato il ragazzo di Marta soprattutto da quando, sei mesi da, si sono baciati per la prima volta, lasciandosi coinvolgere in un amore turbolento e impossibile, che li scombussola tuttora.

Mattia, si perde a guardare Marta sorseggiare il suo succo di frutta alla pesca; vorrebbe solo portarla via e stringerla a sé per tutta la notte. Invece il suo ragazzo è qui, e la notte la passerà con lui.

La loro storia d'amore non sarà realizzabile, Mattia lo sa meglio di chiunque altro, ma gli piace sperare e, soprattutto, immaginare un possibile futuro con Marta. Gli piace sognare la casa condivisa in un bel quartiere, con il giardino dal prato curato e un Labrador che corre; un figlio o una figlia, sperando in un'eterocromia come la sua, vorrebbe che i loro figli somigliassero a lei, prendendo tutta la sua bellezza. Vorrebbe leggere con lei le poesie di Leopardi come hanno sempre fatto, nonostante le sappiano tutte a memoria.

Però è costretto a sentirla parlare del suo incontro con Alessio, un incontro nemmeno lontanamente paragonabile al loro, non ha nulla di romantico come leggere insieme uno dei più grandi poeti mai esistiti. «Così Camilla, la mia amica che studia lettere con me, è scomparsa per andare a parlare da un ragazzo e volevo farle vedere i jeans. Così c'era Alessio fuori e mi ha detto che mi stavano bene, così abbiamo iniziato a parlare» ridacchia lei, guardando il suo ragazzo.

Nessuno potrebbe mai negare che Alessio Riva non sia una persona straordinaria. Ottimi voti nella facoltà di ingegneria che frequenta e con un futuro sicuramente prosperoso. Potrebbe essere l'uomo della vita di Marta, in grado di renderla felice e costruire con lei una vera famiglia. Ma una cosa che nessuno ancora sa, che Alessio scoprirà tra qualche anno, è che lui non può avere figli. Ma la vita è così imprevedibile, molte volte.

8 anni dopo
«Posso parlarti?» domanda Alessio poco dopo il rientro di Marta. Con la scusa di una riunione dell'ultimo minuto, si è rifugiata tra le braccia di Mattia. La loro relazione sta prendendo la piega clandestina che mai avrebbe voluto e pensato. Quando si sono incontrati non pensava che sarebbe successo tutto questo, che avrebbe avuto un amante nel suo matrimonio.

Si sente sporca quando, prima di uscire dalla macchina, sfila la fede dall'anulare sinistro e legge il nome di suo marito inciso dentro, per poi metterla nel cruscotto. Infine sale i quattro piani di scale fino ad arrivare all'appartamento di Mattia e, una volta dentro, si lascia prendere dalla passione nonostante si riprometta sempre di chiuderla. Ogni volta Marta dice che non leverà la fede e che dirà a Mattia che è giunto il momento di finire la loro storia. Non lo ha ancora fatto. E non perché Alessio la renda infelice o cose simili, solo... non è Mattia. Alessio è un grande uomo, laureato a pieni voti qualche anno fa e con un buon lavoro, Marta è stata fortunata sotto quel punto di vista. Ma oltre a quello Alessio è generoso, divertente, bravo in cucina, premuroso e un sacco di altre qualità che fanno venire la nausea a Marta, al pensiero di ciò che sta tradendo.

La verità è che lei ama entrambi, si è irrimediabilmente innamorata sia di Alessio che di Mattia. Forse alcuni non crederanno che sia possibile, ma la verità è che Marta ha creduto che Alessio fosse la persona da amare, mentre Mattia la sua anima gemella irraggiungibile. Non potevano stare insieme. E in effetti è così, non possono stare insieme perché ormai il danno è fatto. Se avessero voluto ufficializzare la loro storia in passato, Marta avrebbe dovuto confessare il tradimento, e dovrebbe fare lo stesso adesso. Non se la sente
di guardare Alessio negli occhi e dirgli che l'ha tradito con Mattia.

«Certo tesoro, dimmi.» Lei si siede sul divano accanto e lui. La fede all'anulare sinistro stringe il dito come filo spinato. «Sono andato a fare qualche visita la settimana scorsa» annuncia lui, facendola immediatamente preoccupare e viaggiare con la mente. Una malattia grave? Non sopravvivrebbe senza Alessio. Nonostante tutto lei ama l'uomo che ha sposato e non le va di vivere senza di lui, morirebbe per Alessio Riva. «Sono sterile Marta» confessa Alessio, lasciandola a bocca aperta.

Per non destare sospetti, ma soprattuto per la loro voglia di creare una famiglia, Marta ha sempre continuato a fare sesso con Alessio, con i sensi di colpa addosso. Ad ogni carezza le sembrava che le mani di lui si impigliassero in essi, come fossero una fitta rete che le copriva il corpo ormai adulto rispetto a quando ha incontrato Mattia. E adesso sa che loro due non avranno mai una famiglia insieme. La cosa da un lato la turba perché vorrebbe che Alessio fosse il padre dei suoi figli, ma dall'altro è quasi sollevata perché non sarà legata a lui da un bambino.

«Non è un problema tesoro» lo rassicura lei. «Lo so, volevo solo dirtelo» sospira il marito, giocherellando con la fede che porta all'anulare. «Ti va di guardare un film?» propone per cambiare argomento. «Certo.»

Un anno dopo
La paura è un sentimento che tutti provano più di una volta nella vita. Essa si manifesta in modi differenti a seconda dell'individuo. La paura di Marta viene manifestata da nausea, spossatezza e, soprattutto, con un ritardo del ciclo che lei inizialmente scambia per stress. Non è stress. Un bambino che tra nove mesi avrà un'eterocromia, i capelli biondi e che perderà i genitori tra sette anni, sta crescendo di lei. Il piccolo Giacomo è nel suo grembo e, nonostante sia ancora piccolissimo, non vede l'ora di uscire. Sa che lo aspetta una vita bellissima. Anche se perderà i genitori Giacomo vivrà una bella vita, perché avrà Lara al suo fianco.

Nel frattempo, in un luogo non molto distante, Agnese e Fabio stanno litigando. Agnese è tornata tardi dal turno di lavoro e, per il nervosismo di entrambi, hanno iniziato a litigare, «Dillo che non vuoi figli con me!» grida arrabbiato lui. «Ho un lavoro Fabio, non posso avere dei figli. Sto per terminare la specializzazione e sono indaffarata» replica lei, stanca dopo il turno durato ore in cui, però, ha assistito alla rimozione di un tumore nel lobo frontale andato a buon fine.

«Immaginalo. Immagina una piccola bambina o bambino che corre per casa, che vive con noi. Non pensi che sarebbe bellissimo?» Lui si inginocchia sul pavimento. «So che sarebbe bello Fabio» risponde Agnese sedendosi sul divano. «Ce la faresti e saresti una grande madre» la rassicura lui conoscendo la sua preoccupazione. Agnese ha il timore di non essere una gran madre come vorrebbe. La sua è stata straordinaria, purtroppo è morta qualche anno fa per un tumore al cervello che ha spinto Agnese a voler diventare un neurochirurgo. Agnese sospira, «Voglio essere come mia madre» afferma, facendo sorridere il fidanzato.

«Prima ci sposiamo» impone lei. «Davvero?» chiede lui con gli occhi lucidi per l'emozione. Qualche mese fa le ha fatto la proposta, una cosa romantica ma semplice. L'ha portata in un posto isolato che ha decorato con candele e dove hanno fatto un picnic, alla fine della cena ha tirato fuori la scatoletta in velluto contente un anello per cui ha speso tutti i suoi risparmi. Da specializzanda e apprendista cuoco in un ristorante poco lontano dall'appartamento in cui vivono, non prendono uno stipendio molto alto, ma sanno che andranno avanti bene. «Sì, però se è femmina la chiamiamo Lara, perché significa casa e lei sarà sempre casa nostra e noi la sua.»

Nel frattempo Marta sta affrontando uno dei momenti più difficili della sua vita. Si trova davanti allo specchio del suo bagno, in attesa che il test dia l'esito. Se fosse incinta sarebbe di Mattia. Continuano a vedersi di nascosto. Qualche volta sono usciti a cena da amici, ma alla fine sono andati a casa di lui per passare un po' di tempo insieme lontani dagli occhi indiscreti. Mattia ha sempre faticato a non baciarla mentre mangiavano o passeggiavano, comportamento da marito fidanzato che lui non è. Non potevano neanche sfiorarsi perché lei era, ed è ancora, una donna sposata con un uomo straordinario... Mattia lo sa. Ha trovato un lavoro che apprezza davvero: è il guardiano notturno di un'importante edificio dove ha sede uno studio legale. Ama il suo lavoro perché ama la notte. Per lui la notte porta consiglio, come cita il famoso detto. Ma durante quei momenti silenziosi lui può cimentarsi nella lettura di qualche libro, magari di qualche poesia di Leopardi. Ma spesso Marta è andata a trovarlo e sono finiti a fare l'amore in qualche stanza vuota.

Si amano, è innegabile. Sono coinvolti in un amore impossibile e bellissimo. Un amore che travolge e fa stare immensamente bene. Sono felici quando sono insieme, ma Mattia sa che anche Alessio la rende felice. Ogni volta che le sfiora le cosce, le braccia, il viso, sa che anche Alessio lo fa. Sa che Alessio m ha pieno diritto di farlo, mentre lui ruba quelle carezze e quei baci. Ruba tutti i gemiti che risuonano nella stanza e tutto l'amore che lei gli concede. Lo ruba all'uomo che lei ha sposato e con cui lui ha anche fatto amicizia. Ruba quell'amore all'uomo che ha visto in completo mentre lei arrivava con l'abito bianco. L'ha visto coronare il suo stesso sogno, il sogno di Mattia.

Ma ora Marta pensa solo a quella notte in cui è andata trovarlo al lavoro, mentre Alessio era fuori città, e hanno fatto l'amore in un ufficio. In quella notte piena d'amore, che lega i due adolescenti appassionati di Leopardi, Marta è rimasta incinta del figlio o figlia.

E quando le due linee compaiono su quel maledetto test, Marta sa che ha commesso un grave errore a portare avanti la storia con Mattia, ma al contempo è felice perché sta nascendo il frutto del loro amore, di quella giornata in silenzio in biblioteca da adolescenti, trascorsa a leggere l'uno accanto all'altra. Quelle spalle che si sfioravano mentre gli occhi erano concentrati nella lettura, dopo quindici anni era diventato un feto che cresceva in Marta.

Uscendo dal bagno Marta non sa bene cosa dire ad Alessio, che scusa rifilargli. In realtà non sa con chi accudire quel bambino. Dovrebbe stare con Mattia e lasciargli l'occasione di crescere suo figlio? Oppure dovrebbe stare con Alessio, che sarebbe un padre straordinario pur sapendo che il bambino non è suo?

Mentre pensa queste cose, guarda automaticamente il marito che sta preparando la cena ancheggiando a ritmo di una vecchia canzone rock. «Amore?» lo richiama incerta. «Ti dispiace se vado da Mattia? Torno prima di cena.» Lui annuisce, «Perché me lo chiedi? A dopo. Ti amo.» Quel ti amo fa capire tanto a Marta, più di quanto avrebbe voluto. «Ti amo anch'io» replica infilando il cappotto leggerlo.

Fuori casa il venticello di aprile si sta leggermente scaldando, fino a pochi giorni fa si congelava. Ma ora Marta si gode il sole sul viso mentre cammina verso casa di Mattia, nonostante sappia di non meritare neanche il sole. Non merita quel bambino che nascerà a gennaio; non merita l'amore di Alessio che è un uomo straordinario che, pur immaginando il padre del figlio, si prenderà cura di lui e lo amerà immensamente. Alessio, per la scelta di Marta, morirà tra sette anni. Tra sette anni un auto lo farà uscire fuori strada e morirà assieme alla donna che ha amato per anni. Perché negare il suo amore? Quando Marta gli dirà che è incinta Alessio sarà felice nonostante non sia suo. La verità è che non gli importa, vuole stare con Marta. Poi se lei ha scelto lui ci sarà un motivo, no? Il motivo sono i sensi di colpa che le opprimono il cuore. La fede le stringe il dito e l'oro di cui è composta è rovente. Marta ama Mattia, lo ama da sempre. Ma ha sposato Alessio ed è a lui che ha giurato amore eterno. Gli ha giurato anche fedeltà, quella che non gli ha dato per molti anni, ma d'ora in poi è intenzionata a cambiare le cose. Per lei, per Alessio e per il bambino che, se sarà maschio, si chiamerà Giacomo e se sarà femmina Silvia. Ha già scelto tutto. Porterà dentro di sé il ricordo dell'errore commesso con Mattia, che però ha portato ad una cosa davvero bella.

«Marta!» esclama sorpreso Mattia, non appena la trova sul pianerottolo del palazzo in cui vive. I muri scrostati emanano odore di muffa, Marta arriccia il naso come sempre per il fastidio, così Mattia la fa entrare. L'appartamento è molto diverso rispetto al palazzo nel complesso. I muri tinteggiati di bianco sono lindi, e la casa profuma di Mattia. Marta conosce questo posto come le sue tasche. Sa che il salotto è occupato da un grande divano grigio con cuscini rossi sopra e che, davanti ad esso, c'è una televisione dove Mattia guarda le amate partite di calcio. Sa che la cucina è piccola ma accogliente, con un tavolo in legno scuro e il piano da lavoro dello stesso materiale. Sa che nel bagno la doccia ha la tendina arancione, colore che lei detesta, e che lo specchio è grande e posto sopra il lavandino di marmo. Sa che la camera ha un letto matrimoniale con lenzuola bianche come il copriletto, dove lei e Mattia hanno fatto l'amore innumerevoli volte.

«Come mai qui?» chiede Mattia posandole una mano sul fianco, una carezza che fa spostare Marta come se le avesse fatto male. Mattia aggrotta la fronte, confuso dal suo repentino cambio d'umore. Ieri le cose andavano più che bene e lui non capisce cosa stia succedendo. Marta vorrebbe dare la colpa di questo suo sbalzo alla gravidanza, la verità è che vuole stare lontana da Mattia per il bene di tutto, anche del piccolo Giacomo o della piccola Silvia.

«Sono incinta Mattia» annuncia lei. Gli occhi di Mattia si illuminano, crede che sia arrivato il grande momento, il momento in cui Marta lo sceglie a tutto e lascia Alessio per crescere loro figlio. «Il bambino è di Alessio» mente lei, sapendo che è impossibile ma che, anche se lo fosse, non potrebbe esserne certa. Mattia però ci crede. Il cuore nel petto gli si spezza e si sente morire dentro per questo. Marta l'ha lasciato definitivamente. «Dobbiamo chiuderla qua» conclude. Mattia annuisce comprensivo, in realtà non capisce. «Certo. Noi due-» Marta lo interrompe, «Non vediamoci più, almeno per un po'» consiglia lei. La verità è che se vedesse Mattia starebbe malissimo e non può permetterselo.

«Allora ciao» la saluta aprendole la porta. «Addio Mattia» mormora lei con la voglia di baciarlo che le brucia tutto il corpo. Lo ama, ma è sbagliato.

9 mesi dopo
«Sono due gemelli!» annuncia l'ostetrica entusiasta. Marta non ha voluto sapere niente del bambino, né quanti fossero né il sesso.

L'ostetrica le passa prima il maschio e poi la femmina. Alessio, accanto a lei, le accarezza i capelli impregnati del sudore prodotto da ore di parto molto dolorose, da cui Marta e i suoi bambini sono usciti indenni. «Silvia e Giacomo» sussurra guardandoli. Sono così belli. Entrambi hanno la sua eterocromia, quella di Silvia è uguale, mentre quella di Giacomo è opposta, l'occhio destro azzurro e il sinistro marrone. Sorride felice di essere rimasta incinta, nonostante tutto ciò che ha portato a questi due meravigliosi bambini sia immensamente sbagliato.

Pochi giorni dopo Marta torna a casa con Silvia e Giacomo, che piangono di continuo ma che restano comunque bellissimi. «Pensi che ce la faremo? Economicamente intendo. Sono due» dice Alessio preoccupato. Ma Marta ha già preso la sua decisione.

E, nel frattempo, poco lontano da lì, Agnese e Fabio stanno facendo l'amore nella speranza che lei resti incinta. Ma questo succederà solo tra un mese circa. Per adesso ci sono Silvia e Giacomo.

Spazio autrice
Benvenuti in questo capitolo DECISAMENTE più lungo del solito, ma pieno di scoperte! A quanto pare Giacomo non è figlio unico... ma dov'è Silvia? Qual è la verità?

Ma passiamo ai vostri pareri: siete team Alessio o Mattia? Quali pensate siano stati gli errori di Marta? Pensate che abbia fatto bene a chiuderla con Mattia, anche se in ritardo, o che dovesse restare con lui? Ovviamente le cose sarebbero andate in modo diverso,
probabilmente non sarebbe morta e non sarebbero successe molte cose... magari Giacomo non avrebbe neanche incontrato Lara.

Mi sono già dilungata troppo con questo capitolo, quindi vi saluto e vi auguro una buona giornata!

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