Capitolo 3 Una visita inaspettata

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L'indomani, fatta colazione da sola molto presto, Rafflesia incontrò di nuovo Fury. Nick era piuttosto contento della piega che stavano prendendo le cose. Stark in persona era andato a ringraziarlo della cena con Pepper. A suo avviso, la Tyler era la cosa migliore dello S.H.I.E.L.D.. Il Capo incitò a continuare sulla stessa strada e si rese disponibile per realizzare gli altri piani che gli aveva già esposto in precedenza.

Era soddisfatta del proprio operato; tornando verso gli alloggi, sentì quel profumo di dopobarba muschiato così familiare che riconobbe, immediatamente, così come la sagoma del corpo, i capelli castani perennemente arruffati, il particolare gesticolare delle mani del suo amico più caro...Billy...non fu molto meravigliata di vederlo lì. La conosceva talmente bene che aveva capito quanto avesse bisogno della sua presenza, alla luce della telefonata della sera precedente, zeppa di non detto.

Stava chiacchierando con gli altri, in piedi, in mezzo al salone. Ogni tanto qualcuno rideva alle sue battute...lui, nel parlare, alternativamente, dava una pacca sulla spalla di Thor o toccava il braccio di Steve, già affiatato con tutto il gruppo.

Percepì di cosa, anzi di chi chiacchierasse, come spesso accadeva.

Come avesse percepito la sua presenza, il ragazzo si voltò. Nel momento in cui la vide, alzò la mano sinistra. Non in segno di saluto. Stendendo completamente il palmo. Rafflesia fece altrettanto, con la destra, a specchio.

Loki notò che, sul palmo della mano del medico, spiccava una cicatrice speculare a quella di lei. Non gli parve affatto casuale.

'Sorpresa!' le gridò, abbracciandola.

Thor ancora rideva 'Non sapevamo facessi pugilato, come Steve!'.

'Billy ci raccontava di quando hai rotto il polso al capitano della squadra di football della scuola, al liceo' esordì Tony.

'Accidenti, sempre quella stupida vecchia storia, infiocchettata di mille particolari nuovi ogni volta...' si schernì.

'E' successo sul serio?' Bruce era incredulo.

'Sì, è verissimo' confermò l'amico ' Nemmeno Hulk l'avrebbe steso così'.

Tutti si voltarono verso Banner.

Billy capì al volo e sorrise 'Incredibile! Rafflesia, non ti rendi conto della fortuna che hai. Vivi con gli Avengers e dormi sotto lo stesso tetto di Capitan America' non riuscì proprio a trattenersi, era fan sfegatato del Capitano.

Steve arrossì e lei, ridendo, ribatté 'Sì, proprio una fortuna!'. In quell'attimo, notò che Loki, rimasto in disparte, aveva una pessima cera. Era molto pallido, con gli occhi lucidi. Forse aveva qualche linea di febbre.

Non fece in tempo ad avvicinarsi, per chiederglielo, che lui si accasciò verso terra. Si sporse per tentare di afferrarlo, prima che cadesse definitivamente. Il più vicino era Rogers e lo chiamò a gran voce. 'Steve!'.

Thor accorse ed aiutò Cap, reggendo il corpo inerme del fratello minore. 'Loki, che succede?' era spaventato.

'Mettetelo sul divano' esortò Billy 'Ha la febbre'. Gli aveva poggiato la mano sulla fronte e sentito il polso. 'I battiti sono accelerati, portate un bicchiere d'acqua e zucchero' esortò il chirurgo.

Romanoff scattò a prepararlo e lo porse a Billy che, a sua volta, lo avvicinò alla bocca di Loki.

'Bevi piano ed a piccoli sorsi'. Il tono si era fatto autorevole. Era scomparso il ragazzo guascone dalle mille battute, era comparso il medico, serio e professionale.

Il principe si stava riprendendo.

Gli sedette accanto e lo guardò, con attenzione. 'Che hai?' provò a farsi spiegare l'accaduto.

'È la mano. Credo sia... infetta' mormorò, sfinito.

'Cosa è successo, esattamente?' vide una medicazione fatta piuttosto male e percepì cattivo odore. Pus.

'L'altro giorno si è tagliato l'indice. Ho pulito la ferita e mi sembrava a posto'. Rafflesia sussurrò, con voce flebile, rispondendo al suo posto.

'Che vuol dire ti sembrava? Quando è successo? Lo hai medicato di nuovo?' le fece domande a raffica.

L'amica taceva. Era di sale. Aveva rimuginato sul bacio scambiato ed organizzato pranzi e cene però non si era accorta che Loki stava male; profiler dei miei stivali, pensò.

'Oh, Rafflesia, dormi?' Billy la incalzava.

'No. Si è tagliato l'indice quattro giorni fa. Ho pulito la ferita e l'ho medicato, mi ha detto che era tutto a posto!'.

'Non è così, evidentemente; posso dare un occhiata?' il medico provò a convincerlo.

'Fai piano, per favore' Loki acconsentì...' ho dovuto disinfettarmi nuovamente, dopo che Rafflesia mi ha curato'.

'Va bene; ho bisogno di un kit di pronto soccorso'.

Clint portò quello sotto il lavandino.

Billy indossò i guanti e prese le forbici e tagliò le garze, con molta attenzione.

Il paziente si lamentò, doveva fargli piuttosto male. Il dito era gonfio ed aveva un pessimo aspetto, come il resto della mano, violacea... emanava un odore nauseante di infezione.

'La ferita va incisa, pulita a fondo e ricucita' disse il dottore.

'Chiamo Fury' Thor era molto agitato 'Devi andare in infermeria, subito!'.

'Billy è medico, è un chirurgo, può farlo lui' controbatté Rafflesia.

'Solo il meglio per mio fratello!' il tono del biondo pareva non ammettere repliche.

'Lo farà Billy' sussurrò Loki, con un filo di voce. 'O lui o nessuno'. Si fidava di quel ragazzo, Rafflesia gliene aveva parlato a lungo...e quando lo aveva incontrato, ne aveva avuto un'impressione molto positiva, a pelle...stranamente, non gli andava mai a genio nessuno...

Thor si stizzì 'Senti, Loki...' guardò il fratello minore, più emaciato che mai. 'E sia come vuoi. Testardo che non sei altro. Dottore, procedi'.

'Di cosa hai bisogno? Per gli strumenti possiamo chiedere al Direttore' intervenne Banner. 'Ti assisto io, per il resto'.

Il medico spiegò a Bruce cosa servisse e lui andò personalmente dal Capo ed in infermeria.

Banner tornò con diversi contenitori in metallo, garze ed altro materiale; Billy chiese al moro se fosse allergico a qualche medicina e, soprattutto, se avesse fatto mai un'anestesia.

'Non saprei' affermò 'non ho mai preso farmaci!'.

'Loki non è terrestre' intervenne Rafflesia.

'Sì, lo sapevo, me lo aveva già detto'. Alzò gli occhi al cielo. Davvero credeva fosse così stupido?

'Comunque gli ho spalmato la crema cicatrizzante del kit di pronto soccorso. Dentro c'è una percentuale di antibiotico' continuò l'agente Tyler.

'Bene. Bruce, per favore, controlla che tipo sia e prepara una flebo; mettici un antipiretico e pure un antidolorifico, blando però'.

Billy si fece parecchio serio.

'Loki, ho paura che somministrarti un anestetico locale sia rischioso. Non ho idea di come reagiresti. Non mi arrischierei a rianimare un asgardiano; temo dovrò tagliare e mettere i punti, senza anestesia. È c'è un solo punto del corpo meno ricettivo del dolore. Per un maschio umano, almeno'. Non era confortante. 'Dobbiamo spostarlo in un posto dove ci sia una luce più diretta. Steso sopra l'isola di marmo della cucina, andrà bene'.

Steve e Thor lo portarono di peso, sul tavolo, sollevandolo letteralmente; il medico prese Rafflesia da parte. 'L'incisione farà molto male, devi distrarlo. Raccontagli qualcosa di divertente; chiederò al fratello ed al Capitano di immobilizzarlo...se dovesse muoversi, sarebbe un disastro'.

'Va bene, proverò' gli rispose, cinerea.

Billy aveva capito al volo il motivo dell'agitazione al telefono, non appena aveva visto gli occhi di Rafflesia posarsi su Loki. E viceversa. Aveva sentito squillare forte un campanello di allarme. La preoccupazione che la donna viveva nel cuore e che non aveva voluto esternargli era, sicuramente, il legame che si stava creando con il principe asgardiano. Percepibile, forte, una carica possente di energia inesplosa. Cominciò ad agitarsi anche lui e non per la ferita del suo paziente.

Nel frattempo, sistemò gli strumenti per l'incisione e la medicazione. Fece togliere la felpa al principe, che rimase in maglietta, bianca e candida come la sua pelle.

Il dottore spiegò al biondo ed a Rogers come tenere fermo il braccio ed il corpo del paziente e a Banner come aiutarlo.

Rafflesia era dall'altro lato dell'isola, quello della mano sana. Gliela strinse, intanto che Billy iniziava, disinfettando abbondantemente la parte così lesa.

Loki sussultò per il dolore, fissandola.

'Vuoi sapere di quando ho rotto il polso del capitano della squadra di football del mio liceo?' cominciò.

L'amico incise col bisturi la ferita ed il viso del principe si fece paonazzo; emise un grido atroce ma stette fermo, trattenuto dal fratello, soprattutto.

'Mi spiace, so che fa male, tremendamente male' il medico borbottò.

Rafflesia gli carezzò la fronte sudata e provò a parlare, per distrarlo, ma il moro la fermò, immediatamente. 'Dimmi, piuttosto, come vi siete procurati quelle ferite alle mani. Non tagliando patate, come me, immagino; mi interessa di più. È quello che voglio sentire da te, per favore'.

Thor aggrottò la fronte, stupito per il tenore della richiesta, alquanto inopportuna ed insensata, soprattutto visto il momento. Suo fratello aveva una fissazione quasi morbosa per quella donna, era evidente...

Billy mandò a Rafflesia un'occhiata perplessa e abbassando il capo, aggiunse 'L'altra storia era più divertente; ora devo far uscire dal taglio tutto il pus...gli farà male...inizia, togliamoci il pensiero...'.

Cominciò. 'Il giorno seguente la morte di mia madre, stavo impazzendo dal dolore; ho pensato che se mi fossi procurata una sofferenza più grande, avrei potuto sopravvivere. Così ho preso un coltello molto affilato dalla cucina ed ho chiesto a Billy di tagliarmi il palmo della mano destra. Non ha detto nemmeno una parola, lo ha fatto e basta. Un dolore lancinante, pulsante, immenso. Poi me lo ha passato e mi ha detto che avrei dovuto tagliarlo a mia volta. Sulla sinistra, poiché è mancino. Affermò che il mio dolore sarebbe stato il suo dolore e che lo avremmo affrontato insieme. E così lo feci. Abbiamo condiviso un patto di sangue o qualcosa di più profondo. Visto come è morta mia madre, la scelta del coltello, a posteriori, non è stata casuale'.

'Per tutti gli dei!' urlò Loki, intanto che i due dottori pulivano la ferita. I presenti non seppero mai se avesse gridato così per la sofferenza della piaga o per quello che Rafflesia aveva appena concluso di narrare.

'Sto finendo questa parte dell'intervento, tieni duro'. Billy usò ancora parecchio disinfettante ed il suo paziente rabbrividì.

'Ha funzionato?' la sollecitò Thor, oramai coinvolto nella narrazione 'Procurarti quel taglio, ha lenito la tua angoscia?'.

Esitò, incerta 'Negherò sempre di averlo detto e non esorterei mai qualcuno a farlo. In effetti, sì, la ferita mi fece così male che, concentrandomi sul quel dolore, allontanavo quello per la scomparsa di mia mamma; soprattutto, fu consolatorio sapere che c'era un'altra persona, per me tanto importante e che mi voleva così bene, che viveva la stessa sofferenza che provavo e mi era vicina. Credimi, è rassicurante persino adesso che siamo adulti' si fermò per un attimo, guardando Billy, con un affetto immenso. Lui le sorrise, gli occhi lucidi, e si concentrò, nuovamente, sul suo lavoro. L'amicizia fra di loro sembrò quasi materializzarsi, davanti agli occhi degli Avengers.

'Grazie, per avermelo raccontato' mormorò Loki. In vita sua non aveva mai instaurato un rapporto del genere con nessuno, rifletté, con insolita invidia.

Toccò al dottore aggiungere 'Fu Nick a soccorrerci. Ci disse che non avremmo dovuto tagliarci ma che il dolore sarebbe stato un maestro di vita, non un nemico... che le nostre debolezze e le nostre paure sarebbero state la nostra forza! Da non credere...'. Il Direttore era presente, in quella circostanza.

'Credo avesse ragione!' sentenziò Steve.

'Sì, Capitano, è così!' confermò il medico 'Devo metterti dei punti, amico. Sei stato bravissimo, finora. Sarò più delicato possibile' si rivolse al principe.

Loki strinse la mano di Rafflesia, compiendo con l'indice, il percorso della sua cicatrice; si guardarono, perdendosi, per un attimo, l'una negli occhi dell'altro, ma il supplizio dell'ago con cui Billy trapassava la carne del dito e l'urlo di dolore che seguì li riportarono alla realtà.

Il dottore chiuse la ferita, con una medicazione molto accurata. Thor aiutò il fratello ad alzarsi e lo accompagnò in camera sua. Lui e Rafflesia lo fecero a stendere a letto e Billy provvide ad inserirgli la flebo preparata da Bruce, agganciando la boccia di liquido alla mensola sopra il letto. 'Le medicine ti aiuteranno per la febbre e l'infezione. Devi riposare e mangiare leggero. Vado in cucina, a prepararti una minestra' si allontanò, insieme a Banner.

'Billy, Bruce' mormorò Loki' grazie infinite, vi devo molto'. Sembrava sincero.

'Di niente, dovere' il giovane dai capelli castani uscì. Banner annuì, sorridendo.

Loki rimase con Thor e Rafflesia. Lei stessa pensò fosse giunto il momento di lasciare soli i due.

Il biondo, tuttavia, fu più lesto 'Vado ad aiutare, per la minestra'. Con le bugie non andava d'accordo, fu evidente...ritenne fosse preferibile farli rimanere fra di loro, il fratello minore ne aveva passate abbastanza, per quel giorno. 'Mi hai fatto prendere un colpo. Non provarci mai più' gli intimò, risentito, lasciandosi la porta alle spalle. 'Tornerò più tardi a vedere come stai. Fa come ha detto il dottore, per una volta'.

'E' stata tutta colpa mia, mi spiace, se non ti avessi chiesto di pelare in fretta le patate, se fossi stata più attenta a quello che mi succedeva intorno, non ti sarebbe successo nulla' gli confidò Rafflesia, in tono rammaricato, non appena Thor abbandonò la stanza.

Non le rispose, provato.

'Hai bisogno di riposare' gli prese di nuovo la mano sinistra fra le sue. Aveva ancora la febbre alta.

Restarono silenzio, un tempo senza fine.

***

Nell'altra stanza, Billy aprì il frigo e cercò gli ingredienti per preparare un brodo. 'Preparo dei panini per tutti'. Non era una domanda. Lavorò di buona lena. La minestra cuoceva; portò i sandwich sul tavolo, in un vassoio. Era molto farciti, appetitosi.

'Mio fratello guarirà presto, dottore?' Thor era in pensiero.

'Era una brutta infezione, forse per gli asgardiani si diffonde più in fretta. Io e Bruce abbiamo fatto un buon lavoro. Se l'antibiotico agirà a dovere non ci saranno problemi e tornerà come nuovo'.

'Andrà tutto bene, ne sono sicuro' li rassicurò Tony. Il medico pareva piuttosto in gamba.

'Sembrano proprio buoni questi panini...e lo sono' Steve aveva appena dato un morso ad un tramezzino.

'È un onore, Capitano!' replicò quello.

Chiacchierando, il tempo passò, velocemente. Quando il timer suonò, Billy spense il fornello e versò il brodo in una ciotola. La servì, insieme ad una fetta di pane tostato ed un succo d'arancia, un pasto adatto per un malato, portando il tutto in stanza da Loki.

All'interno dell'alloggio, il principe e Rafflesia, mano nella mano, silenziosi. Appoggiò il vassoio sulla scrivania e si avvicinò al suo paziente. Era caldo, per la febbre. Controllò lo scorrere del liquido nella flebo 'Come va?'.

'Benino' rispose l'asgardiano, abbattuto.

'Devi mangiare qualcosa; l'antibiotico provoca un po' di nausea, sforzati. Vengo a controllarti fra un po'. Rafflesia, ci sono dei panini'.

'No, grazie, non ho fame'.

Strano, lei aveva sempre un appetito invidiabile. La squadrò, con l'angoscia nel cuore, ed uscì, mestamente.

La ragazza aiutò Loki a sedersi, mettendogli un altro cuscino dietro la schiena. Si avvicinò il vassoio e provò a dargli un cucchiaio di minestra. 'Non mi va' si lamentò 'Non ce la faccio'.

'Piano piano, fallo per me' lo pregò.

Si sforzò e riuscì quasi a finirla.

Lei riportò il vassoio in cucina e lavò le stoviglie.

Thor le si avvicinò per sapere come stesse il fratello. Non era migliorato granché, ma almeno aveva mangiato. Le sfiorò il braccio, gentilmente, per consolarla 'Si riprenderà presto, vedrai, il tuo amico è stato molto bravo'. Lo guardò con poca convinzione.

Billy si servì di una tazza di caffè e si diresse verso il biondo 'Tuo fratello e Rafflesia, mi sembrano... molto vicini...'. Era imbarazzato a chiederlo, non sapendo come l'altro avrebbe preso una simile confidenza.

'Più di quanto immagini, più di quanto abbia mai visto Loki coinvolto da qualcuno, per la verità, men che meno da una femmina. Per lui, i rapporti col genere opposto, sono sempre stati...fugaci, se capisci cosa intendo'. Non sembrava affatto felice, confidandosi.

'Ti preoccupa?' rincarò la dose il giovane medico.

'Un po'' rispose il gigante 'E a te?'

'Parecchio. A volte Rafflesia si cerca i guai, e Loki è uno di quelli grossi...'.

L'asgardiano sperò, fino in fondo, che non fosse così.

***

Rafflesia entrò di nuovo in stanza. Staccò la flebo, che era finita, lasciando l'ago a farfallina nel braccio, come si era raccomandato Billy.

Loki era sveglio, guardava fuori della finestra. 'Chiudo la tapparella e vado via, così puoi riposare'. Lo salutò, con la mano.

'No. Lascia aperto. Mi piace sentire il rumore della pioggia; per favore, puoi restare? Rimani con me?' non voleva che se ne andasse.

'Va bene' gli sedette accanto, sulla seggiola occupata in precedenza. Aveva accondisceso, era la prima che volta le mostrava una propria debolezza, con una richiesta tanto esplicita.

'No, non lì, ti prego, vieni qui, accanto a me'. Si spostò per farle spazio, alzando il piumone affinché entrasse nel letto, vicino a lui.

Si tolse le scarpe e si coricò, accoccolandosi nell'incavo del suo braccio. Percepiva il calore del suo corpo, febbricitante, e soprattutto, il battito del suo cuore. Lui aveva immerso il viso nei capelli scuri della ragazza...visto tutto il dolore alla mano, e la confessione che aveva ascoltato, sentiva che quell'abbraccio era la medicina di cui aveva più bisogno. Così come del profumo della sua pelle. Del contatto fisico con la bellissima midgardiana dai modi gentili e dal cuore puro.

Si strinsero più che poterono...caddero entrambi quasi all'istante in un sonno profondo, complice lo stress della mattinata così movimentata.

Rafflesia si destò nel tardo pomeriggio. Loki le pareva più fresco, pensò, sfiorandogli la fronte; sì alzò dal letto e tirò su la coperta, per coprirlo fino al petto. Uscì, per farlo riposare, poiché ancora dormiva.

Billy era nella sala da pranzo, preso in chiacchiere con Tony ed il Capitano Rogers. 'Ti ho messo da parte un panino'.

La ragazza aprì il frigo, prese il sandwich ed una bottiglietta d'acqua, per ritirarsi nella propria stanza, seguita dallo sguardo indagatore dell'amico, a cui non aveva voglia di dare alcuna spiegazione.

Billy aveva capito l'antifona e pensò che, se non poteva chiedere a lei, avrebbe indagato con Loki. In fondo era il suo medico. Aspettò un'oretta e andò del principe, che trovò in compagnia del fratello; nell'aria, sempre la solita tensione e zero conversazione. 'Ciao. Posso visitarti?'.

Il moro annuì e Thor li lasciò.

'Sempre loquace, tuo fratello?'.

Loki non rispose.

Gli misurò la temperatura, aveva un po' d'alterazione; aprì e richiuse la medicazione...l'infezione era in regressione, grazie a Dio. Tolse l'ago a farfallina dal braccio. 'La ferita è a posto, probabilmente domani non avrai più la febbre e potrai riprendere le normali attività. Non affaticarti e non bagnare la parte lesa. Fra una decina di giorni i punti vanno tolti, potrà farlo Bruce'.

'Grazie' mormorò l'altro.

Ci fu un attimo di silenzio. Billy voleva chiedere e Loki voleva parlare. Entrambi esitavano.

L'asgardiano ruppe l'imbarazzo 'Sembri preoccupato per Rafflesia. E' molto importante per me... non le farei mai del male, non devi temere'.

A queste parole, il medico si preoccupò di più. 'E' una donna adulta, è responsabile delle sue scelte e, comunque, se si mette in testa una cosa, come avrai capito, nessuno può farle cambiare idea, è testarda come un mulo. E non sono affari miei. Però c'è un episodio della sua vita illuminante dell'effetto che fa alle persone che ha intorno'.

Iniziò 'Ti voglio raccontare cosa è accaduto quando suo padre Rudy le propose di prendere un cane. Era da poco morta la mamma e l'idea di accogliere in casa un cucciolo poteva sembrare, in qualche modo, consolatoria. Volle andare al canile municipale.

L'abbiamo accompagnata. Quando è arrivata, non ha nemmeno guardato i cani. Ce n'erano di tutte le razze, bastardini, cuccioli. E' andata, diretta, dall'impiegato del canile e gli ha chiesto quale fosse l'animale che stava lì da più tempo, quello che non aveva voluto adottare nessuno.

Ci hanno portato alla gabbia più isolata, fra tutte, e dentro c'era un cane...da far paura, non per la stazza. Il più brutto che avessi visto in vita mia, un meticcio di taglia media, senza una zampa, persa per le sevizie del precedente proprietario, aggressivo e rabbioso. Era rinchiuso, da solo, ed abbaiava, incessantemente.

Rudy, suo padre, si oppose...sembrava davvero pericoloso. Lei è stata inamovibile. Ha detto che non sarebbe andata via dal canile senza. Che se fosse potuta entrare nella gabbia, certamente il cagnolino, si sarebbe...addolcito. Cosicché dopo diverse ore, ci ha preso per stanchezza. Nonostante le resistenze del gestore, si è fatta aprire. Ha lasciato la porta socchiusa, solo per non farci stare ulteriormente sulle spine. Sulle prime, quello le ha ringhiato ed ha fatto vedere i denti.

Non si è scomposta, anzi, ci si è seduta di fronte, per terra, e gli ha mostrato la mano. Lo ha chiamato a sé...e Loki, non ci crederai...anzi sono certo che sei uno dei pochi che può credermi sulla parola, si è fatto accarezzare. Gli ha messo il guinzaglio e lo ha portato via. Lo abbiamo chiamato Lucky, in effetti era stato fortunato ad incontrarla, il destino era nel nome.

Le è stato straordinariamente fedele, fino alla fine dei suoi giorni, la seguiva, ovunque, come un'ombra; a volte veniva anche a scuola ed aspettava la fine delle lezioni. Andava sempre dove stava lei, con le sue tre zampe. Quando passeggiavano, in molti si fermavano, per accarezzarlo e le dicevano che era carino, dolce...ai loro occhi, era carino solo per un motivo, a mio avviso, e l'ho compreso molti anni dopo; Lucky era diventato così, nello stare con Rafflesia'. La storia terminò.

'Perché me lo hai raccontato?' Loki si incuriosì.

'C'è una morale, e mi meraviglio che non la veda; adesso sei tu il cane a tre zampe, da curare e redimere. Con tutto il rispetto del paragone, il senso è quello'.

Il principe non controbatté, riflettendo sulle parole appena udite. Nelle settimane a venire, avrebbe ripensato spesso a quella conversazione; sul momento ne fu quasi infastidito, probabilmente perché era la verità. Così cambiò argomento. 'Mi piace la tua maglia' gli fissava la polo nera di Armani.

'Me l'ha regalata Rafflesia al compleanno'.

'Anch'io vorrei indossare qualcosa del genere... questa tuta, uguale a quella di tutti gli altri, non è di mio gradimento' borbottò.

Billy ipotizzò che forse volesse essere più elegante per piacere alla ragazza e che ad Asgard fosse avvezzo a un abbigliamento più formale e lussuoso.

Chiacchierarono del più e del meno, fin quando Thor tornò di nuovo, col vassoio con la cena, stavolta. Il biondo rifletté che il medico era molto simpatico, cordiale ed assomigliava a Rafflesia, per tanti versi. Gli piaceva. E aveva curato Loki, senza porsi alcun problema.

Uscendo, il dottore si girò e, fissando il moro negli occhi, serissimo, lo minacciò 'Ti avverto, amico, se le farai del male, non ti riconosceranno nemmeno dai denti...'.

Thor guardò il fratello con aria interrogativa, mentre quest'ultimo scuoteva la testa...fuori ancora pioveva.

***

Terminata la cena, Rafflesia passò da Loki; in stanza con lui Bruce, Natasha e Stark, lo intrattenevano, conversando. Le sembrò sereno e tranquillo, oltre che in buona compagnia, cosicché preferì andare a dormire.

Billy era tornato in albergo, una struttura limitrofa alla sede dello S.H.I.E.L.D., e sarebbe passato l'indomani, per un saluto veloce, prima di ripartire per Boston, dove in serata aveva in programma un intervento importante.

***

La mattina seguente, dopo essersi preparata, Rafflesia ebbe la sorpresa di trovare Loki in sala da pranzo, in piedi ed in buona salute, che si accingeva a far colazione con gli altri; ne fu molto sollevata.

Quasi in contemporanea, nella sala entrò Billy, con due enormi vassoi, ed una piccola busta di carta marrone. 'Eccomi, ragazzi; ogni promessa è debito, vi ho portato i brownies e le ciambelle più buone di tutta New York City'. Gli Avengers raccontarono di come la sera precedente avesse promesso quei dolci al Capitano Rogers; evidentemente, si era svegliato presto per comprarli, in una nota pasticceria della città.

Aprì i cartoni bianchi e si sprigionò un odore meraviglioso di cioccolato fondente, crema pasticcera e zucchero a velo.

'Servitevi'.

Rafflesia non se lo fece dire due volte; era sicura che la scelta del suo amico di acquistare dei brownies fosse un pensiero speciale dedicato a lei, che li adorava.

Ne prese uno, affondandoci i denti, rumorosamente. 'Fai schifo' Billy la prese in giro; con la bocca, piena della pasta al cioccolato, lei non replicò, anzi, in tutta risposta, fece volontariamente ancora più rumore. Tutti risero.

'Sono ottime' intervenne il moro, che non era un grande amante di dolci ma che li aveva assaggiati, per educazione.

Billy si congedò; abbracciando Rafflesia, la minacciò, a bassa voce 'Stai attenta a non fare cavolate'.

Si diresse verso Loki. 'Se riesco passerò a toglierti i punti di persona, in caso contrario li toglierà Hulk. A presto' strinse forte il suo paziente. Il principe era, visibilmente, imbarazzato e tentò di sottrarsi a quell'abbraccio maschile così affettuoso, cui non era abituato. Billy, invece, lo accostò più forte e gli sussurrò all'orecchio 'Abbi cura di lei, amico mio, conto su di te'. L'altro annuì.

Uscendo e passando per il corridoio, dal vetro che li separava, gli indicò la busta di carta marrone che aveva poggiato sul divano, allontanandosi, definitivamente.

La prese, per capire cosa fosse. Dentro, la polo nera di Armani, debitamente lavata e piegata dalla lavanderia dell'albergo. Scritto a penna, sul retro della busta, un breve messaggio 'Per Loki. Sono sicuro starà meglio a te che a me'. L'asgardiano rimase senza parole, del gesto e di tanta gentilezza.

'Che cos'è?' chiese Thor.

'Ieri sera gli avevo detto che la sua maglietta mi piaceva molto' rispose Loki.

'E' bella davvero, sembra fatta per te' replicò il fratello ' è proprio un bravo ragazzo...' concluse.

Rogers annuì.

'Billy è fantastico, mi sembra di conoscerlo da sempre' rincarò la dose Natasha.

Tony aggiunse, guardando l'agente Tyler 'Il vostro rapporto mi dà un senso di normalità. E' un dono raro e prezioso, sei molto fortunata ad avere un amico così'.

Rafflesia sorrise; Billy piaceva a tutti, sempre... si era sottratta, volontariamente, alle loro abituali confidenze. Sperò di non averlo ferito.

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