Capitolo 4 Approfondimenti

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I giorni seguenti, per Rafflesia, furono un alternanza di stati d'animo. Passava con Loki tutto il suo tempo libero, giocavano a scacchi, leggevano, lui disegnava, e si baciavano, continuamente. La loro relazione non era andata più in là di quei contatti appassionati, ancorché limitati. Nulla più. Il principe aveva messo una barriera, fra di loro, un muro difficile da oltrepassare.

Nella sua stanza, seduta sul letto, sospirò 'Devo trovare qualcosa da fare per Natasha e Banner, una sorpresa. Che suggerisci?'.

'Non ne ho idea, chiedilo a loro, è meglio'.

'Non mi sei di nessun aiuto, come al solito' era esasperata.

'Dipende dal tipo di aiuto che cerchi' fece malizioso.

'Basta baci per oggi, Loki di Asgard, te ne ho già dati abbastanza!' rise, osservando la cartellina dei disegni, poggiata a terra, aumentata di dimensioni. In altezza. 'Hai creato ancora! Voglio vedere!' l'afferrò.

'Rafflesia, mettila giù' la rimproverò.

La aprì di forza, invece. Spalancò gli occhi, uno dopo l'altro, i fogli riportavano sue immagini. Il viso, in primo piano. Alcuni in cui appariva in pose sensuali. Seminuda.

Guardò Loki, che, stranamente, arrossì. Lo aveva colto in fallo.

'È così che ti immagino' balbettò, turbato ed in imbarazzo.

Continuò a scorrere i disegni; si vide raffigurata, nel gesto abituale di toccarsi la cicatrice. Era sempre sola, nei ritratti... in fondo recuperò un unico disegno, di loro due insieme. Uno accanto all'altra. Mano nella mano.

Guardandosi negli schizzi, pensò che in quelle immagini ci fosse la sua vera essenza. Era come la vedeva Loki, che la capiva, senza parlare. Quello dove erano entrambi, però, era il suo preferito.

'Regalamene uno...'.

Loki annuì, già sapendo quale avrebbe scelto. 'Lo hai preso solo per farmi piacere, vero?' mormorò.

'Lo volevo, per puro egoismo, perché sei con me nel disegno. Non faccio nulla che non senta, dovresti saperlo, ormai'. A volte le sembrava che dubitasse dei suoi comportamenti, si rammaricò. Poggiò ai piedi del letto il foglio, separandolo dagli altri, si alzò per sgranchirsi e si avvicinò alla scrivania.

Fra i molti altri schizzi, sul tavolo, ve n'erano di strani personaggi, mostri di grandi dimensioni. 'Cosa sono questi?' chiese 'Vivono ad Asgard?'.

Il moro fece un lungo sospirò e si incupì; avrebbe dovuto dirglielo, prima o poi. Sperava più poi.

'Se non vuoi parlarne, non fa nulla' aveva percepito un profondo disagio.

'Odino non è mio padre, mio padre è Laufey, il re dei Giganti di ghiaccio. Sono le creature che ho disegnato, hanno la pelle blu e le iridi rosso fuoco, questo già lo sai...'.

'Ma tu non sei così, non sei un gigante di ghiaccio' sussurrò.

La scrutò, intensamente, in maniera strana. Rafflesia sentì una conflittualità in lui. Potente. Parte del dissenso interiore che li separava.

'A volte viene fuori il mio vero aspetto od uno dei miei aspetti e non è così gradevole come questo di adesso; quando sono più stanco od agitato o emozionato. Non è qualcosa che ti piacerebbe o dovresti conoscere...mai'.

'Fammi vedere come sei' gli chiese, a bruciapelo. Era un punto cruciale, per Loki, evidentemente e lo era diventato per loro.

'No! Ti ho detto di no!' gridava, sconvolto.

'Fammi vedere come sei' insistette, ferma.

'No, non posso, basta!'. I modi sempre più aggressivi.

'Non hai alcuna fiducia in me...' disse, tristemente.

'Non si tratta certo di fiducia'.

'Di cosa, allora?'.

'Ho paura che non mi tratterai più come prima e che mi guarderai in modo molto diverso, come hanno fatto tutti gli altri'.

'Fammi vedere come sei davvero, principe Loki, se siamo a questo punto è perché sai, in fondo al cuore, che non sono come tutti gli altri. O comunque spero, in fondo al mio cuore, di non essere, per te, come tutti gli altri' il tono serio ed insieme tranquillo. Non ammetteva repliche.

Era esasperato, senza via d'uscita. Ebbe paura di perderla, come la prima volta che si erano baciati. Era la resa dei conti, in ogni senso.

E così si alzò dal letto anch'egli, le si avvicinò e si svelò. La ragazza si approssimò, a sua volta, ed osservò il volto dal colore blu del principe. Iniziò a sfiorargli la fronte, dove risaltavano, in rilievo, tre linee arcuate.

Lui provò a spostarsi, attonito che lo toccasse ancora in quel modo e lo guardasse esattamente come lo aveva fissato un attimo prima, con le sue precedenti fattezze, tranquilla, senza alcun turbamento.

Rafflesia sorrise, continuando a seguirne il profilo del viso, con entrambe le mani; gli mise un dito, sotto il mento, affinché abbassasse lo sguardo su di lei, per continuare ad ammirarne le insoliti iridi rosse. Loki lesse l'abituale desiderio negli occhi ametista...fu grato agli dei della naturalezza dei suoi modi e della purezza della sua anima.

Aveva saputo vederlo com'era veramente, con quelle doti che Fury aveva esaltato il giorno in cui si erano conosciuti, senza giudizi di alcun tipo, senza timori, come nessuno aveva voluto mirarlo o conoscerlo, nemmeno la sua famiglia adottiva.

'Sei bellissimo' mormorò, appassionata; gli poggiò una mano dietro la nuca e lo attirò a sé. Le loro bocche si incrociarono, con la consueta passione.

***
Per Barton era stato facile. Aveva fatto venire sua moglie ed i ragazzi. Organizzato una cena dal tenore familiare ed un dopo cena con film e pop corn, mentre i due genitori passavano qualche momento in tranquillità. La moglie era una donna semplice, dolce. Ed i bambini deliziosi. Clint sembrava davvero contento.

Rafflesia e Steve, insieme a Natasha, che conosceva da sempre la famigli del Falco, si rotolarono sui divani. Si rincorsero. Si presero a cuscinate. I piccoli si divertirono parecchio.

Loki la guardava fare. Tornare bambina anche lei. Una donna dalle molte sfaccettature. Pensò che sarebbe diventata un'ottima madre se avesse avuto dei figli suoi. E che lei e Rogers stavano bene insieme, come coppia. Sembravano assomigliarsi. Loro due, invece, parevano il giorno e la notte. Se ne rammaricò, stranamente.

***
Natasha sembrava più difficile da accontentare, le due donne avevano socializzato, non fino al punto di domandare, esplicitamente, alla riservata collega cosa desiderasse fare. Per di più Rafflesia non aveva mai avuto amiche e si stava pian piano abituando a questa nuova, piacevole, condizione.

Seguì il consiglio di Loki, per una volta. Chiese a Bruce cosa potesse farle piacere e fu tutto molto semplice. Meglio del previsto.

La sera seguente, bussò alla porta della russa, con un portabiti e una scatola di scarpe. 'Indossa questi e preparati...si va in scena...'. Con l'aiuto di Pepper, aveva noleggiato un vestito da sera per Vedova Nera ed uno smoking per Banner.

Natasha entrò nel salone, con un lungo abito color pesca e dei sandali dorati. Aveva raccolto i capelli rossi in uno chignon e si era truccata leggermente, tranne per il tono acceso delle labbra.

'Sei una favola, Nat!' esclamò Clint.

'Così bella che merita un cavaliere' Rafflesia fece un cenno a Bruce, che uscì, a sua volta, dal corridoio, elegantissimo.

Romanoff lo guardò, molto meravigliata.

'Qui sotto vi aspetta una limousine. Vi porteranno al Teatro dell'Opera. Stasera sarà rappresentato 'Il lago dei cigni'; entrerete dopo tutti gli altri ed uscirete prima di tutti gli altri. Avrete un palchetto riservato e, ovviamente, sarete sotto scorta. Finita la rappresentazione, cena in un ristorante che ho scelto per voi. Saletta solo per voi, pure lì. Passerete dal retro ed appena terminato, tornerete di corsa qui. Ecco i biglietti, buonissima serata' riepilogò l'agente Tyler, tutto d'un fiato.

Romanoff le buttò le braccia al collo, sussurrando 'Grazie'.

Non le aveva detto, davanti agli altri, che aveva riservato loro un tavolo in un grande albergo, in cui aveva anche una romantica suite. Ci avrebbero potuto trascorrere un paio di ore... si era augurata fossero momenti speciali.

Al suo ritorno, la collega le confidò che era stata la serata più bella della sua vita.

***
'Invece tuo fratello? Cosa potrebbe entusiasmarlo?'.

Loki ci pensò a lungo e le rispose 'In effetti, ci sarebbe una persona; aveva un debole per una scienziata, una midgardiana, come te. Nostro padre voleva la dimenticasse e sposasse Lady Syf. Non l'ha mai scordata, lo conosco bene, è sempre triste da quando si sono lasciati; si chiama Jane Foster'.

Rafflesia non aveva idea di chi fosse e come rintracciarla, però ce l'avrebbe fatta lo stesso.

Nel corso di quelle giornate, organizzò combattimenti corpo a corpo. Percorsi simulati e gare di tiro al poligono, lezioni di tattica. L'armonia fra di loro aumentava sempre più, tuttavia c'era tanto ancora su cui lavorare. Non aveva dubbi sulle capacità degli Avengers, più sul loro affiatamento; dubbi sulla sua intesa personale con il principe asgardiano non ve n'erano, invece...

Si interfacciò, singolarmente, con tutti gli Avengers, come aveva fatto la prima volta con Loki.

Steve fu tranquillo e collaborativo. Come previsto, aveva un addestramento militare. Un po' troppo vecchio stampo, per i suoi gusti, ma formidabile.

Natasha era quella in cui più si rivedeva, non solo perché era una donna. Nelle abilità. Eccelleva nella pistola e nel corpo a corpo, era coraggiosa, una scavezzacollo.

Di Clint fu molto ammirata; tanta bravura con l'arco le era estranea 'Dovrai insegnarmi!' lo esortò.

Per Thor e Iron Man fu necessario attrezzarsi all'esterno, per evitare di distruggere lo S.H.I.E.L.D., in un campo a nord di New York City, dove avevano fatto costruire un percorso per l'addestramento; più che altro metter su e ricostruire. Entrambi, in modo differente, l'avevano polverizzato.

Nell'osservare i poteri del biondo ed il suo modo di lottare, rifletté su quanto lui e il fratello si assomigliassero; bisognava farli unire di più, trovare qualcosa per cui combattere insieme.

Tony era brillante ed esibizionista, figuriamoci in battaglia, un'intelligenza fuori dal comune, al di là dell'armatura. Un genio, in ogni campo.

Banner, invece, rifiutò qualsiasi contatto con lei.

Dovette parlarne perfino davanti agli altri, durante un momento conviviale e non avrebbe mai voluto farlo.

'Bruce, devo poter vedere l'altro te' lo pregò.

'Non esiste al mondo che mi trasformi per una mera dimostrazione' si difese.

'Sono sicura che non accadrà nulla, invece. Hai fatto del male a qualcuno di proposito?'.

'Sì...ho tentato...a Nat...non sempre sono in me quando mi trasformo...' lo disse, sommessamente. Osservò la russa impallidire; non doveva essere stato un bel momento.

'Alla fine siete vivi e vegeti...Bruce, Hulk è parte di te. Devi conviverci, non respingerlo' provava a convincerlo. Adorava Banner e percepiva in lui tensione e difficoltà di relazione con gli altri. Avrebbe tanto voluto fare qualcosa.

'Posso tenerlo a bada...solo così' concluse, con fermezza.

'So di poterti aiutare a gestirlo! Fidati di me, ti scongiuro'.

Bruce tacque.

'Non devi decidere ora. Sono qui. Se ci ripensi, in qualsiasi momento' non seppe che cos'altro dirgli.

Banner lasciò la tavola, senza rispondere. Non si convinse mai.

***

Per la sorpresa a Steve, sempre tanto solare ed insieme timido e riservato, dovette chiedere aiuto di Fury; aveva scoperto che il suo più caro amico si chiamava Bucky Barnes, e che non si vedevano da tempo. Anche lui restituito al terzo millennio, dopo decenni di allontanamento. Nick aveva fatto ostruzionismo, pare ci fossero diversi segreti militari dietro la sua storia. Poiché era l'unica persona legata a Rogers, che negli anni dell'ibernazione certo non aveva potuto granché coltivare rapporti sociali, Rafflesia insistette parecchio ed alla fine, il Direttore cedette.

Decise di invitarlo a cena, una sera in cui toccava a lei ed a Loki cucinare. Le permisero di parlarci al telefono; fu molto gentile e galante, un modo di fare d'altri tempi, in effetti del secolo scorso.

Era molto curiosa di ospitarlo. Come sempre, gli altri furono allertati dell'imminente sorpresa. Il moro era leggermente contrariato, l'agente Tyler sembrava proprio interessata all'amico del Capitano. Si era sforzata di preparare un menù che facesse colpo ed aveva organizzato un aperitivo sulla terrazza, complice l'inaspettato sole primaverile.

Intanto che gli Avengers apparecchiavano la tavola, la ragazza incontrò Barnes, separatamente. Le strinse la mano, vigoroso.

'Sono Bucky, piacere'; era molto carino, muscoloso, con gli occhi chiari ed i capelli castani scuri e lunghi, meno ondulati di quelli di Loki. Aveva qualcosa di strano al braccio sinistro, la cui mano era coperta da un guanto di pelle nera; evitò di porci troppa attenzione e di metterlo in imbarazzo.

'Piacere mio, sono Rafflesia, benvenuto e grazie per aver accettato il mio invito'.

'Sono contento di essere venuto, per Steve...e per te...non mi aspettavo fossi così bella!' la stupì un po', con parole troppo dirette.

Fece finta di niente 'Seguimi'.

Entrando nel salone, Barnes al suo fianco, chiamò Rogers, a gran voce 'Guarda chi c'è per te, Capitano!'

Sul suo viso, un'espressione così intensa e sincera che pensò che gli sarebbe scoppiato il cuore dalla felicità.

'Steve, amico mio!' l'altro, ugualmente emozionato, lo abbracciò.

Fatte le presentazioni le presentazioni, si spostarono verso il terrazzo, aperto e sistemato per l'occasione. Rafflesia e Loki, artefici delle preparazioni, servirono l'aperitivo. Un cocktail di vino bianco e succo d'arancia oltre una miriade di tartine sfiziose, che avevano impiegato a decorare tutto il pomeriggio, grazie alle abilità artistiche di lui.

Bucky fu piacevolmente sorpreso 'Rogers, qui sembra proprio il paradiso; cibo ottimo e vista spettacolare, in tutti i sensi!' commentò, scrutando Rafflesia, in modo molto intenso.

Lei se ne accorse e continuò a glissare; Tony, guardando Barnes, e a seguire Banner, sparò una battuta 'Bello, occhio a fare lo stupido, noi abbiamo Hulk!'.

A seguire l'aperitivo, servirono le portate, pesce al forno e purè di patate, e per finire torta al cioccolato fondente.

Durante la cena, Bucky e Steve raccontarono della loro amicizia e degli episodi della permanenza in Germania, nel corso della seconda guerra mondiale. Rafflesia formulò moltissime domande, quei discorsi la affascinavano, pareva evidente che conoscesse tanti dettagli e particolari storici delle battaglie narrate. Barnes chiese il motivo di tanta passione.

Lei dovette rispondere 'In effetti, sono laureata in storia e letteratura americana'.

Stark, curioso, incalzò 'Non hai frequentato l'accademia dell'F.B.I.?!'

'Mio padre non voleva facessi l'agente, acconsentì a patto che mi laureassi, e pure nel tempo giusto; di giorno frequentavo l'accademia e la notte studiavo per gli esami. Scelsi la facoltà più consona ai miei gusti personali'.

'E' bello, hai mille risorse!' esclamò Bucky. Loki mentalmente concordò, pensando che c'erano molte cose che non conosceva affatto della sua vita.

Barnes declamò: 'Io sono uno che ha conosciuto la notte. Ho fatto nella pioggia la strada avanti e indietro. Ho oltrepassato l'ultima luce della città. Io sono andato in fondo al vicolo più tetro. Ho incontrato la guardia nel suo giro ed ho abbassato gli occhi, per non spiegare'.

Si interruppe e guardò Rafflesia, con intensità, aspettando che dicesse qualcosa, a chiosa delle proprie parole.

Lei aveva riconosciuto, piacevolmente stupita, la poesia di Robert Frost, intitolata 'Conoscenza della notte'; Frost era uno dei suoi autori preferiti e poté concluderla, con facilità. 'Io ho trattenuto il passo e il mio respiro quando da molto lontano un grido strozzato giungeva oltre le case da un'altra strada, ma non per richiamarmi o dirmi che il tempo non era giusto, né errato. Io sono uno che ha conosciuto la notte'.

Gli altri ascoltavano, in silenzio, rapiti dalla bellezza della poesia e dall'atmosfera suggestiva che si era venuta a creare.

'Adoro Robert Frost; come lo sapevi?' era curiosa.

'Mi piacciono questi versi, ho pensato che certamente li avresti apprezzati' le sorrise.

'Bellissimi' intervenne Natasha.

'Non sapevo fossi diventato un poeta, Buck!' rise Steve.

Il moro stava cominciando ad innervosirsi; temeva che la gelosia, di cui tanto gli umani parlavano, lo avesse sopraffatto. Se quel ragazzo non avesse smesso di corteggiare Rafflesia, seduta stante, lo avrebbe affrontato.

Il fratello maggiore, sedutogli accanto, capì le sue intenzioni e gli pose una mano sulla coscia, stringendola; si avvicinò, ed a bassa voce, lo redarguì 'Stai calmo, non è successo nulla, stanno solo parlando, placa i tuoi bollenti spiriti'. E poi aggiunse: 'Se l'amico di Rogers dovesse fare o dire qualcosa di sconveniente, lo metterò a posto io'.

Loki fu incredibilmente confortato dalle sue parole e si chiese se si stessero riavvicinando. A voce bassa anche lui, rispose 'Grazie'.

Si placò, senza tuttavia perdere mai di vista la Tyler e Barnes, che conversavano. Pareva avessero tante cose in comune. La ragazza aveva intuito che al principe la scenetta non fosse andata giù ma negli occhi chiari di Bucky aveva colto una tristezza infinita, un dolore lontano, profondo, incolmabile. Ci si era ritrovata, per alcuni aspetti. La scelta della poesia non era stata casuale. A suo modo, sperava che la serata con gli Avengers e con Steve, soprattutto, potesse rasserenarlo.

Così, con una scusa, si allontanò, in direzione del suo alloggio; voleva stare qualche minuto da sola e lasciare spazio al Capitano, per parlare, tranquillo, col suo amico. Sentì dei passi alle spalle. Sapeva già chi le fosse alle calcagna. Si girò e si ritrovo il principe, a pochi centimetri. L'espressione immusonita. Senza preamboli, esordì 'Ti piace l'amico di Rogers? Se è così, voglio saperlo!'. Era molto serio, contrariato. Le sembrò una domanda sciocca ed infantile. Era tanto infastidito, che lei, nonostante la porta aperta dal corridoio sul salone, gli si avvicinò ugualmente e gli carezzò i capelli. Con la mano gli sfiorò le labbra, ed a seguire il collo e la nuca; Loki sospirò. Lo baciò, con le labbra e la lingua a succhiargli la bocca. Lui contraccambiò, avvinghiandola a sé contro il muro, in preda ad una folle passione. Il loro contatto stava diventando tanto ardente che la donna dovette fermarsi, sentendone l'eccitazione attraverso la tuta insieme alla propria. Era stato il bacio più profondo e passionale che si fossero scambiati. Lo guardò, dritto negli occhi 'Non farmi domande di cui conosci già la risposta...Mi piaci solo tu, principe Loki! Nessun altro! Tienilo sempre a mente!'. Lui si tranquillizzò, definitivamente, e le sorrise, con dolcezza.

Tornarono in veranda, per riunirsi agli altri; a fine serata, Bucky, andando via, nel salutarla, le propose 'Possiamo rivederci?'.

Lei ribatté, tranquilla 'Non è possibile'.

Barnes la incalzò 'E' vero che c'è qualcuno nel tuo cuore?! Me lo ha confidato Steve'.

Rafflesia si chiese se il Capitano glielo avesse detto sul serio e se avesse compreso i sentimenti che nutriva per l'asgardiano. Era piuttosto imbarazzata che l'uomo glielo avesse domandato in quel frangente, davanti a tutti gli Avengers, ma però Bucky era come lei, schietto. Contraccambiò, con la stessa sincerità 'Sì, sei arrivato tardi'. In quel momento, contemplò Loki che, a sua volta, la stava fissando. Una vera e propria dichiarazione di sguardi e di intenti. Si avvicinò, ugualmente, a Barnes e lo strinse a sé 'Se hai bisogno, cercami pure, per qualsiasi cosa!'.

'Anche tu, Agente Tyler chiamami, per te correrò sempre' le sussurrò, in un orecchio, uscendo dal salone.

Nella stanza calò uno strano silenzio, segno che lo sguardo complice fra lei e Loki non era passato inosservato. Il loro legame era diventato tanto forte e profondo, pensò Stark, chiedendosi in quale direzione avrebbe portato tutti loro.

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