Prologo

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Vulpes Noctis scese le scale in tutta fretta. Non aveva molto tempo.

Il castello di Forterra, tanto imponente, era una rete a maglia larga e rubare il pugnale negli alloggi del bibliotecario era stato un gioco da ragazzi.

Beh, se una ragazzina di sedici anni aveva potuto nascondersi per così tanti giorni senza essere scoperta e continuare ad uccidere i membri della corte, re Gohr avrebbe dovuto farsi qualche domanda sulle misure di sicurezza adottate nel suo palazzo.

Vulpes Noctis avrebbe persino evitato il morto, se quello stolto non fosse rientrato prima del solito dalla sua dannata biblioteca! Beh, peggio per lui.

Per tutti i diavoli, quante scale!

Finalmente giunse all'ultimo gradino e si ritrovò nell'antro abilmente decorato con gli affreschi di tempi lontani che rendevano quella caverna un luogo quasi conviviale.

Medicus era intento a leggere, seduto sulla sua poltrona e, a malapena sembrava essersi accorto che qualcuno era entrato nella stanza.

Poi alzò il capo e i suoi occhi si illuminarono alla vista di quella lama argento che Vulpes Noctis teneva tra le mani. Era lei.

Medicus sapeva di potersi fidare.

Restava solo la ragazza... ma non era ancora giunto il momento di agire. Per ora, era necessario non farsi nemica la corona di Forterra.

Bisognava calibrare i tempi, o la ragazzina avrebbe potuto ribellarsi e schierarsi dalla parte di Gohr, mandando al diavolo tutti i loro piani.

Medicus non poteva permetterlo.

Dovevano prenderlaall'ultimo minuto.    

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