Lavoro Part-Time part.1

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A quella sua domanda mi si gelarono le vene nel corpo; non potevo dirgli che era stata solo semplice fortuna, non mi avrebbe mai creduto, d'altronde non era così stupido.

Dovevo inventarmi una bugia credibile, altrimenti quello mi avrebbe fatto a fettine.

Com'è che io che avevo combattuto creature più disgustose e pericolose avevo paura di un semplice umano? Forse perché era Marco quella persona?!

I miei pensieri furono interrotti da una finta tosse, sprigionata dal ragazzo, per richiamare la mia attenzione o semplicemente perché non voleva aspettare in eterno la mia risposta, così presa dalla fretta dissi:

"Perché da piccola qualcuno mi ha insegnato ad usare la spada"

Il rosso ci pensò su un attimo e poi disse:

"Quindi da piccola hai fatto scherma?"

"S-si esatto propio scherma!"

Risposi anche troppo convinta per l'idea che mi aveva fornito come alibi

"Non smetterò mai di dirti che sei strana, comunque sei stata abbastanza sufficiente oggi in palestra, se il nuovo insegnate non fosse all'altezza del suo lavoro mi darai ripetizioni tu, ovviamente gratuitamente"

Non risposi, feci si più volte con il capo, fino a che lui con un sorrisetto sulla faccia lasciò la stanza ed io potetti tirare un sospiro di sollievo.

Avrei preferito dormire ancora un po', tuttavia la mia fame era troppa e non potevo saltare altre lezioni.

Il resto della giornata passò velocemente, troppo velocemente, infatti io non volevo tornare a casa, poiché sapevo la triste realtà: Una volta entrata nelle mure domestiche mi sarei dovuta mettere a fare matematica e inoltre sarei dovuta andare a cercare un nuovo lavoro.

Quando ormai avevo messo piede fuori dalla scuola, una voce mi Richiamò:

"Mocciosa!"

Mi girai d'istinto, il nomignolo usato non poteva essere che quello di Levi.

Mi raggiunse velocemente, ma prima che potesse parlare gli dissi:

"Che cosa stai facendo?!"

"Come cosa faccio, ti riaccompagno a casa"

"Non puoi farlo!"

"Eh? Come sarebbe a dire, perché no?"

Quando non poteva fare quello che voleva o non riusciva a comprendere la situazione, assumeva quella faccia da cucciolo troppo dolce

"Perché sorridi in quel modo?"

"Oh io? Niente cof cof"

Simulai una leggera tosse per ritornare seria e dire:

"Non puoi accompagnarmi a casa semplicemente perché la scuola non deve sapere che ci conosciamo o peggio, che viviamo assieme"

"Perché? Lascia che ti porti almeno lo zaino, sei svenuta prima potresti avere una ricaduta"

"Tranquillo sto bene, ma tu non puoi fare niente perché, ripeto, se lo venisse a scoprire qualcuno la voce si diffonderebbe e tutti lo scambierebbero per un grosso e osceno malinteso, fino a portarti a perdere il posto di lavoro e questo, purtroppo non possiamo permettercelo, altrimenti moriremo di freddo e di fame"

"Allora torniamo nella nostra vera casa"

"Preferisco morire"

Finìi la conversazione voltandomi per andare a casa.

Mentre cercavo di capire qualcosa dell'esercizio davanti a me, sentì occhi di ghiaccio tornare a casa.

Il mio cervello ormai stava andando in fumo, avrei giurato di poter vedere dei gas uscire dalle mie orecchie; perciò chiusi il libro e mi diressi fuori per cercare un nuovo lavoro part-time.

Se all'inizio ero speranzosa, ora come ora avevo il morale a terra, nessuno voleva assumermi; prima di tornare a casa, provai la mia ultima speranza, ovvero una panetteria che cercava personale part-time.

Entrai e andai subito al banco per chiedere del posto, ma come se sapesse cosa fare la padrona mi stoppò, dicendomi:

"Non abbiamo bisogno di te"

"Perché no? Fuori avete esposto un cartello con su scritto che cercate giovani ragazze per un lavoro part-time"

"Bhe e che sei tu il problema"

"Scusi? Se mi chiede di fare qualsiasi cosa io la posso fare mi dia solo una possibi-"

"NON CAPISCI CHE NON TI VOGLIO PERCHÉ LA TUA REPUTAZIONE DA STRANA MI FAREBBE PERDERE I CLIENTI?! ORA SPARISCI"

"Dobbiamo aspettare ancora per molto?"

Non bastava già il casino di tutta la situazione, ora pure lui doveva esserci, infatti la voce che mi chiese se doveva attendere ancora, proveniva da Leaf, insieme al suo gruppetto di amici che ridevano della situazione.

Era come vedere un capo gruppo con delle iene dietro, le quali lo veneravano e volevano imitarlo.

"Si scusate me ne vado subito"

"Sarà meglio pazza"

"Spero tu non abbia contaminato la farina"

"Ahahaha"

Questi erano I commenti delle iene mentre mi dirigevo alla porta; tuttavia ad uno di loro non bastarono solo le parole, dovette pure farmi lo sgambetto per farmi cadere.

Potevo benissimo effettuare una capriola per rimettermi in piedi, ma avrei destato sospetti, quindi mi parai il meglio possibile alla caduta, la quale provocò uno strappo alla mia gonna facendo intravedere il mio intimo.

"Uuuuu ahahha"

Fecero in coro I ragazzi, mentre io correvo per nascondermi il più lontano possibile; fortunatamente trovai una panchina libera ed ombreggiata, vicino alla fontana del paese, e mi sedetti coprendo il didietro.

Gli occhi iniziarono a pizzicarmi, seguiti da un paio di gocce salate; forse Levi aveva ragione, non ero fatta per la terra ma solo per combattere e dovevo tornarmene indietro.

"Tutto bene?"

Mi chiamò una voce; mi asciugai alla meglio le lacrime e mi girai in direzione del suono, per vedere a chi appartenesse.......

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