Capitolo BONUS - Sorpresa

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Una leggera vibrazione la destò. Spalancò gli occhi all'istante, già vigile, e le dita si strinsero sul cellulare sotto il cuscino per spegnere la sveglia. Sbirciò sullo schermo protetta dalla coperta per non fare luce. Ventitré e cinquantanove. Perfetto.

Passò la mano sotto il guanciale finché percepì la texture della carta. Strinse la busta e la tirò fuori.

Facendo attenzione a non provocare rumore, si sporse appena dal letto. Il fioco bagliore che proveniva dalla finestra era sufficiente per vedere la sagoma del compagno sul materasso inferiore.
Rimase un istante in ascolto. Il suo respiro lento confermò che stesse dormendo.
Un ghigno le solcò le labbra, subito prima di stringere la busta tra esse, avendo cura che non si bagnasse. Serrò le mani sul bordo del letto, prese un silenzioso inspiro dal naso e si diede uno slancio per fare una rapida capriola e atterrare direttamente a cavalcioni su Daniel.

Una mano scattò fulminea all'interruttore sul muro, inondando la stanza di luce, mentre l'altra toglieva la lettera dalla bocca per eruppere in un urletto: «Buon compleanno, R-»

Il giovane si svegliò allarmato, non capì nemmeno le parole della ragazza che gli era piombata sul ventre, a malapena si rese conto che quella fosse lei. L'istinto prese il sopravvento, spinto da un'ondata di irrazionale rabbia. Scattò seduto e avvolse l'assalitrice nel lenzuolo mentre stava ancora urlando quell'augurio. La prese così di sorpresa che riuscì a ribaltarla sul materasso e schiacciarla sotto di sé.

Eve ebbe a malapena il tempo di emettere un gridolino, che si trasformò in un ringhio appena si rese conto di essere immobilizzata sotto di lui, con gli arti stretti nella morsa del lenzuolo. Aveva solo la testa parzialmente libera oltre la sua spalla. Scattò al contrattacco nel modo più fulmineo che la mente riuscì a elaborare e affondò i denti alla base del collo dell'avversario.

«Ahia, Eve! Mordi? Sei pazza?»

Allentò la presa e allontanò la bocca quel tanto che bastava per rispondergli, «Mollami, cazzo! Oppure ti strappo a morsi la giugulare!»

Il cervello del giovane si disattivò appena quel soffio delicato si infranse sulla sua pelle inumidita dal morso, solleticata dalle labbra che la sfioravano appena mentre articolavano quelle parole che non riusciva a sentire. Un brivido bollente scaturì dal collo e gli percorse la schiena fino al basso ventre. Quasi si accasciò su di lei, affondandole il viso nei ricci sparsi sul materasso, e gli sfuggì un sospiro roco, «Okay, continua...»

Eve rimase un secondo interdetta. «Che?»

Quella voce confusa lo riportò alla realtà. Trasalì irrigidendosi e sollevò di scatto la testa. «Cosa?» riuscì solo a ribattere con falsa disinvoltura perturbata da imbarazzo.

La ragazza tentò inutilmente di dimenarsi, ma la tensione del lenzuolo le impedì di assestargli un calcio in mezzo alle gambe, risultando in poco più che una carezza. «Cazzo, Ray, levati o ti tiro una testata sul naso e poi ti strappo la giugulare a morsi per davvero!»

«Va bene.» Allentò la pressione su di lei, ma di poco, un po' perché non voleva lasciarla andare, ma soprattutto perché temeva la vendetta che avrebbe attuato una volta libera. La sua parlantina nervosa accorse in aiuto: «Però sei stata tu ad assalirmi mentre dormivo, mi sono solo difeso... quindi siamo pari!»

Si sforzò di ignorare il ringhio che lei emise digrignando i denti verso il suo viso.

La mente gli giocava ancora brutti scherzi, non riusciva a decidere se essere spaventato o eccitato dalla situazione, e sentirla dimenarsi contro il suo corpo non era d'aiuto.
La guardò un istante negli occhi traboccanti d'ira, così vicini che non riuscivano neanche a fargli paura.
Si sforzò di spostare lo sguardo sul cuscino o avrebbe rischiato di fare qualcosa di ancora più stupido del già folle immobilizzarla lì. «È inutile che ringhi. La pareggiamo qui e amici come prima, ok?»

Lei emise un sonoro sbuffo, che infrangendosi sulla pelle del giovane gli provocò un altro eccitante brivido facendogli tendere i muscoli e serrare la mascella.
«Va bene, Ray. Ma solo perché è il tuo compleanno.»

A quelle parole lui recuperò la lucidità, «Oh...» Rimase un attimo interdetto, il trambusto gli aveva fatto dimenticare quel dettaglio.

«Allora, ti levi, cazzo?»

Si scosse e si tirò indietro fino a sedersi sulle proprie ginocchia.

Eve appena ne ebbe la possibilità si sfilò dal lenzuolo e si buttò offesa a gambe incrociate sul cuscino. Rimase a testa bassa a mugugnare mentre cercava di stirare la busta che le si era accartocciata in mano.

La osservò imbarazzato dai piedi del letto, con una mano a spettinarsi i capelli sulla nuca. «Che fai, Eve?»

In risposta ottenne solo un borbottio indistinto.

La incalzò di nuovo: «Cos'è?»

Lei sbuffò e finalmente sollevò la testa per scoccargli uno sguardo strano, tra l'offeso e il dispiaciuto. Stese di scatto il braccio verso di lui fino a esibirgli la busta stropicciata sotto il naso. «È il tuo regalo... Buon compleanno, eh...»

Daniel si illuminò in un sorriso. «Grazie!» Le prese la carta di mano e la fissò riconoscente, «Posso abbracciarti?»

«Non ci provare! Mi pare tu mi abbia già abbracciata abbastanza per oggi!»

Ridacchiò, per nulla sorpreso dalla risposta, e si spostò carponi sul letto per sedersi contro il muro, più vicino a lei, ma comunque a distanza di sicurezza per non farla innervosire ancora di più.
Le regalò un gran sorriso e aprì la busta, da cui tirò fuori alcuni fogli.
I primi erano due biglietti aerei, destinazione Orlando, Florida.

Una lampadina si accese subito nella sua testa e le scoccò un'occhiata sognante, «No, non dirmi...»
Lei aveva un sorrisetto spavaldo stampato in viso e rispose a quella domanda inespressa con un ampio cenno di assenso del capo.
Abbassò di nuovo gli occhi sulle mani e lesse speranzoso il seguente foglio.
«Disney World! Sì!» esplose in un urletto di gioia e, mentre lei era distratta ad annuire con orgoglio con le mani premute sui fianchi, le scattò addosso e la abbracciò premendola contro la testata del letto.

Eve si ritrovò di nuovo con il mento contro il suo collo, ma si trattenne dal difendersi a morsi, questa volta. Si limitò a mugugnare senza opporre resistenza, mentre tentava di far riprendere ritmo al respiro che come sempre si era all'istante mozzato per quel calore inaspettato.

«Grazie, Eve.» Il sussurro del giovane le solleticò i capelli, poi la lasciò andare e si rimise seduto contro la parete accanto a lei. «Quando ci andiamo?»

«Quando ci vai, vorrai dire...»

«In che senso?»

«John mi ha fatto notare che poteva risultare un regalo un po' egoistico se avessi dato per scontato che venivo anch'io...» Sbuffò infastidita. Parlava con voce meccanica, quasi stizzita, mentre recitava quelle parole di cui pareva tutt'altro che convinta, «quindi lì ci sono biglietti per due. Partenza questo venerdì, ritorno domenica notte... Portati pure chi vuoi...» Non riuscì a trattenere un lieve mugugno, «ai parchi Disney: Magic Kingdom e Epcot...»

«Tu non ci vuoi andare?»

«Certo che voglio andarci! Ho anche preso i biglietti costosissimi con il fast pass per saltare tutte le file ed evitare quell'insopportabile massa di gente!» Eruppe stizzita, per poi darsi subito un contegno e tornare a essere forzatamente neutra: «Ma quando ho chiesto le ferie a John, mi ha detto che sarei sembrata egoista se-»

Daniel si sforzò di non ridere vedendola così e decise di divertirsi ancora un po': «Grazie, Eve! Chissà se Tom ha voglia di venire con me...»

Lei stava ancora recitando la parte della brava bambina ubbidiente che cerca di convincere Babbo Natale a regalarle un pony, a quelle parole, però, il suo viso si trasformò in una smorfia di rabbia. «Tom?» gracchiò stizzita, tentando invano di non accompagnare quel nome a una serie infinita di insulti.

Lui annuì convinto un paio di volte, poi non riuscì più a trattenersi e scoppiò a riderle in faccia. «Dovresti vedere la tua espressione! Dai, Eve, ora non serve che progetti come ammazzarlo entro venerdì... Certo che ci vado con te a Disney World! Come se avessi una qualche alternativa!»

La ragazza incrociò offesa le braccia al petto, «Guarda che se voglio ci vado anche da sola, eh...»

«Ma io non te lo lascio fare!» Le scoccò un enorme sorriso sornione, «Tanto ormai hai già preso ferie, no?»

«Sì. Ma-»

«E allora vedi che non ho scelta! Oppure tu non hai scelta... vedila come preferisci!» Le scattò di nuovo incontro per un abbraccio a tradimento, ma lei fu più veloce e gli puntellò le mani sulle spalle, tenendolo a distanza con le braccia tese, ancora con quello sguardo offeso stampato in volto.

Daniel non oppose resistenza e continuò a ridere, «Grazie del regalo, Eve! E tutto sommato anche gli auguri non sono stati niente male!»

Se ve lo state chiedendo: no, non so quand'è il compleanno di Ray, non l'ho ancora deciso e non so se riuscirò mai a scegliere una data reale.

(aggiornamento di qualche mese dopo: Ray è così solare e amichevole che lo vedo bene nato ad agosto.. . Un leone, perché no?!🤔 butterei lì un 8 o 18, solo perché mi piacciono come numeri... Ma nulla di certo o definitivo. E questo comunque mi sballerebbe tutta la timeline, ma vabbè, tanto questo è solo un inutile capitolo bonus, quindi chissene! XD)

Il capitolo è messo qui perché l'ho scritto di getto e non sapevo se, dove o quando pubblicarlo, e dato che questo libro era fermo da troppo tempo ne ho approfittato... poi magari lo sposterò... chissà... Forse prima o poi mi verrà pure la folle idea di descrivere la gita a Disney World🤩.

Quindi questo è solo un ennesimo capitolo bonus nato per caso dall'idea di come avrebbe potuto Eve sdebitarsi per la "festa" di compleanno che le ha fatto Daniel. Se ancora non l'avete letta la trovate nel libro "Birthday special", un divertente capitolo bonus da diecimila parole.

⬇️

P.S. mi scuso per la lunga assenza, il proseguo del libro è in elaborazione e spero di poter iniziare a pubblicarlo prima possibile, appena avrò pronta almeno la prima stesura di tutta la prossima avventura.

Stay tuned!

^w^

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