Capitolo 1

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Una sera d' inverno, una famiglia benestante aveva appena terminato di consumare la cena. La mamma, cessate le pulizie, alzò gli occhi verso l' orologio appeso sul camino del soggiorno. Lo riusciva a vedere dalla sua cucina ricca di arredi.

Improvvisamente nella casa si udì un grido, spezzando il delicato silenzio che veniva incrinato dalla voce della televisione:

-" Ragazzi, è ora di andare a letto!" -.

Dall' altra parte della casa si elevò un secondo grido, andando a disturbare le orecchie del povero papà che ero intento scrupolosamente ad osservare le notizie sportive, che mai davano notizie seriamente interessanti per cui valesse rispettare un religioso silenzio.

-" Mamma! Noi non vogliamo andare a letto, c'è Superman in televisione!" -.

La mamma, non potendo andare direttamente lei dai figli in quanto ancora occupata con il da farsi, lanciò un furioso richiamo con un cenno di tosse, rivolgendosi al povero marito.

Il marito, attizzando le orecchie, si accorse del colpo di tosse della moglie e distogliendo lo sguardo dalla televisione, rivolgendolo alla porta come se fosse diretto altrove, disse prontamente:

-" Bambini, andate a letto! Ascoltate la mamma!" -.

-" Ma non abbiamo sonno!" – risposero velocemente i bambini, da una stanza chissà dove nell' immensa casa.

La madre lanciò una seconda occhiata nei confronti del marito.

Per tutta risposta non si mosse minimante dalla poltrona, era fisso con lo sguardo rivolto allo sport.

Allora volò uno strofinaccio per la stanza e si andò a depositare bruscamente sul volto del marito.

Rimase scioccato.

La moglie senza nulla dire, torse il collo in direzione della porta, come se gli chiedesse di raggiungere i bambini. Il marito lo capì, sbuffò qualche secondo, spense il televisore con suo grande rammarico e andò dai bambini, mentre la madre continuò a pulire la tavola, i piatti e il resto della stanza, per tutto il resto della durata della nostra storia.

Il marito percorse qualche stanza del casa, superato qualche corridoio finalmente giunse nella camera dei piccoli.

I bambini giocavano in piedi sul letto. Facevano la lotta con i cuscini.

-" Vinco io!" – disse uno dei due bambini.

Prontamente il padre, fece un colpo di tosse e sorridendo entrò in stanza, interrompendo il gioco: -" Coraggio, piccoli è ora di andare a dormire!"-

-" Ma noi non siamo stanchi, vogliamo giocare!" – rispose con voce dolce uno dei due.

-" No. Niente da fare" – disse fermamente il padre –" Bisogna che andiate a dormire, è tardi. Sono le nove inoltrate! Domani avete scuola, piccoli. E' il primo giorno e la mamma vuole che siate preparati per il gran giorno." -.

I bambini fecero un lungo e profondo sospiro, come se si fossero rassegnati.

-" Vi siete lavati?" – chiese a gran voce la madre dall' altra parte della casa.

Dato che nessuno rispondeva, dopo qualche istante, il marito da bravo genitore qual'era ripeté la domanda.

-" Sì!" – risposero a gran voce i pargoli.

In quel momento, ormai stufi di lottare per poter giocare ancora, i due piccoli si diressero a letto. Avevano la stanza disposta con al centro un immenso piano di giochi: macchine, soldati, costruzioni di lego depositate su un tappeto che aveva rappresentato su di esso una città, con le sue case, le sue vie e perfino i semafori con i pedoni!

Ai lati della stanza, a destra e sinistra, vi erano i letti. In fondo invece si trovava una grande scrivania, sopra il quale c'era di tutto e di più.

Il solito casino, s' intende.

Il padre li mise a letto, rimboccò loro le coperte e poi, dopo il bacio della buonanotte, fece per andarsene.

Quando finalmente il padre pensò di poter tornare al suo amato sport, ecco la voce dei bambini irrompere nuovamente, proprio mentre teneva la mano poggiata sull' interruttore della luce:

-" Leggici una storia, papà!" – dissero.

-" Va bene, ma solo una!" – rispose rassegnato.

I due esultarono felici.

-" Che storia vi racconto? Che libro prendo?" – domandò loro.

-" Nessuno!" – rispose uno dei due – " Inventane una tu!" – proseguì l' altro.

Il padre allora raccolse uno sgabello dal fondo della stanza appoggiato a dei mobili di fianco all' immensa scrivania e iniziò a raccontare la storia.

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