Capitolo 2

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In un epoca sconosciuta, lontana da questa, dove tutto era immerso nel futuro, viveva una ricca signora che aveva tutto ciò che si potesse desiderare.

Aveva avuto fama, fortuna e ricchezza. Viveva nel lusso sfrenato e le sue case erano tantissime, sparse per i luoghi più lussuosi della terra.

Un giorno tuttavia, in giovane età, il marito morì di un male sconosciuto, prima ancora che i due potessero avere una prole.

La donna ne rimase distrutta, così tanto da decidere di rintanarsi in casa e mai più avrebbe rivolto la sua parola o il suo sguardo ad anima viva.

Qualche mese dopo, ricevette a casa una lettera del marito defunto, che aveva chiesto al pastore della comunità di mandare alla moglie quando lui sarebbe morto.

La donna scontrosamente aprì la buca delle letture, fissa sulla porta in un cestello. Prelevò la lettera e la portò dentro, senza fornire alcun invito al povero postino fuori dal cancello che affacciava su un meraviglioso giardino andato in rovina e trascurato.

Lesse a gran voce la lettera:

-" Cara, mi dispiace averti abbandonata così prematuramente, spero non ti abbia dato dolore. Con te vicino la vita era fantastica, io e te all' inseguimento dell' orizzonte e oltre. Non c'era tempesta, neve, digiuno e forza superiore in grado di ostacolarci. Eravamo i padroni di ogni crocevia e contrada, re e regina del mondo. Ci sentivano superiori per il semplice fatto di che vivevamo il giorno alla spera in Dio e avevamo ogni giorno ciò che ci serviva." – .

La donna non proseguì a leggere per più di metà lettera, quando l' occhio le cadde su un dettaglio:

-" Ho infine deciso di lasciare la tua eredità in una vecchia casa di famiglia, un granaio per la precisione, immerso nella palude nera dall' altro lato del mondo, ai suoi confini. Se desideri avere le ricchezze e goderti una vita di lusso, fin laggiù dovrai dirigerti." -.

Appena ebbe finito di leggere, sbuffò amareggiata.

Preparò le valigie in quattro e quattr'otto. Poi, lasciò del cibo e acqua al suo fedele gatto, quanto bastasse per una settimana.

Non voleva metterci tanto così partì subito. Aveva imparato a nutrire un odio profondo nei confronti del mondo.

Aprì la porta, uscì di casa salutando il gatto con un cenno della mano e poi sbatté violentemente la porta, facendo gran baccano. Fu così assordante il rumore della porta da far uscire la vicina, che vedendo l' incredibile scena, disse sorridente, affacciandosi alla staccionata:

-" Buongiorno, vicina! Che bel tempo oggi!" -.

-" Sì.. buongiorno.. buongiorno.." – ripeteva lei borbottando, come se fosse Brontolo dei sette nani.

Aveva un muso lungo, superò il cortile e se ne andò lungo la strada principale con destinazione il nulla.

L' ignoto.


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