27 novembre 2017

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Sabato mattina, finalmente era arrivato il compleanno di Bucky.

'Buongiorno, Sergente! Come ci si sente più vecchio di un anno?'.

'Che razza di auguri, ragazzina! Sei una maleducata!'.

'Io sono una maleducata ma tu sei in ritardo! Da quando hai ripreso a dormire fra guanciali di piume, non ti svegliano neanche le cannonate!'. Rise.

'Ho molti arretrati ed in tanti campi' le fece, malizioso 'vieni qui, facciamo l'amore, ho tanta voglia...'

'Avrai il tuo regalino, lo prometto ma non ora. Dobbiamo andare a pranzo con Steve e Sharon'

'Non mi va. Ultimamente, vanno meno d'accordo del solito e quella ragazza...sarò cattivo...non la sopporto più'.

'Mi dispiace, oggi dovresti fare quello che desideri. Rogers rimarrebbe malissimo però, sai quanto ci tiene a festeggiare con te'.

'Hai ragione, mi preparo' volò in bagno.

Uscirono, veloci.

'Ho preso io le chiavi della tua macchina' gli disse.

Strano, rifletté Buck, non lo faceva mai...andavano di fretta, meglio così.

Quando arrivarono al parcheggio, la sua jeep non c'era più. Pensò, sulle prime che gliela avessero rubata...dopo guardò meglio.

Al suo posto, un SUV BMW, color canna di fucile metallizzato. Nuovo di zecca, con un fiocco bianco, incollato sul vetro davanti. E un cartello enorme con scritto "AUGURI SERGENTE BARNES".

Sgranò gli occhi e fissò Rafflesia, stranito.

Lei gli passò un mazzo di chiavi, gridando 'Buon compleanno!'

'Ragazzina, che diavolo significa?'.

'È il tuo regalo!'.

'Non posso accettarlo, è troppo, è insensato...sei folle' aveva un viso...come un bambino in difficoltà, contento e spaventato insieme. Tenero, da morire.

'Certo, sono pazza, ma di te! Devi accettarlo, ti prego, l'ho fatto col cuore. I soldi non servono a nulla se non puoi usarli per fare felici le persone che ami'. Lo disse tanto accorata e decisa che Buck non seppe cosa rispondere... gli aveva detto che lo amava, a modo suo...

'Aprila, entra e dimmi che ne pensi, per favore'.

Lui usò il telecomando agganciato alla chiave. Tolsero il fiocco ed il cartello, che Bucky mise via, scrupolosamente.

'È fantastica...'le mormorò, non appena si sedette al volante.

'Mi ha aiutato Steve per la sorpresa ed a sceglierla. Abbiamo optato per un modello col cambio automatico, potrai guidarla anche con un braccio solo, senza ucciderci! Mi aveva anticipato che avresti fatto le solite storie all'inizio, e che poi ti saresti sciolto...ti conosce, perfettamente'.

'Avete scelto bene...non ho mai avuto niente di così bello, è un'auto incredibile...grazie!'. Non riusciva a crederci.

'Sono contenta che ti piaccia!'

'Amore...niente di così bello...tranne te...'.

'Lo so!'.

'La prima cosa che voglio fare su questa auto nuova è ...'. La strinse all'improvviso e le diede un bacio appassionato. Non sapeva nemmeno cosa dirle, era emozionato, felice, con lei era sempre tutto perfetto...l'amava, da sempre, in maniera viscerale, ma più il tempo passava, più la sentiva vicina, più erano legati, indissolubilmente...

Girò gli occhi e, nel guardare sul sedile posteriore, vide i loro due zaini, pieni.

'Quelli che ci fanno lì?'.

'Ho un'altra sorpresa per te! Dopo il pranzo, andremo al mare...Il tempo, a fine novembre, non è il massimo, ma non è colpa mia se sei nato in un mese tanto assurdo! Comunque...ho riservato una camera in un posto favoloso, per la notte'.

James la osservò...'Tu sei favolosa, amore mio, e questa giornata è iniziata in maniera favolosa, per merito tuo!' mormorò, mentre metteva in moto.

*

Steve aveva prenotato nel ristorante preferito di Bucky, a Brooklyn, ed il pranzo era stato piacevole e veloce. Nonostante qualche scemenza di Sharon sull'auto nuova, anche la conversazione non si era rivelata drammatica. Rafflesia aveva provato a concentrare l'attenzione dei commensali su argomenti neutri e poco spinosi, per non far innervosire il suo ragazzo.

Si erano salutati, nel primo pomeriggio.

'Finalmente...sei tutta per me. Dove andremo?'

'Guarda tu stesso! Inserisco l'indirizzo nel navigatore!'.

La ragazza digitò il riferimento dell'albergo che aveva prenotato, una piccola struttura a gestione familiare sulla spiaggia degli Hamptons, la stessa dove erano andati, insieme, mesi prima.

'Spero ti piaccia, per ventiquattr'ore era troppo complicato scegliere una località più lontana'.

'Ottima idea, siamo stati bene lì e...'

'E?'.

'Era il primo giorno che abbiamo fatto l'amore...'. James era sempre così romantico.

'Già...quando hai tenuto su il braccio, talmente tanto tempo, da finire quasi all'ospedale, vero Sergente Barnes? Ti ricordi solo le cose belle...'.

'Tu sempre le brutte...oggi è il mio compleanno, per cui devi darmi ragione su tutto e fare quello che voglio, ragazzina...' le prese la mano e la bacio, all'interno del polso. Rafflesia sospirò 'Va bene, hai vinto, mi arrendo!'.

Lui concordò, quando arrivarono; aveva optato per un albergo piccolo ma fascinoso, in stile marinaro. Visto che non c'erano molti ospiti, gli avevano riservato una stanza con vista mare, da cui si accedeva alla spiaggia privata.

'Facciamo una passeggiata, il tempo ancora regge! Sempre se ti va'.

Avrebbe dovuto decidere lui cosa fare, ma non riusciva mai a dirle di no.

'Certo'.

Si tolsero le scarpe e, con indosso le giacche a vento, camminarono a lungo, i piedi nell'acqua freddissima dell'oceano. Abbracciati.

'C'è tanto vento, ragazzina, non è che ti ammali? ' In effetti, le raffiche aumentavano. 'É meglio rientrare'.

Rafflesia, appena in camera, preparò un thè caldo, per entrambi, per riscaldarsi.

'Eccoti servito, thè e biscotti. Come due anziani...'. Gli passò una tazza.

'Mi piace il thè'.

'Ti pareva, alla tua veneranda età non c'è da stupirsene!'.

L'uomo inzuppò un biscotto nella tazza e ne mangiò metà, poi le avvicinò la restante parte alla bocca.

'Mi ricorda una certa tartina, su una terrazza, solo io e te...'.

La ragazza, dopo aver inghiottito il boccone, gli bloccò la mano e se ne portò l'indice alle labbra, per succhiarlo, appassionata.

Buck finì il thè, con un unico, lunghissimo sorso, per sbrigarsi.

'Voglio il mio regalo, quello vero' le disse, perentorio, mettendosi sopra di lei, mentre si toglieva il maglione.

'Pensavo che, per oggi, i regali da scartare fossero finiti, Sergente...non ti bastano mai?'.

Iniziò a slacciarle i bottoni della camicia, in fretta 'No, amore, non mi basti mai...mai...'.

La spogliò, velocemente e si denudò ancora più in fretta. Rafflesia si alzò a sedere, per aiutarlo a togliere la protesi, oramai era diventata più brava di lui in quello e quando si amavano, a volte era un ostacolo. La poggiò ai piedi del letto, per tornare a dedicarsi al compagno, la bocca appiccicata alla sua...lo stimolò decisa fra le gambe, con movimenti vigorosi...Bucky gemette, a voce alta...'Fai piano, ragazzina...voglio che duri più a lungo possibile...'.

'Ho tanta voglia io, Sergente...ti voglio, adesso...' ribatté, presissima.

'Allora girati e mettiti subito in ginocchio' la invitò.

Ubbidì e lo senti affondare dentro di sé, senza alcun indugio...spingeva, aggressivo e impetuoso...'Rafflesia, amore, quanto sei stretta, stasera...mi stai facendo già venire...e mi stai facendo impazzire...'. Voleva rallentare, ma proprio non poteva...il suo desiderio confluì, improvvisamente, nella sua donna...

'Tu a me...' sospirò, travolta da un piacere interminabile.

*

Bucky volle ordinare la cena in camera.

'Sei un pigrone, invece di portarmi in qualche locale caratteristico, mi fai mangiare in stanza...una tristezza...ho acconsentito solo perché è la tua giornata'. Rafflesia lo rimproverò.

'Non intendo alzarmi da questo letto e neanche far alzare te, fino a domattina! Non se ne parla!'.

Al momento del dolce, gli disse di aspettare. Aveva comprato tre candeline colorate, azzurre, e voleva che le soffiasse, assolutamente. Erano solo tre, a forma di numero...aveva fatto il calcolo dal 1917... cent'anni, un secolo, un compleanno da festeggiare, in grande...come stavano già facendo...

'Sono proprio carine... infantili, da ragazzina un po' troppo spiritosa, direi'.

Lei rise. 'Soffia, per piacere, ed esprimi un desiderio'.

Lo fece, rimirandola, con la coda dell'occhio.

'Adesso spezzale, porta fortuna'.

'Non lo sapevo...' le ruppe con la destra.

Dopo aver mangiato anche il dessert, la ragazza sgomberò il letto dalle stoviglie e le mise sul carrello, che posizionò fuori dalla porta della stanza.

'Spegni la luce e vieni vicino a me' le chiese Buck. Gli si coricò affianco.

Le tende non erano tirate e, abbracciati nel letto, guardavano, fuori dalla finestra, l'infrangersi delle onde del mare e la luce della luna piena, che vi si rifletteva. Uno spettacolo incredibile.

Rimasero in silenzio, ad ascoltare il rumore della marea ed i battiti dei loro cuori.

Rafflesia si voltò verso James e gli carezzò il volto.

'Sergente Barnes...guardami! Devo confidarti una cosa importante!'.

'Uhm? Sì, che c'è?'.

'Ti amo...'. Era così ingenuamente tenera e dolce, mentre lo diceva che lui pensò di impazzire per la felicità. 'Lo so, ragazzina', rispose, alla sua maniera, tentando di nasconderle il proprio turbamento, inutilmente.

'James, amore mio...Era questo il desiderio che hai espresso prima?'.

'Sì...'mormorò l'uomo, con sincerità, gli occhi umidi della gioia più grande che avesse mai assaporato.

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