(Marco) Acchiappafantasmi

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- Marco... -

Aprii gli occhi a fatica. Non avevo idea di che ora fosse, ma ero certo fosse ancora presto dato che dalle tapparelle non filtrava nessun bagliore.

- Non si dorme proprio, stanotte - farfugliai, cercando i capelli di Maia al buio per poterla accarezzare. Li trovai accanto a me: Maia aveva la testa appoggiata al mio cuscino.

- Vuoi dormire? - mi chiese, ed era una domanda seria. Ciononostante, la trovai divertente.

- È quello che si fa di solito di notte... -

Lei cercò, trovandolo subito, il mio corpo. L'abbracciai immediatamente, perché avvertii la sua urgenza di essere rassicurata. Non disse nulla.

- Cos'hai? - le chiesi.

Sentii le sue ciglia solleticarmi il collo.

- Mi mancava. -

- Che cosa? -

- Dormire con qualcuno. Non essere sola di notte. -

All'improvviso l'idea di saperla sola nelle notti future mi sembrò insopportabilmente ingiusta. La strinsi più forte, ma non dissi nulla. Valutai, ovviamente, la possibilità di dirle che poteva dormire con me quando lo desiderava, ma non ero certo che fosse quello che aveva bisogno di sentirsi dire. Non ero nemmeno certo che fosse quello che volevo io. O forse ne ero certo, ma troppo coglione per ammetterlo.

- Tu non ti senti mai solo, di notte? -

Optai per la sincerità.

- No. La notte è il momento in cui sono meno solo, sebbene sia stato finora quello in cui avrei voluto esserlo. -

Sapevo che non avrebbe frainteso. Ma sapevo anche che avrebbe voluto sapere di più.

- Cosa ti tormenta?-

Iniziai ad accarezzarle i capelli. Mi rilassava.

- Adesso che sei qui, niente. -

Sentii i muscoli del suo volto allargarsi in un sorriso contro la mia spalla. Ero stato sincero.

- Sono il tuo acchiappafantasmi, doc - commentò. Pensai che fosse la metafora più azzeccata di sempre.

- C'è qualcosa che vuoi sapere? - le chiesi. Forse ero pronto. Forse il buio avrebbe reso tutto più semplice.

- Mi piacerebbe sapere tutto. Ma voglio sapere solo quello che ti va di dirmi. E solo quando riterrai giusto dirmelo. E se quel momento non dovesse mai arrivare, non sarà un problema. Il presente è la sola cosa che conta più del futuro, doc. Chi se ne fotte del passato. -

- Il mio passato non è del tutto slegato dal mio presente. -

- È questo che ti preoccupa? -

- Sì. -

- Non devi. Se vorrai, ti aiuterò a far sì che il tuo futuro vada su un binario autonomo rispetto al passato. Altrimenti, provvederai da solo. Se non sarai in grado di farlo e non mi permetterai di aiutarti, non invecchieremo insieme. Io tornerò a sentirmi sola di notte. E tu a desiderare di essere lasciato solo dai tuoi fantasmi. Ma adesso... adesso io non sono sola e tu non sei con i tuoi fantasmi. E il presente è la sola cosa che conta più del futuro. -

Quello che ti ha lasciata uscire dalla sua vita deve essere davvero fuori di testa.

Mi girai su un fianco, mettendo Maia in condizione di trovarsi a pancia su. Era troppo buio per vedere la sua espressione. La baciai a lungo, per cementare dentro di me la pace interiore che sembrava emanare quella donna.

Maia infilò la mano nei pantaloni del mio pigiama. Facemmo l'amore di nuovo. Ci fermammo definitivamente solo quando ci ammonì un lieve bagliore proveniente dalle feritoie della tapparella.

A quel punto dormimmo fino alle prime ore del pomeriggio, momento in cui entrambi fummo costretti a tornare separatamente alle nostre vite.

SPAZIO AUSTRICE

Mmmm... Marco non si è sbottonato granché sulla questione fantasmi.
Mah, vediamo cosa accade nei prossimi capitoli?
Vi va di seguirmi?



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