24. La mia debolezza

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Il demone le diede un'ultima occhiata ed estrasse dal fodero di cuoio, che aveva legato in vita, una spada in ferro e la protese verso il cielo, richiamando l'attenzione dei soldati.

«Cadetti, in posizione!» urlò Damien con fare deciso. Yul, ancora a terra, si alzò di scatto e diede uno spintone deciso alla fata, mentre borbottava qualcosa. Ignorandolo, Sunshine si mise in fila accanto agli altri soldati, seguendo l'ordine che era stato assegnato. Tutti i cadetti erano più alti di lei e si sentiva quasi scomparire fra quelle spalle imbardate che la circondavano. Anche lei aveva indossato l'armatura, ma la sua era decisamente differente dal lucente metallo degli altri soldati. Forse, Damien aveva scelto un'armatura in cuoio per non appesantirla troppo.

«Il Gran Cavaliere Castiel è in missione...» annunciò Damien cominciando ad avanzare davanti alla fila ordinata di uomini. «Pertanto, sarò io ad allenarvi fino al suo ritorno.»

«Non ci sarà alcun trattamento di favore.» si fermò davanti a Sunshine, guardandola per un istante. «Attaccare la mia apprendista non sarà considerata una mancanza di rispetto, quindi vi invito a farlo.»

La fata sussultò stranita, mentre decine di occhi si voltavano verso di lei a fissarla. Non si aspettava di certo un trattamento di favore e non l'avrebbe nemmeno accettato, ma c'era davvero bisogno di invitarli ad attaccarla? Guardò con la coda dell'occhio Yul, poco distante da lei, e lo vide sogghignare.

"Damien, te la farò pagare!" pensò a denti stretti, continuando ad ascoltare il demone.

«Prima di iniziare l'allenamento con le spade, valuterò la vostra resistenza.» indicò dei sacchi affianco alle recinzioni in legno che delineavano il campo di allenamento. Damien sollevò con una mano due sacchi, da cui scivolarono alcuni granelli di sabbia che gli impolverarono gli abiti. «Sono stregati con la magia.» li lanciò in aria e caddero con tonfo.

«Ogni sacco, ha lo stesso peso di due uomini adulti, prendetene uno e iniziate a correre.»

Senza esitazione, gli uomini in fila iniziarono a correre per accaparrarsi un sacco. Alcuni se li sistemarono sopra le spalle, altri lo presero fra le braccia come se fosse un bambino. In pochi minuti, Sunshine rimase l'unica a non aver ancora preso il sacco. Si avvicinò alla pila di quelli rimanenti e toccò il tessuto ruvido, riempiendosi le mani di polvere. Provò a sollevare il sacco con due mani, senza successo. La fata guardò le sue braccia esili, non abituate allo sforzo che le era stato chiesto di compiere. Tentò di nuovo di sollevare il sacco e lo tirò a sé con tutte le sue forze, spostandolo solo di pochi centimetri. Ma era già sfinita. "Non riuscirò mai a farcela!" constatò, mentre inspirava profondamente cercando di riprendere fiato. Si voltò verso Damien, sperando che lui le desse qualche consiglio ma si limitò ad ignorarla, continuando a guardare gli altri cadetti che correvano lungo il campo di allenamento. Fecero un paio di giri, mentre Sunshine cercava invano di sollevare quel maledetto sacco. Flesse le ginocchia, piegando la schiena per fare leva sulle gambe, mentre con tutta la forza che aveva in corpo cercò di trascinarlo verso di lei. Si spostò anche stavolta di qualche centimetro, ma fu abbastanza per destabilizzare la pila di altri sacchi che per poco non le caddero addosso. «Gra... grazie.» balbettò Sunshine, quando si accorse che il demone aveva alcuni sacchi in mano ed era stato lui ad impedire che la schiacciassero.

Lui non rispose, limitandosi a darle un'occhiataccia piena di disappunto. «Basta così. Passiamo al prossimo allenamento.» gridò agli uomini, che lasciarono andare all'unisono i loro sacchi. Si rimisero in fila, coperti di sabbia misto a sudore e osservarono in malo modo Sunshine, che nemmeno era riuscita a fare un giro del campo. La fata abbassò lo sguardo e strinse i pugni, consapevole di meritarsi quelle reazioni. Damien aveva detto che non le avrebbe fatto alcun trattamento di favore, eppure aveva interrotto l'esercizio a causa sua.

«Passiamo ai duelli, devo valutare la vostra abilità.» schioccò le dita e alcuni domestici arrivarono con delle carrette su cui erano state sistemate delle spade in legno.

«Sunshine.» la richiamò il demone. «Visto che non sei riuscita a svolgere l'esercizio precedente, sarai la prima a duellare.» La fata annuì e avanzò verso Damien, mentre alcune risatine si liberavano da dietro di lei. Prese una spada dalla carretta e si stupì di sentirla più pesante di quella che aveva utilizzato con Castiel. "Forse, anche queste sono state stregate." riflettè, afferrandola con due mani per bilanciarne il peso.

«Ora cerchiamo il tuo opponente.» la informò Damien, sistemandole la posizione delle mani sull'elsa. «Qualcuno si offre volontario?»

Una mano rapida si alzò fra la folla e prima ancora di vedere chi fosse il suo sfidante, Sunshine sapeva già contro chi si sarebbe scontrata: Yul ghignava, mostrando il buco del dente mancante, derivato dal loro scontro precedente in cui era stato scaraventato via dal demone.

«Ti concedo la rivincita, apprendista.» scoccò un'occhiata a Damien, con aria di sfida. «Questa volta, senza alcuna interferenza, spero.»

«Tranquillo, Yul. Stavolta, non avrai il tempo di attaccarmi alle spalle.» ribattè Sunshine «Ti consiglio di fare attenzione ai gioielli di famiglia.» aggiunse con un sorriso, provocando l'ilarità negli altri soldati che assistevano alla scena.

Yul corrucciò le sopracciglia e fece un'espressione seria, avvicinandosi con passi pesanti alla carretta. Afferrò una spada e l'agitò in aria senza fatica.

«Iniziate.» dichiarò Damien. Sunshine si mise in posizione di difesa, aspettandosi che Yul la attaccasse immediatamente. Invece lui si limitò a specchiare le sue mosse, concentrandosi sulla difesa come aveva fatto la fata. «Hai paura, apprendista?» chiese, facendo roteare la spada nella mano destra. Sunshine ignorò la provocazione, continuando a tenere gli occhi fissi su di lui. Dopo lo scontro con Castiel, aveva capito che non poteva permettere di distrarsi neanche per un secondo.

Yul sbuffò, consapevole che non sarebbe stata la fata a fare la prima mossa. «E va bene. Allora ci penso io a farti sbloccare.»

Corse incontro a Sunshine, puntandola direttamente con la punta in legno della spada. Lei avvicinò la spada al suo petto, preparandosi ad attutire il colpo in assenza dello scudo. La fata seguì il movimento degli occhi di Yul verso l'alto, aspettandosi un colpo in quella direzione. Piegò la gamba sinistra, portando la spada sulla sua testa. Invece, poco prima di far scontrare le loro lame, lui si spostò di lato, colpendole il bacino. Il colpo arrivò netto sul fianco di Sunshine, facendole mancare il fiato dal dolore. Yul l'aveva colpita proprio nel punto in cui era scoperta dall'armatura e la fata aveva sentito il legno rigido della spada scontrarsi contro la sua pelle. Con delle spade vere, sarebbe probabilmente morta. «Pensavo... pensavo fossi solo bravo a parole...» ammise Sunshine, annaspando in ginocchio. Strinse nel pugno la sabbia del campo di allenamento e conficcò la spada nel terreno, usandola come leva per aiutarsi a rimettersi in piedi. Una scarica elettrica le attraversò la parte sinistra del corpo, mentre leggeva il divertimento sul volto di Yul. Si era allontanato da lei e la guardava con sufficienza.

«E tu sei debole come ricordavo.» le rispose lui con un ghigno. "Forse, dovrei puntare tutto sulla velocità..." si disse la fata. Se non era in grado di batterlo in forza fisica, avrebbe dovuto almeno tentare di coglierlo di sorpresa. «Chiudiamo questa faccenda in fretta.» esordì Yul, preparandosi all'attacco. Scattò in avanti, correndo di nuovo in direzione di Sunshine. Prima che potesse colpirla di nuovo al fianco, la fata gli scagliò negli occhi la sabbia che aveva tenuto nel pugno fino a quel momento. Yul si coprì d'istinto il volto con la mano e Sunshine ne approfittò per colpirgli il retro del ginocchio destro, facendolo cadere sul terreno. Senza lasciargli il tempo di reagire, portò la lama della spada legnosa contro il collo di Yul, bloccandogli la testa e posizionandosi dietro il suo corpo per impedirgli di alzarsi. Lui tentò di afferrare il corpo della fata, che continuava a stringere la morsa sulla sua gola, provando a fargli perdere i sensi, soffocandolo. Cominciò a sbavare, nel tentativo di immettere aria nei polmoni. La fata sentiva la folla acclamarla e un senso di orgoglio si fece in strada in lei, mentre pensava di avere la situazione in pugno. Guardò in basso, incrociando gli occhi di Yul e, per un attimo, nel vedere i suoi occhi terrorizzati per non riuscire a respirare, lasciò la presa. Lui ne approfittò, riuscendo a sollevarsi dal terreno. Yul si gettò all'indietro con tutta la forza che gli era rimasta, facendo sbattere violentemente la schiena di Sunshine a terra. La fata sentì un dolore lancinante all'altezza delle costole e rigettò all'istante quello che aveva mangiato poche ore prima.

Yul iniziò a calciarla con forza sul fianco, mentre Sunshine tentava di proteggersi, rannicchiata sul terreno con le braccia intorno al petto. Non riusciva a controbattere, ogni volta che provava a muoversi un dolore acuto le attraversava il corpo, impedendole i movimenti. Scivolava sul suo stesso vomito, cercando di strisciare via dalla violenza dell'uomo.

"Aiut...ami..." Sunshine allungò la mano verso Damien che fino a quel momento aveva assistito al combattimento e si aspettava che anche questa volta lui sarebbe venuto in suo soccorso. Ma lui non lo fece. La guardò contorcersi sul terreno per un istante e poi spostò lo sguardo verso Yul, facendogli un cenno. Poi il demone si voltò di schiena, allontanandosi da lei.

«Sogni d'oro, apprendista.» si voltò, vedendo come ultima cosa il ghigno divertito di Yul che brandiva la spada in legno come se fosse una mazza. Infine, il buio.

Una leggera brezza spostò alcuni riccioli di capelli rossi sul viso della fata, che si svegliò con una fastidiosa sensazione di solletico sotto al naso. Aprì gli occhi, voltandosi verso la finestra aperta giusto in tempo per vedere il Sole scomparire all'orizzonte. "Ed eccomi di nuovo in un letto sconosciuto..." si disse, portandosi la mano sulla testa dolorante. Aveva una fasciatura fra i capelli che le stringeva la testa nel punto dove era stata colpita da Yul.

«Ti sei svegliata.»

Sunshine si girò piano, scorgendo il demone in piedi, poco distante dal letto, che la fissava. «Mi hai portata tu infermeria?» chiese la fata, riconoscendo i letti bianchi e gli scaffali piedi di erbe medicinali che aveva visto qualche giorno prima quando vi avevano portato Silton. Sollevò la schiena per vedere se ci fosse ancora l'elfo sdraiato da qualche parte ma, oltre a lei e il demone, non sembrava esserci nessun altro.

«E' finito l'allenamento?» chiese la fata, provando ad alzarsi. Una fitta di dolore improvvisa al fianco la costrinse a sdraiarsi di nuovo.

«Sunshine.»

Damien richiamò l'attenzione della fata con un tono serio. Si avvicinò a lei, abbassando la testa per poterla guardare negli occhi. «Hai una costola rotta e una ferita alla testa. Anche con le migliori pozioni curative ti ci vorranno almeno due giorni per recuperare.» la informò il demone. «E questa era solo una prova...»

«Cosa intendi?» domandò Sunshine corrucciando il sopracciglio.

«Sei debole. In un vero scontro, moriresti sicuramente.»

Sunshine sbuffò, distogliendo lo sguardo e osservando fuori dalla finestra il campo di allenamento ormai deserto. «Non c'è bisogno che tu me lo dica, ne sono consapevole, altrimenti non sarei qui.» rispose acida.

«E' per questo che hai deciso di allenarmi, giusto? Per farmi diventare forte abbastanza da poter controllare la mia maledizione e...»

«No.» la interruppe Damien, prendendole il mento fra le mani e costringendola a guardarlo negli occhi.

«Sei troppo debole.» le sibilò ad un soffio dalle sue labbra. «Non puoi essermi utile.»

Lasciò andare di scatto il mento della fata, dandole le schiena. Sunshine era rimasta spiazzata e non sapeva cosa rispondere. Gli occhi del demone non le erano mai sembrati così scuri e le parole che aveva sputato con così tanta cattiveria non le avevano dato modo di reagire.

«Torna al tuo villaggio, sei ancora in tempo.» esclamò Damien, avviandosi verso l'uscita. La fata scese dal letto, afferrando il demone per il braccio e strattonandolo per farlo fermare: «Aspetta, posso diventare forte!» cercò di spiegare, mentre un tono di voce stridulo si impossessava della sua voce. Non le importava più che lui volesse solo usarla, erano i loro accordi fin dall'inizio. Gli avrebbe concesso tutto il potere che desiderava, se solo avesse accettato di starle accanto.

«Siamo alleati, ricordi?» chiese, stringendo la presa sul braccio di Damien. Si rendeva conto di sembrare disperata ma, ormai, non era più in grado di controllare le sue emozioni. Sua nonna, Ninfea, Syver Adamantium, sua madre... Tutte persone con cui aveva un legame che, in un modo o nell'altro, erano scomparse dalla sua vita o avevano cercato di sfruttarla. Non poteva sopportare che Damien diventasse un altro nome sul suo elenco di abbandoni.

Il demone si voltò verso di lei, prendendole la mano con fermezza e Sunshine sorrise, credendo di essere riuscita a convincerlo.

«Vattene.»

Non la degnò nemmeno di un ultimo sguardo e uscì dall'infermeria, lasciando la fata con il braccio ancora teso in mezzo alla stanza vuota.

SPAZIO AUTRICE

Cosa ne pensate di questo capitolo? Già vi sento urlare "DAMIEN BRUTTOPEZZODEMMEEEEEEE" xD 

Perchè si comporta così il nostro demone? E' preoccupato? Non vuole zavorra fra i piedi? E' solo scemo? Chissà.

E poi purtroppo Sunshine è un po' sottona, però poverina, capiamola. Tutte le persone che amava, o che avrebbero dovuto amarla, sono scomparse dalla sua vita. Diciamo che ora ha il trauma dell'abbandono :(

Comunque come sempre grazie per i vostri voti, le letture e i commenti! ❤️ Ho fatto anche un nuovo trailer per la storia ma non so come fare ad allegarlo senza pubblicarlo su youtube rip (lo trovate sul mio profilo insta però)

AL PROSSIMO CAPITOLO BYEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE❤️

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