5. Il cavallo alato

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«Mira ma cosa...»

Fece per domandare, ma la fata era già sparita. Incuriosita, sollevò la lastra di legno e di fronte a lei si presentarono una serie di scale di pietra. Una fioca luce, insieme ad alcune voci che non riusciva a riconoscere, provenivano in lontananza dal sottosuolo.

«Non possiamo permettere che Dominous ottenga l'ampolla!»

«È solo una ragazza, non possiamo chiederle questo...»

«Accetterà, altrimenti dovremo costringerla con la forza.»

Sunshine drizzò le orecchie per tentare di capire l'argomento di quella discussione tanto accesa ma, nel farlo, perse l'equilibrio sugli umidi gradini in pietra.

Il tonfo rimbombò in tutta quella zona sotterranea e le voci cessarono per qualche secondo.

«Sunshine, sei arrivata? Vieni pure avanti.»

Fece come le era stato chiesto e si ritrovò all'interno di quella che sembrava una grotta. L'arco di ingresso volgeva in una stanza ampia e formata interamente di roccia, con il tetto a cupola da cui pendeva un lampadario su cui erano disposte diverse candele. Nonostante ci fossero diverse torce a riscaldare l'interno, si percepiva comunque molta umidità. Delle goccioline d'acqua cadevano dal soffitto ai piedi delle persone che, sedute ognuna sul proprio trono in marmo, fissavano Sunshine.

«Finalmente. Ti stavamo aspettando.» dichiarò una voce familiare. Sunshine sussultò quando si rese conto che era Kiro, il capo fatato del villaggio. Rimase ancora più sorpresa quando notò la figura tremante nascosta dietro di lui.

"Lumio. Lui è sopravvissuto." pensò Sunshine mordendosi l'interno guancia. Era il figlio del capo villaggio, era ovvio che fosse sopravvissuto. E, a giudicare dalla pulizia impeccabile dei suoi vestiti, non aveva probabilmente nemmeno partecipato alla battaglia. Sospettava che fossero nascosti in quel luogo da molto.

«Dovremmo evitare di perdere ulteriore tempo prezioso, già ne hai usato abbastanza per... riprenderti dal trauma.» incalzò Kiro, mentre si massaggiava la barba rada del viso con due dita. Non c'era neanche un filo di polvere sulle sue ali.

Sunshine lo fulminò con lo sguardo; almeno suo figlio aveva la decenza di tremare mentre il capo villaggio sembrava indifferente agli eventi delle ore precedenti.

Osservò le altre figure che circondavano Kiro e individuò fra esse Gherisa, il capo dei Centauri. Era una donna possente e la parte inferiore del suo corpo era ricoperta di ferite e cicatrici, alcune ancora fresche, altre più sbiadite e che a malapena si intravedevano sotto il suo manto grigio. Gli zoccoli erano sporchi di fango e uno di essi era crepato, quasi in procinto di staccarsi.

Le altre creature intorno a loro erano i consiglieri di entrambi le fazioni che abitavano nel villaggio ma francamente la fata non si era mai interessata ai loro nomi.

«Sunshine.» riconobbe in quel tono la voce che prima l'aveva invitata ad entrare, ma nessuno dei presenti aveva parlato.

Una leggera brezza fece oscillare le fiamme della candele e dei ticchettii acuti si espansero per la caverna. Una figura mistica emerse dall'ombra: un meraviglioso esemplare di Pegaso aveva appena fatto il suo ingresso nella stanza. Doveva essere alto circa due metri, perché sollevando la testa toccava quasi il soffitto della caverna e i suoi crini erano splendenti come il manto bianco del corpo.

La fata non poté fare a meno di sorridere mentre le lacrime avevano cominciato a solcarle il viso. Quante discussioni aveva avuto con sua nonna per convincere l'anziana che i cavalli alati fossero solo una leggenda.

"Invece avevi ragione tu, nonna. Come sempre."

«Sunshine.» ripeté di nuovo il suo nome, avanzando con cautela verso la fata. Nonostante le ali del Pegaso non fossero dischiuse, lo spazio all'interno della stanza era molto ristretto per la sua stazza e alcune piume bianche si erano incastrate alla parete della grotta durante il suo movimento.

«Mi dispiace molto per la tua perdita. Emellys era una fata amata da tutti. Non ci vedevamo da molti anni ma la consideravo una grande amica.» le parlò dolcemente il cavallo alato.

Sunshine rimase sorpresa da quell'affermazione ma prima che potesse fare alcuna domanda lo sbuffare di Kiro la interruppe: «Non credo che dovremmo stare qui a rinvangare il passato. E' il momento di spiegarle perché l'abbiamo fatta chiamare qui.» La centaura accanto a lui sospirò portandosi una mano sulla fronte, mentre il Pegaso riprese a parlare: «Tua nonna era la custode di un prezioso oggetto, il diario della Creatrice del Sole. Dopo averti trovato nel bosco mi rivelò che la Creatrice stessa le era comparsa in sogno, desiderando che lei lo tramandasse a te.» Sunshine rimase in silenzio ad ascoltare, già conosceva quella parte del racconto.

«Sospettiamo che quel diario contenga delle informazioni in grado di rivelarci la posizione dell'ampolla ma...» si interruppe e osservò i due capi villaggio. Fu la centaura a continuare: «Anche Dominous ne è a conoscenza. Ha ordinato l'attacco per riuscire ad impossessarsene. E ci è riuscito.» confessò con un filo di voce.

"Quindi mia nonna è morta per proteggere il diario. Anche se è stato tutto inutile." rifletté Sunshine straziata dall'angoscia. Il libro che aveva custodito con orgoglio per anni, era stata la causa della sua morte. Non riusciva a fare a meno di provare rabbia anche verso la Creatrice del Sole.

«E cosa volete da me?» domandò, non riuscendo ancora a comprendere l'esatto motivo per cui si trovasse lì.

«Tu, ragazzina, dovrai infiltrarti nel regno dei demoni e recuperare il libro. Dopotutto è colpa di tua nonna se è finito nelle mani nemiche.» Sunshine non si rese nemmeno conto di aver colpito Kiro finché non notò le sue nocche sporche di sangue e un dente dell'uomo sul pavimento. Si era avventata su di lui con una furia omicida e i consiglieri delle due fazioni cercavano di allontanarla dal capo fatato. «Sei solo un codardo! Mentre tu eri chiuso qui insieme a tuo figlio per salvarti la pelle, mia nonna era sul campo di battaglia! E' grazie a lei se non siete morti tutti!». Gherisa e il Pegaso fissarono la scena con aria dispiaciuta mentre la fata veniva immobilizzata a terra. Kiro la guardava furente con il volto tumefatto dal pugno, ma non le importava.

«Per favore, tu sei l'unica che può entrare nel castello di Dominous senza farsi scoprire. Sai usare la magia nera, nessuno sospetterà che sei in parte fata!» la implorò la centaura prendendo tra le sue mani quelle di Sunshine.

«E' un suicidio. Mandate me perché voi non avete il coraggio per intervenire.» dichiarò con un filo di voce la fata, appoggiando la testa sul freddo terreno della grotta. Era giunta alla conclusione che semplicemente volevano sbarazzarsi di lei nel modo più rapido possibile.

Il cavallo alato la squadrò con i suoi occhi neri e parlò, cercando di usare un tono calmo nel tentativo di tranquillizzare Sunshine: «Non morirai. So che è rischioso ma recuperare quel diario è l'unica soluzione. Dobbiamo scoprire l'ubicazione dell'ampolla e utilizzare quel potere per sconfiggere Dominous. Cosicché non vengano uccise o rapite decine di altre creature, come è accaduto nell'ultimo scontro.»

«Rapite?» domandò la ragazza, svegliandosi dall'apparente trance in cui era caduta pochi istanti prima. Era raro che l'esercito di demoni e maghi decidesse di fare prigionieri visto che a Dominous interessava ottenere solo le loro ali. Quando succedeva, molto spesso le fate venivano sfruttate per svolgere esperimenti su esse o per farle combattere fra loro; comunque solo quelle che avevano determinate caratteristiche che potevano rivelarsi utili per il Regno nemico.

«Sì.» affermò il Pegaso con voce rotta dalla tristezza. «Hanno rapito molte fate femmine del villaggio. Temo che vogliano coinvolgerle in un traffico di organi e farle procreare il più possibile, così da avere ali di fata sempre a disposizione.» Il pensiero di ciò che avrebbero potuto fare era terribile ma era sicuramente la giusta intuizione; Sunshine era anche sicura che la minaccia di tornare al villaggio per concludere il lavoro e catturare anche le ultime fate rimaste si sarebbe avverata presto. Con un groppo in gola, pensò che l'unica soluzione fosse abbandonare le creature rapite a loro stesse; sarebbe di sicuro morta nel tentativo di salvarle e non aveva nemmeno davvero intenzione di aiutarle. Nessuno era stato buono con lei, a parte Ninfea: "Devo avvertirla, possiamo scappare insieme e..."

Si rese conto di non averla ancora vista.

In quel momento si ricordò anche dell'ultima cosa che aveva sentito prima di svenire: l'urlo della sua migliore amica.

SPAZIO AUTRICE🦄

AAAAAH. Finalmente quella tontolona di Sunshine si è resa conto che Ninfea è stata catturata! Cosa starà accadendo all'altra fata?

GRAZIE A TUTTI!

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