9. Alleanza

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Dall'oscurità della prigione, una voce profonda fece sussultare Sunshine.

«Tu non sei stupida.» Le disse, con tono stranamente dolce.

Sunshine cercò di muoversi, esponendosi in avanti per vedere oltre le sbarre. Le catene che imprigionavano la fata sbattevano rumorosamente sul pavimento e l'eco rimbombava in tutta la stanza.

«Smettila, ci sentiranno!» la avvisò, avvicinandosi alla fata. Davanti a sé, Sunshine si ritrovò due occhi ambrati che la fissavano con interesse. Attraverso la poca luce della finestra, riuscì a percepire le ali nere che la figura nascondeva nella penombra. Sembravano possedere delle screziature blu accese e, quando il ragazzo si spostò di fronte ai raggi di sole che penetravano nella prigione, la fata poté notare anche una polvere dorata che le ricopriva. Anche i suoi capelli erano scuri come una notte senza stelle. Tutto di lui trasudava buio. "E' un demone!" pensò, rimanendo in parte estasiata dalle sue ali. Era la prima volta che ne vedeva uno così da vicino e, nonostante la situazione, non riusciva a fare a meno di pensare a quanto fossero possenti.

Sunshine si spostò piano per non fare rumore e la sensazione di ammirazione che aveva provato si attenuò immediatamente quando il demone, ormai spaventosamente vicino al suo volto, le sorrise mostrando gli affilati canini bianchi.

«Cosa ci fai qui?» domandò, studiando la reazione della ragazza. Sunshine sentiva il suo sguardo bollente sul corpo mentre lui la squadrava dalla testa ai piedi. «Stavo passeggiando tranquillamente, quando alcuni soldati mi hanno attaccata all'improvviso...» scrollò le spalle, fingendo innocenza. Non riusciva però a controllare la sua ansia, infatti aveva cominciato a tremare e la fata sperò che il demone non se ne accorgesse.

«Non mentirmi!» tuonò il demone, facendo riecheggiare la sua voce nella prigione. Sunshine iniziò a balbettare terrorizzata. «Io... Io...» ma le parole le morirono in bocca. Non aveva speranze, come poteva anche solo pensare di cavarsela in quella situazione? "Mi ucciderà." concluse la fata. Restava solo da capire quando. Così, glielo domandò: «Quando mi ucciderai?»

«Ucciderti?» chiese stupito il demone, soffocando una risata. «Perché dovrei? Abbiamo lo stesso obiettivo.» I suoi occhi ambrati brillavano impazienti. «Lo stesso obiettivo... Cosa intendi?»

Lui sbuffò, alzando gli occhi al cielo come se fosse la cosa più ovvia del mondo e rispose sarcastico: «Uccidere Dominous, che domande.»

Sunshine era più confusa che mai e la sua testa era completamente svuotata da ogni pensiero. Perciò non reagì quando il demone passò una mano fra le sbarre, accarezzandole i capelli rossi:

«Io e te ci divertiremo molto, fatina

«Sai... Sai cosa sono...» Sunshine aveva la gola serrata e aveva difficoltà a deglutire. "Com'è possibile?!" Era in preda al panico. Sapeva che il demone stava valutando le sue reazioni ma non riusciva a stare calma. «E' grazie al mio dono. Riesco a percepire l'odore delle creature magiche. Il tuo è diverso da tutte le altre streghe che ho incontrato. Ho solo tirato ad indovinare.» Le rivelò facendole un occhiolino e Sunshine pensò di sprofondare. "Quindi non ne aveva la certezza, mi stava solo testando." Ed era caduta nel suo tranello.

«Non guardarmi in quel modo.» disse con aria quasi offesa.

«E tu non prenderti gioco di me. Non sono il tuo giocattolo.» l'avvertì minacciosa la fata incatenando i suoi occhi viola a quelli ambrati del demone. Era stanca di tutti quei giochetti mentali.

«Perché vuoi uccidere Dominous?» domandò diretta.

«Perché...» fu interrotto da dei passi veloci che entravano nella stanza. «Lord Damien, mi è stato chiesto di scortare la prigioniera alla presenza del Primo Generale. Devo chiedervi di uscire.» annunciò il soldato. Nella sua voce si avvertiva un certo timore ma restava rigido, in posizione di guardia, in attesa che il demone facesse come gli era stato richiesto. Damien si alzò lento, avvicinandosi all'uomo fino a poter sentire il soffio caldo sul suo viso.

«Non osare mai più dirmi cosa devo fare.» lo minacciò a bassa voce, poggiando un dito al collo del soldato. Le sue unghie si erano trasformate in artigli neri pronti a recidere la giugulare del malcapitato. «Se hai capito, ora vattene. Accompagnerò io la prigioniera.» Il soldato consegnò le chiavi della cella ed uscì con le gambe tremanti dalla stanza, senza più voltarsi.

«Visto? La gentilezza ripaga sempre!» sorrise alla fata. «Ora torniamo a noi... Non posso rivelarti il motivo, ma puoi considerarmi un alleato.» Sunshine strabuzzò di occhi dalla sorpresa. «Alleato?!»

«Non che tu abbia altra scelta.» aggiunse Damien mentre scrollava le spalle. E aveva ragione. Allearsi, o almeno fingere di farlo, era l'unica chance di sopravvivenza che Sunshine aveva. "Forse potrei sfruttarlo per arrivare a Dominous, sembra una figura molto importante." rifletté la fata, valutando la reazione che aveva avuto il soldato.

Sospirò profondamente: «Va bene. Ora siamo alleati.» Ormai non poteva più tirarsi indietro. Di tutta risposta, Damien inserì la chiave nella serratura della cella ed entrò. Fissò negli occhi la fata mentre sfiorava con le dita le catene a cui lei era legata. Sunshine si toccò i polsi dolorante e Damien li prese con un'inaspettata delicatezza fra le sue mani. Non era il tocco gelido della morte che aveva sempre immaginato possedessero i demoni. Erano calde e in un certo senso familiari, quasi confortanti.

«Qualsiasi cosa succeda da adesso in poi, non cambiare idea.»

Damien la accompagnò all'esterno della prigione. Due guardie sorvegliavano l'entrata e stringevano delle alabarde appuntite. Si inchinarono con ammirazione alla vista del demone: «Lord Damien, permetteteci l'onore di scortarvi al cospetto del Primo Generale Brux.» Damien annuì e con un gesto indicò le mani libere della fata.

«Legatela.»

Gli uomini si affrettarono ad ammanettare Sunshine che sbuffò silenziosamente.

"Sono appena stata liberata e già mi ritrovo di nuovo in catene." si ritrovò a pensare la fata mentre osservava il metallo scuro che le bloccava i polsi. "Almeno sono utili a qualcosa." si disse, quasi sollevata. Il freddo pungente delle catene era l'ideale per la sua pelle scorticata.

Alle manette, legarono un'altra lunga catena per assicurarsi di tenere Sunshine sotto controllo. Infine, li guidarono all'esterno della prigione. Il Sole non era molto alto all'orizzonte e Sunshine fece fatica a capire se stava sorgendo o tramontando. "Tramonta." concluse infine la fata volgendo lo sguardo ad ovest, anche se le sue doti di orientamento erano pessime.

«Ah!» sussultò quando i soldati tirarono la sua catena in avanti, facendola quasi inciampare. Odiava essere di nuovo legata.

Comunque, il suo incatenamento non era stato del tutto inaspettato. Ovviamente era conscia del fatto che, per non farsi scoprire, avrebbe dovuto recitare la parte della prigioniera. Quindi quando Damien aveva dato l'ordine ai soldati, non era rimasta troppo sorpresa dall'atteggiamento del suo nuovo alleato. "Alleato... Che strano modo di riferirsi ad un membro della stirpe che ha sterminato la mia razza." Non sarebbe mai riuscita ad accettarlo, ma poco importava. Avrebbe sfruttato Damien per sopravvivere e raggiungere il suo obiettivo. Scrutò con sospetto le ali nere del nemico che le camminava davanti. Forse il suo sguardo era talmente affilato che in un qualche modo il demone se ne accorse.

«Non dovresti fissarmi in quel modo.» le ordinò Damien con voce roca.

«In che modo?»

«Come se fossi tu a controllare la situazione.» le diede un'occhiataccia. «In questo momento sei prigioniera, devi avere paura.» Nella sua voce non era rimasta traccia del sarcasmo che le aveva riservato prima e ora la guardava serio.

«Quando arriveremo, lascia parlare me. E non guardare mai il Primo Generale negli occhi, lo odia.» sussurrò poi a bassa voce per non farsi sentire dai soldati che camminavano davanti a loro.

Sunshine annuì con un cenno della testa e tornò ad osservare il luogo in cui si trovava per cercare di ottenere qualche informazione: era un enorme campo sabbioso, circondato da alcune costruzioni che sembravano dei grossi casolari in pietra di colore scuro. Vide anche il portone da cui si ergevano le mura che aveva provato ad attraversare nei giorni precedenti. "Non era esattamente questo il modo con cui pensavo di introdurmi qui..." sospirò la fata. Poi, il suo sguardo le cadde su una visione orribile: due teste mozzate erano esposte come un trofeo sul muro che affiancava l'ingresso al campo. Riconobbe in esse l'uomo che aveva sgozzato e il suo compagno e si ritrovò a fissare con terrore il demone.

«Perchè hanno ucciso anche l'altro soldato?» domandò confusa. Le sue gambe avevano iniziato a tremare di nuovo. «Silenzio! Non parlare a Lord Damien senza permesso!» la minacciò una guardia tirandole nuovamente la catena. «Un uomo che non riesce a proteggere il suo regno da un'intrusa così debole, non è degno di vivere. Preparati a fare la stessa fine.» decretò l'altro soldato indicando le teste impalate.

In tutto ciò, Damien non rispose, evitando di guardare Sunshine negli occhi. In quel momento, le sembrò davvero che il suo destino fosse segnato.

SPAZIO AUTRICE
Vi piace il capitolo?
E quanto è figo Damien da 1 a "tipregoammanettame"?😂😂
Fatemelo sapere nei commenti!
Grazie a tutti❤️

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