La pizza

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«Allora, che si mangia oggi?» chiese Norvy, balzando sulla tavola apparecchiata.

«Scendi subito dalla tovaglia! Non ti sei lavato le zampe!» lo rimproverò Chiara.

«Ma le ho già lavate ieri!» rispose Norvy spazientito. «Quante volte devo lavarle? E poi voglio sapere che si mangia oggi!»

«Abbiamo preso della pizza al taglio, ma non credo che ti piacerebbe» disse Luca.

«Voglio assaggiare, voglio assaggiare, voglio assaggiaaaareee!» gridò Norvy iniziando a saltellare.

«Sul serio, non è roba per te» rispose Chiara. «Piuttosto, vuoi qualche polpetta di ieri sera?»

«No, voglio la pizza! La pizza! LA PIZZA!» disse Norvy, sempre più convinto.

«Sono assolutamente certa che non ti piacerebbe» disse Chiara. «Se la assaggiassi, ti metteresti a saltare per casa urlando parolacce, come hai fatto la settimana scorsa quando hai rubato i fagioli dal mio piatto».

«E poi vorrei sapere dove hai imparato certi termini così volgari!» aggiunse Luca. «Non si addicono a un gattino della tua età!»

«Voglio la pizza! Pizzaaaa!» rispose Norvy, incurante degli avvertimenti.

«E va bene, facciamogli assaggiare un po' della mia» disse Chiara, con un sorriso vagamente malvagio.

Norvy affondò subito il muso nel piatto di Chiara, ma dopo il primo boccone, che sputò immediatamente, iniziò a urlare come la sirena dell'ambulanza, saltò dentro il lavandino e si sciacquò la bocca per più di cinque minuti.

«Suvvia, quante storie per un pochino d'aglio!» disse Chiara sghignazzando.

«Che schifo! Puah! Maledetti umani, voi e il vostro cibo di m...» imprecò Norvy.

«NORVY! Che parole sono queste?» disse Luca ad alta voce.

«Te l'avevo detto che non ti sarebbe piaciuta!» ridacchiò Chiara. «Ora torna qui, così Luca ti scalderà le polpette».

Norvy si rimise al suo posto con la coda tra le gambe, attese

la sua cena e iniziò a mangiare, soffiando di tanto in tanto verso le pizze.

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