Ricompense

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«Cos'era quell'erba gatta di cui parlava il veterinario?» domandò Norvy, una volta tornato a casa.

«È un'erba che alla maggior parte dei gatti piace parecchio» rispose Luca.

«Dove la posso trovare?»

«Non ne ho idea. Però so che la usano anche per fare dei pupazzetti».

«Posso averne uno?»

«Tu che ne pensi?» chiese Luca rivolto a Chiara.

«Penso che Norvy sia già scalmanato così com'è! Non c'è bisogno di peggiorare la situazione».

«Sigh, che umani cattivi mi sono trovato! Sigh! Come sono triste e sfortunato! Ehi, ma dove siete andati?»

Luca e Chiara erano ormai lontani, in camera da letto, intenti a cambiarsi i vestiti, e si erano pure chiusi dentro a chiave.

Nonostante Norvy avesse imparato ad aprire le porte appendendocisi sopra, non aveva ancora imparato a scassinarle. Privato del dolce diletto di torturare gli umani con chiacchiere inopportune, non gli restò altro da fare che prendere il suo tablet e cercare qualcosa sull'erba gatta, prima che gli umani si ricordassero di cambiare la password del router. Non ebbe

neanche il tempo di accedere a Wikipedia: due mani lo afferrarono e lo sollevarono in aria.

«È ora del bagnetto!» disse Chiara alle sue spalle.

«CHE COSA?! NO! IL BAGNO NO! IL BAGNO NO!»

«E invece sì! Il veterinario ha detto di farti un bagno perché ti stai lavando poco, altrimenti quando ricomincerai a farlo rischierai di ingerire troppi peli in una volta sola!»

«Io non ricordo che abbia mai detto una tale empietà!»

«Lo ha detto mentre eri già dentro il trasportino. Ti ho preso un bagnoschiuma per gatti, un asciugamano morbidissimo e una paperella di gomma, così potrai giocarci mentre Luca e io ti insaponiamo! Sei contento?»

«NO! NO! NO! Chiamerò il WWF! La C.I.A.! La polizia! Daenerys Targaryen!»

«Lei ti salverebbe dal fuoco, semmai, non dall'acqua! E poi... primo, è colpa tua che non ti sei lavato abbastanza; secondo, è per la tua salute. Ora vieni con noi di tua spontanea volontà e andrà tutto bene».

«Riavrò l'accesso a Internet, se mi lascio lavare?»

«Vedremo».

Nel frattempo, Luca aveva riempito il lavandino d'acqua calda e bagnoschiuma e aveva riscaldato la stanza accendendo la stufa. Norvy mise una zampetta nell'acqua, decretando che fosse troppo bagnata per i suoi gusti. Chiara lo immerse dentro senza troppe cerimonie, lasciandogli fuori solo la testa. Mentre Luca faceva del suo meglio per tenere fermo il pestifero micio, Chiara iniziò a insaponarlo con una spugna, fermandosi di tanto in tanto per spazzolarlo. Grossi gomitoli di pelo cominciarono a staccarsi da Norvy.

«Vedi cosa ti saresti mangiato, senza questo bagno?» disse Chiara passandogli i gomitoli davanti agli occhi.

«Bastava una spazzolata, allora!»

«Così siamo più sicuri!»

«È un affronto alla mia dignità! Vi citerò in giudizio, ci vedremo in un'aula di tribunale! È una vergogna! È un oltraggio!» bofonchiò Norvy.

«Smetti di lagnarti, ho quasi finito!»

Chiara sciacquò via tutto il sapone dal pelo di Norvy e lo avvolse in un asciugamano caldo.

«Suvvia, è stato così terribile?» chiese Luca.

«Tremendo. Una tortura! Un orribile supplizio!»

«Adesso dobbiamo asciugarti con il phon» disse Chiara, brandendo l'asciugacapelli.

«Il phon? Quell'arnese infernale che fa un rumore assordante? Neanche per sogno!»

«Ti ammalerai, se non ti lasci asciugare» sentenziò Luca.

Norvy corse verso la porta, bagnato fradicio. Si appese alla maniglia e tentò di uscire, ma l'aria del corridoio, così gelida rispetto a quella tiepida del bagno, lo fece desistere e ritornare mestamente sotto le grinfie dei suoi aguzzini. Dopo venti minuti di phon (che sarebbero stati meno, se

solo fosse stato fermo), Norvy aveva finalmente il pelo asciutto, morbido, gonfio e lucido.

«Sei bellissimo! Dovresti fare il bagno più spesso!» disse Chiara accarezzandolo.

«Non ci penso neanche! Bleah, non mi piace il sapore del mio pelo».

«Leccati più spesso e perderà subito il sentore del bagnoschiuma».

«Eccoti una piccola ricompensa per farti dimenticare il bagno» disse Luca gettando tra le zampe del micio un cuscinetto imbottito.

«Cos'è questo profumino delizioso?» chiese Norvy estasiato.

«Erba gatta. Divertiti».

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