Gatti egizi

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«Perché non abbiamo in casa una statua che rappresenti la mia effigie?» domandò Norvy, entrando nello studio di Luca e Chiara.

«Perché un solo Norvy è più che sufficiente!» rispose Chiara, sorridendo.

«Voglio una statua in mio onore!» ribatté Norvy con convinzione. «Ho letto su Wikipedia che un tempo i gatti venivano venerati! Esisteva anche una dea con sembianze feline!»

«Ah, ma tu parli di Bastet, la dea egiziana!» disse Chiara. «Bel tentativo, cucciolo».

«Quando morivano i faraoni, lo sai cosa accadeva ai loro gatti?» chiese Luca, senza staccare gli occhi dal monitor.

«Diventavano faraoni per diritto di successione?» suggerì Norvy.

«Ehm... non esattamente!»

«E allora cosa accadeva?» chiese Norvy preoccupato.

«Meglio che tu non lo sappia» lo ammonì Chiara.

«Invece voglio saperlo!»

«D'accordo» disse Chiara, pronta per mettersi a spiegare. «Al faraone venivano dedicate delle bellissime costruzioni che fungessero da sepolcri, in cui sarebbero stati riposti tutti i suoi tesori affinché potesse portarli con sé nell'aldilà. Inoltre, ogni faraone veniva mummificato in modo che il suo corpo fosse in buone condizioni per il viaggio verso l'oltretomba. E questa era la stessa sorte che toccava ai gatti del faraone».

«Anche a loro venivano date tombe bellissime e tesori

«No, anche loro venivano mummificati e sepolti con il faraone. Dopo che quest'ultimo moriva, anche i gatti dovevano morire ed essere imbalsamati. Prima venivano esportati gli organi interni, poi venivano applicati vari unguenti e balsami per favorire la conservazione del corpo...»

«NO! BASTA! Non voglio sapere più niente!» urlò Norvy, scappando in un'altra stanza.

«Brava, l'hai terrorizzato per bene!» disse Luca, che aveva interrotto la sua partita di Heroes of the Storm per non perdersi la scena.

«Macché terrorizzato! Scommetto che tra poco tornerà all'attacco».

Come previsto, dopo circa mezz'ora Norvy si parò dinnanzi a Luca e Chiara: in testa portava un copricapo realizzato con la scatola dei cereali.

«Inchinatevi davanti al potente Tutancatmon!» disse Norvy, con voce altisonante.

Luca e Chiara scoppiarono a ridere.

«Come osate deridere il vostro sovrano? Confischerò tutti i vostri averi!»

Luca e Chiara non accennarono a calmarsi, anzi, si misero a ridere ancora più forte.

«Esigo che mi paghiate i tributi che mi dovete! Voglio un letto gigantesco e pieno di cuscini, un computer portatile e una statua in mio onore!»

«Che ne dici dell'accesso illimitato al nostro account Netflix?» suggerì Luca.

«Ci sto!» esclamò Norvy, tutto contento.

«Vuoi smetterla, adesso, con questa storia della statua?»

chiese Chiara.

«E puoi toglierti quel brutto coso dalla testa?» aggiunse Luca.

«Ma è vero!» sbuffò Norvy, mettendo il broncio. «Ogni gatto dell'antico Egitto veniva trattato come una divinità e onorato come tale! Perché non posso essere onorato anche io?»

«Allora piccolo, lascia che ti spieghi una cosa» rispose Chiara, accarezzandogli la testa. «In Egitto, le rese agricole erano minacciate dalla presenza dei topi. I gatti, essendo i loro nemici naturali, salvaguardavano indirettamente i raccolti; per questo le persone erano così grate alla tua specie. Qui non ci sono raccolti da salvare né roditori da catturare.

Se anche tu sapessi catturare i topi, cosa di cui dubito fortemente, ti pregherei di lasciar perdere, perché ci fanno parecchio schifo, d'accordo?»

«I topi fanno schifo anche a me...» bofonchiò il gattino.

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