Sherlocat Holmes

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«Amore, sei stato tu a prendere dallo scaffale "Le avventure di

Sherlock Holmes"?» domandò Chiara.

«No, non l'avrei fatto neanche sotto tortura» rispose Luca, esternando la sua passione per la letteratura.

«Se non sei stato tu, allora è stato Norvy. Uno di questi giorni devi aiutarmi a mettere in sicurezza questi libri, lontano da zampacce indiscrete. Sono giorni che ti chiedo di aiutarmi, ma da quell'orecchio non ci senti!»

Chiara iniziò a ispezionare la libreria e trovò subito alcuni peli di Norvy e alcune tracce di farina.

«Che ci fa della farina qui?!» esclamò Chiara ad alta voce.

«Ehm...» disse Luca. «Dovresti dare un'occhiata per terra!»

Il pavimento della cucina era ricoperto di farina ed erano chiaramente visibili delle impronte feline che conducevano fin sotto il divano, da dove sporgeva una grossa coda pelosa. Il libro scomparso giaceva su un bracciolo.

«Che cosa sta succedendo, qui sotto?» domandò Chiara.

«Sto indagando sul crimine che è stato commesso stanotte!» rispose Norvy.

«Ah sì? E che crimine è stato commesso?»

«Come faccio a saperlo? Sto ancora indagando! Chi di voi due vuol essere il mio Watson?»

«Mi dispiace, io lo farei volentieri, ma non toglierei mai a Luca questo privilegio. Vi saluto. A proposito, se entro l'ora di cena il pavimento non sarà splendente, stanotte dormirete tutti e due in terrazzo!»

«Ma io cosa c'entro, esattamente?» obiettò Luca.

Chiara schizzò verso la camera da letto e chiuse la porta a chiave. Norvy emerse da sotto il divano, tenendo una lente di ingrandimento tra le zampe. Luca non era riuscito a fuggire in tempo.

«Se tu sei Watson, devi accompagnarmi nelle mie indagini» affermò Norvy, squadrando Luca dall'alto in basso.

«Ehm... Watson non è molto abile, Sherlock Holmes lavora decisamente meglio da solo» farfugliò Luca.

«Sì, è vero, ma non posso pretendere che il tuo mediocre quoziente intellettivo umano possa competere con il mio. Avrai quindi l'onore di essere il mio braccio destro».

«Che bello! Adesso ti lascio investigare, a dopo» disse Luca, cercando di svignarsela.

«Eh, no! Non puoi scappare così! Devi scoprire cosa ha da nascondere Irene Adler!»

«Cosa? Che c'entra Irene Adler? E poi chi sarebbe Irene Adler?»

«Non lo so! È il personaggio su cui indaga Sherlock Holmes nell'unica storia che ho iniziato a leggere!»

«Irene Adler è una cantante lirica!» sbraitò Chiara dalla stanza accanto. «Tiene nascosta una fotografia compromettente che non ha intenzione di rendere pubblica! Caso risolto!»

«Accidenti, che guastafeste! Allora, su cosa investighiamo adesso?» domandò Norvy.

«Mentre ci pensi, credo proprio che andrò a fare qualcos'altro...»

«Non provarci nemmeno! Mi attaccherò alle tue braghe con le unghie e non ti lascerò più andare!»

«Di nuovo?! Ieri mi hai quasi distrutto i pantaloni della tuta!»

«La colpa è tua! Non mi lasciavi usare il joypad della PlayStation!»

«Ma tu non hai nemmeno i pollici!»

«Dettagli, sono dettagli senza senso! Adesso andiamo in cucina e cerchiamo di capire che tracce ha evidenziato la farina!» sentenziò Norvy.

«Le tue! Che altre tracce vuoi che abbia evidenziato?!»

«Le mie? Allora sono io il colpevole! Mi dichiaro innocente! Cosa ho fatto?»

«Niente, non hai fatto niente! Ora aiutami a pulire, altrimenti stanotte in terrazzo ti userò come cuscino!»

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