Attraverso lo specchio ... d'acqua

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Uscì di casa con uno zaino alquanto vuoto: non era pronta per quella missione. Lei era solo una tranquilla produttrice di marmellata. Chi avrebbe badato al negozio in sua assenza?

Con questi pensieri che le affollavano la testa, si diresse verso il centro della città. Non sapeva ancora da dove iniziare il cammino: per questo sperava di ritrovare il Mago Buono. Giunta in piazza, si avvicinò allo specchio d'acqua che riempiva fin quasi all'orlo la vasca della fontana. Osservò il suo riflesso sulla superficie ondulata. L'acqua, increspandosi, stava modificando la sua immagine. Si allungò per scrutarsi meglio, ma si stava sporgendo troppo in avanti: SPLASH! Finì nella fontana con un sonoro tuffo. L'acqua allora cominciò a ruotarle intorno sempre più velocemente senza darle scampo. Un vortice la trascinò giù verso il centro della vasca fin quando scomparve.

Flora si risvegliò distesa su un prato. L'immagine dei campi coltivati e dei fiori campestri le ricordò il suo villaggio. All'improvviso, però, qualcuno inciampò su di lei e cadde qualche metro più in là. Flora la guardò: era una ragazza più o meno della sua età, i capelli biondi raccolti da un cerchietto nero e un paio di grandi occhi azzurri. Si guardava attorno spaventata:

"E tu chi sei?" chiese.

"Piacere. Io mi chiamo Flora. Sono appena arrivata qui da molto lontano. Scusami, non volevo farti inciampare." cercò di spiegarsi l'altra.

"Bene, Flora. Allora ti conviene scappare: la regina di cuori sta arrivando. È un tantino arrabbiata perché..."

Si sentì un grido tuonare in tutta la vallata:

"TAGLIATELE LA TESTA!"

Flora si girò e vide comparire in lontananza una donna bassa e grassottella, con una corona in testa, e alcune carte da ramino che la precedevano, ciascuna con una lancia in mano.

"Il coniglio nero!" urlò la ragazza bionda, che si era voltata verso il campo.

"Oh no." pensò Flora "Non può essere!" Poi si rivolse alla sconosciuta: "Scusa, tu ti chiami Alice?"

"Come fai a conoscere il mio nome?" la scrutò turbata la ragazzina.

"Ho tirato a indovinare..." si giustificò Flora.

"Va bene. Se vuoi aver salva la testa, seguimi: quel coniglio nero sa dove andare. L'unico problema è che è un po' lento."

Lo videro scomparire in una tana. Alice ci si tuffò subito dentro. Flora era un po' riluttante, ma alla fine li seguì. Dopotutto non aveva molte alternative.

Quando sbucò fuori si ritrovò in una fitta boscaglia, in mezzo alla quale si ergeva un tavolo di cedro intarsiato molto elegante. Alice ed il coniglio nero erano seduti dal lato opposto, con altri due tipi strani.

"Buongiorno, mi chiamo Flora." Iniziò le presentazioni.

"Ah, ciao. Io sono lo Stregatto." le rispose il primo dei due, un gatto viola e rosa a strisce. Aveva una bocca enorme e una collezione di denti da far invidia a un leone. "Vivo qui nella foresta da solo perché là fuori tutti sono tanto cattivi. Soprattutto la regina di cuori. Mi voleva tagliare la testa." rispose mogio mogio.

"Io invece sono il Cappellaio Geniale." Parlò il secondo. Aveva gli occhi truccati di rosso e un cappello gigante viola e arancione. "Vuoi un po' di caffè?"

"Volentieri. Dovrei proprio darmi una svegliata." Disse Flora stiracchiandosi.

Mentre la moka si scaldava, la ragazza scoprì di essere finita nel Paese delle Meraviglie. Le meraviglie che gli avevano dato il nome erano quegli altissimi alberi secolari che formavano la foresta intorno a lei. La regina, però, aveva ordinato alle sue guardie di procedere con le opere di disboscamento, per rimpiazzare il bosco con un enorme centro di villeggiatura, provvisto di vasca idromassaggio, spa, acque termali e massaggi orientali.

"Da quando ha ereditato tutto alla morte del Re di Cuori, ha cominciato a impazzire e a volere sempre di più, tagliando la testa a chiunque le si mettesse contro, noi tre compresi." spiegò il Coniglio nero.

Era terribile!

Il caffè era pronto. Allora, mentre i cinque amici sorseggiavano il caffè nero bollente, Flora raccontò la sua triste storia: l'incantesimo malvagio e la missione affidatagli dal Mago Buono. Chiese loro pertanto se sapevano come raggiungere le montagne di fuoco: doveva assolutamente recuperare le bacche di pinomugo e salvare il suo villaggio.

Alice e il Cappellaio si guardarono. Flora li aveva visti e non sapeva se aspettarsi buone o cattive notizie.

"Un'idea ci sarebbe. Un'idea geniale, degna del mio nome." Spiegò il Cappellaio geniale. "Il nostro amico Brucaliffo è troppo piccolo per affrontare la Regina di Cuori, ma conosce alla perfezione la strada per arrivare alle montagne di fuoco: potrebbe aiutarti lui."

Flora era molto dubbiosa. Come la potrebbe aiutare un bruchetto minuscolo? Se non altro, pensò, conosceva la strada. E le avrebbe tenuto compagnia lungo il viaggio. Acconsentì.

I cinque amici allora si recarono vicino all'albero più grande di tutta la foresta, dove Alice bussò delicatamente sul tronco. Venne fuori un bruco verde e arancione con un grosso sigaro in bocca. Il Cappellaio gli espose il suo piano. Il bruco ascoltò attentamente, soffiando ogni tanto nuvole di fumo circolari.

"D'accordo. Ci sto!" disse allora sorridendo alla sua nuova amica.



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