Ritorno a casa

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Il Mago Os fece entrare i suoi nuovi amici dentro il castello e li fece accomodare in un accogliente salottino da tè. Quando l'infuso era pronto, i domestici si misero ordinatamente in fila e marciarono silenziosamente verso il tavolino della sala, cantando delle filastrocche molto bizzarre. Questi simpatici personaggi erano tutti di bassa statura e indossavano ognuno una mantellina di un colore diverso. Flora sorrise divertita al loro ingresso nella sala.

"Oh, che sbadato! Mi sono scordato di presentarvi i miei simpatici aiutanti: loro sono gli Umpa Lumpa." Esclamò il mago. "Mi sono stati affidati dal mio amico Willy Wonka, partito alla ricerca di pregiati semi di cacao in Africa." Fece una pausa. "Ma prego, mi stavate raccontando della maledizione che opprime il vostro villaggio, continuate pure."

La ragazza riprese. "Una tempesta di sabbia sovrasta le nostre case, i campi, la gente. È accaduto circa un mese fa. Tutt'un tratto una miriade di granelli ha raggiunto il nostro villaggio ed è rimasta sospesa sopra le nostre teste. Il mago che abita presso di noi mi ha inviata qui, sulle Montagne di Fuoco, a cercare le famose, quanto rare, bacche di pinomugo, per poterci liberare da questo terribile incantesimo."

"Cosa? Le bacche di pinomugo?" esclamò meravigliato il Mago. "Sono delle comuni bacche di bosco! Noi le utilizziamo per produrre un ottimo tè nero che beviamo all'arrivo della stagione fredda. Non hanno nessun potere magico o curativo."

Flora era rimasta a bocca aperta, incapace di parlare. "Cosa? Spero stiate scherzando." riuscì a mugugnare.

"Quale mago strampalato vi ha mandato qui inutilmente?"

"Si chiama Mago Buono, ha un lungo mantello verdemare e ..."

"Mago Buono? Quell'ipocrita fannullone e incapace? Vi sta prendendo tutti in giro! Lui è solo un incompetente che si diletta a fare giochi magici con l'acqua. Le bacche di pinomugo non servono a nulla. Conosco io la formula che può liberarvi," si rabbuiò in volto. "ma si trova in un cassetto della mia libreria, la cui chiave mi è stata rubata molti anni fa. È protetto da una magia, non posso aprirlo senza quella chiave!"

Flora si illuminò, cercò frettolosamente nello zaino, svuotandolo di ciò che non le serviva. Dopo aver riempito il pavimento di cianfrusaglie varie, estrasse la chiave d'argento che le aveva dato il Mago Buono e la porse a Os. Il mago, sorpreso, le chiese spiegazioni a riguardo. Flora confessò da chi le aveva ricevute e vide il mago ergersi in tutta la sua altezza. "Me la pagherà quel lurido verme!" corse nello studio, aprì il cassetto ed estrasse il libro di magia.

"Vieni, dobbiamo andare. Abbiamo una missione da compiere." Disse alla ragazza. "Alla mongolfiera!"

"Ma, signore." Intervenne un Umpa Lumpa. "La mongolfiera l'aveva data all'altra ragazza, Dorothy, per ritornare in Kansas. Ricorda?"

"Mannaggia. Beh, allora portami le scarpette rosse." Si rivolse alla giovane "Flora, è molto semplice. Dovrai indossare quel paio di scarpette e pensare molto intensamente al tuo villaggio. Quando sarai abbastanza concentrata batti forte i tacchi per tre volte e saremo arrivati. Sei pronta?"

"Certo." Calzò le scarpette, chiuse gli occhi e cominciò a ripetere: "Nessun posto è bello come casa mia, nessun posto è bello come casa mia." Poi batté forte i tacchi tra di loro.

***

Flora, il Brucaliffo e Os si ritrovarono nella piazza del villaggio, vicino alla fontana. I bambini non giocavano più a campana sotto la torre dell'orologio, né gli uccellini cantavano dolci melodie. Il paese era tutto in silenzio, finché non si udì una voce: "È Flora, è tornata. Urrà!"

Allora tutti i cittadini uscirono dalle loro casette e si riversarono sulla piazza. Con loro c'era anche il Mago Buono. Si fece largo tra la folla e raggiunse i tre appena arrivati. Alla vista di Os si agitò leggermente.

"Ecco. Tieni le tue stupide bacche di pinomugo!" disse Flora lanciandogliele. Un brusìo si sparse tra la folla. Ma cosa fa? Perché è arrabbiata con lui?

Os aprì il suo libro di incantesimi e pronunciò una formula magica. In un battibaleno, il cumulo di sabbia sulle loro teste si dissolse e tutti gridarono di felicità. Poi si voltarono verso il Mago Buono. Come mai non ci ha liberato lui?

"Salve a tutti. Io sono il Mago Os e sono spiacente di dirvi che le bacche di pinomugo non hanno alcun potere magico, sono utili solo per produrre dell'ottimo tè." La gente tornò a parlottare tra di loro.

Egli riprese "Questo ipocrita è solo un bugiardo. Il suo vero nome è Mago Buono A Nulla, è un incapace: per questo ha utilizzato una scusa per mandare Flora a cercare delle bacche inutili."

Non aveva ancora terminato la sua arringa che il Mago Buono era già scappato, tra le grida e gli insulti della gente. Qualcuno lo inseguì con la forca, deciso a dargli una bella lezione.

Gli abitanti erano felici di aver trovato un Mago vero che li aveva liberati. In suo onore, da quel momento in poi il loro paese si chiamò Oslanda.

Ah, sì, quasi dimenticavo. E vissero tutti felici e contenti!

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