Il paese del fuoco

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Sulle prime cime Flora intravide della neve. "Io non capisco! Per quale motivo allora si chiamano Montagne di Fuoco? Nessuno me ne ha mai parlato." rifletté pensierosa.

Il Brucaliffo sbucò fuori dallo zainetto ed esclamò "Nemmeno io lo so, sui libri di geografia del quarto anno non era spiegato." poi riprese "In effetti è un posto molto lontano e pericoloso. In tutto il mondo circolano solamente due fotografie di queste montagne; ma sono state scattate da molto lontano e con apparecchiature di quasi un secolo fa."

"Bene" disse Flora "Vuol dire che scopriremo noi l'origine di questo nome bizzarro. Magari chiederemo agli abitanti delle montagne, sperando che ce ne siano: non so dove potremo trovare quelle bacche, altrimenti."

La ragazza liberò il cavallo e decise di continuare a piedi la scalata della montagna. Giunta in cima, si guardò bene in giro in cerca di qualche cespuglio che sbucasse tra i sassi e la parete rocciosa. Sfortunatamente non trovò altro che rami secchi, terra arida e cumuli di neve tra le creste delle montagne. Continuò la sua ricerca finché non raggiunse una caverna. "Magari qui dentro il clima umido rende più probabile trovare gli arbusti con le bacche. Andiamo a vedere!" esclamò Flora tutta contenta, rivolgendosi al Brucaliffo.

Dopo pochi metri però dovette ricredersi: nella grotta faceva molto più caldo che fuori e le pareti erano spoglie e un po' bruciacchiate. Stava per fare dietrofront quando sentì un rumore cupo di passi provenire dal fondo della caverna. Entusiasta di avere trovato qualche abitante di quel luogo angusto, corse nella direzione del suono, ma non appena vide la causa di quel rumore, si girò per scappare a gambe levate fuori dall'apertura.

"Corriamo! C'è un drago! Aiuto!"

Il Brucaliffo, aggrappato saldamente alla spalla di Flora, si illuminò: "Ecco perché le montagne si chiamano così. C'è un drago che sputa fuoco!" subito dopo si accorse del significato delle sue parole "Oh oh. Aiuto! Flora, corri più veloce!"

I due riuscirono a emergere dall'apertura nella montagna appena in tempo per non essere investiti dalla vampata di calore della bestia. Continuarono a fuggire lungo il sentiero, senza sapere cos'altro fare. Il drago uscì dalla sua tana e si librò nel cielo sbattendo le sue enormi ali. In quel momento i due notarono un particolare che prima era loro sfuggito, a causa del buio della caverna.

"Ma..." Flora era sbalordita "quel drago è rosa!"

Il Brucaliffo intervenne con aria da intellettuale: "Ebbè, certo. Cosa credevi? Che i draghi fossero tutti marrone scuro? Anzi, ti so dire di più: molto probabilmente questo drago è un'esemplare femmina della sua specie." Flora guardò verso la creatura "Non vedi, cara, come si libra graziosamente nell'aria? Sembra che stia facendo uno spettacolo di piroette per noi!"

"In effetti, sembra più una danza che il preparativo di una picchiata feroce su di noi." intervenne Flora. "Potrebbe starmi quasi simpatica."

Terminate le acrobazie volanti, l'animale sbuffò del fumo nella loro direzione. Era a forma di cuore.

"Oh, ma guarda quant'è carina!" Flora era strabiliata. "Magari vuole solo parlare con noi. O giocare, forse."

"O mangiarci! Flora, cosa stai facendo? Non è una buona idea! No, non avvicinarti." La ragazza però continuò imperterrita a camminare nella direzione del drago. Il bruco sospirò: "Perché mi sono lasciato coinvolgere in questa storia? Potevo starmene tutto tranquillo nell'incavo di un albero in una foresta molto lontana da qui. E ora invece, verrò cotto a puntino da quel forno volante."

Subito dopo ritornò alla carica: "Flora, ti prego, scappiamo."

La giovane, noncurante delle lamentele del suo piccolo amico, si portò di fronte al drago. La salutò con la mano e aspettò che l'animale facesse altrettanto con la sua enorme zampa. "Vedi? Mi ha risposto!" scimmiottò al Brucaliffo. Poi la bestia si chinò e Flora capì che doveva montarle in groppa. Si tenne forte, aggrappandosi all'incavo tra il busto e le ali della creatura e provò l'ebbrezza di volare.

Dall'alto del loro mezzo di trasporto, la ragazza e il bruco ammirarono lo straordinario paesaggio che si apriva sotto di loro. Le cime innevate lasciavano lo spazio a degli ammucchiamenti di vari colori; in quelli più vicini si poteva vedere del fumo sollevarsi dai tetti delle case.

Con una virata degna dei più noti aerei da turismo, il drago portò i due piccoli amici sulla cima della montagna più alta, dove, tra la neve, si poteva scorgere un villaggio tutto colorato. Atterrati vicino al castello, trovarono ad aspettarli un uomo alto ed elegante, con un lungo mantello arancione. Si avvicinò a loro e si presentò:

"Salve, amici. Io sono il Mago Os. Vedo che avete già conosciuto Fucsia, bene bene. Era da tempo che non ricevevo visite quassù. Qual buon vento vi porta qui?"

"Buongiorno, signor Os." disse Flora facendo un inchino. "Io mi chiamo Flora e vengo da un paese molto molto lontano. Il mio borgo è stato colpito da una terribile maledizione. In mio aiuto si è aggiunto questo compagno fidato, il Brucaliffo. Viene dal Paese delle Meraviglie."

"Oh, che incantevole posto. Mi saluti il Cappellaio se lo vede: è un mio grande amico." commentò il Mago.

"Sarà fatto." Rispose cordialmente il bruco.

"Una maledizione, dicevate, signorina Flora? Prima però, che ne dite di entrare? Parleremo più comodamente seduti davanti ad una tazza di tè."


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