Cap. 20 I colori di una nuova alba

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Le tenui luci dell'alba annunciarono il risveglio della città. Gli edifici si specchiavano ora nelle pozzanghere d'acqua, lasciate dalla pioggia battente della notte appena trascorsa.

I tuoni e i lampi avevano tenuto Sarah in tensione, fino a quando il brontolio sommesso del temporale che si stava allontanando riuscì a ninnare l'ansia, che i tristi ricordi e la missione da compiere avevano alimentato. Nelle prime ore del mattino si era addormentata, ma nella pace di quel sonno, finalmente tranquillo, la sveglia risuonò nell'alloggio che condivideva con la collega. Erano le sette meno dieci e, nonostante il corpo la supplicasse di dormire ancora un po', sapeva che il dovere chiamava: <<Sì, ho capito.>> pensò debolmente, dopo che il trillo non si decideva a tacere.

Ma quando ne fu esasperata, urlò contro la compagna di stanza <<Jodie! Abbiamo capito!>> e si alzò seduta sul letto. L'agente Bennett era disperatamente impegnata su come disattivare la suoneria al proprio smartwatch, ma la detective continuò a gridare <<Uccidi quella sveglia, ti prego!>>

<<Fatto!>> disse l'altra, scusandosi.

Una rapida doccia avrebbe senz'altro provveduto a risvegliare sia il corpo che la determinazione a vincere la dura battaglia. La Bruni aveva raccolto i lunghi capelli neri in una crocchia e, dopo essersi inumidita la pelle sotto l'acqua corrente, procedette all'insaponatura. Fece scorrere la soffice schiuma profumata sulle braccia e sui seni, poi dall'addome scese giù lungo le cosce; quando riaprì il soffione per sciacquare via il sapone, si accorse che aveva gli occhi di Jodie puntati sulla propria nudità. Non volle darci peso e le rispose semplicemente con un sorriso, quasi lusingata di quell'amore che non aveva potuto ricambiare.

Già pronta, l'agente Bennett guardava fuori dalla finestra aperta <<Che aria piacevole c'è stamattina! Quasi benefica.>> commentò, inspirando a pieni polmoni.

Sarah, seduta ai piedi della brandina, si stava allacciando la seconda scarpa; quando ebbe finito la raggiunse e le indirizzò una battuta: <<Ascoltare queste parole mentre stai fumando una sigaretta, mi sembra un ossimoro, ma va bene così.>>, ci rise su e con una mano scacciò via le boccate di fumo che aleggiavano intorno alla collega.

<<Sì, hai ragione.>> replicò lei divertita, prima di spegnere la cicca sul davanzale, sotto l'evidente sguardo di disapprovazione della detective.

La lettura dell'orologio diede un taglio netto ai loro cazzeggi e, con la mente centrata sull'obiettivo, s'incamminarono speditamente verso la sala riunioni.

Falchi cominciò dai risultati della Scientifica: lo spazzolino da denti e la spazzola per capelli avevano confermato i DNA, rispettivamente di Mara Volpe e di Angela Baroni. Congratulandosi poi con l'agente Bennett, la cui intraprendenza l'aveva aiutata a sottrarre il rossetto di Giulia Romei dalla sua camera, il Capitano aggiunse che avevano anche quel DNA. Sulla base dei riscontri fatti in laboratorio, non vi era alcun dubbio che le tre ragazze si trovassero sulla scena dei crimini a loro imputati.

Nonostante la famiglia Romei non gli avesse fornito alcun tipo di collaborazione, il capitano si riteneva comunque soddisfatto di come la dichiarazione dei Signori Volpe, riguardo gli effetti avversi causati dalla terapia, e la testimonianza del Signor Baroni, in riferimento alla sperimentazione di cui aveva sentito parlare l'infermiere al Santa Chiara, potessero essere sufficienti a far muovere la Procura di Roma.

<<E chissà se un domani anche la veemente accusa mossa dal fratello di Martina Ferrari, nei confronti del governo, possa avere uno spazio e un peso..>> rifletté Falchi <<almeno come sospetto, se non come prova indiziaria.>>

Che la narrazione dello Stato italiano sulla pericolosità delle Veneri ribelli -divulgata acriticamente dai mass media- fosse legata a un ipotetico piano di controllo sulla popolazione -la tessera più scottante del puzzle-, ne erano un po' tutti consapevoli.

<<Forse i tempi non sono ancora maturi per quel genere di accusa.>> commentò Colombani, con tono molto serio.

A quel punto Sarah provò a dare maggiore consistenza alle supposizioni già note ai colleghi, aggiungendo al tavolo di discussione la morte della nonna che, alla luce di una considerazione fatta dalla madre circa lo strano aumento di decessi tra i settantenni rispetto alle percentuali registrate nel passato, risultava abbastanza sospetta.

<<Grazie per l'ulteriore elemento di riflessione, detective Bruni.>> disse il procuratore con la solita flemma <<Ricercheremo nel Warehouse I.Stat le statistiche annuali dei decessi e verificheremo se il trend di cui parla è corretto.>>

<<Posso occuparmene io, dottore.>> si offrì Apolloni.

<<Perfetto!>> replicò lui, e si allontanò un momento per chiamare il PM.

Giusto il tempo di un caffè, e per l'agente Bennett anche di un'altra sigaretta.

Il solerte brigadiere, invece, non aveva perso tempo per entrare nel sito dell'Istituto nazionale di statistica. Alla voce "Salute e Sanità" si era aperta una tendina con diverse opzioni, cliccò il sotto tema "Cause di morte ed età" e si annotò il dato riferito all'anno 2033; poi interrogò il sistema sull'anno 2034 e constatò che i numeri erano raddoppiati.

Con passo lievemente claudicante Colombani fece ritorno alla propria sedia e, dopo aver rassicurato i colleghi sull'imminente arrivo del decreto di autorizzazione alla perquisizione del Complesso ospedaliero del Santa Chiara, cominciò a sollecitare i quesiti che avrebbero guidato le indagini.

<<Avremo maggiori possibilità di trovare qualcosa se ci poniamo prima le domande giuste.>> suggerì in tono compassato <<Per esempio, io mi sono chiesto: Su quali studi farmacologici si è basata la scelta di questa terapia? Come sono arrivati a prescrivere il cinnabarinico? Si sono sincerati che il farmaco avesse avuto l'autorizzazione dell'AIFA, prima di somministrarlo?>>.

<<Domande più che lecite.>> ne convenne il maresciallo <<Come tutti abbiamo notato, il consenso informato redatto dal Santa Chiara, e presentato alle famiglie, manca di trasparenza. Un punto fondamentale è capire se questa mancanza derivi da un rapporto economico illecito con la casa farmaceutica. In altre parole: si tratta di un normale fornitore oppure è un partner della sperimentazione?>>

<<E se è vero che la Polizia li sta proteggendo>> intervenne il Capitano, lisciandosi i folti baffi <<in che misura lo Stato ne sarebbe coinvolto?>>

<<Forse è bene chiederci chi si trova sul libro paga di chi.> suggerì Apolloni, che per adesso decise di tenere per sé le informazioni sul trend in salita dei decessi <<Chi aveva un progetto da realizzare, e pertanto necessitava di fidati collaboratori?>>

<<Ottima domanda, brigadiere!>> esclamò il procuratore, permettendogli così di fare bella figura di fronte all'agente Bennett, che in quel momento lo stava osservando <<E noi>> una breve pausa andò a sottolineare il pronome <<utilizzeremo lo stesso metodo investigativo usato alla fine degli anni 70 dal giudice Giovanni Falcone, pace alla sua anima valorosa.>>

<<Certo, "Follow the Money"!>> sottoscrisse appieno, l'ispettore Crow <<Non sempre i malviventi riescono a cancellare le tracce di tutti i movimenti di denaro.>>

<<Sarebbe interessante sentire anche il dottor Parini, che per l'appunto è stato lo stesso medico per le quattro Veneri.>> disse O'Connor <<Di certo sapeva qualcosa della sperimentazione.>>

<<Bene.>> disse Colombani, con una tale emissione di fiato che quasi trasformò il lemma in un colpetto di tosse, e subito dopo aggiunse <<Controlleremo pure il suo conto in banca e tutti i movimenti bancari che ci sono stati. Se sta vivendo al di sopra delle proprie possibilità, ci faremo dire su quale libro paga compare il suo nome.>>

Due colpi alla porta interruppero la riunione. Era il vice brigadiere Ratti con il mandato di perquisizione appena faxato dal pm, Della Ragione.

In ogni Comando dei Carabinieri si potevano incontrare delle personalità atipiche, e là dentro si trovava Domenico Ratti.

L'uomo, sulla quarantina, pareva esser stato inghiottito dalla divisa che indossava: forse per una taglia sbagliata o perché troppo magro, anche per una regolare 46. I capelli neri e corti, ben pettinati con la divisa su un lato, gli davano un che di stantio; il piccolo viso, rotondo come quello di un bambino, insieme alle labbra sottili, stridevano di brutto con la barba tenuta caparbiamente incolta. Gli sguardi degli astanti lo seguirono attraversare la sala, in direzione del capitano. Mentre gli consegnava il documento, il tic che da anni tormentava le sopracciglia si accentuò, e quelle, perfettamente arcuate, si sollevarono e si abbassarono ripetutamente senza che vi fosse un vero motivo per farlo.

Dopo averlo ringraziato per il servizio reso, Falchi lo congedò. Il suo compito era bell'e finito, tuttavia il vice brigadiere preferì rimanere nei paraggi. Gli occhietti scuri e sporgenti avevano scrutato per un po' la lavagna multimediale, dove erano scritti i punti salienti dell'operazione "Veneri Pulite", e con l'aria sorniona si stava avviando molto lentamente verso l'uscita.

Noncurante di lui, il Capitano iniziò a leggere il decreto del Pm ad alta voce, prima di procedere con gli ordini. Sul documento erano indicate le imputazioni dei reati che l'Arma dei Carabinieri aveva il compito di comprovare: adescamento di cavie umane, sperimentazione fraudolenta, istigazione indiretta all'omicidio e collusione con l'industria farmaceutica.

<<Alle tre di questo pomeriggio ci presenteremo alla clinica, insieme al Nucleo Antisofisticazioni e Sanità.>> disse con voce ferma <<Mentre i colleghi si preoccuperanno di controllare l'iter medico, noi faremo una bella chiacchierata con i dottori.>>

In quel preciso istante, Domenico Ratti scomparve velocemente dalla sala.

Il cellulare di Crow prese a squillare. Era Bishop e non poteva certo riattaccare; scusandosi coi presenti dovette allontanarsi un attimo per rispondere alla chiamata.

Il Commissario aveva letto l'ultimo suo rapporto e si congratulava con lui per il notevole avanzamento delle indagini; parlandogli poi della gara di Bodybuilding che si sarebbe tenuta nei giorni successivi, gli ordinò di far rientrare parte della squadra per sovrintendere l'evento.

<<Sì, Commissario, capisco.. consideri però che oggi, e forse anche domani, serviamo qui a Livorno; penso di poterglieli mandare lunedì.>>

Quando l'ispettore ritornò dai colleghi, l'agente Bennett, che era seduta alla sua sinistra, aveva scorto della preoccupazione sul suo volto.

<<Tutto bene, Capo?>> gli sussurrò.

<<Sì, tutto a posto.>> gracchiò lui, cercando di nascondere il proprio nervosismo <<Bishop vuole che qualcuno di noi torni a Londra, ma vi spiegherò meglio a fine giornata.>>

Edward Crow doveva scegliere in fretta chi mandare a dirigere e coordinare a Londra la nuova squadra, che si doveva occupare della cattura di Mara Volpe qualora si fosse presentata alla gara di Bodybuilding. Era molto combattuto: le persone maggiormente qualificate erano senza dubbio i detective O'Connor e Bruni, e appunto per questo preferiva che rimanessero in Italia fino alla conclusione delle indagini; tuttavia anche l'operazione a Leatherhead si sarebbe potuta rivelare più complessa del previsto.

Durante la loro permanenza a Livorno, l'agente Bennett aveva comunque dimostrato buone capacità di improvvisazione e intraprendenza; poteva dunque essere all'altezza di quel compito.

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