CAPITOLO 7 Meghan Gray

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 10 OTTOBRE 

Più volte, avevano provato a chiamarla al telefono ma scattava sempre la segreteria; tornarono quindi al distretto di South Kensington and Chelsie, sperando questa volta di essere più fortunati.

<<Oggi si va con la MIA auto.>> dichiarò Sarah, guardando il suo partner dritto negli occhi e premendogli il dito indice sul petto.

<<Touché!>> teatralizzò Thomas, facendo lo stupido con lei <<Il mio cuore ora sanguina per te!>>

<<Piantala, Tom!>> e girò sui tacchi, in direzione della sua Ford Fiesta hybrid.

Aveva smesso di piovere da poco e Cranley Gardens odorava di muschio. La Bruni parcheggiò la sua Ford bianca sul lato degli Evelyn Gardens; attraversarono la strada e in uno di quegli appartamenti dai tipici mattoni rossi viveva Meghan Gray, proprio accanto alla graziosa cittadella di case vittoriane, convertite in residenze per gli studenti universitari.

Poco dopo aver suonato il campanello si sentì qualcuno aprire la porta. I detectives, quasi non ci credevano.

<<Buon giorno. Polizia criminale del distretto di Lambeth.>> dichiarò O'Connor con una voce assai formale; e entrambi le mostrarono i distintivi <<Cerchiamo Miss Meghan Gray.>>

<<Sono io.>> replicò la donna, aggrottando le sopracciglia e continuando a masticare la sua mela verde.

<<Vorremmo farle qualche domanda. Ci fa entrare, per favore?>> chiese la detective Bruni.

Meghan non si oppose minimamente e con estrema naturalezza li fece entrare: una mano era ancora impegnata con la mela mangiucchiata a metà, ma con l'altra fece loro un cenno di invito, prima di richiudere la porta dietro di sé.

<<Carino il suo appartamento!>> esclamò Sarah, curiosando qua e là con lenti movimenti della testa; e, nel soggiorno, il portatile lasciato ancora aperto, sul tavolino da fumo, attirò immediatamente la sua attenzione.

<<Sì, Grazie. E' piccolo, ma funzionale.>> disse con il volto e un tono di voce completamente inespressivi, prima di affondare un altro morso al suo spuntino.

<<Del resto, le lavoratrici single non hanno bisogno di molto altro; e poi, ha il pregio di esser pulito più in fretta, giusto?>> la detective mirava a far sentire Miss Gray un po' più a suo agio, in modo che potesse abbassare le proprie difese e parlare più liberamente. Il sorrisetto, quasi rubato dalla sua bocca, incoraggiò Sarah ad avvicinarsi, con passo veloce e l'aria indifferente, al pc ancora acceso. <<Notevoli, questi interni di appartamento! Ha fatto lei queste foto?>> chiese, continuando a sbirciare sul monitor.

<<Sì, lavoro per la Wallpaper.>> le rispose e, finendo di masticare l'ultimo boccone, chiuse il lap top e si fece seguire in cucina.

<<La conosco! È una rivista di architettura e Design, giusto?>> replicò Sarah, osservando i suoi capelli biondi che, a giudicare dalla ricrescita e dalle sopracciglia castane, erano sicuramente tinti.

Di fronte a quel lungo teatrino tra Sarah e Miss Gray Thomas dava segni di cedimento e, per fare capire alla collega che forse era arrivato il momento di smettere, sgranò gli occhi e le fece il movimento delle forbici con le dita.

<<E non solo di quello.>> precisò Meghan, sempre inespressiva <<Si occupa anche di arte, fashion, travel e lifestyle. Il mio lavoro..>> aggiunse con una scintilla di orgoglio <<sta nel cogliere tutta la bellezza che c'è negli interni e negli esterni degli appartamenti lussuosi ed esaltarla con i miei scatti.>>

<<Sembra divertente!>> continuò Sarah.

Secondo O'Connor stavano solo perdendo tempo. Era fin troppo chiaro che la donna non vedesse l'ora di liberarsi di loro: una conversazione fatta così, in piedi, preannunciava un rapido arrivederci. Avrebbero dovuto chiederle di Oliver appena entrati: i suoi lunghi capelli biondi, la sua statura e l'avvenenza avevano già parlato per lei. Le sue caratteristiche fisiche corrispondevano con quelle dell'assassina.

<<Posso sapere il motivo della vostra visita?>> chiese, sollevando il coperchio della pattumiera.

Quando Miss Gray fece quella domanda, Thomas si sentì sollevato. Sarah invece, che per tutto il tempo aveva puntato alla sua mela e alle impronte dentali che se ne potevano ricavare, si dispiacque alquanto di vederle buttare via il torsolo nella spazzatura. Se lo avesse semplicemente appoggiato sul bancone avrebbe sicuramente avuto più chance per sottrarglielo.

<<Conosceva Oliver Fisher?>> sparò Thomas, con liberatorio piacere.

<<Certo, siamo stati fidanzati per un po'.>> non tardò a rispondere con voce ferma, ma lo sguardo vacuo.

Quando Thomas le chiese poi se di recente si fossero rivisti, lei dichiarò tranquillamente di averlo contattato una sola volta in chat per capire se, in quella pausa che si erano presi, si fosse accorto di amarla ancora, e arrivò pure ad ammettere che, sfortunatamente per lei, Oliver non aveva mutato i propri sentimenti e, per questo, non si erano più rivisti.

<<Ho conosciuto Oliver all'Università, quando lui era già all'ultimo anno di architettura, e presto sono andata a convivere da lui.>> raccontò, molto spedita <<Una volta laureato, ha iniziato a lavorare e la nostra routine è cambiata così tanto che non riuscivamo quasi più a vederci. Alla fine abbiamo rotto.>> concluse, facendo spallucce.

I detectives si guardarono per un secondo, meravigliati di questa strana indifferenza, o forse geniale autocontrollo, chissà. Sembrava comunque impossibile che non avesse saputo niente dell'assassinio di Oliver: tutti i giornali avevano titolato a grandi lettere il delitto sul London Eye e i tg continuavano a parlarne ancora adesso.

Al di là di alcune discordanze con quello che la polizia era venuta a conoscere su di lei, ciò che soprattutto imbarazzava e contrastava con la narrazione fatta dalla sorella di Oliver, era la calma con cui parlava della vittima.

<<"Abbiamo"? Allora è stata una decisione presa di comune accordo?>> la detective Bruni cercò un appiglio per farla uscire dalla sua maschera di imperturbabilità.

<<Perché mi fa questa domanda?>> chiese serafica, inclinando la testa e guardando la poliziotta di traverso.

<<La prego di rispondere, Miss Gray, le domande le facciamo noi!>> intervenne duramente O'Connor.

<<A dire il vero, io avrei riprovato, ma lui ha preferito il lavoro a me.>> precisò lei, incrociando le braccia e appoggiando la schiena contro i moduli della cucina << Il lavoro lo aveva trasformato: prima mi diceva di quanto fosse importante, per lui, costruire una famiglia e dopo...>>

<<Capita.>> empatizzò con lei, Sarah. <<Alcune persone, prese dall'euforia del lavoro, arrivano a rovesciare le loro iniziali priorità>>

<<Non l'ha più visto con nessuna donna?>> fu la domanda di O'Connor.

<<No, ma secondo me c'era qualcuna..>> affermò lei, abbassando le braccia e afferrandosi un polso con la mano.

Thomas si sentì infastidire dall'alone di falsità che ruotava intorno a quella donna, a cominciare dai suoi gesti artificiosamente pacati, diventati per lui oltremodo fastidiosi; smise così di fare lo slalom tra domandine di contorno e andò giù dritto come un treno con la sua domanda principale.

<<Dov'era il 6 di ottobre dalle diciotto alle ventuno?>> chiese, facendo la voce grossa, aspettandosi di vedere un suo vacillamento. Però Meghan aveva sempre delle spiegazioni logiche, da dare in pasto ai loro sospetti.

<In realtà sono stata via quasi tutto settembre. Sono tornata giusto ieri notte.>> affermò grattandosi il naso <<E posso dimostrarlo.>> concluse abbozzando un mezzo sorriso compiaciuto.

Raggiunse il piccolo corridoio che portava alla camera da letto e al bagno e, rufolando nella sua borsa, appesa all'attaccapanni a muro, cercò il biglietto aereo.

<<Vedete?>> lo mostrò, con evidente soddisfazione, ai poliziotti.

Heathrow – Pisa, andata e ritorno. Questo confermò il suo alibi, lasciando il detective O'Connor nella frustrazione più completa.

<<Quindi lei non sa che Oliver è morto?>> le domandò Sarah a bassa voce, tenendosi pronta a scorgere la sua più piccola reazione.

<<Anche se ti sarai ben allenata a indossare una maschera, mia cara Meghan>>, pensò la detective mentre la stava studiando con il suo occhio clinico, <<se sei tu l'assassino, io ti inchioderò, perché il tuo corpo prima o poi ti tradirà.>>

Miss. Gray cominciò a sbattere le ciglia in modo eccessivo, e Sarah credette che si fosse sentita in trappola, e di lì a poco si sarebbe fatta scoprire. Ma quando vide sgorgare, da quegli occhi così pesantemente truccati, copiose lacrime, che le andavano a macchiare il viso, non fu più tanto sicura di poter interpretare quel gesto come un segno rivelatore di un'imminente menzogna.

<<Come è successo?>> domandò, appoggiandosi al bancone della cucina.

<<Qualcuno lo ha ucciso!>> rispose O'Connor, guardandola fisso negli occhi.

Sarah si accorse che Meghan stava avendo un mancamento e andò prontamente a sorreggerla; insieme si diressero verso il tavolo là vicino e l'aiutò a sedersi.

Thomas, ancora convinto della sua colpevolezza e che stesse solo recitando la parte della donna addolorata, non esitò a farle vedere le crude foto di Oliver, tratte dalla scena del crimine.

<<Santo cielo, è il mio Oliver! Ma chi lo ha ridotto così? È disgustoso!>> fece una smorfia e riprese a piangere; poi, con uno strano tono, aggiunse <<Me lo sentivo che avesse un'altra! Ed è stato il suo rischio peggiore..>>

A Thomas non fu ben chiaro se lei fosse rimasta maggiormente disgustata per l'azione efferata inferta sul corpo di Oliver o, piuttosto, fosse soddisfatta di aver avuto ragione sulla relazione di Oliver. Ancora una volta trovò il suo comportamento alquanto ambiguo.

Sarah si ricordò che Meghan aveva violato il domicilio di Oliver, probabilmente per cogliere il suo ex in flagrante; o almeno, questa era l'ipotesi della sorella. Se così fosse stato, coerentemente con il suo desiderio di scoprire la nuova amante, Meghan avrebbe potuto anche fare dei pedinamenti. Anche assumere un investigatore privato, magari. Provò quindi a chiederle se avesse qualche sospetto di chi potesse essere l'altra donna.

<<Non saprei proprio.>>

<<E comunque, non era affar suo, saperlo. Non stavate più insieme da due anni, o sbaglio!>> Thomas era ormai entrato nel ruolo del poliziotto cattivo e le sue frasi miravano sempre di più a provocarla.

<<Lo so.. ma quando un legame è stato così forte come il nostro, non finisce mai del tutto. Soltanto ora che è morto... per forza di cose, dovrò togliermelo dalla mente.>>

Il pianto diventò più forte, si alzò in piedi e, scusandosi con loro per lo sfogo, si diresse in camera da letto a prendere altri fazzoletti.

Sarah fece un cenno a Thomas che subito corse al portatile, mentre lei lo avrebbe coperto, intrattenendosi con Meghan.

Quando la donna fu di ritorno, O'Connor si fece trovare di nuovo in cucina, come se nulla fosse; e ammorbidendo i suoi toni, le fece un apprezzamento riguardo le sue mani, ben curate e laccate.

<<Grazie.>> replicò lei, soffiando via i fluidi nasali e dandosi un contegno.

<<Sono molto lunghe e affilate.. come fa a mantenerle così perfette? Non le si spezzano mai?>> le domandò Sarah.

<<Per fortuna, no. E' tutto merito del trattamento indurente alla cheratina. Prima le avevo molto fragili mentre adesso sono diventate dure e resistenti.>>

<<Interessante! Posso vederle?>>

Con un po' di delusione Sarah constatò che erano perfettamente integre e si chiedeva se soltanto questo avrebbe potuto discolparla. Del resto non avevano nient'altro che potesse direttamente collegarla al crimine; non era trapelato neppure quell'atteggiamento ossessivo o paranoico descritto dalla sorella di Oliver.

<<Ascolti, Miss Gray, le lascio il mio numero di telefono..>> le disse Sarah.

<<Sì, certo, se scopro qualcosa la chiamo.>> le rispose, parlandole sopra.

<<In realtà lei non avrebbe nulla da scoprire, semmai da ricordare.. siamo noi che indaghiamo.>> precisò la detective Bruni, un po' sorpresa da quella scelta lessicale.

<<E' naturale. Siete voi la Polizia!>> replicò Meghan, socchiudendo gli occhi e scuotendo lievemente la testa.

O'Connor controllò il suo smartwatch e vide che un'ora abbondante li separava dal pranzo; propose perciò alla collega di fare anche un sopralluogo all'appartamento di Oliver. Tanto più che Hollywood Road era a cinque minuti da lì.

<<D'accordo.>> rispose lei, con aria distratta; la mente aveva già iniziato a rimuginare sui segnali consci e inconsci attraverso i quali Miss Gray aveva comunicato.

Sebbene la piscolinguistica e la comunicazione non verbale non siano una scienza esatta, la detective Bruni credeva nelle potenzialità di tali strumenti: una lettura sistematica del mondo psichico dei sospettati, a meno che non fossero dei perfetti attori, avrebbe potuto dare una buona spinta alle indagini.

<<Qui non mi pare che abbiamo ottenuto molto: un biglietto aereo, che le fornisce un alibi più che valido, e solo il sospetto di qualche importante menzogna.>> disse, O'Connor, prima di salire sull'auto.

La collega era sul punto di mettere in moto quando, ritraendo la sua mano dalla chiave, sembrò ripensarci. Si girò con tutto il busto verso Thomas, aprì la zip del suo giacchetto in pelle e, dalla tasca interna, recuperò il taccuino.

<<Secondo te, cosa avrà voluto dire con la frase "Me lo sentivo che avesse un'altra.. è stato il suo rischio peggiore" ?>> fu il suo primo interrogativo.

Lui aggrottò le folte sopracciglia e, leggermente confuso, non poté che replicare con un'altra domanda <<Non ti interessa più esaminare la casa della vittima?>>

<<Certo che sì! Ma prima devo farmi un'idea più precisa di cosa andremo a cercare nel suo appartamento.>> disse, alludendo ai punti oscuri che erano emersi dalla conversazione con Miss Gray e sperando che il parlarne insieme gli facesse inquadrare degli obiettivi di ricerca più precisi <<Perciò ti riformulo la domanda: di quale rischio stava parlando, secondo te, Meghan?>>

<<E va bene, rielaboriamo a caldo tutto ciò che abbiamo visto e sentito in casa di Miss Gray.>> si grattò per un attimo la barba incolta e cominciò ad esporre la propria teoria <<Punto primo: quando una donna è ossessionata da un uomo, non saprà accettare nessun rifiuto da parte sua; e per quello che sono riuscito a scoprire nel suo portatile, c'è un reale motivo di credere che Meghan fosse ossessionata da Oliver..>>

<<Ah bene! Dimmi, cos'hai visto.>> Tom aveva attirato tutta la sua attenzione.

<<Una cartella piena zeppa di foto di lui. Alcune scattate sicuramente a sua insaputa: mentre dormiva o sotto la doccia. C'erano anche dei filmati; ma quelli non potevo aprirli, o mi avrebbe scoperto.>>

<<Allora, un comportamento che rasenta la perversione c'è.>> commentò lei

<<Tornerebbe con la dichiarazione rilasciata da Diana Fisher a proposito delle visite a sorpresa che la ex gli faceva; un fatto che ora sembra ulteriormente aggravarsi e trasformarsi in stolkerismo.>> le fece notare Thomas <<E per tornare alla tua domanda, credo che Oliver stesse rischiando di venire scoperto in casa propria con l'amante. Una volta ottenute le sue prove, Meghan avrebbe pianificato di ucciderlo. Dobbiamo solo trovare delle prove che collochino Miss Gray sulla scena, al momento del crimine, e la inchiodiamo.>>

<<No, la tua teoria non regge, Tom. Come avrebbe fatto a convincerlo a portarla su London Eye a trascorrere una serata con lui, per giunta nella Capsula Cupido!>> gli obiettò, lei.

<<Il come è secondario; la cosa fondamentale è riuscire a provare che Meghan si trovasse su quella Capsula quella sera.>> insistette, lui; mentre Sarah continuava a scuotere la testa. C'era anche il biglietto aereo a dimostrare che lei non fosse nemmeno a Londra quel giorno, ma forse Thomas l'aveva già dimenticato?

<<Non credo che Meghan avesse scoperto la nuova fiamma di Oliver. Nella frase "se scopro qualcosa vi chiamo", sfuggitale accidentalmente di bocca, credo si nasconda la volontà di continuare certe sue "indagini" sulla nuova amante. Pertanto non sa ancora chi sia.>> fu la deduzione di Sarah <<E tantomeno penso che lei abbia assassinato Oliver. Tu hai preso in considerazione soltanto il rischio minore che lui avrebbe potuto correre, e cioè l'essere scoperto, ma Meghan ha accennato a un "rischio peggiore"..>>

<<E tu hai idea di quale potrebbe essere?>>

<<Provando a ragionare con la sua testa, forse l'altro rischio ben più grave che Oliver avrebbe potuto correre, se non fossero tornati insieme, sarebbe stato quello di incontrare donne pericolose, come appunto è stato.>>

<<Tu la difendi, ma secondo me ci nasconde qualcosa.>>

<<Guarda, forse sarebbe potuta arrivare a uccidere l'amante, ma lui mai!>> ribatté lei, con fermezza <<Ciononostante, concordo con te sul fatto che non ci abbia detto tutta la verità e per questo non smetteremo di indagare su di lei.>>

<<Lo spero bene!>>

<<Per esempio, sarebbe interessante poter spulciare il suo portatile.>> ammiccò con un sorriso <<Tuttavia, la sua reazione alla notizia della morte di Oliver è stata molto convincente. Quando sono corsa a sorreggerla ho capito che non mentiva: era davvero scossa. Credo che tutta la sua attenzione sia sempre stata rivolta verso "l'usurpatrice" del cuore di Oliver.>>

Il profilo che la detective Bruni si era fatta di Meghan scaturiva dalla sintesi di più elementi: il modo in cui aveva tenuto le braccia distese davanti a sé stringendosi il polso con forza, quando l'avevano invitata a pensare all'amante di Oliver, costituiva un chiaro messaggio di difesa, ma anche di desiderio di reprimere l'impulso aggressivo che in lei si era scatenato.

E una preoccupazione sfiorò la mente della detective: ora che Miss Gray sapeva che Oliver era stato ucciso, probabilmente dalla stessa donna di cui lei cercava di scoprire l'identità, fino a dove l'avrebbe spinta la sua rabbia? Sarebbe stato opportuno farla sorvegliare da una pattuglia prima che arrivasse a intralciare, con la sua caccia privata, le indagini della Polizia?

O'Connor, che era rimasto per un po' a fissarla, fece un sussulto quando lei scoppiò in un'esclamazione che non si aspettava.

<<Comunque, per tua gioia, sono riuscita a prenderle questo!>> disse, tirando fuori, come un mago dal cilindro, un fazzolettino usato, e, con aria divertita, lo ripose in una busta trasparente.

<<E quello cosa sarebbe?>>

<<L'avvocato del Diavolo! Contento?>> cinguettò lei.

<<Non ci posso credere!>>

<<Credici, mio caro. Approfittando della momentanea disattenzione di Miss Gray, sono riuscita a sottrarglielo; e ora avremo il suo DNA, che potrà confermare o smentire la mia ipotesi d'innocenza. >>

<<Mi sorprendi, ogni volta!>>

Giunti all'appartamento di Oliver, trovarono che i tecnici della Scientifica già distribuiti su tutte le stanze e con i più avanzati strumenti di rilevazione si stavano dando un gran daffare. Infilati i guanti di protezione, anche Thomas e Sarah si unirono alle ricerche.

Nel salotto, in cui si imbatterono non appena varcata la soglia, Sarah andò a caccia di fotografie dalle quali sarebbe potuta emergere la nuova relazione di Oliver; mentre Thomas, immaginandosi possibili sviluppi osé sul divano di fronte al televisore, lo "perquisì" per bene, aspettandosi di trovare un orecchino o magari una mutandina tra le pieghe dell'imbottitura.

I due detectives serrarono le labbra e, scuotendo la testa, si scambiarono un rapido cenno di delusione; spostandosi lungo i lati opposti del salone, oltrepassarono la libreria, messa lì con la funzione di parete.

Il tecnigrafo A3 con tutti gli strumenti di misurazione sopra, rivelò subito la natura di quella parte della stanza. Sui mobili bassi, che correvano su tutta la parete nord, si ammassavano diverse planimetrie arrotolate e un casco di sicurezza.

O'Connor si avvicinò a uno dei cubi della libreria double face che troneggiava a circa metà del salone; l'architetto Oliver Fisher doveva aver appoggiato, sicuramente fuori posto, lo scketchbook su cui annotava i propri pensieri e gli schizzi dei suoi lavori. Il detective lo aprì e ne visionò le pagine sperando di trovare qualche nome di donna, in mezzo a tutti i suoi clienti. Ma come ben presto si rese conto, Oliver li aveva sicuramente scritti da un'altra parte.

Nel frattempo Sarah stava frugando nei cassetti della scrivania. Frustrata di non aver trovato alcun oggetto o foto che potesse essere riconducibile a una donna, si protese ricurva sulla scrivania, sostenendosi con le mani sul grande foglio da disegno che quasi totalmente la ricopriva. Al tatto, però, riconobbe un qualcosa di simile a un quaderno; sollevò quindi il foglio, lasciando cadere tutte le penne artistiche a terra, e fu lieta di vedersi apparire davanti a sé una piccola agenda. Vi dette un'occhiata e poco dopo ne condivise il contenuto con Thomas.

<<Grandioso! Era quello che stavo cercando nell'altra agenda di lavoro; evidentemente li annotava qua sopra.. >> disse lui

<<Questi nomi potrebbero esserci molto utili!>> commentò Sarah, riponendo l'oggetto in un sacchetto trasparente e, rivolgendosi all'agente della scientifica che stava in quel momento catalogando il portatile di Oliver, domandò <<Mi scusi, quanto tempo vi ci vorrà per quello?>>

<<Dipende, detective, sono molte le variabili che giocano in questo lavoro..>>

<<Bene, allora speriamo di aver fortuna e di avere notizie molto presto!>> replicò lei con un sorriso e il pollice alzato.

Si spostarono nella camera da letto dove un altro agente stava prelevando del materiale biologico: con l'aiuto delle pinze andava ad imbustare un lungo capello biondo.

Thomas indirizzò l'attenzione della collega, prima, sui pesi che si intravedevano da sotto il letto e, dopo, sulla barra per trazione dorsali fissata sulla porta; ne dedussero concordemente che Oliver non frequentasse alcuna palestra, pur non mancando di allenare la propria muscolatura con workout fatti in casa.

Aprirono anche le ante del guardaroba, ma nessun indumento femminile saltò fuori. La detective Bruni si diresse allora verso il bagno, inserito nella camera da letto, dove poté osservare la presenza di un solo spazzolino da denti; e il mobiletto pensile sopra il lavandino, che lei subito dopo andò ad aprire, le mostrò vari prodotti per uomo che non fecero che confermare lo stesso tipo di narrazione. Nessuna donna conviveva in quell'appartamento.

Sarah si prese un attimo per riflettere. O'Connor la vide appoggiata allo stipite della porta con la mano destra dietro il collo e la sinistra sul fianco.

<<E' impossibile che Oliver non abbia conservato niente di lei..>> disse al suo partner, che la stava osservando dalla camera <<Ha potuto organizzare un giro romantico sul London Eye, riservando a non poco prezzo una cabina tutta per loro, e non c'è traccia di una relazione che sia avvenuta nei giorni precedenti?>> e, sciogliendosi da quella posizione, gli si rivolse con l'indice puntato <<Tu, dopo quanto tempo ti impegneresti in un incontro così romantico?>>

<<Di certo non al primo appuntamento, se è questo che intendi.>> replicò Thomas <<Ma ciò che dovremmo forse chiederci è se l'assassina sarebbe potuta tornare nell'appartamento di Oliver e cancellare ogni traccia di sé.>>

Mentre la collega rifletteva sull'interrogativo di Thomas, ripassando nella sua mente l'ora del ritrovamento del cadavere, ovvero le ore ventuno, e la distanza che divideva il London Eye dall'abitazione della vittima, ossia venti minuti circa; e considerando il fatto che il sopralluogo nell'appartamento era stato fatto ben quattro giorni dopo, scoprì che il quesito era presto risolto. La detective Bruni dischiuse leggermente le carnose labbra per dire qualcosa, ma la suoneria del cellulare di Thomas la bloccò.

<<Sì, direi che qui abbiamo finito. Ricevuto Capo, arriviamo.>>

<<Novità?>>

<<Crow ci vuole subito al Comando.>>

<<Bene, ci toccherà un altro pranzo in ufficio.>> sbuffò lei, buttando gli occhi al cielo.

Non appena l'Ispettore li vide entrare, subito disse loro dell'imminente arrivo della Stampa a Scotland Yard e gli ricordò che l'obiettivo della Polizia è quello di rassicurare la cittadinanza, ma senza dare troppe informazioni sulle indagini in corso.

Per affrontare al meglio le innumerevoli domande che i giornalisti gli avrebbero indirizzato, Crow voleva essere aggiornato sul caso: <<Coraggio, ragazzi! Fatemi il punto.>>

<<Meghan sembra avere un alibi di ferro.>> iniziò Thomas <<Ci ha mostrato il biglietto aereo che prova che dal 5 settembre al 9 ottobre si trovava in Italia. Non era neppure a conoscenza dell'uccisione di Oliver.>>

<<Lo ha saputo da noi, stamattina.>> aggiunse Sarah

<<Posso confermare tramite i selfie che ha postato sui Social.>> disse l'agente Jodie Bennet mentre Crow cominciava a scrivere quelle date alla lavagna <<Meghan si trovava in Italia, e per la precisione a Livorno, in Toscana.>> continuò lei, scorrendo con la rotella del mouse.

<<Però, come ho già fatto notare alla mia partner, Miss Gray è una donna attraente, è bionda..>>

<<Artificialmente bionda, a considerare dalla ricrescita del suo capello.>> precisò la Bruni

<<D'accordo, e delle sue unghie, cosa vogliamo dire?>> continuò lui, determinato a porre dei dubbi sulla sincerità di Miss Gray <<Erano lunghe e affilate.>>

<<Unghie stiletto, per capirci?>> chiese la Bennett.

<<Bè, allora non sono unghie ma artigli!>> fu la battuta dell'agente Taylor

<<In definitiva, O'Connor, stai mettendo in dubbio il suo alibi?>> tuonò Crow

<<Bè, a differenza della mia collega che si è convinta che Miss Gray sia innocente, io..>>

<<Non è esattamente così, Tom, e lo sai.>> e rivolgendosi a Crow disse <<Infatti, qua dentro c'è il DNA di Meghan; giusto per avere la riprova del suo alibi.>> e gli consegnò il fazzolettino di carta della donna.

<<Ben fatto, detective! Lo manderemo subito alla Scientifica.>>

<<Inoltre, Capo, a supporto della colpevolezza di Miss Gray>> incalzò Thomas <<sul suo portatile ci sono prove dell'esistenza di un suo lato oscuro.>>

<<Cosa avresti trovato, O'Connor!>> abbaiò Crow

<<Innumerevoli foto e filmati sicuramente fatti di nascosto, durante la doccia o mentre Oliver dormiva. Miss Gray è in possesso di una copia delle chiavi dell' appartamento; è una stolker! Ebbene, ditemi voi se è o non è una donna sospetta: non sapeva che il suo ex fidanzato fosse morto ammazzato perché si trovava fuori Londra, ha pianto di fronte a noi, ma ci ha mentito quando ha dichiarato di non averlo più visto dopo che si sono lasciati e quando ha detto di avergli mandato un solo whatsapp.>>

<<Comunque le sue unghie erano integre. Come lo spieghi?>> gli ricordò Sarah.

Quello era l'unico dato a cui Thomas non sapeva dare, al momento, una spiegazione e rimase muto.

<<Bene. Avete altro?>>

<<Siamo anche passati dalla casa di Oliver e là abbiamo preso la sua agenda.>> disse Sarah, consegnandola al Capo <<Tra i suoi clienti ci sono alcuni nomi di donna; potremmo farci dire qualcosa..>>

<<Mmm.. tracce di donna nell'appartamento, ne avete trovate?>> domandò Crow

<<Soltanto un capello biondo recuperato dalla Scientifica.>> rispose Thomas

<<Mmm.. E i vicini? Lo hanno mai visto con una donna?>> continuò l'Ispettore

<<Non sappiamo..>> risposero all'unisono, i detectives, con po' d'imbarazzo.

<<E cosa aspettate a interrogarli? Non potete lasciare un lavoro a metà, cazzo!>>

<<Ma lei ci ha chiamato per farci venire qui..>> replicò O'Connor.

<<Tutte scuse.. Non ci avete neppure pensato! Ammettetelo!>> e dopo averli fissati per un po', passando dagli occhi dell'uno a quelli dell'altra, come in una partita a ping-pong, tuonò <<Ebbene? Ancora qui?>>

<<Sì Capo, certo, torniamo all'appartamento..>> disse O'Connor

Raggiunsero velocemente la porta, quando l'Ispettore Crow dovette invertire l'ordine. Si era dimenticato della Stampa e anche i suoi detectives sarebbero dovuti essere presenti.

La squadra di Crow entrò nella sala conferenze, già piena di giornalisti; si schierarono tutti e cinque dietro il lungo tavolo e, rimanendo in piedi, risposero ad alcune delle loro domande.

<<Ispettore, siete già sulle tracce dell'assassino?>>

<<Purtroppo non si tratta di un omicidio semplice: ci sono ancora troppi interrogativi che necessitano una risposta. Tutte le forze della Polizia saranno impegnate al massimo e non temete che quando l'assassino sarà catturato, vi informeremo.>> dichiarò Crow.

<<Non è strano il modo in cui è stato ucciso?>>

<<È un modo come un altro.>> replicò l'Ispettore, prima di fare un cenno a O'Connor affinché mettesse fine alle domande.

<<Non possiamo dirvi ciò che ancora non sappiamo, ma abbiate fiducia nel nostro lavoro. Grazie.>> disse lui, chiudendo la conferenza.

                               **********************                              ********************                     

Bene, carissimi lettori, sono forse riuscita a catturare la vostra attenzione e stimolare il vostro fiuto 🕵 da investigatore?

Ovviamente dovranno succedere molte altre cose in questa crime story, 🚓 ma se qualcuno tra voi avesse già individuato l'assassino, potrebbe dircelo in un commento. Sarebbe divertente intrattenerci nel mondo delle ipotesi. 😜

E  se volete mostrarmi quanto state apprezzando il romanzo, non dimenticate di mettere le vostre stelline! ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️

Grazie e a prestooooo 😍

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