Capitolo 1

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Continuavo a tornare a quel momento, la mia mente si rifiutava di voltare pagina. La bara che veniva calata dentro quel buco, accompagnata dalle parole di addio che il prete pronunciava ufficializzando la fine della sua esistenza e quella maledetta musica. Il pugno di terra che avevo lanciato cadeva sulla scatola che stava portando via con sé un pezzo fondamentale della mia vita.

Non riuscivo ad abituarmi all'idea che lei non ci fosse più, all'idea che non l'avrei rivista ogni giorno, al fatto che non avrei più ricevuto i suoi messaggi o i suoi rimproveri. Potevo ancora sentire la sua presenza, al funerale mi era sembrato persino di vederla in lontananza, David aveva dovuto trattenermi per non lasciare che inseguissi chi non c'era più.

Ogni cosa mi riportava a lei, Anima, la mia Anima, anche il nostro negozio, la libreria che non era altro che il frutto dei nostri sogni, ora rappresentava per me il promemoria di quello che lei non avrebbe più avuto, sogni, futuro, mi sentivo male al solo pensiero di rimetterci piede. Il giorno dopo il funerale Kate era venuta a trovarmi, era una carissima amica, l'avevamo conosciuta più di un mese fa ed eravamo entrate subito in sintonia tanto da farla lavorare con noi, era venuta per assicurarsi delle mie condizioni, voleva darmi conforto ed io avevo approfittato per chiederle un immenso favore, le chiesi di occuparsi del negozio in mia assenza, e da allora non ci avevo messo più piede.

Non trovavo la forza per andare avanti, davanti agli altri fingevo di stare bene, di voler ricominciare, ma niente era più lontano della realtà. Vivevo ormai rintanata nella casa dei miei genitori, avevo bisogno del loro calore, mi sentivo così smarrita, persa, ma non ero certa di voler ritrovare la via.

Le lacrime avevano creato dei solchi sulle mie guance, da un mese non smettevano di scorrere, ogni volta che restavo da sola il peso della perdita mi schiacciava facendo diventare tutto attorno a me sempre più soffocante.

Dei colpi alla porta mi tirarono fuori dai pensieri negativi, di sicuro era mia madre, aveva un tempismo perfetto, forse le mamme possedevano davvero un sesto senso per capire quando avevamo bisogno di loro, lei arrivava sempre a tendermi una mano ogni volta che rischiavo di affogare nella disperazione. Mi asciugai il viso come meglio potevo con il lenzuolo bianco del letto della mia cameretta da bambina provando a cancellare il segno evidente del mio dolore e dello strazio che mi portavo dentro. Andai di corsa in bagno per lavarmi il viso, quando finii di asciugarlo vidi mia madre sulla soglia.

<<Mi ero addormentata, scusami.>> mi giustificai provando a nascondere quello che era evidente.

<<Avevi bisogno di riposo piccina mia, quando sei pronta scendi, hai visite.>> disse lei facendo finta di non notare il mio stato d'animo, le fui molto grata. Mi allarmai sentendo di avere visite, non volevo vedere nessuno.

<<Chi c'è di sotto?>> che domanda idiota, la risposta era ovvia: David, ormai veniva ogni giorno, ma vederlo non mi dava più la gioia di un tempo, gli volevo bene ovviamente ma era diventato una tortura vederlo, il ricordo di quello che era successo era ancora troppo vivido.

Non avevo perso solo la mia amica, Tom dopo il funerale era andato via insieme al fratello, doveva seguirlo, Will aveva bisogno di lui. Anima era diventata da poco la sua fidanzata ma il loro era un legame molto forte e lui dopo la tragedia ne era uscito distrutto, per questo capivo la scelta di Tom, ma l'affetto che provavo per lui aveva in pochi giorni sostituito quello per David nel mio cuore, era un sentimento che non poteva essere confuso con l'amicizia, perciò avrei voluto che rimanesse accanto a me. Ma ero rimasta sola, o quasi, c'era Kate con me, sua sorella, e al meno lei riusciva a portarmi una boccata d'aria fresca.

<<Lo sai chi c'è, ormai sono giorni che viene, prima o poi dovrai scendere, ha detto che non se ne andrà finche non ti avrà parlato.>> disse mia madre facendomi notare che era ancora nella stanza, ogni tanto mi alienavo nei miei pensieri.

<<Devi dirgli che sto dormendo, non sono pronta a vederlo adesso, non dopo come l'ho trattato l'ultima volta.>>

Due settimane fa David era venuto a trovarmi al mio appartamento in centro, ma non mi aveva trovato, così si presentò a casa dei miei genitori come una furia, pretendendo spiegazioni sul perché non rispondevo alle sue chiamate e sul perché non gli avevo detto che sarei andata dai miei per un po'. Non reagii bene, sfogai su di lui tutta la rabbia e la frustrazione derivata dal sentimento d'impotenza di non poter fare niente per sovvertire la situazione.

<<Ha qualcosa da dirti, penso anche che dobbiate chiarire, tanti anni di amicizia e sentimenti non vanno buttati così.>> mi diedi uno sguardo soffermandosi sul pigiama che portavo dalla notte precedente e ormai era ora di pranzo <<Gli dico che scenderai tra poco, preparati noi ti aspettiamo di sotto.>> detto quello che aveva tutta l'aria di un comando se ne andò, mi assalì l'ansia per quello che dovevo fare...affrontare il mio migliore amico e quello che avevo ritenuto il mio primo amore.

                                                                                             ***

Dopo essermi presa tutto il tempo per prepararmi e per pensare a cosa dirgli, ancora non sapevo come giustificare quello che ora sentivo per lui, uscii dalla mia camera con l'irrefrenabile voglia di tornare indietro a rintanarmici dentro.

Mi fermai sull'ultimo gradino, da dove potevo spiarlo senza che lui mi vedesse, era bello come sempre con i capelli chiarissimi e lunghi fino al mento che lo facevano sembrare un surfista californiano, ma a deturpare quella bellissima immagine c'erano un bendaggio sul braccio e una cicatrice bianca a forma di cerchio sul collo, mi rammentavano quello che aveva vissuto. Quando Anima era stata presa di mira da quel pazzo stalker ci eravamo preoccupate, ma non avevamo idea di quanto fosse grave, l'aveva vista insieme a David e questo aveva fatto diventare un bersaglio anche lui. Quel pazzo li aveva rapito entrambi e li aveva torturati fino all'arrivo di Will con i suoi uomini, quelli dell'agenzia di sicurezza che Will dirigeva con Tom. Erano stati giorni d'inferno, ricordo l'ansia, solo Kate veniva a informarmi di tanto in tanto su quello che succedeva. Alla fine Anima non c'è l'aveva fatta ed io mi sentivo così in colpa... se solo avessi saputo non l'avrei lasciata da sola nemmeno per un secondo, di sicuro non le avrei dato le chiavi della macchina, mi sembrò una strana richiesta quella, lei detestava guidare, ma in quel momento non ci pensai, mi disse che era preoccupata per David, sospettava qualcosa ma non voleva farmi preoccupare e così mi tenne all'oscuro di tutto.

Ero una pessima amica, praticamente l'avevo spinta io tra le braccia di quel pazzo, non ero stata in grado di capire quanto fosse grande il suo tormento, quanto fosse in pericolo.

A nulla era servita la nostra amicizia, il nostro calore, l'amore di Will contro quello che aveva subito, contro quello che le aveva fatto quel mostro che ora era anche a piede libero.

Finii di scendere le scale e quando mi vide si alzò dal divano, era impacciato, non sapeva come comportarsi, si dondolò da un piede all'altro aspettando che io dicessi qualcosa. Ma cosa avrei potuto dirgli? Che era passato dall'essere una gioia nella mia vita, al ricordo sbiadito di qualcosa che non c'era più.

<<Abs!>> disse lui a voce appena udibile riscuotendomi dai miei pensieri.

<<Scusami per l'altra volta.>> gli dissi.

Lui chiuse gli occhi come se solo sentire le mie parole gli facesse del male.

<<Non avrei dovuto reagire in quel modo, tu sei una vittima... come lei.>> una lacrima sfuggì al controllo dei miei occhi, lui si avvicinò e con un bacio provò a cancellarla, ma non portò via il dolore, quanto sarebbe stato gradito questo contatto qualche tempo fa, era stato il mio desiderio più grande, ma ora non erano le sue labbra dalle quali volevo ricevere conforto, erano quelle di Tom, volevo che lui fosse la mia àncora di salvezza ma al suo posto c'era David che aveva lui bisogno di essere salvato.

David era molto strano, sembrava che la morte della nostra più cara amica non lo toccasse allo stesso modo, non era sconvolto quanto me, inoltre avevo la sensazione che mi nascondesse qualcosa, ma non capivo cosa.

<<Non lo dire più>> nella sua voce c'era disperazione <<ti prego, non ti scusare, sono io a doverlo fare, faccio parte anch'io di quello che ti fa soffrire così tanto.>>

Si sentiva in colpa per qualcosa che non riuscivo a capire.

<<Un giorno ne parleremo, quando tutto questo non sarà un ricordo così doloroso, quando sarai pronta a capire le mie parole, quando non sarà più un pericolo parlarne.>>

<<In che senso?>> scattai all'indietro.

<<Scusa Abs, mi sono lasciato prendere dall'attimo e ho detto una cazzata.>> era appurato che David era un pessimo bugiardo, volevo capire cosa nascondeva ma avrei indagato in un altro momento <<Dobbiamo parlare...>>

Presi un grosso respiro e lui con me, sapevo che sarebbe successo e forse era giusto.

<<Abs sediamoci.>> mi prese entrambi le mani e mi accompagnò al divano, prendemmo posto uno accanto all'altra, ma guardandoci negli occhi, poi aggiunse <<È ora Abs, dobbiamo andare avanti.>>

Ritirai di scatto le mie mani dalle sue, non poteva dirlo sul serio, come poteva solo pensare una cosa del genere? Non c'era una data di scadenza alla sofferenza per la perdita di qualcuno così importante come lo era Ani per noi, lei non avrebbe avuto un domani!

<<Ascoltami prima di arrabbiarti, non ti chiedo di dimenticarla, sarebbe impossibile oltre che ingiusto, sai quanto le ho voluto bene, né io né nessun altro ti chiederà mai di farlo, però devi reagire, dobbiamo reagire entrambi, io intendo provarci!>> fece una pausa cercando le parole giuste <<Penso dovresti farlo anche tu, lei lo vorrebbe.>>

<<David non ti permettere di farmi la predica, mi avete tenuto all'oscuro...>> non ebbi il tempo di finire la frase che David m'interruppe.

<<Non avresti potuto fare niente per cambiare quello che è successo, quel Modriam è un malato di mente, non si sarebbe fermato, Anima non voleva che prendesse di mira te.>>

<<Io volevo essere coinvolta!>> gli urlai contro e poi aggiunsi a bassa voce <<Avrei voluto esserci io al suo posto, ora lei sarebbe qui.>>

Esitò qualche secondo, poi iniziò a frugare nello zaino che aveva sulla spalla e tirò fuori una busta da lettere <<Forse è arrivato il momento che ti dia questa.>> mi prese la mano sinistra e me la depositò sul palmo aggiungendo <<Aprila più tardi, quando sarai sola nella tua camera ed io me ne sarò andato.>>

Guardai quel pezzo di carta per qualche secondo per poi portare i miei occhi nei suoi cercando qualche spiegazione.

<<Capirai, io farò quello che lei avrebbe voluto, seguire la mia strada, compiere i piani che abbiamo progettato insieme. Ci sarò sempre per te e tornerò, come ti ho già detto, ogni volta che ne avrai bisogno.>>

<<Cosa stai dicendo? Te ne vai?>> al momento la nostra situazione era strana, molto incerta, ma non volevo che andasse via, sapevo che questo pensiero contrastava con il mio modo di agire, ma vederlo mi faceva male e averlo lontano altrettanto, per me sarebbe stato un altro abbandono.

<<Sai che ho accettato il dottorato, devo finire lì l'ultimo anno di psicologia e ho deciso che partirò tra un paio di giorni, ti prego di non biasimarmi, e non pensare nemmeno per un secondo che il mio scopo sia quello di abbandonarti, ma devi capirmi Abs, è qualcosa che devo fare per aiutare quelle persone che hanno vissuto delle esperienze traumatiche come me, come te e come Ani.>> mi baciò sulla fronte e sentì tutto il sentimento nascosto dietro quel gesto, non me la sentii di infierire su di lui, così annuii, avevo capito quanto fosse importante per lui, portava ancora addosso i segni della sua disgrazia <<Promettimi che farai il possibile per ripartire, prendi in considerazione quello che dice la lettera e sii forte, io sarò la tua roccia Abs, ma prima devi imparare a esserlo per te stessa.>> mi diede un bacio a fior di labbra, ma quel gesto non mi diede pace, era solo il bacio di un amico.

David se ne andò ed io rimasi lì, seduta sul divano a guardare quel pezzo di carta che sembrava scottare tra le mie mani, temevo il contenuto ma più di tutto temevo di sapere chi fosse il mittente.

                                                                                         ***

Finalmente era finita, era stata una giornata piatta e triste come le altre, non reggevo più i tentativi, fallimentari, di mia madre che provava a intrattenermi per farmi uscire dalla depressione, oltretutto non vedevo l'ora che arrivasse questo momento, avevo fatto esattamente come mi aveva detto David, ero sola, tutti erano andati al letto... Mi sedetti sul letto a gambe incrociate e tirai fuori la lettera che avevo messo da sotto il cuscino, mi tremavano le mani per l'ansia, ispirai e poi abbassai gli occhi sul foglio...

Abbie:

la mia piccola guerriera, ti ringrazio amica mia per tutte le volte che mi hai difesa, per tutte le volte che mi hai fatta rialzare dopo le mie cadute, dopo ogni sgambetto che mi ha messo la vita , ma questa volta non puoi fare niente, sono io a dovermi rialzare ma non ci riesco, non trovo la forza per superarlo. Ciononostante non voglio che la mia dipartita segni il tuo futuro, non voglio che tu rimanga ferma dove io non ho potuto ripartire, devi essere forte, questa volta per te. Devi continuare a sognare l'amore vero, la famiglia felice, la casa con il prato perfetto che volevi da piccola, il futuro che a me hanno tolto.

Io ho avuto più di quanto immagini, più di quanto molti avranno mai. Ho vissuto solo vent'anni, ma ho conosciuto l'amore di una madre, Angelique, l'amore dei miei amici che mi hanno sempre supportata, ho conosciuto il suono che ha un sogno quando si realizza, quello del campanello all'ingresso del nostro negozio, sai, quello che hai comprato in quel mercatino dell'usato con tanti campanellini viola che tintinnavano ogni volta che entrava un cliente e che a me faceva ammattire; e infine ho conosciuto l'amore, quello vero, William mi ha dato tutto e più di quello che avrei sperato, pochi giorni, ma i migliori che avrei mai potuto vivere. Per questo voglio che tu non ti precluda niente, voglio che tu abbia una vita piena, che il mio ricordo sia una gioia e non un dolore, ogni volta che penserai a me deve nascere un sorriso sulle tue labbra e non una lacrima che solca il tuo viso, voglio che racconti ai miei futuri nipoti della loro zia che non c'è più ma che li ama anche senza conoscerli perché somiglieranno alla loro mamma pazza. Infine voglio che tu viva perché anche se tu non mi vedrai, io ci sarò ad ogni tuo passo e mi godrò ogni tua gioia, che sarà anche un po' la mia. Ci ritroveremo, ma per ora solo nei sogni.

Ti vorrò sempre bene amica mia.

<<Te ne vorrò anch'io, sempre.>> dissi a bassa voce, quella che il pianto mi permetteva, avevo un nodo in gola e il foglio era quasi illeggibile per le lacrime che ci avevo versato sopra. Me lo portai al petto, ecco il pezzo del mio cuore aveva deciso di lasciarmi, ecco che mi donava un alito di vita, il suo ultimo alito di vita.

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