Capitolo 10

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Abbie

<<Scusate il ritardo.>> la voce di Liam interruppe il chiacchiericcio che c'era in aula, si parlava della sua assenza, incrociò il mio sguardo e disse <<Ho avuto un contrattempo, dovevo scambiare due parole con uno studente problematico, ma recupereremo il tempo perso non vi preoccupate.>>

Aveva parlato alla classe ma capii che era un'informazione indirizzata a me, aveva parlato con Kieran? Ma perché? Gli avevo espressamente chiesto di non farlo, mi piace risolvere i miei problemi da sola, è così da quando avevo 8 anni, ed era qualcosa che non sarebbe cambiato. Da bambina avevo sofferto di una malattia sconosciuta del sistema immunitario che mi aveva portato a dipendere totalmente da mia madre, lei fu costretta a dovuto lasciare il suo lavoro per badare a me 24 ore su 24, non potevo neanche dormire da sola perché potevo avere una crisi durante il sonno, così quando miracolosamente guarii verso gli 8 anni mi promisi di badare a me stessa, di diventare forte e di andare avanti con le mie gambe, non sarei mai più stata la bambina in difficoltà e non sarei mai stata la damigella in pericolo che il principe azzurro doveva salvare, avrei salvato io il principe. Era un punto che avrei dovuto chiarire con Liam se veramente aveva interferito in questa situazione.

<<Come ben sapete la scrittura creativa va al di là della scrittura professionale, non basta avere un lessico forbito o usare correttamente le regole grammaticali, non è qualcosa che possono fare tutti, c'è differenza tra scrivere un manuale e scrivere una storia, il tipo di ricerca è diverso ma anche il processo creativo>> cominciò a introdurre l'argomento della lezione e tutti pendevano dalle sue labbra, era magnetico, se tutti i miei professori fossero stati come lui probabilmente oggi sarei una ricercatrice di fama mondiale <<nasce a partire dalla potenziale creatività presente in ogni persona e dalla capacità di riuscire a tramutare la fantasia e ogni nostro pensiero in parole ...>> parlò per un po' interpellando qualche studente, sentendo le nostre opinioni, chiedendo perché avevamo iniziato a scrivere, sembrava molto interessato a ciò che ci aveva spinto a seguire il suo corso <<Oggi ho pensato di assegnarvi un compito, dovrete dimostrare di possedere originalità e tanta fantasia, ma anche di essere in grado di svolgere una ricerca, dovrete rendere la vostra storia verosimile nonostante l'argomento.>> il suo discorso mi stava incuriosendo, mi piaceva avere nuovi stimoli <<Lavorerete in coppia e il tema sarà semplice, il soprannaturale>> mi piaceva il compito, adoravo scrivere quel genere di cose, era una passione che accomunava me e Ani, la mia migliore amica, anche se lei ne era più ossessionata di me, leggeva tantissime storie paranormali e vedeva molti film horror che a me facevano accapponare la pelle. Mi mancava così tanto, ma mi rasserenò che per la prima volta ero riuscita a ricordarla con piacere.

<<Scegliete una creatura che vi affascina, io personalmente preferisco le creature della notte, ma voi siete liberi di scegliere quello che preferite, quella che amate o quella che vi terrorizza.>> disse con una nota di euforia nella voce <<Sono dell'idea che la paura trasmetta più emozioni dell'amore, essa arriva più facilmente al lettore, ma questo è solo il mio parere, sentitevi liberi di scrivere quello che preferite e vi prego fatemi conoscere qualcosa di nuovo, ma vi avverto, sarà molto difficile se non impossibile. Fatemi credere alla vostra storia ... signorina Abigail>> chiamò il mio nome ed io sussultai come se avessi preso una scossa da 120V, non mi aspettavo di essere chiamata <<il suo compagno di banco purtroppo non sarà presente alla lezione e forse non si presenterà nemmeno alla prossima.>> era una mia impressione o quel "purtroppo" suonava falso e sarcastico?

Io assentii con la testa, non ero dispiaciuta dell'assenza di Kieran, non capivo il suo modo di agire e mi metteva molto a disagio.

<<Dovrà lavorare da sola, e se avrà bisogno di aiuto o di chiarimenti, la mia porta sarà sempre aperta, inoltre voglio che lei faccia una ricerca più specifica>> che stava facendo? Mi sembrava di avere un riflettore puntato addosso, tutta la classe mi guardava <<sui vampiri ... e sappia che mi aspetto molto da lei, deve scovare qualche informazione che a me sia sfuggita, sono un vero intenditore quindi dovrà mettercela tutta.>> finì con un sorriso, canaglia che non era altro, mi avrebbe sentita a pranzo, non faceva nulla per nascondere il fatto che ci conoscessimo al di fuori delle lezioni. Ovviamente io assentii nuovamente, trattenendo un'imprecazione colorita, i vampiri non erano le mie creature preferite, credevo che avessero dato troppa importanza a dei volgari assassini, i lupi, quelli sì che erano interessanti, avevano un fascino particolare, avrei scelto loro se qualcuno non avesse scelto al posto mio.

Lui ovviamente ignorando il mio turbamento, continuò a spiegare il compito come se non mi avesse appena messo una taglia sulla testa, infatti Barbie e la sua combriccola stavano parlottando a bassa voce e ringraziai di non riuscire a sentire quello che stavano dicendo, le loro facce erano già abbastanza eloquenti. Preferii concentrarmi nuovamente sulla lezione, che nonostante la piccola parentesi era davvero interessante.

Verso mezzogiorno diventò molto difficile restare seduta al mio posto ad ascoltare Liam, più si avvicinava l'ora di pranzo più diventavo ansiosa. Come dovevo considerare quel pranzo? Un appuntamento? No, sicuramente un'uscita tra amici, gli appuntamenti si facevano la sera, giusto? Cominciavo a fare una lista del perché avrei dovuto darmela a gambe ed evitare di complicare ulteriormente la mia vita, non ero molto fortunata in fatto di uomini, e quella storia aveva tutti i presupposti per essere una di quelle complicate, meglio se evitavo.

Una volta finita la lezione la classe cominciò a svuotarsi, iniziai a raccogliere le mie cose, mi portavo dietro un'infinità di penne e quaderni e nel frattempo pensavo a un modo carino per rifiutare il "non appuntamento" con Liam ...

<<Da quando lo conosci?>> una voce squillante e fastidiosa come unghie sulla lavagna mi distolse dalle mie elucubrazioni mentali, la biondina che vedevo sempre spettegolare con le sue amiche scostò la sedia di Kieran e si sedette affianco a me.

<<Chi scusa?>> forse non si riferiva a chi pensavo io.

<<Liam ovvio.>>

E le mie speranze andarono in frantumi, lei aveva pronunciato il suo nome con una confidenza che mi aveva dato fastidio, forse si conoscevano?

<<Non conosco il tuo nome, tu sei ...?>> in realtà avrei voluto risponderle, "non sono affari che ti riguardano", ma come primo approccio non sarebbe stato il massimo, non volevo inimicarmi nessuno, anche se mi era chiaro che noi due non saremmo mai diventate amiche del cuore, eravamo troppo diverse.

<<Diana.>> allungò una mano nella mia direzione ed io la strinsi con diffidenza, il sorriso falso che campeggiava sul suo volto mi suggeriva che nemmeno per lei era un grande piacere fare la mia conoscenza.

<<Abigail.>> mi presentai.

<<Lo so già.>> mi fece notare indispettita. Ah già! Il nostro amato professore aveva sbandierato a tutti il mio nome.

<<Ok, Diana ti riferisci al professore?>> domandai facendo finta di non conoscere il nome.

<<Certo, di chi altrimenti?>> rispose lei non cogliendo la distanza che volutamente avevo messo tra me e Liam.

<<Il professor Morgan l'ho conosciuto due giorni fa, penso come la maggior parte dei qui presenti.>> ovviamente la smorfia sul suo viso diceva che non mi credeva, infatti continuò imperterrita con il suo interrogatorio.

<<Bello vero?>> domandò con malizia facendo segno a Liam che stava vicino alla cattedra scrivendo qualcosa sull'agenda che portava sempre con sè. La sua domanda mi sembrò inopportuna per più di un motivo, primo, era un nostro insegnate e secondo, non ci conoscevamo.

<<Suppongo si possa considerare tale.>> provai a fare la disinteressata, ma sapevamo entrambe che chiamarlo bello era un sacrilegio, Liam era bellissimo, uomini più belli di lui ne conoscevo pochissimi, anzi solo due, di cui uno mi aveva spezzato il cuore e messo da parte con la stessa facilità con cui si butta un calzino bucato anzi in quel caso ci avrebbe pensato un attimo in più.

<<Se non lo conosci perché si comporta in questo modo con te? Non trovi strano che sappia solo il tuo nome?>> disse lei imbronciata, ridicola!

<<No, non lo trovo strano. Vuoi qualcosa in particolare?>> domandai spazientita. Dove voleva andare a parare?

<<Io lo trovo strano, insomma perché tutta quest'attenzione?>> dopo tanta insolenza non seppi trattenermi, i miei buoni propositi andarono a farsi benedire.

<<Dovrebbe sapere il tuo di nome perché sia normale? È forse questo che vorresti dire?>>

<<Tasto dolente vedo!>> disse la vipera travestita da Barbie cacciando fuori il suo veleno <<Comunque è un dato di fatto che il professore ti tratta in modo diverso.>> e brava Sherlock, avrebbero dovuto premiare la sua genialità e la sua spiccata dote nel far notare particolari così ovvi.

<<Hai preso un abbaglio, il professor Morgan mi tratta nella stessa maniera in cui tratta tutti gli studenti.>>

<<Sei pronta?>>

Ecco, ora potevo anche morire, avevo fatto qualcosa d'importante nella mia vita, stabilire un record di figuracce. La voce di Liam alle mie spalle mi pietrificò, ma si poteva essere più inopportuni di così? Non si rendeva conto della posizione in cui mi metteva? O se ne fregava altamente? Forse se mi concentravo bene riuscivo a mimetizzarmi con la sedia o a scomparire del tutto.

<<Dicevi?>> disse Diana, alias "Barbie", alzando un sopracciglio. Schioccò la lingua e si alzò dalla sedia, mentre mi passava affianco si abbassò e disse vicino al mio orecchio <<Non durerà, non dura mai un rapporto tra un professore e una studentessa, loro si stancano in fretta.>> e se ne andò.

Mi girai giusto in tempo per vederla fermarsi accanto a lui e posargli una mano sul petto con fare sinuoso. Ci stava provando spudoratamente, nella sua testa si era formata l'immagine del professore che aveva relazioni con le studentesse, credeva forse di avere qualche possibilità? Era senza pudore, Dio santo un po' di contegno! Gli disse qualcosa a bassa voce e se ne andò. Guardai il volto di Liam, la sua espressione sembrava più infastidita che compiaciuta, non so perché ma mi sentii sollevata nel notarlo.

Lo fulminai ricordandomi quello che aveva appena fatto, mi aveva messa in imbarazzo davanti a una mia compagna di classe.

<<Perché lo hai fatto?>> gli domandai incavolata, ma sospettavo che il mio nervosismo non avesse a che vedere solo con il suo atteggiamento, lo scontro con Barbie mi aveva lasciato l'amaro in bocca, e poi perché lui non le aveva scostato la mano? Forse era veramente abituato a flirtare con le studentesse, in fin dei conti era un uomo giovanissimo che ricopriva un ruolo di prestigio, forse quello era il suo pane quotidiano.

<<Cosa avrei fatto di così grave Abigail? Illuminami.>> disse un po' divertito, lo aveva fatto apposta?

<<Continui a mettermi al centro dell'attenzione mentre siamo a lezione e ora mi vieni a prendere fino al mio banco. Quella pensa che ci sia qualcosa tra di noi, ti rendi conto? >>

Liam si abbassò avvicinandosi al mio viso, poggiò una mano sullo schienale della mia sedia e l'altra sul banco, intrappolandomi tra le sue braccia tese.

<<E non è così?>> disse con voce suadente, lo guardai negli occhi in cerca di una risposta alla sua domanda scomoda, ma non trovai nulla che potesse aiutarmi.

<<Non siamo nemmeno amici.>> dissi io poco convinta.

<<È vero, non siamo amici, quella fase ormai l'abbiamo passata non credi?>> mi fece notare <<Ti da fastidio che sappiano che andiamo a pranzo insieme?>> domandò con un'aria falsamente innocente.

<<Non ci arrivi vero? Sei il mio professore e sei più grande di me, questo ci mette al centro di una tempesta di pettegolezzi che può nuocere me e soprattutto te e la tua carriera.>> snocciolai la questione come se stessi parlando con un bambino, se avesse capito il problema forse avrebbe smesso di mettermi in imbarazzo.

<<E non pensi che questo dovrebbe preoccupare me e non te? Non sono interessato a quello che gli altri hanno da dire, e neanche a te dovrebbe interessare, smetti di vivere la tua vita con questi condizionamenti, slegati da queste regole, sono state messe dagli uomini solo per rendere la loro esistenza ancora più misera.>> era così ... intenso, mi lasciava senza parole, mi stordiva e mi spingeva in una direzione che io non ero pronta a prendere. Provai a riscuotermi avevo i sensi annebbiati, come sotto l'effetto dell'alcool, era l'effetto Liam, questa cosa mi succedeva solo in sua presenza, mi confondeva. Mi sfuggì una domanda che mai avrei immaginato di fargli, e non potei fare niente per fermarla.

<<Frequenti molte studentesse?>> mi coprii subito la bocca con entrambe le mani e ovviamente lui cominciò a ridere <<Non volevo, mi è scappata, ma sai prima ti ho visto con Barbie e non l'hai respinta ...>> più parlavo e più peggioravo la situazione <<Non fa niente lascia stare, ti prego fa finta che non ti abbia mai fatto quest'imbarazzante domanda.>>

<<Barbie eh ...>> deficiente, rideva della mia grande figuraccia <<Hai ragione un po' le somiglia, non l'ho fermata perché nonostante tutti i miei anni ancora mi stupisce la sfacciataggine di queste ragazzine>> ma quanti anni pensava di avere? <<Ma le trovo soltanto fastidiose, sono interessato a un altro tipo di donna.>> disse nuovamente con quel tono, guardandomi fisso negli occhi. Dovetti usare tutta la mia forza mentale per non gettarmi addosso a lui, qualcosa mi spingeva a volerlo fare. Mi schiarii la voce e scossi la testa, provai a cambiare argomento e funzionò, smisi di pensare alle sue labbra e a quanto avrei voluto assaggiarle.

<<Hai parlato con lui, vero? Non c'era a lezione.>>

<<Trovo abbastanza irritante il modo che hai di resistermi, so che lo desideri quanto me ma trovi la forza di respingermi.>> non sembrava infastidito ma curioso, era troppo bello, di sicuro nessuno nella sua vita lo teneva a distanza o gli diceva di no.

<<Abituati>> scherzai <<mi vuoi rispondere?>> insistetti.

<<Sì ho parlato con lui, penso che non ti darà più fastidio.>>

<<Capisco che lo hai fatto con buone intenzioni ma sono in grado di badare a me stessa, non mi piace che qualcuno s'intrometta nella mia vita e nemmeno che pensi di potermi salvare, mi piace essere indipendente e decidere da me.>>

<<Frena Abigail, non ti voglio salvare, credimi non è questa la mia intenzione, ma ti ho messo io in questa situazione e devi uscirne per mano mia, non permetterò a quel ragazzino d'intromettersi e rovinare tutto o di decidere della tua vita.>>

Spesso avevo l'impressione che lui parlasse di un argomento diverso dal mio, forse ero io che volevo trovare un significato nascosto alle sue parole <<Adesso che abbiamo chiarito pensi di potermi fare l'onore di accompagnarmi a pranzo.>> come avrei potuto rifiutare se me lo chiedeva con tanta gentilezza.

<<Certamente, ma possiamo allontanarci dal campus? Non mi va di essere pugnalata alla schiena da Barbie o dalle sue amiche di plastica.>>

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