Maschera

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Perdona il mio cuore
perdona la maschera
che calo davanti ai miei occhi
lo specchio che pongo
davanti al mio cuore
perdonami se non ho pianto
perdonami se ho sbagliato
io non so cosa sarà domani
ma so che la mia anima è salva
ed è grazie a te
perchè ho voltato pagina
ho sorriso al destino
e ho deciso di fare
un altro passo... uno in più.

Cara piccola tredicenne. Quante volte già sei stata a Venezia e hai pensato incantata davanti ad un negozio di maschere: "un giorno quando sarò grande tornerò qui e spenderò una follia e ne prenderò una bellissima" ?  Got it. Ci sono sogni che tutto sommato non sono così impossibili, ma non è di sogni che parliamo in questo capitolo, bensì di maschere. Le maschere ti affascinano da sempre. Rendono le cose misteriose e belle. E' come un velo sulla realtà, qualcosa che sa di sogno e di proibito. Ti è sempre piaciuto travestirti a carnevale e hai sempre litigato moltissimo con tua madre su quale fosse il vestito adeguato. Tu avresti voluto essere una bellissima veneziana con una magnifica maschera, un corsetto strettissimo e molto colorato e una gonna immensa piena di tulle e di volant. Gioelli, accunciature ... trucchi. Tutte cose che non hai mai avuto. Semplicemente perchè tua mamma non pensava che ti servissero. Non era cattiva: lei non li aveva mai usati. Col tempo cambiano molte cose. Quello che intendo dire è che una maschera rimane pur sempre una maschera. Può essere bellissima, ma non è te. Può farti sentire più a tuo agio o rivelare una certa parte di te che normalmente non riesce ad emergere, ma ne nasconde sempre un'altra. Quella maschera alla fine non sei tu. C'era una barzelletta che raccontava sempre in dialetto la nonna. In diletto era un vero spettacolo, comunque il succo era questo: un uomo incontra una bellissima donna alla balera (portate pazienza, mia nonna era di quell'epoca). La corteggia e la porta a casa. Quando è finalmente ora di andare a letto (non a dormire) , comincia a togliersi la parrucca (era pelata), il trucco (era brutta), i tacchi (era bassa), le calze (era pelosa) ...insomma alla fine quell'uomo scappa a gambe levate. Questo non per dire che se si è brutti non si ciulerà mai, ma per dire che l'apparenza a volte inganna. Quell'uomo ha corteggiato una maschera, una persona che in realtà non esiste. Adesso potrei fare la magnifica e dirti che non mi trucco più di tanto per non mettere maschere e mostrare quella che sono... Non è vero, è che sono pigra e al mattino mi alzo sempre tardi e ho zero voglia di truccarmi. Però su una cosa devo dare ragione a quell'uomo. La persona che amerai dovrà poterti vedere senza maschera. Questa persona dovrà dormire con te, in pigiama, senza trucco (a meno che tu non voglia fare il panda il mattino dopo e lavare i cuscini ogni 2 gg) , coi capelli spettinati. Ti vedrà malata e con la febbre o a vomitare l'anima sul water. Se sarete fortunati ti vedrà enorme incinta di vostro figlio e piena di smagliature dopo, ma se di te ama e conosce solo una maschera, quella maschera un giorno o l'altro cadrà e allora quella persona scapperà a gambe levate.

E' più facile indossare quella maschera e adesso confesserò la verità più spinosa: a volte io la porto ancora. Non a casa certo, ma può essere al lavoro  o a scuola o in palestra. E sai qual'è la cosa più triste delle maschere è che più che nascondere agli altri, nascondono a noi stessi. Qual'è la tua maschera, cara tredicenne? Fai un bel respiro, non c'è un modo indolore di dirtelo. La tua maschera è quella della brava ragazza, attenta a scuola, brava nello sport, sempre perfetta per mamma e papà, sempre leale con gli amici. La tua maschera è quella della ragazza timida ed indifesa a cui il mondo fa sempre troppo male. E dietro quella maschera ti ci crogioli, perché la prima a crederci sei tu! Non sto dicendo che tu non sia timida, ma quella è solo una parte di te. Tu non sei affatto così indifesa come credi di essere, come fingi di essere a volte. E per capirlo ci hai messo tanti anni e hai dovuto calarti nei panni di una terrorista, guardarti con gli occhi di un altro.  

Io so molte cose di te. Sembri una ragazza debole: è più comodo sembrare così. In questo modo nessuno si aspetterà mai nulla da te. Così saranno stupiti, meravigliati, ogni piccola magia che compirai. La tua non è modestia, è calcolo, è senso dello spettacolo! - il suo sorriso amaro mi lasciò senza fiato. [La tigre in gabbia]

Senso dello spettacolo. Calcolo. Brucia vero? Se c'è una cosa che ho capito provando a scrivere e ad inventarmi dei personaggi realistici è che i buoni e i cattivi , così distinti, esistono solo nel mondo delle fiabe. Sono una fantasia. Tu porti una maschera da buona , ma non lo sei, perché nessuno lo è del tutto. Il bene e il male sono dentro di noi e non è nascondendo o relegando o fingendo che non esista una parte di noi che ci accetteremo. Per dire Wow davanti a quello specchio devi piacerti tutta, non solo un pezzo, ma se c'è un pezzo di te che nemmeno ammetti di avere allora c'è un grosso problema. Non sto dicendo che sei cattiva o crudele, ma tu puoi urlare, rispondere male, offendere, dire di no. Lo puoi fare. Forse devi imparare a farlo. invece che subire sempre e fare la vittima. Non possiamo sempre incassare e basta. Prima o poi tutti scoppiano... o sognano di scoppiare. Perché  è più facile andarsene così senza affrontare le cose. Ma tu non sei affatto una vittima, come ti dipingi agli occhi degli altri. Tu sei quella che è andata ad un saggio di pianoforte non essendo mai riuscita a finire un pezzo e li per la prima volta , davanti a tutti, li hai fatti tranquillamente fino in fondo e ti sei beccata anche i complimenti del maestro, che penso abbia acceso un cero in chiesa il giorno dopo. Sotto pressione tu tiri fuori gli attributi e fai cose notevoli che stupiscono. Avevi solo 7 anni, ricordi? Tu sei la stessa che tre volte alla settimana si butta per terra per andare a prendere una palla, fregandosene dei lividi e delle botte e trova il coraggio di rialzarsi e di farsi spedire addosso un'altra palla, ancora più forte della prima. E se torna a casa con le braccia viola non si lamenta.  Tu sei una tigre quando vuoi esserlo, quando hai il coraggio di tirare giù quella maschera. E nella vita non saranno solo episodi, sarà la quotidianità. Ma tu fingerai che questi momenti non esistano perché la maschera la indossi prima di tutto per te stessa e poi per gli altri. E lasciami aggiungere che quella terrorista potresti essere tu: nel senso una donna forte, che affronta la vita, che non si fa schiacciare, che lotta per le cose a cui tiene. Perché tu fingi che i tuoi personaggi siano persone molto diverse da te, ma sei sempre tu che li fai parlare. Allora non può essere che una parte di te con la grinta di un leone stia cercando disperatamente di uscire, di farsi strada? Tu puoi fare male. Forse non giri con una pistola, ma tu puoi ferire chi ti sta attorno. Non sei migliore o peggiore di nessuno. Non devi avere paura di questa parte di te. Se la sai usare ti può portare lontano. Innanzitutto devi avere il coraggio di guardare sotto a quella maschera tu stessa e dopo potrai calarla anche di fronte agli altri. Difficile vero?  Rimpiangi il capitolo sull'amore. Lo so. Ma se una cosa ti fa soffrire non è fingendo che non esista che la risolverai. Il mondo ti metterà davanti a delle grandi sfide. Tu ce la puoi fare, cara tredicenne, un passetto alla volta. Soprattutto se inizi ad ammettere che non sei così da rottamare come quella maschera sembra presupporre. Inizia ad attirare le persone per ciò che sei più che a cercare di impietosirle. La pietà ti assicuro non è un gran risultato. Tu non devi elemosinare nulla. Tu non avrai nulla gratis, ma sei capace di lottare per averlo. Ci proverai e tirerai fuori i denti e le zanne se necessario per provare ad essere felice. E forse non riuscirai sempre, ma questo non farà di te una fallita.   La vera vittima è colei che rimane incastrata dietro la maschera per paura di mostrare al mondo (o anche solo a se stessa) chi lei è davvero.

E non pensare, cara tredicenne, che serva essere eroi per dimostrare di avere coraggio. Il coraggio non è solo quello che serve per entrare in un palazzo in fiamme a salvare vite, il coraggio è anche entrare in una sala d'aspetto di un ospedale senza sapere cosa succederà alle persone a cui vuoi bene. Il coraggio è anche mettere al mondo un figlio nonostante questo mondo di merda che sta crollando su stesso. Il coraggio più grande è nel quotidiano, nelle piccole cose, nel vedere quanto la tua vita è speciale senza che tu abbia bisogno di rischiare di perderla come nei tuoi romanzi.  Tutti possono essere coraggiosi un giorno, è essere coraggiosi tutta la vita il problema.  La vita ti chiederà di esserlo, se non vuoi soccombere, se non vuoi farti schiacciare. Credimi, tu sei molto più forte di più di quello che pensi di essere, molto più determinata e molto più tenace.     

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