Un giorno

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Un giorno ti guardi e ti chiedi
se hai lottato per una scommessa.
Un giorno nei tuoi occhi tu vedi
l'ultima goccia di una promessa.
Un giorno ti guardi e pensi
se c'è stato un perché al tempo.
Un giorno ti guardi e senti
che è svanito così in un momento.
Un giorno è l'amore nell'eternità,
solo un attimo meno della vita.
Un giorno è la storia nella verità,
quanto una margherita già sfiorita.

Buonasera, cara tredicenne, questa sera non so proprio da dove partire. Non vorrei sembrare paternalistica, mi ero ripromessa di non esserlo mai , per l'intera durata della lettera. Non prendere quello che ti dirò in maniera negativa, ma positiva. Oggi sto davvero pensando che vorrei avere ancora tredici anni. Essere in vacanza, niente scuola, niente lavoro. Il gruppo estivo che sta per cominciare e tre mesi davanti di assoluta libertà. Dov'è il paternalismo? Questi mesi, queste vacanze... non torneranno più. Sono un biglietto che vale una decina di corse nella vita di una persona e poi scade. Non sbuffare. Sono il simbolo di qualcosa di più grande che vorrei tentare di spiegarti. Non perchè tu pensi che io voglia dire che li stai sprecando, affatto, è solo che sai , abbiamo tutti dei rimorsi nella nostra vita e dei rimpianti anche. Tu sei ancora piccolina anche se quando te lo dicono storci il naso. Non è facile crescere, lo so bene. Anche perchè quando finalmente ce l'hai fatta o pensi di avercela fatta e di aver capito come sistemare le cose , di solito è li che si rompe tutto.

Quando sei piccolo , non sei solo a riparare i cocci. E' questo il mio più grande riampinto. I vasi si rompono nella tua vita come nella mia e non voglio mettermi a confrontarli, solo che ora io sono adulta e non ho nessuno che sistema le cose per me, qualsiasi esse siano.  A volte vorrei davvero regalare i cocci di questi vasi a qualcuno. L'altro giorno parlavo con tua zia e le ho detto che mi sentivo vecchia. Lei si è messa giustamante a ridere, ma poi ho fatto una postilla che l'ha gelata un pochino : "Certe cose che capitano ti fanno invecchiare prima". Stavamo parlando dei miei primi tre capelli bianchi che il parrucchiere aveva trovato. Non fare quella faccia schifata! Prima o poi capita a tutti. Uomini e donne. E' il prezzo della vita: il tempo passa e si invecchia. Ho 36 anni non 70, questo lo so. E tu ne hai tredici.

E io rivorrei tanto una mamma che mi aspetta a casa con la tavola pronta e mi chiede com'è andata a scuola. Un papà che mi sorride dal tavolo da disegno pieno di schemi abbassandosi gli occhiali  e un fratello rompipalle che entra in camera mia a sproposito ogni 30 secondi. Anche se ancora non sai cos'è l'amore, anche se piangi di nascosto in camera tua, anche se scrivi in maniera troppa pomposa, anche se mangi schifezze, anche se non sei perfetta: io vorrei davvero poter essere di nuovo te per un giorno. Anche un solo giorno. Ventiquattro ore. E non per cambiare qualcosa. Solo per ricordarmi chi ero. Prima delle mesches, prima di far crescere i capelli,  prima delle diete, prima dell'amore, prima di un figlio, prima di decidere cosa fare della mia vita. Per potermi guardare allo specchio con quel caschetto corto castano un po' maschile e la pelle piena di lentiggini per il primo sole e il naso ancora arrossato per l'allergia alle graminacee. Con la musica dance a tutto volume nelle orecchie, vorrei ballare a piedi nudi davanti allo specchio. E sorridere e dirti che sei bellissima. Così come sei. Soprattutto se sorridi.

Paternalistico? Forse. Non credo che tu possa capire ora. Non sai e non devi sapere. Crescere è difficile. Vedere i tuoi invecchiare è difficile. Crescere un figlio è difficile. Capitano le brutte serate. Tu ti guardi allo specchio e non vedi più quelle tradicenne. Vedi una pancia rilassata dal parto, due occhiaie paurose di chi dorme poche ore a notte. Quei capelli lunghi sfibrati e con la ricrescita perchè non hai tempo o soldi per andare dal parrucchiere.  La faccia gonfia dai chili della gravidanza che non hai ancora perso e un naso tumefatto su cui tuo figlio ha scaraventato un trenino con tutta la sua forza. Due braccia degne di uno scaricatore di porto dato che porti 16 kg (il bambino) più volte al giorno. Per non parlare della ceretta che non hai potuto fare. Pensi che tra pochi giorni partirai per il mare, che dovrai prenderti cura di tuo figlio tutta sola venti quattro ore al giorno e non puoi dire a nessuno che hai paura. In fondo stai partendo per una vacanza. Hai il terrore che ti scappi per strada o che non dorma la notte o che non mangi o che ti accorgi che manchi qualcosa in casa e non hai nessuno a cui lasciarlo. E la consapevolezza che già risultare passabile e non spregevole in costume  sarà una missione impossibile.

Non fraintendermi, amo mio figlio, mio marito, la mia vita, la mia libertà. La libertà comporta anche una responsabilità. Quella che per ora si prendono sulle spalle i tuoi genitori e per cui tu ignori felicemente quanto costa una vacanza o il parrucchiere o come faccia magicamente il cibo a comparire sulla tavola o i vestiti a pulirsi e stirarsi da soli.  La mamma un giorno sarai tu e vivamo in un mondo in cui una madre deve essere tutto e sempre al meglio del possibile immaginabile. Lavoro, competenze, multi tasking, cura della persona. Io vorrei rivedere la tua mamma coi tuoi occhi. Perchè ora che vedo come mio figlio mi guarda ammaliato, io davvero vorrei poter ricordare tutto l'amore che c'è dietro quegli occhi.  Gli occhi di un bambino piccolo che guarda la sua mamma e si fida ciecamente di lei e non pensa mai che possa sbagliare. Un bimbo che si aggrappa a lei con tutto se stesso, perchè pensa che qualsiasi cosa si rompa lei sarà sempre lì ad aggiustarla o a consolarlo. I giorni dell'infanzia hanno i biglietti contati. I giorni dell'adolescienza altrettanto. Tu hai paura di crescere , ma crescerai lo stesso. Purtroppo. Nessun'uomo può opporsi al tempo, cara tredicenne. Ed io non posso tornare a ballare davanti ad uno specchio... o forse sì?

Potrei raccontarti che non ho il tempo per farlo o che quello che vedo nello specchio non è più lo stesso e quindi non ne vale più la pena. La cosa incredibile è che tu potresti dire altrettanto. A 13 anni. E qui arriviamo all'ultima paternalistica verità di questa paternatistico capitolo della mia lettera:  l'unica cosa che abbiamo, l'unica che da un senso alla nostra vita è l'amore. Senza quello è tutto spento, senza senso, inutile e anche molto pesante. Tua madre ti prepara il pranzo per amore, per amore ti chiede com'è andata a scuola. Tuo padre interrompe i suoi progetti per sorriderti per amore e tuo fratello rompe le scatole perchè vuole stare con te. E in tutto questo abbiamo dimenticato una persona: tu. Cosa fai tu per stessa per amore ogni giorno?  Può essere qualsiasi cosa. C'è chi si fa la ceretta per amore di sè stessi e certamente è una soddisfazione vedersi tutti in ordine. C'è chi va dal parrucchiere. Chi va in palestra o dall'estetista. Chi si legge un buon libro. Chi si trucca. E tu , cara tredicenne col caschetto, cosa fai ogni giorno per amore di te stessa? Ed io mamma trentenne , cosa faccio ogni giorno per amore di me stessa?  Balla davanti a quello specchio e fallo col sorriso e non cercare i tuoi diffetti, non rovinarti il momento. Non stai ballando per gli altri, non stai scrivendo per gli altri, lo stai facendo perchè ti ami.  Non guardarmi come un allocco. TU TI AMI.  Ed è questo che non deve cambiare negli anni anche se ciò che c'è davanti a quello specchio cambierà. Un giorno rimpiangerò di essere madre con un bimbo piccolo. Un giorno rimpiangerò di poter anche solo chiamare mia madre ogni tanto. Sono tutti biglietti che hanno una scadenza, come la nostra vita. L'amore per gli altri e per noi stessi è l'unica cosa che può rendere questo viaggio difficile sopportabile. Non dimenticarlo. Ok, ora alza quella musica! Ti do io il permesso. Sorda non lo diventerai per quella musica, mamma in questo ha torto.  Io me ne vado a letto, per amore di me stessa e delle mie occhiaie.


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Voi cosa fate ogni giorno per amore di voi stessi?

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