Un amore da 1 milione di Euro

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«Sta bene?» L'uomo si rivolse apprensivo alla guardia che gli stava di fronte.

Il vigilante del museo in cui stava effettuando il furto era bianco come un cencio e aveva la fronte imperlata di sudore; le mani gli tremavano e gli occhi guizzavano dal ladro al quadro sotto il suo braccio.


"L'uomo quindi, dimentico dell'azione criminosa di cui era artefice, ha abbandonato la refurtiva e ha soccorso il vigilante, Manuel Rei, 57 anni, svenuto a causa del forte shock. Edoardo Limati, noto come il ladro più ricercato d'Europa, si è sfilato il passamontagna e ha praticato la respirazione artificiale per far rinvenire l'uomo.

Questo suo gesto, benché eroico, ha permesso agli inquirenti di catturare la sua immagine tramite telecamere di sorveglianza.

Vi mostriamo quindi il suo volto, in modo che possiate contattare le autorità per eventuali segnalazioni. La persona che collaborerà per l'arresto di Limati riceverà come ricompensa un milione di euro..."

Elisabetta sputò letteralmente i due sorsi di caffè che aveva appena tirato, quando sullo schermo della tv comparve la foto di un uomo più o meno della sua età, moro e maledettamente affascinante.

«Betta, ma non è quello con cui sei uscita l'altra sera?» Anche Benedetta, la sua coinquilina, l'aveva riconosciuto.

«Ma non può essere!» cercò di difendersi, come se fosse stata accusata lei stessa. Eppure il volto dell'uomo al telegiornale era uguale a quello con cui era stata a cena due sere prima.

Prese il telefono, aprì l'applicazione per ricercare il suo profilo e ne ebbe la terrificante conferma: «Lo sapevo! Non avrei mai dovuto iscrivermi a Tinder! Non avrei mai dovuto darti retta!» Si sfogò con l'amica.

«Ora non fare di tutta l'erba un fascio! Sulla carta era perfetto e a cena hai detto che è stato fantastico!»

Elisabetta ricordò la serata ed effettivamente era stata bene tutto il tempo: «Ma come avrei potuto immaginare che fosse un ladro di fama mondiale?» sbottò.

«Che ti ha detto che faceva?»

«Import – Export.»

Le due ragazze si guardarono un momento e poi scoppiarono a ridere.

«Che farai?» chiese poi Detta.

«Ho i suoi contatti...» Elisabetta fissò lo schermo del cellulare ancora qualche minuto, cercando di capire quale fosse la cosa giusta da fare.


«Mi chiedevo quando avresti chiamato.» Edoardo aveva una voce avvolgente, che sapeva mettere Betta al sicuro immediatamente.

Dovette sforzarsi per ricordare che in realtà non poteva essere al sicuro con un ladro: «Non ero certa di farlo» ammise.

Edoardo sorrise, chiudendo gli occhi e reclinando il capo all'indietro: «Ah, Elisabetta... Credo di conoscerti meglio di quanto tu conosca te stessa, quindi.»

La ragazza arrossì violentemente, felice che lui non potesse vederla in quello stato, così vulnerabile alle sue parole: «Mi hai mentito» lo rimproverò.

Sentì una risata divertita all'altro capo del telefono: «Non avrei mai potuto dirti la verità.»

«E sei un incosciente» continuò imperterrita.

Edoardo si accigliò, cercando di capire a cosa si riferisse in particolare.

«Hai scoperto il viso. Ora tutti sanno chi sei.»

L'uomo sorrise ancora: «So che non avrei dovuto, ma quell'uomo aveva bisogno di aiuto.»

«Ma come hai fatto poi a...?»

«Fuggire? Un mago non svela mai i suoi trucchi» rispose laconico.

Elisabetta sbuffò, sgonfiando le guance per cacciare fuori l'aria: «Devi costituirti.»

«No, che non devo.»

«Non fare il bambino!»

«Sei tu che vuoi farmi da mamma.» Continuava a punzecchiarla, facendola irritare ancora di più. Poi abbassò il tono della voce e chiuse di nuovo gli occhi: «E sai che non è quello che voglio da te.»

Betta trattenne il respiro, sentì il cuore battere forte mentre interpretava il significato di quelle parole: «E cosa vuoi?»

«Voglio vederti.»

«E se io non volessi?» lo sfidò.

«Non staresti qui a parlarmi.»

La sfrontatezza di quell'uomo la mandava in bestia... E in visibilio. Voleva vederlo. Sapeva che era pericoloso, eppure voleva vederlo. E lui lo sapeva.

«Dove?» gli chiese solamente.

Edoardo sorrise felice nella penombra del suo appartamento.

Quando riattaccò, Elisabetta posò il cellulare sul tavolo e guardò negli occhi i presenti: Detta annuiva comprensiva, il commissario De Micheli aveva un'espressione soddisfatta, Copriani, il suo attendente, metteva da parte il registratore insieme al suo zelo.


Il lungofiume era deserto a quell'ora di notte. Alcuni lampioni, gialli e troppo isolati per potersi considerare affilati, si ergevano ritti al di sopra dell'acqua scura.

Quando Elisabetta arrivò, accompagnata dal ticchettio delle sue scarpe, lo individuò immediatamente: Edoardo era alto, con la postura dritta, evidenziata da un lungo cappotto dal taglio perfetto. I suoi occhi neri erano distratti, eppure in qualche modo concentrati, sulle onde che scorrevano sotto la riva.

Appena sentì i suoi passi, si voltò verso di lei: «Sei venuta» le sorrise, sinceramente felice di vederla.

Betta si fermò a un paio di metri, incerta su come comportarsi.

Qualche sera prima avevano passato il tempo a conoscersi, a scherzare, finché, dopo cena, lui non l'aveva portata lì, a passeggiare lungo il fiume e l'atmosfera si era scaldata poco a poco, come se, una volta accesa, la fiammella dell'attrazione avesse voluto esplodere in qualcosa di più passionale.

Lui le aveva preso la mano, l'aveva portata alle sue labbra e aveva sussurrato: «Ti voglio.»

Lei aveva fatto scorta della sensazione di piacere che quelle due semplici parole le avevano provocato e gli era andata vicino, posandogli un bacio leggero sulle labbra, come una promessa o un arrivederci.

«Vuoi lasciarmi così?» le aveva chiesto: «Insoddisfatto?»

Betta aveva sorriso maliziosa: «Non avrai davvero creduto che sarei venuta a letto con te stasera!?»

Edoardo si era passato una mano tra i capelli e aveva sorriso: «Ho creduto che avrei visto l'alba al tuo fianco.» L'aveva stretta in vita e, attirandola a sé, era sceso imperioso sulla sua bocca, bramoso di gustare i suoi baci.

La ragazza si era lasciata andare, vinta dallo stesso desiderio, affondando le dita nei suoi folti capelli, spingendo il petto su quello dell'uomo.

Lo stesso torace che guardava in quel momento come un porto sicuro, che l'attraeva come il richiamo di casa.

Mosse qualche passo verso di lui: «Volevo vederti.»

Sul viso di Edoardo comparve un ghigno, di cui si pentì immediatamente: «E volevi quei soldi.»

Betta si irrigidì a quel commento, ma non poteva mentirgli ancora. Sollevò le spalle e il mento insieme, cercò di mostrarsi risoluta, sicura di ciò che stava facendo: «Se sapevi che era una trappola, perché sei venuto?»

L'uomo colmò la distanza che ancora li separava, per prenderle il viso tra le mani, con un tocco leggero. I suoi occhi sembravano tormentati, come se il desiderio di fuga e quello di lei stessero combattendo per prevalere l'uno sull'altro: «Perché speravo di poter vedere l'alba al tuo fianco.»

Ancora una volta quelle parole smossero qualcosa nella pancia della ragazza; ancora una volta quelle carezze le scaldarono l'anima, portandola a desiderare di più, a voler fuggire lontano, con lui, dimenticando chi fosse e dove fosse.

Si sentì un verme. Si sentì vigliacca. Chiuse gli occhi per nascondere la vergogna.

Lui invece si beò di quella visione, fintanto che poté, e si chinò a baciarla: un grazie, un addio.

I passi del commissario De Micheli si affrettarono a raggiungerli, mentre Copriani e i suoi colleghi li accerchiavano.

Edoardo sorrise: «Buonasera, commissario.» Non poté fare a meno di lanciare un'occhiata al fiume che scorreva qualche metro più in là.

De Micheli non si lasciò sfuggire quel dettaglio, come non aveva intenzione di lasciar fuggire lui: «Non pensarci nemmeno, Limati. È finita.» Fece un cenno a Copriani, che strinse il catenaccio di poliziotti attorno alla coppia.

Elisabetta guardò il ladro negli occhi, provando a trovare le parole per chiedergli perdono, per averlo tradito a quel modo.

Lui invece la baciò un'ultima volta. «Cercami nelle albe del mondo.» La lasciò andare e si rivolse al commissario: «Sono pronto.»


Quello che accadde nei giorni successivi fu tutto fin troppo semplice: la ricompensa, i regali, gli sfizi. Nulla però sembrava realmente renderla felice. Così alla fine Betta decise di viaggiare, ritrovandosi a rincorrere le albe più belle del mondo.

Ne ammirò una sul Gange, mescolò giorno e notte nelle Isole Svalbard in Norvegia, fino ad arrivare sull'isola di Taveuni nelle Fiji, dove le avevano consigliato di immergersi in quel mare cristallino per ammirare l'alba sott'acqua.

Fu lì che, mentre il rosa e l'arancione del cielo si fondevano col verde e l'azzurro dell'oceano, un uomo nuotò verso di lei. Nonostante maschere e boccaglio a nascondergli il viso, seppe subito riconoscerlo e tornò in superficie, aspettando che la raggiungesse, con il cuore pronto a batterle all'impazzata.

Edoardo la strinse forte, combattendo con la corrente che cercava di farla scivolare via.

«Come hai...?» provò a chiedergli.

«Un mago non svela mai i suoi trucchi.» Posò le labbra sulle sue, assaporandone il sapore salato dal mare.


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Il prompt era questo:

https://www.wattpad.com/726351537-il-rubacuori-concorsi-challenge-giochi-un-amore-da

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