Capitolo 2 - un incontro fugace

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Se il mattino ha l'oro in bocca, oggi ho tutta la banca mondiale addosso, (ieri era stata una giornata interessante, tra le varie lezioni e...) improvvisamente mi sentii avvampare dentro, preparai lo zaino e feci colazione guardando una puntata di Xena e mi diressi al treno.

Una volta arrivato a scuola andai diritto in classe al mio banco "ciao Stefano, come va?" "bene, tu?" "stanco, ma bene" mi sedetti e tirai fuori il giornale, appena aprii la prima pagina dello sport, Stefano e Mattia me lo strapparono di mano dicendomi "facci leggere" lo passarono a tutta la classe e mentre lo passavano entrò il professore "te lo passo dopo" disse il ragazzo "tranquillo" accennai un sorriso, (oddio, perché mi sento strano? perché desidero che non me lo ridia mai?), decisi di non pensarci troppo.

La lezione continuò tranquillamente e non appena suonò la campanella "tieni e scusali, son troppo curiosi" "naah, tranquillo al massimo domani ne porto per tutti" rimase a fissarmi, era così strana la sua espressione "ok" sorrise io rimasi li a guardarlo, rimasi incantato dal suo sorriso perfetto, quei lineamenti così... quei suoi occhi grigi e la sua bocca... mi accorsi che lo stavo fissando, distolsi subito lo sguardo arrossendo "che hai? Sei tutto rosso" arrossii ancora di piu cercando di non guardarlo "sicuro di star bene?? sei tutto rosso come un pomodoro" mi guardò preoccupato "non è nulla" risposi.

Lui continuava a fissarmi e io arrossivo ancora, a quel punto lui mi appoggiò una mano sulla fronte, sentii una scossa percorrermi la schiena a più riprese e il mio cuore iniziò a battermi forte, avevo l'impressione di essere in tachicardia da quanto batteva forte, "mmh, no sei freddo, ti conviene vestirti più pesante o rischi di ammalarti, ora però scusa o la Castiglioni mi sgrida" e io ridendo "come se ti dispiacesse" e lui indispettito "a me piacciono nuovi di fabbrica i modelli" io rimasi di senza parole , senza sapere cosa rispondergli, un ghigno di soddisfazione gli si formò in viso mentre tornava a posto.

Appena la professoressa entra fece nuovamente l'appello, "Alessandro Newmar" "presente" "Andrea De Santa" "presente" "Andrea Baròn" "presente" "Davide Spano" "presente" "Davide Loddo" "presente" (perché? perché quella frase non capisco, perché mi turba così tanto? che io gli piaccia? No, impossibile, che schifo!) "Marco Poletti" Stefano mi scorlò con delicatezza orchesca, degna del miglior Shrek di Broadway "Marco dormi??" io tutto con la testa altrove mi alzai di scatto "perché brutto stronzo?" "come prego, signor Poletti?" "ehm...? scusi prof, ero con la testa tra le nuvole, presente, comunque professoressa Castiglioni".

Non appena mi sedetti nascosi la testa tra le braccia, mi sentivo sprofondare dalla vergona, Stefano mi passò un bigliettino {meno seghe Poletch XD} mi guardai in giro e vidi il ragazzo che mi sorrideva, mi sentii qualcosa nello stomaco, mi girai verso il bigliettino strappandolo "che ti ha scritto?" chiese curioso Stefano "nulla" risposi sbrigativo io, ero imbarazzato e non capivo perché.

Poi le lezioni si susseguirono noiosamente, alla ricreazione io presi il pacchetto di Fonzie e aspettai che la mandria di elefanti passasse per poter uscire tranquillamente, notai sul fondo della classe dei ragazzi che rimasero al loro posto, li guardai per ricordarmi i loro nomi (com'è che si chiamavano? Il moro dovrebbe chiamarsi Riccardo, ma gli altri? ) avevo un vuoto di memoria, non che mi fregasse qualcosa dei loro nomi, era solo che Riccardo mi intrigava come Davide, uscii rimarcando il suo sguardo vuoto e spento, mi fece rabbrividire, cercai di non darci troppo peso tornando a concentrarmi su Davide.

Andai a piazzarmi contro il corrimano, ero uscito per ultimo quindi potei godermi la mia merenda per intero.

Rientrando gettai un occhio ai ragazzi di prima, stavo guardando il gruppo, una parte di me voleva credere che non lo stessi cercando per un interesse, il mio cervello voleva convincersi che non provassi interesse per un ragazzo, eppure eccomi li, a cercare il suo sguardo, coperto da Dennis, che con la sua corpulenza da armadio a due ante dell'Ikea che lo copriva.

Finita la lezione, la professoressa Castiglioni mi tenne in classe per richiamarmi per la frase della mattina, cercai di seguire il suo discorso anche se la trovavo soporifera e dopo circa dieci minuti " scusi prof, non per interromperla, ma rischio di perdere il treno, posso andare?" "si, vai pure, però abborderemmo nuovamente questo soggetto più avanti" presi il mio zaino e la giacca e salutai la professoressa, uscendo dirigendomi verso la stazione.

Sentii una voce chiamarmi, mi girai e vidi la professoressa che camminava velocemente "aspetta Marco!" era una donna sui sessanta, capelli arricciati bianchi come la neve, un maglioncino di quelli di lana con il collo arrotolato grigio scuro e una gonna lunga fino al polpaccio nera, "hai perso questo" mi disse porgendomi un quaderno con la madonna in copertina, lo guardai con un sentore di disgusto, "sta più attento alle tue cose" le sorrisi e mi diressi in stazione.

Salito sul treno presi il quaderno in preda alla curiosità, lo tirai fuori dallo zaino e venni assalito dallo sconcerto, trovavo quel quaderno di un orrore oltre ogni immaginazione, lo aprii guardandolo con attenzione, era pieno di disegni, e di... (mh? Cosa diamine dovrebbe essere?) trovai delle pagine scarabocchiate o con uomini completamente scarabocchiati, girando le pagine trovai delle iniziali RG, pensai a tutti i miei compagni pensando a chi potesse essere, (il solo che conosco è... Riccardo? Mmh, non so, è tanto brutto questo quaderno), rientrando a casa trovai un pacco regalo, per esser passato al test d'ingresso, non immaginando che era una cosa semplice.

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