Shangai - New York in un secondo

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L'annuncio, "vendesi" appesa ad un arco shikumen, a pochi isolati dalla Shangai Tower, fu una manna. Osservai il cartello con attenzione e sotto, la scritta, più la guardavo più si creava una piccola R dorata.

-Sì, sorellina, sono io- mi prese un colpo e voltandomi, appoggiato all'arco di mattoni, con le sue vesti bianche e candide, stava appoggiato, mio fratello Remiel, o per tutti noi altri, Remi.

Remi aveva intorno a sé la sua aurea celeste e la sua pace immortale da angelo. Remi, stringeva la sua piccola folgore, come fosse la sua ancora di salvezza e mi guardava speranzoso.

-Che fai qua, fratellino?- gli chiesi, indolente.

Lui sorrise beffardo. -Hai bisogno di me, Lucy, lo sai-

Risi. -No Remi, stai sbagliando persona-

-Andiamo Lu... Non è contro di me che ti stai mettendo e io, voglio farti un piccolo regalo-

Lo guardai storto e lui alzò un sopracciglio, irriverente. Mi porse una busta color tabacco.

-Non riesco ad aprirla con Sammy in braccio, genio-

Lui sorrise, alzando gli occhi al cielo e mi indicó l'arco. -Prego dopo di te, secondo piano, porta 4- mi invitó lui.

-Permetti, ma preferisco che sia tu a precedere, sai com'è...-

Lui annuì. -Comprensibile Lucinda, mi sembra giusto- lui precedeva su una piccola scaletta esterna, fino al secondo piano.

La shikumen era stupenda, i mattoni a vista sembrano raccontare storie lontane, i fili con il bucato, profumano di fiori e al centro dell'edificio un piccolo giardino interno.
Remi mi portó davanti al 四, 4, e da una tasca estrasse una piccola chiave color rame con un vistoso portachiavi brillante.

Lui poi, aprì la porta d'entrata che cigoló al solo movimento. Accense subito la luce e il piccolo appartamento mi comparse davanti agli occhi: un bilocale e un bagno. Al centro della stanza c'era anche già una culla nuova di zecca.

-Mi sono permesso di aiutare, Lu-

Sospirai, l'aria ancora puzzava un po' di... Non avevo ancora capito di che cosa diamine puzzava l'aria: pesce? Alghe? Marcio? Spezie? Soia? Fango? Umidità? Boh.

-Ti ringrazio-

Remi svuotó sul tavolo la busta spessa color tabacco: conteneva dei soldi, documenti, carte di credito, attestati e certificati di nascita.

-Questa- disse estraendo una Visa nera. -Codice 333-333- lo squadrai.

-Stai scherzando?-

Lui ridacchió. -No Lucy, sono serio, è la Visa di papà, quando scende sulla Terra a farsi qualche scappatella in giro... Non se ne accorgerà mai- mi informó, sottovoce prima di scoppiare in una fragorosa risata.

Lo squadrai. -Cosa vuoi in cambio?-

-Perché dovrei volere qualcosa in cambio?-

Lo guardai male. -Remiel che non vuole nulla? Questa è nuova... Spara- poi pensai di stare al suo stupido gioco. -Andiamo Remi, io ti conosco più di chiunque altro, hai sempre uno scopo o uno scambio in mente. Perciò dimmi, sono tutta orecchie-

Lui ridacchió. -Okay, okay... Non ti si può proprio nascondere nulla, vero sorellina...- divagava, un classico. -Voglio quello che vuoi tu, Lucy, che questa volta Sammy non sia il burattino della famiglia... Mi sono stancato di vederlo penare come un asino su per una montagna sperando di sopravvivere e di offendere papà o Zio, così tanto da cambiare finalmente qualcosa... Cresci Sammy e quando sarà grande e forte, verrò ad aiutarti a tenerlo sulla via della Luce-

Lo squadrai. -Quindi... Sei d'accordo con me-

Lui annuì piano. -L'obbiettivo è che questa sia la sua ultima vita. Basta scappatoie, basta tranelli e inganni. O angelo per sempre o Paradiso, niente vie di mezzo, niente trabocchetti-

Annuii. -Su questo mi trovi d'accordo Remi... E ti sono davvero grata per l'aiuto-

Lui sorrise, i suoi occhi azzurri brillanti si illuminarono e da sotto gli abiti celesti estrasse una lista.

-Ho fatto una lista, cose che aiuteranno Sammy a essere felice e a vivere nella luce-

Mi porse il foglio:
-cultura
-sport
-animale domestico (possibilmente un cane o dei pesci)
-contatto con il mondo
-stare all'aperto
-buona economia
-qualche ostacolo (per forgiare il carattere)
-amore e buoni amici.

Lo squadrai. -Stare a contatto col mondo, che cosa vuol dire per te?-

Lui sorrise. -Gite, acquari, zoo, musei, città di curlura. Che non è uguale al punto successivo: stare all'aperto significa anche solo, una passeggiata, una gita in montagna, campeggio, pomeriggio in piscina. Da tenersi occupato a non pensare al male nel mondo- poi guardó, tenero. -Ce la farai, Lucinda?-

Annuii. -Sì o almeno lo spero-

Mi porse un sacchetto. -Speranza, sorella mia, continua a sperare- e mi lasció un bacio sulla guancia prima di lasciare il mio nuovo appartamento.

Fissai tutto ciò che mi aveva lasciato Remi e lo ringraziai ancora tra me. Mi aveva dato una grossa mano che decisamente mi serviva.

Guardai Sammy. -Sei pronto, dolcezza? Perché io lo sono- gli dissi sorridendo e lui in tutta risposta gorgoglió appena.

E poi iniziò l'incubo. Come ogni dannato essere vivente, iniziò la sua epopea di lacrime a non finire e svuotó gli intestini sul mio abito rosso di angelo.
Lo cullavo, massaggiavo e saltellavo leggermente sperando si calmasse. Cambiai lui la posizione un paio di volte, poi ripulendolo da ciò che gli era rimasto addosso, ricordai di aver letto qualcosa sul phon che calmava i bambini.

Accessi il phon e lui, mi guardò con gli occhi colmi di stupore e pace, si calmó e continuò a guardarmi esterrefatto.

-Bravo Sammy- gli feci poi, il suo primo bagnetto e lo vestì con abiti normali.

Lui tornó ad addormentarsi e lo misi nella culla, e vicino a lui, il sacchettino di Remi. Lo avrebbe rasserenato e protetto da qualsiasi tentativo di rapimento.

E mentre lui dormiva beato e si facevano le 2 di notte, levai le mie vesti rosse che ora puzzavano di neonato incontinente. Le misi a mollo nell'acqua, strofinando via con forza tutte le macchie, poi le ripulí bene con del sapone da bucato.
Risciacquando bene il tutto, lo lasciai ad asciugare appeso ad un gancio.

Poi pensai a me. La doccia era pulita e invitante, non riuscì a resistere alla tentazione dell'acqua. Mi buttai sotto senza pensarci troppo, essa era fredda e piacevole e nuda, potei prendermi 2 minuti per controllare in che stato fosse il mio corpo.

Le ferite si erano rimargiate, le bruciature erano circondate da un alone violaceo e i piedi erano pieni di graffi e ferite.
Ben presto quel tiepido dolore che provavo sarebbe svanito e quella notte sarebbe stata solo un ricordo lontano.

Uscendo dalla doccia ancora umida e grondante, indossai una vestaglia color lavanda e analizzai l'appartamento.

Non era più di 40 metri quadri, ma sarebbe stato abbastanza fintanto avessimo vissuto lì.

Era notte fonda, fuori, per me era come se fosse mezzogiorno da una vita intera.

Presi coraggio e decisi che proprio perché era notte fonda, era il momento perfetto per iniziare: faccio il letto, tiro la zanzariera e faccio girare un po' d'aria.

Sul ripiano del mobile presi la scatola del latte materno in polvere e preparai il biberon, poi, mi vestii. Indossai dei jeans a vita alta e un felpone rosso col cappuccio, misi le scarpe che Remi mi aveva fatto trovare, proprio come tutto il resto.

Tornai a prendere in braccio Sammy e visto che sono solo le 3 di notte, infilai in tasca il biberon, ed uscii dall'appartamento. Da qualche parte nel mondo era ancora mattina.

Infatti aprendo le ali mi concentrai su un posto qualsiasi in cui era ancora giorno, tipo, New York, che era 12 ore indietro rispetto a Shangai e mentre il turbinio del vento mi si agitava attorno, sentii l'ebbrezza del movimento che mi ricordava i bei tempi andati quando con Raf e con Gabriel, in una giornata sola andavamo da New York a Taiwan passando per ogni grande capitale del mondo.

In un battito di ciglia mi ero teletrasportata a un paio di vie da Manhattan, sulle vie dello shopping e del lusso.

Per prima cosa avrei pensato ad un computer, un cellulare e un kit completo di cose per neonato, tra cui possibilmente un marsupio per bambino, così che mentre giravo, mi spostavo e facevo le faccende, non dovevo lasciare solo Sammy.

Infatti il primo negozio in cui entrai era "babysure". Girai tra gli scaffali e per quanto l'odore del negozio sia davvero gradevole e con la luce vada meglio, l'odore di Shangai mi aveva seguito fin lì dentro.
Che diamine era?

Girai per il negozio cercando tutto il necessario e una commessa si addolcisce vedendo il dolce Sammy tra le mie braccia.

-È bellissimo- si congratuló subito con la voce squillante e iperestesa.

Ringrazai con tutto il cuore e continuai il mio giro. Al termine con vestiti, pannolini e completini, il marsupio e una fascia per la nanna, sono circa a 200 dollari. Porsi la carta e, snervata e decisamente in imbarazzo digitai: 333-333.

Dannato mio padre e la sua dannata ironia da angelo.

Appena fuori con la mia borsa gigante di acquisti, infilo il marsupio e finalmente, posso riposare le braccia. Sammy ha il viso sul mio petto e dorme senza che si sia nemmeno accorto del cambiamento di posto.

Continuai il mio shopping alla Apple, dove acquistai il mio primo MacBook pro bianco e il mio primo telefono rosso.
Nel negozio a fianco acquistai una sim card e a grandi passi uscii da Manhattan verso i grandi magazzini dell'Upper West Side.

Per mia fortuna ero forte e trasportai i sacchettoni senza sforzo. Alle persone che chiedevano l'elemosina, non mi riuscii che augurare loro tanta fortuna.

Era questo il mio dono: noi angeli portiamo sulla Terra dei doni, piccole energie immateriali che se raggiungono il loro scopo migliorano la vita degli umani. Remi ad esempio, portava la speranza. Io portavo la fortuna, era un dono sottile ma non si sa mai, magari una di quelle persone che cantano nella metropolitana, salverà la vita ad un grande discografico che si starà strozzando con la gomma da masticare e lui, gli darà una possibilità.
La fortuna può essere qualsiasi cosa e mi piace tanto augurare tanta fortuna alle anime.

Strinsi Sammy nell'affollata metropolitana di New York e quando raggiunsi la mia fermata, lui si era svegliato e mi tirava calci, probabilmente affamato.

Seggo su una panca e gli diedi subito il biberon. Beveva ghiotto, ma ogni tanto si perse osservando la metropolitana, curioso.
Quello era il mio Sammy, curioso e intelligente.

-Siamo qui solo per commissioni, tra un paio di ore torneremo a Shangai, te lo prometto-

Appena terminó il biberon, ero già in cammino e il mio movimento lo aiutó a digerire. 10 minuti più tardi era già tornato tra le braccia di Morfeo.

Salii i gradoni verso l'esterno e il panorama, come il traffico è radicalmente cambiato: l'Upper West Side non era un basso fondo, era più la periferia di Manhattan, trovavi i prodotti con prezzi più bassi, trovavi più zone industriali ed edifici in costruzioni.

Entrai da "slime-skin" uno stupido grande magazzino in cui potevi trovare da i sacchetti per il cane, al profumo di Chanel, passando per attrezzi per il giardinaggio, tute per correre, cartoleria per la scuola e lingerie commestibile. La varietà di articoli in quel posto era spaventoso e una volta con Gabe, ci avevamo trovato anche una copia esatta della mia veste celeste. Assurdo.

Entrando, trovai il posto decisamente diverso da quello che avevo lasciato 10 anni prima, quando a Gabe era servito una finta munizione di frecce dorate per prendere in giro Michael che si credeva tanto forte solo perché tutti lo considerano il Principe del regno celeste e perché era a capo dell'esercito celeste.

Gabe odiava Michael.… a dire il vero Gabriel era molto permaloso, fare avanti e indietro come il fattorino della pizza lo aveva reso altezzoso e ipocrita. Ma era bravo infondo, ed era un buon fratello maggiore.

"slime-skin" era un insieme di enormi corridoi delimitati da alti scaffali, colmi di tutto quello che la mente folle di un pazzo poteva immaginare.

Decine e decine di impiegati, correvano come dei criceti in un labirinto, girando come trottole impazzite, seguendo i clienti di fretta e permalosi.

Mi addentrai a passo spedito, con un enorme carrello e girai tra gli scaffali, trovando vestiti e accessori necessari da bastarmi per oltre 10 anni.

Per esagerare, più di quanto già stessi facendo, afferrai un po' di vestiti per Sammy, già lunghe maglie da ragazzo e jeans da bimbo di 5 anni. Oltre ad un infinità di cianfrusaglie per la casa che era difficile capire a cosa servissero, ma probabilmente erano utili, o così mi dissi tra me.

1 ora tra acquisti e giri, 25 minuti di fila e 749 dollari e 45 centesimi dopo ero fuori.

Erano le 17.30 a New York e pensai fosse l'orario migliore per tornare a Shangai, dove erano le 5.30.

Mi infilo in un vicolo e aprendo le mie ali, mi teletrasporto di nuovo a poca distanza dal shikumen.

Attraverso l'arco di mattoni e saluto con un sorriso il mio vicino e la signora che annaffia un albero di ciliegio.

Salii al secondo piano, arrivai davanti al mio appartamento 4, e trovai un pacco spesso color prugna, con un grosso fiocco dotato.

Appuntato un biglietto: "tuo padre, ti supplica di cambiare idea. Io invece ti mando un bacio grande, fai la brava Lucy. R"

Non era di Remi era di Rafael, il fratello maggiore di Sammy. Lo osservai con attenzione e aprendo la porta, appoggiai i sacchetti alla rinfusa prima di afferrare il pacco.

Lo posai sul tavolo malfermo e lo aprii con cautela. Al suo interno un piccolo ritratto, percepisco un mancamento e le lacrime rigarmi il viso. Il ritratto raffigura me e Sammy tanto tempo prima e all'interno un biglietto:

"Lucy, non voglio tu soffra per tutto il male che Samael è un grado di fare. La tua scelta è quella di un folle. Ha avuto oltre cento vite per cambiare, Lucy e non lo ha mai fatto. Ti ha manipolato per metterti contro la tua famiglia. Cambia idea Luce, torna in Paradiso e lascia il bambino. Non puoi cambiare chi non vuole farlo. S"

Accartocciai il biglietto, dandogli fuoco, lo stesso fuoco di disperazione che sentivo bruciarmi nel cuore. Mio padre non avrebbe condizionato me o le mie scelte per Sammy.

Posai il piccolo nella sua culla e sistemai un po' la casa, studiando tutte quelle cianfrusaglie e quei libri di cucina che avevo acquistato.

Sistemai un po' della spesa in scatola che avevo comprato ed ero quasi certa di dover cercare un negozietto dove farne dell'altra. Ma infondo avevo tempo.

Prensi il ritratto e lo chiusi nella piccola cassaforte nell'armadio a muro nella camera padronale. E con Sammy a poca distanza, iniziai a guardare il cellulare e il computer.

Osservare dalla città d'argento non era come vivere nel mondo, soprattutto perché il tanfo del mondo non era per nulla paragonabile al profumo delle nuvole o del Giardino.

Se non volevo farmi scoprire subito, dovevo studiare la situazione politica e sociale del mondo per poi entrare a far parte di qualche tipo di comunità di quartiere o club del libro.

Il mondo era complicato, politici bellicosi, un economia schifosa, senza parlare dell'ecologia o del rispetto per la vita che era a dir poco agghiacciante.

Più leggevo più mi si accapponava la pelle pensando che quello era il mondo in cui sarebbe cresciuto Sammy. O in cui era già cresciuto Sammy decine e decine di volte.

E nelle sue descrizioni o nelle sue storie, cantate come un ritornello sordo non aveva mai accennato a quel decadimento e a quella brutalità. Per forza che poi Sammy diventava sempre brutale, il mondo di quei secoli lo era molto di più.

Ma ancora dormiva, arrotolato come un burritos nella sua nuova sacca nanna e io già sentivo l'angoscia nel cuore.

Era possibile crescere un uomo rispettoso e sul cammino della Luce senza che sbattesse la testa contro l'orribile mondo che c'era fuori? E i Nephilim come facevano a viverci?

Beh certo i Nephilim vivevano in strutture speciali dove la loro esistenza veniva protetta e mantenuta pura fino alla maggiore età, quando entravano nella città d'argento.

A essere sincera non avevo mai pensato che una struttura del genere fosse il posto ideale per Sammy e a dire il vero non mi ero mai soffermata a pensarci.

"stupida Lucy" pensai tra me.

Sarebbe potuta essere la scelta migliore, almeno finché, non realizzai che nessuna struttura per Nephilim, nemmeno per me, avrebbe mai ammesso Sammy... Proprio perché era Sammy.

Insomma, quelle strutture avevano da sempre una reputazione impeccabile, e Sam non aveva la fedina pulita dalla sua prima vita.

Guardai il bambino. -Sì Sam, la prossima volta comincia a prendere meglio le tue decisione e soprattutto quando il tuo cervello ti dice di fare qualcosa, non farlo- risi tra me, incredula.

Stavo cercando di convincere Sam, proprio Sam, a non ascoltare la sua malavitosa coscienza.

-Guarda Sam che se questa volta non va, non avrai più nessuno dalla tua parte... Lo so, lo so, gli angeli dovrebbero sperare nel meglio ed essere disposti a dare una seconda possibilità. Però appunto, una seconda possibilità, non la millesima-

Alzai lo sguardo e mi concentrai su qualcosa di più allegro, iscrivere Sammy all'asilo.

Sì, era presto ma volevo essere certa che avesse tutte le possibilità di accrescere il suo potenziale, motivo per cui avrebbe frequentato scuole pubbliche.

Le scuole private erano per i figli di papà, ed erano più cattivi in quelle scuole, avevano i soldi e si compravano gli insegnanti come volevano, Sammy doveva imparare l'umiltà e l'onestà come ogni essere vivente che vive sulla strada della Luce.

Doveva accumulare abbastanza punti Luce per guadagnarsi il Paradiso.
Sempre sperando che Suo Padre fosse ancora abbastanza misericordioso per concerderglielo.

Diamine! Ecco cosa mi ero dimenticata, di parlare con... Sì con Lui.

Mi passai le mani tra i capelli, sperando che non fosse già troppo tardi.

Estraggo dalla mia veste celeste, appesa ad asciugare, la pergamena, leggermente umida e giallastra sotto quella strana luce:

"Caro zio, capisco che il mio gesto potrebbe avervi farvi arrabbiare. Lo comprendo e mi scuso. Samael è una testa calda dall'inizio dei tempi, lo so, ma credo che questa volta potrebbe cambiare. Zio, dammi, per favore l'occasione di far guadagnare a Samael la fine della sua punizione. Se riuscissi a farlo cambiare, potrebbe Samael, superare questa fase di stallo e raggiungere l'infinito cielo del Paradiso delle anime? Con la speranza della vostra misericordia. Eternamente tua, Lucy"

Arrotolai la pergamena e mi avvicinai alla finestra, con la ormai l'origami di una colomba tra le mani, poi, la soffiai fuori nel cielo rosa del mattino di Shangai.

Primo capitolo terminato, cosa ne pensate? Li vorreste più corti? Più lunghi? Qualcosa non è chiaro?
Per farvelo tenere a mente, vi ricordo che Remi è:


Stupendo Thomas Doherty 😍😍😍😍

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