Capitolo 1

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Mi sveglio. 

Fuori il sole è appena sorto, riempiendo la stanza di luce.

Sicuramente è una bella giornata, ma non mi sento tranquilla: avverto una strana sensazione allo stomaco che non so spiegarmi.

Chiudo gli occhi per un attimo e capisco immediatamente a cosa è dovuta: il sogno da cui mi sono appena risvegliata, mi passa veloce nella mente. E' stato davvero strano.

Fortunatamente però, non era un incubo come quelli che affollavano le mie notti fino a poco tempo fa.

Ricordo soltanto un senso di oppressione al petto, mentre intorno a me, tutto era buio e si intravedevano soltanto schizzi di luce ogni tanto. Una luce verdastra.

Un brivido mi percorre da capo a piedi.

Verde.

La mia mente lavora frenetica.

Il verde... La vita e la morte...

Un altro brivido.

Un colore così bello, ma che, in due mondi paralleli ed opposti, non poteva che assumere due significati contrari.

Per i Babbani, il verde, rappresenta la vita.

Indica la speranza e la fortuna. La parola in sé, deriva dal latino "virdem" che significa "vivo" o "vivace". E' il colore che indica la rinascita.

Per i maghi invece, nella maggior parte dei casi, rappresenta la morte.

Capii subito cosa significasse quel colore in quel mondo, la prima volta che lo vidi illuminare le nuvole durante la Coppa del Mondo di Quidditch. Il Marchio Nero, che quella notte brillava smeraldino nel cielo, gettava nel panico tutti coloro che erano accorsi da ogni dove, per assistere all'evento sportivo.Quel simbolo e quel colore erano destinati ad una sola cosa: a togliere la vita.

Ed eccole: le immagini della guerra mi sfrecciano davanti agli occhi. Sono ormai passati tre anni, ma la battaglia ha lasciato in tutti noi delle ferite profonde.

Durante quello scontro, il verde ha fatto da sfondo a tutto: ovunque ne passasse anche solo una scia, arrivava la distruzione. Ogni angolo della mia amata scuola, ogni pietra, cadeva, e al suo posto, veniva ricostruito il terrore.

Di nuovo, rabbrividisco.

Scuoto la testa, mentre gli occhi si fanno lucidi: quante anime, a causa dell'Avada Kedavra, sono state spazzate via? Tante... Troppe...

Verde.

Mi rendo conto di come anche la mia stessa esistenza, vi abbia girato intorno, irrimediabilmente, per sei lunghissimi anni... Umiliazioni e derisioni... E tutto per cosa? Per una stupida idea secondo la quale, il mio stato di sangue, mi rendesse inetta ad essere una strega.

Le Serpi hanno reso il mio soggiorno ad Hogwarts difficile, ma per fortuna, alla fine, ho dimostrato a tutti il mio valore. Non sono una che ama l'autoesaltazione, ma devo riconoscere di aver avuto la capacità di reagire. Da quando ho scoperto l'esistenza della magia e purtroppo, anche le idee sbagliate diffuse in certe famiglie, mi sono applicata ogni giorno per primeggiare e dimostrare che si sbagliavano.

Il verde, alla fine, mi ha aiutata a crescere.


I miei pensieri vengono interrotti da uno sbadiglio alle mie spalle. Sorrido e, ancora stesa nel letto, mi giro a guardare la persona che ho accanto.

Due iridi azzurre fanno capolino da sotto le palpebre, ancora assonate, di un paio d'occhi. Quando incrociano le mie, si addolciscono immediatamente e lui mi sorride:

-Buongiorno- mi dice, con voce impastata.

Allungo una mano a scompigliare la sua zazzera rossa:

-Buongiorno a te- rispondo sorridendo e mi avvicino dandogli un bacio.

Ron.

Il mio Ron finalmente.

Ne abbiamo passate tante, ma adesso siamo qui, insieme.

Tutto è iniziato ufficialmente con quel bacio nella Camera dei Segreti, ma entrambi sappiamo bene che il sentimento tra noi è nato molto prima e che, paradossalmente, ci ha tenuti lontani. Tenevamo l'uno all'altra, ma purtroppo l'orgoglio ha sempre prevalso, acuendo la gelosia e i litigi, che, soprattutto al quarto e sesto anno di scuola, sono stati numerosi.

Dopo la fine della guerra non ci siamo più separati, anche se la nostra storia è andata avanti con molta calma. Io ho completato i miei studi, mentre lui, purtroppo, ha attraversato un periodo molto buio, dato dalla perdita di Fred.

Da quando suo fratello è scomparso, Ron, la sua famiglia e soprattutto George, non sono più gli stessi. Il sorriso è scomparso dai loro volti e anche se adesso è passato un po' di tempo, che ha aiutato a lenire leggermente il dolore, la sua assenza si fa ancora, prepotentemente, sentire.

Lui è maturato tanto. Non che prima non lo fosse, ma quando gli Weasley sono sprofondati nel baratro della sofferenza, ha cercato di reagire, prendendo la situazione in mano e facendosi carico di tutta la tristezza che regnava all'interno della Tana.

Ha aiutato tutti ad uscirne e io gli sono stata vicina quanto più possibile. Ogni essere umano che è costretto ad assorbire il dolore che lo circonda, ha bisogno di qualcun altro accanto che possa aiutarlo a disfarsene, altrimenti è destinato a perdersi.

Io l'ho aiutato a disfarsene. Il dolore ci ha uniti ancora di più e le morti cui abbiamo assistito, ci hanno portato a capire che, ogni minuto che viviamo, è prezioso per essere sprecato lontani dalla persona che si ama.

Mi emoziono, ripensando a quel periodo e di slancio lo abbraccio.

-Oh oh... Come siamo dolci questa mattina- mi dice, stringendomi a sé.

Io non rispondo, ma alle sue parole, torna a farsi sentire quella strana sensazione allo stomaco.

Ho l'impressione che succederà qualcosa a breve. Lo stringo di più.

-Sarà il caso di alzarsi, altrimenti potrei farti fare tardi- mi guarda, leggermente malizioso e io scoppio a ridere. Lo bacio un'ultima volta e scendiamo di sotto per fare colazione.

Viviamo insieme da circa un anno, alla periferia di Londra. Un posto tranquillo, in mezzo al verde. Il nostro è un quartiere magico naturalmente: i nostri vicini sono famiglie con bambini piccoli. Conosciamo tutti e mi è capitato più di una volta di accudire i loro figli. Sono dei bambini splendidi, nonostante a volte combinino disastri, a causa della loro incapacità nel controllare la magia.

La nostra casa è disposta su due piani: la camera da letto è ampia, con un letto matrimoniale a baldacchino di fronte la porta, drappeggiato di rosso scuro e oro, i colori di Grifondoro da cui non riusciamo proprio a separarci. Ai lati del letto, due comodini e, sul muro, due finestre che danno sul portico e sulla strada. A sinistra c'è una cabina armadio, mentre a destra un bagno.

Al piano inferiore la scala si conclude proprio di fronte all'ingresso e a destra vi è un arco che conduce nel salotto e nella cucina a giorno.

"Somiglia vagamente a Privet Drive" mi disse Harry la prima volta che la vide e da quel momento non potei fare a meno di notarlo anch'io. A differenza di quel posto però, la nostra dimora è molto più accogliente e, per fortuna, il mio migliore amico si sente a suo agio ogni volta che ci viene a trovare.

Sul retro della casa c'è un ampio giardino, dove di solito ci riuniamo con la famiglia di Ron, mentre sul portico si trovano un divanetto e una sedia a dondolo. Amo sedermi lì durante le sere d'estate ad ammirare il cielo e le costellazioni.

Sorrido pensandoci, mentre inizio a preparare i pancakes e il caffè.

Trascorsa un'ora, entrambi siamo pronti e usciamo in giardino per smaterializzarci.

Lavoriamo entrambi al Ministero. Questa mattina però, lui non è di turno e ha deciso di raggiungere Molly alla Tana, per tenerle un po' di compagnia.

L'anno successivo alla guerra, io ho conseguito i M.A.G.O., mentre lui ha lavorato con George al negozio e, nel frattempo, studiava insieme ad Harry per diventare un Auror.

Quella carriera mi aveva sempre affascinata, così ho deciso di seguirli e, un anno dopo, sono entrata a far parte anch'io della loro squadra.

Harry, da poco più di un mese è stato promosso a capo del nostro gruppo. Inutile dire che ne è stato felicissimo.


-Ci vediamo stasera. Saluta Molly da parte mia, mi raccomando- gli dico sorridendo e abbracciandolo.

-Si, a stasera- risponde sorridendomi a sua volta e baciandomi.

Mi smaterializzo in uno dei vicoli vicino l'ingresso per i dipendenti. Come al solito, c'è confusione, ma non me ne preoccupo. Siamo in pieno centro, a Londra, e sono le otto del mattino. E' tutto perfettamente normale.

Mi avvicino al finto bagno delle donne ed entro.

Appena raggiungo l'Atrium però, noto che la confusione è ancora molta. Alzo un sopracciglio dubbiosa: di solito a quest'ora, almeno qui dentro, c'è più calma rispetto all'esterno; invece adesso, sembra che sia esploso un detonatore abbindolante da qualche parte.

Facendomi spazio, arrivo finalmente agli ascensori e una volta salita, raggiungo il mio ufficio, anzi, per meglio dire, il nostro ufficio.

La mia squadra è composta da cinque persone: io, Ron, Harry, Blaise Zabini e, ahimè, anche Draco Malfoy.

Malfoy un Auror, chi l'avrebbe mai detto? Quando Harry me lo disse la prima volta, scoppiai a ridere: chi mai ci crederebbe? Dalla sua espressione seria e anche un po' dispiaciuta, intuii però, che diceva la verità.

Dopo la fine della guerra, la famiglia Malfoy venne sottoposta a processo. L'attesa fu lunga. Il Wizengamot aveva deciso di esaminare il loro caso per ultimo, perché riteneva fosse il più complesso. Nel frattempo erano stati relegati nella loro tenuta, a quelli che i Babbani chiamano "arresti domiciliari".

Seguii molto attentamente il loro caso, attraverso la Gazzetta, ma ad un certo punto, le notizie non vennero più diffuse e a Gennaio del mio ultimo anno, Malfoy tornò a Hogwarts. Naturalmente tutti iniziarono a guardarlo stupiti e contrariati. Si era salvato da Azkaban. Io non ne ero colpita più di tanto. Sapevo che lui sarebbe stato giudicato con più clemenza. Il fatto di non aver ucciso né Silente, né altri innocenti, ha influenzato molto la decisione della commissione. Inoltre, girava voce secondo cui, non avesse avuto altra scelta se non quella di diventare Mangiamorte, al solo fine di salvare i suoi genitori. Faccio fatica a crederci sinceramente. Tutti abbiamo una scelta. E lui, anche se costretto, avrebbe potuto decidere di fare il doppio gioco, esattamente come Piton. Ma non l'ha fatto e anzi, ha aiutato altri Mangiamorte ad entrare a scuola.

Il giorno del suo rientro, lo ricordo perfettamente: il tavolo dei Serpeverde era in visibilio. Finalmente il loro leader era tornato e lo avevano accolto felici. E' stato quello il momento in cui mi sono resa conto che anche le Serpi, se vogliono, sanno avere un cuore; che tengono molto all'amicizia, esattamente come noi Grifondoro, solo che non lo danno a vedere. La maggior parte tende a nascondere le emozioni.

Nei mesi precedenti li avevo osservati, soprattutto il gruppetto che faceva da spalla a Malfoy: Zabini, Parkinson, Goyle, Nott e le sorelle Greengrass. Giravano per i corridoi in silenzio, con gli occhi bassi, stando attenti a non incrociare lo sguardo di nessuno. Erano spaesati senza il loro amico di sempre, e inoltre, il resto della scuola aveva iniziato a odiarli e prenderli di mira con scherzi e umiliazioni pubbliche.

Tutto si era rovesciato: quelli che erano stati i carnefici, adesso diventavano le vittime e quelle che erano sempre state le vittime, si trasformarono in carnefici.

Fortunatamente però, nonostante il ritorno di Malfoy e il loro umore migliorato, continuarono a comportarsi bene per il resto dell'anno: malgrado i continui soprusi, non reagirono. Sembrava quasi che volessero subire tutte quelle angherie per arrivare a redimersi.

Io, nel mio piccolo, ho cercato di comportarmi sempre nel modo migliore possibile e di essere soprattutto oggettiva. Come Caposcuola, mi sono trovata a dover togliere molti punti a Corvonero, Tassorosso e soprattutto Grifondoro, per i continui scherzi nei confronti dei Serpeverde, tanto da arrivare a litigare in molte occasioni con i miei compagni di casa, che mi accusavano di difendere i nemici di sempre. 

Una volta le vittime di uno scherzo furono proprio Malfoy e Zabini; gli ideatori invece erano Seamus e Dean. Litigai con questi ultimi e ricordo che andarono via infuriati, mentre Blaise mi si avvicinò porgerdomi la mano con un sorriso a trentadue denti. Gliela strinsi, capendo che non era un semplice ringraziamento per l'episodio appena accaduto, ma un segno di riconciliazione e di tregua. Sorrisi a mia volta, e fu quello l'inizio del vero cambiamento.

Grifondoro e Serpeverde potevano davvero convivere in armonia, a patto che ricominciassimo da zero.

I responsabili di tutto ciò che era successo stavano pagando. Per me era inutile voler cercare a tutti i costi altri colpevoli.

Ebbi la possibilità di comprendere un po' meglio quelli che erano stati i miei aguzzini. Naturalmente non mi sono mai avvicinata a loro, non ci riuscivo, ma ho trovato un buon amico in Blaise, che era un ottimo studente. Ci incontravamo casualmente quasi tutti i pomeriggi in biblioteca: ogni tanto con lui c'era Malfoy e in quei casi, lo salutavo da lontano e andavo a sedermi a un altro tavolo. Per me era difficile interagire con la persona che aveva reso la mia vita un inferno e aveva causato così tanto dolore nella famiglia di Ron.

Per fortuna Blaise sembrava capirmi.

Quando un anno dopo i M.A.G.O., diventai un Auror, scoprii che fine aveva fatto la famiglia del biondo: la faccenda era molto delicata e per questo, sulla Gazzetta non era più stato pubblicato nulla. Lucius e Narcissa Malfoy erano stati scagionati, in cambio del loro aiuto come informatori per il Ministero. Nonostante le voci rassicuranti che si erano diffuse, in realtà un nutrito gruppo di Mangiamorte era ancora a piede libero.

Loro due conoscevano i luoghi in cui potevano nascondersi e per questo diedero una mano a catturare i fuggitivi. In tal modo rimasero fuori da Azkaban, ma furono costretti a "sparire" per la loro sicurezza.


Di nuovo persa nei miei pensieri, non mi accorgo di qualcuno che, appena entrata in ufficio, mi abbraccia. Mi riscuoto immediata e per istinto lo spingo via:

-Ehi... Ehi... Calma Herm! Scusa!-

E' Harry.

-Oh no! Scusami tu! Non volevo, ero sovrappensiero- dico dispiaciuta.

-Non preoccuparti- mi sorride, porgendomi una tazza di caffè –Tanti auguri Hermione-

Oh cielo! Quasi l'avevo dimenticato! Oggi è il mio compleanno. Compio 22 anni.

-Grazie- rispondo con un sorriso, ma sono leggermente amareggiata. Ron sembra averlo dimenticato. Il mio migliore amico se ne accorge immediatamente, ma non dice nulla, strofinandomi una mano sul braccio. Veniamo interrotti dall'entrata di una terza persona: Blaise.

-Buongiorno! Speravo di trovarla qui! Tanti auguri signorina Granger- mi dice in tono pomposo, con un sorriso, inchinandosi davanti a me e baciandomi la mano, in una sorta di finta riverenza.

Scoppio a ridere e lo ringrazio. Zabini non si smentisce mai.

Ci sediamo alle nostre scrivanie per iniziare a lavorare. Il nostro ufficio è molto spazioso. Le cinque scrivanie sono disposte in coppia ai lati della stanza, tranne quella di Harry, che dà le spalle alla finestra e si trova proprio di fronte alla porta.

Dopo mezz'ora circa, mi accorgo che qualcosa non va: Blaise è nervoso. Continua a sbuffare e lanciare occhiate nervose a una delle due scrivanie vuote qui in ufficio. Quella di Malfoy. Effettivamente è bizzarro. Lui di solito non è mai in ritardo e oggi non è in pausa.

Sto per dire qualcosa, ma Harry mi precede:

-Sai che fine ha fatto?- gli chiede dubbioso.

-No ed è strano. Di solito se ritarda, manda un gufo per avvisarmi- risponde lui.

Sentiamo un picchiettare leggero alla porta e mi alzo per aprirla. Vediamo entrare uno degli aeroplanini incantati che vengono usati per le comunicazioni. Si dirige verso Harry che lo afferra immediato e lo apre.

-Shacklebolt vuole vederci immediatamente-

Di nuovo quella strana sensazione si ripresenta a stringermi lo stomaco, mentre raggiungiamo l'ufficio del Ministro.

-Buongiorno ragazzi, prego accomodatevi- ci dice quest'ultimo appena entrati. Nonostante cerchi di mantenere la calma, si vede che è agitato. Shacklebolt, che di solito è sempre stata l'unica persona dell'Ordine in grado di mantenere il sangue freddo, adesso è agitato: qualsiasi cosa sia successa, dev'essere grave.

-Ministro, che succede?- chiedo preoccupata, incapace di rimanere in silenzio.

Lui sospira e poi, smettendo di camminare avanti e indietro, si siede e ci guarda uno ad uno.

-Ho ricevuto una telefonata questa mattina-

Rimaniamo in silenzio, aspettando che continui:

-Dal Primo Ministro Babbano-

Sgrano gli occhi leggermente: i due Ministri di solito non entrano mai in contatto, tranne che per situazioni davvero importanti.

-Mi ha riferito che all'alba è stato trovato un corpo-

Trattengo il fiato, ma Harry interviene:

-E perché ha chiamato lei? Insomma, non poteva occuparsene Scotland Yard?- chiede stranito.

-Harry, fammi finire. Il corpo è stato trovato ai piedi dell'angolo nord-est di Westminster-

-Oddio, è caduto dal Big Ben?- chiedo orripilata. Per quanta morte e distruzione io abbia visto nella mia breve vita, non credo di riuscire a sopportarne ancora.

-Esatto. E' stato trovato ai piedi del Big Ben. Dai rilievi effettuati, la polizia si è subito accorta che qualcosa non andava. Il corpo presentava un foro di proiettile all'altezza del cuore, ma intorno ad esso non è stata trovata neanche una goccia di sangue. Se la morte fosse stata dovuta ad uno sparo e una successiva caduta da quell'altezza, ne avremmo dovuto trovare una gran quantità e, il corpo stesso, al contatto con il suolo, avrebbe dovuto sfracellarsi, ma non è stato così. E' intatto, tranne per le fratture alle articolazioni e al collo-

Chiudo gli occhi, incapace di ascoltare ancora. La nausea si impadronisce di me. Il ministro si ferma e mi guarda:

-Signorina Granger, desidera un bicchiere d'acqua?-

Devo aver assunto sicuramente un colorito strano.

-Io... Si... Per favore si-

Shacklebolt fa segno a Blaise che subito si avvicina al tavolo accanto alla finestra e riempie un bicchiere, porgendomelo subito dopo. Bevo, sentendomi subito meglio.

-Grazie, scusatemi... Qui... Quindi la morte di quest'uomo o donna, è avvenuta prima del colpo di pistola e della caduta, giusto? Pensate sia una copertura?-

-Esatto... L'uomo è stato ucciso quasi sicuramente con un Avada Kedavra, che come sapete prosciuga la vittima, facendo sparire ogni traccia di liquidi corporei (*). Ho già mandato una squadra di Auror per un sopralluogo-

Io, Harry e Blaise ci accigliamo. Perché chiamarci se ha già mandato qualcuno? Il Ministro, vedendo le nostre espressioni sospira: -Dovete venire con me sulla scena, vi spiegherò tutto una volta arrivati-

Ancora dubbiosi ci alziamo e lo seguiamo.

Ci smaterializziamo congiuntamente in uno dei vicoli vicino Westminster e avvicinandoci al posto, notiamo una gran quantità di persone, che vengono tenute lontane dalla scena, grazie al nastro giallo della polizia.

Prima di superarlo però, il Ministro si gira ancora una volta verso di noi: -Ragazzi, purtroppo non so come dirvelo, ma se vi ho fatti venire qui, un motivo c'è-

Blaise mi anticipa: -Lo conosciamo, vero?-

Shacklebolt annuisce: -Si, Zabini. Lo conoscete purtroppo-

Il panico si impossessa di me. Chiunque sia, non posso far fronte di nuovo alla morte di una persona a me cara. Non riuscirei a sopportarlo.

-Andiamo- si limita a dire Harry avviandosi, ma viene fermato nuovamente dal Ministro, che lo afferra per un braccio: -Potrebbe essere uno shock-

Lui si libera: -Non si preoccupi- dice lui, riprendendo a camminare verso il Big Ben.

Io e Blaise lo seguiamo. L'ansia cresce sempre più ad ogni passo.

Superata la striscia di scotch giallo e il cancello che porta all'interno del giardino, vediamo un gazebo bianco con dei lenzuoli appesi tutto intorno: lì dietro c'è sicuramente la vittima.

Harry supera prima di noi la barriera di tessuto, e si arresta sulla soglia: irrimediabilmente gli finisco contro. –HARR...-

Lo vedo tremare davanti a me.

-Harry?- chiedo. Non risponde, ma continua a tremare. Gli poggio una mano sulla spalla, e lui si riprende, girandosi verso di me e afferrandomi per i gomiti:

-Hermione è meglio se ci allontaniamo da qui- mi dice.

-Perché che succede? Chi è?!- chiedo allarmata. Il suo corpo mi impedisce di vedere oltre, data la differenza d'altezza, ma cerco di dibattermi per liberarmi. Nel frattempo Zabini, che a sua volta era dietro di me, ci raggiunge e va per superare Harry, che mi lascia andare per un secondo e lo blocca per un braccio:

-Blaise, aspetta-

Io ne approfitto per oltrepassarlo e scosto nuovamente il lenzuolo, che nel frattempo era calato davanti a noi. Blaise supera Harry e mi affianca.

Ma ciò che si presenta davanti ai nostri occhi è l'ultima cosa che potessi aspettarmi. Il fiato nei miei polmoni si spezza. Spalanco gli occhi, orripilata, portandomi una mano alla bocca per non lanciare un urlo. Il tempo sembra bloccarsi per un attimo, riavvolgersi, e sette anni di Hogwarts, passano velocemente davanti ai miei occhi.

Di fronte a me, steso a terra come una marionetta rotta, c'è l'ultima persona che mi aspettavo di trovare: le braccia, le gambe e la testa, giacciono, scomposte, ad angolazioni innaturali; il corpo integro, tranne che per un foro scuro con dei contorni regolari, all'altezza del cuore; gli occhi, che una volta mi guardavano con disprezzo, adesso sono spalancati e fissano, senza vederlo, il vuoto.

Un lamento si libera dalle mie labbra, mentre realizzo davvero chi mi trovo davanti e un unico pensiero prende forma nella mia mente: 

Draco Lucius Malfoy è morto.







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Spazio Autrice:

Buonaseraaa :D Eccomi qui (puntuale più o meno) con l'aggiornamento di Lumos ;) 

Ebbene, cosa mi dite? Ve lo aspettavate questo finale di capitolo? Cosa ne pensate? Aspetto i vostri pareri ;)

Il capitolo è abbastanza lungo e in certi punti, forse, potrebbe risultarvi un po' noioso, però purtroppo era mio dovere soffermarmi sul passato e descriverlo, visto che la storia è ambientata 3 anni dopo la fine della guerra. Spero non sia stato troppo pesante. 

Detto ciò, vi ringrazio per le visualizzazioni, i commenti e le stelline date al prologo ;) Grazie di cuore :) Se vi piace spero voterete anche questo capitolo :) 

Volevo dirvi, infine che, salvo imprevisti, dovrei aggiornare ogni venerdì :) Purtroppo l'università non mi permette di fare altrimenti. 

Confido che continuerete a seguirmi ;) 

Mi raccomando 

Stay Tuned :*

Iron9208


(*) Gli effetti dell'Avada Kedavra sono una mia idea, per cui di mia proprietà e coperti da Copyright.

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