Capitolo 14

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  I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare.
Ci uniscono anche quando sembra che si debbano spezzare.
Certi legami sfidano le distanze, il tempo e la logica perchè ci sono legami che sono semplicemente destinati ad esistere.

Meredith Grey - Grey's Anatomy



-Granger-

Mi asciugo velocemente le lacrime cercando di non farmi vedere e mi rimetto in piedi.

Cosa vuole ancora?

Mi giro e ignorandolo lo supero, raggiungendo l'uscita. Per sua fortuna non mi ferma, perché se osa anche solo sfiorarmi, lo schianto: la rabbia mi percorre da capo a piedi.

Fuori continua a nevicare, ma un tiepido sole ha fatto capolino tra le nuvole. Anche stavolta ne avverto il calore. Mi faccio strada nelle neve, senza però sapere che direzione prendere.

"Come ne esco?"

Vorrei urlare.

Mi giro per tornare indietro, ma vedo Malfoy fermo davanti l'entrata. Gli volto le spalle, zigzagando senza meta, finchè un'idea mi balena nella mente: devo allontanarmi da questo cimitero.

Inizio a farmi spazio tra gli alberi, procedendo in linea retta rispetto al mausoleo.

-Granger!-

E' tutto un intrico di rovi e man mano che procedo, la vegetazione si fa più fitta.

-Fermati!-

"Per Merlino..."

Ad un certo punto però, sono costretta a fermarmi davvero: non riesco più ad andare avanti perché i tronchi degli alberi sono talmente vicini da impedirmi di passare.

Cambio direzione: mi sposto di lato. Probabilmente ci sarà un passaggio da qualche altra parte, ma capisco immediatamente che la mia è stata una cattiva idea: i rami sembrano quasi spine e più volte mi sfiorano provocandomi dei graffi lungo le braccia. Non mi importa. Devo continuare a camminare.

Sento un ramo spezzarsi dietro di me e istintivamente mi porto la mano alla cintura voltandomi di scatto.

E' Malfoy.

Non so neanch'io quanta rabbia dimostri la mia espressione, ma lui non si lascia influenzare: -E' tutto inutile. Ho già controllato-

Lo ignoro nuovamente e mi giro facendo un passo avanti, o almeno, cercando di farlo. Sento formarsi dei nuovi graffi che bruciano e cerco di trattenere qualsiasi verso di dolore mordendomi il labbro.

Vengo bloccata da una mano che mi afferra la spalla: -Fermati, per Salazar!-

-Lasciami!- rispondo, liberandomi con uno strattone. Torno indietro, prendendo un'altra direzione.

Lui mi segue senza dire niente e quando raggiungo di nuovo il cortile, inizio ad esaminarmi le ferite. Per fortuna nulla di grave. Devo medicarmi però. Di nuovo.

E di nuovo, è tutta colpa sua.

-Granger-

Ma perché non la smette di infastidirmi?

Mi giro e allungo una mano: -Ridammi la mia bacchetta. Adesso- gli dico freddamente.

Stranamente mi ascolta: lo vedo portarsi una mano alla tasca ed estrarla per poi porgermela. L'afferro velocemente e mi allontano da lui, andando a sedermi su un cumulo di neve poco distante non ancora sciolto. Inizio a evocare le bende e a fasciarmi mentre, con la coda dell'occhio, lo vedo fermo in piedi, che mi osserva.

Ben presto sono costretta a bloccarmi:

-Mezzosangue-

Oddio grazie. Finalmente posso uscire di qui.

Sorrido e alzo gli occhi, guardandolo trionfante:

-Me ne vado-

La sua espressione non muta e io sento una strana sensazione iniziare ad attanagliarmi lo stomaco.

-Mezzosangue-

Non è il momento di pensare. Inizio a guardarmi intorno, alla ricerca del serpente.

Malfoy fa un passo verso di me. Lo guardo ancora una volta cercando di capire cosa vuole fare, ma quasi immediatamente torno ad ignorarlo, accorgendomi del serpente che striscia verso di me.

-Mezzosangue-

Mi fermo e aspetto, mentre Malfoy si avvicina sempre di più.

Che sta facendo?

L'animale si izza di nuovo contro di me e prima di chiudere gli occhi, sento di nuovo dolore al braccio sinistro: Malfoy mi ha afferrata, ma prima che possa dire qualsiasi cosa, le tenebre mi avvolgono e mi sento trascinare indietro alla realtà.

La pressione sul braccio svanisce, così come il dolore.



Appena riapro gli occhi mi accorgo di avere il viso tutto bagnato. Sono lacrime.

Ron, accanto a me, dorme, quindi cercando di fare meno rumore possibile mi alzo ed esco dalla camera, dirigendomi nel bagno al piano di sotto.

Accendo la luce, ma appena mi guardo allo specchio, a stento trattengo un urlo: le mie braccia sono ricoperte di graffi sanguinanti.

Esamino le ferite che iniziano a bruciare non appena le sfioro con le dita.

Per un momento avevo sperato si trattasse di un'allucinazione, ma quello che vedo è proprio il mio sangue.

Che cosa sta succedendo?

Nel sogno dell'altra volta le mie mani si erano ustionate, ma al risveglio non avevo alcun segno, stavolta invece, i graffi lasciati dai rovi si sono trasferiti nella realtà.

Apro l'acqua e mordendomi il labbro per non emettere alcun suono, inizio a sciacquarmi delicatamente la pelle. Devo medicarmi subito e sperare che questi graffi siano superficiali, in modo che non rimangano cicatrici.

Appena finito mi tampono con un asciugamano e raggiungo il mio studio. In un angolo della stanza c'è una piccolo armadietto con tutte le pozioni che possono tornare utili in qualsiasi momento, tra cui l'Essenza di Dittamo. Mi siedo alla scrivania e dopo averla stappata, inizio a versarla sulle ferite.

"Perché?"

"Perché?"

"Perché?"

No. Non deve importarmi. Non tornerò più lì dentro. Mai più.

Lacrime di rabbia, mischiate a quelle per il dolore, tornano a fare capolino nei miei occhi e, forse per la disperazione che provo in questo momento, non mi preoccupo di asciugarle. Nel rifugio sicuro di questa stanza, le lascio scorrere. Posso essere me stessa per una volta.

Da domani mi impegnerò il doppio.

Da domani non darò pace a Zabini fin quando non l'avrò incastrato.

"Da domani rimarrai da sola" sussurra la mia coscienza.

Da domani? Io sono sempre stata sola in tutta questa storia. Se soltanto una parte di me ha creduto che Malfoy potesse darmi una mano, che potessimo lavorare insieme come ai vecchi tempi, beh si sbagliava.

Mi sbagliavo.

Lui è morto.

Lavorerò da sola e darò il meglio di me.

"Addio per sempre Malfoy"

***

-Eccolo qui Hermione. A cosa ti serve?-

-Ecco vedi, tengo sempre nota dei casi a cui lavoro. Scrivo i punti salienti su una mia agenda, in modo che se dovessero mai servirmi delle informazioni, le possa trovare velocemente, senza dover venire continuamente qui. Mi sono accorta che mi manca una data e dovrei appuntarla-

-Certo! Fai bene! Ecco, tieni-

-Grazie Craig-

Sono in archivio al Ministero, per controllare quel rapporto sui traffici e scoprire cos'ha combinato Zabini. Allungo una mano leggermente tremante e afferro la cartella che il mio collega che si occupa degli schedari, mi sta porgendo. Sono nervosa. E se Blaise avesse falsificato i documenti e per colpa sua ricevessi un richiamo, o peggio, perdessi il mio lavoro?

Calma.

Prima di tutto devo controllare, poi deciderò il da farsi.

Mi sposto nella piccola stanza accanto al casellario e mi siedo al tavolo che trovo.

Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo.

Ok, vediamo.

Inizio ad esaminare tutti i fogli.

Impiego circa un quarto d'ora.

Strano... Davvero strano...

Leggo e rileggo tutto più volte.

Che vuol dire?

Decido di rileggerlo un'ultima volta, ma alla fine mi arrendo all'evidenza: il rapporto non è contaminato. E' esattamente come l'ho redatto io.

Mi alzo e torno da Craig.

-Fatto?- mi chiede con un sorriso.

Non so come dovrei sentirmi in questo momento:

-Si... Si fatto- rispondo sorridendo.

-Hermione sei un po' pallida. Sicura di stare bene?-

-Si... Tutto bene, tranquillo- rispondo cercando di sorridere a mia volta.

Ci salutiamo ed esco per tornare in ufficio.

Devo essere felice? Oppure dovrei preoccuparmi?

Che si sia trattato di un semplice favore?

No, nessun favore. Le Serpi non fanno favori, soprattutto quando ce l'hanno con te e mirano a "metterti fuori gioco".

Ma a che gioco stai giocando Zabini?

***

-Quando l'hai visto per l'ultima volta?-

-Erano mesi che non lo vedevo, sono quasi sempre in viaggio. In realtà dopo Hogwarts ci siamo allontanati. Non ci frequentavamo più così spesso-

Sono di nuovo qui: stanza oscura, adiacente alla sala interrogatori. Stavolta però sono con Harry, mentre Ron sta interrogando Theodore Nott.

-Ok... Dove ti trovavi la notte tra il 18 e il 19 Settembre?-

-In Spagna-

-In Spagna?- gli chiede Ron dubbioso.

-Si, in Spagna. Sono un ricercatore adesso- risponde lui in tono neutro.

-Lo sappiamo. Ma non è ancora chiaro di cosa ti occupi-

-Lavoro per conto del Ministero, potete controllare-

-Ci penso io- dice subito Harry. Si alza ed esce.

-Verificheremo. Quanto tempo sei rimasto in Spagna?- continua nel frattempo Ron.

-Un mese. Sono tornato il giorno prima del funerale-

Osservo bene Nott: è tranquillo. Non lascia trasparire niente, ma soprattutto non c'è alcuna comunicazione non verbale che lasci pensare che stia mentendo.

-Come hai saputo ciò che era successo?-

-Che domanda è Weasley? Tramite Patronus ovviamente- risponde lui alzando un sopracciglio.

-In Spagna? Ti hanno mandato un Patronus in Spagna?- continua Ron.

-Oddio Weasel, se continui a ripetere quella parola, mi farai venire il mal di testa- replica lui massaggiandosi le tempie e chiudendo gli occhi.

Ron ignora l'insulto e continua: -Ok, ti hanno mandato un Patronus. Chi te l'ha mandato?-

-Blaise Zabini-

Sollevo la piuma dalla pergamena su cui stavo prendendo appunti e lo guardo leggermente scioccata.

Di nuovo lui.

-E che forma aveva?-

Ottima domanda. Sorrido.

-Oh ma dai! Non mi credete?!- scatta Nott immediato.

-Rispondi. E' una semplice curiosità-

Ron quando lavora sembra davvero un'altra persona. Lo adoro.

-Curiosità un corno. Comunque, è un ferro di lancia- risponde l'altro seccato.

Ron lo guarda non capendo:

-Certo... Dovevo immaginarlo... Un Grifone puro di cuore come te e con un certo grado di ignoranza oserei dire, come potrebbe conoscere le nobili razze animali?- lo prende in giro Nott.

Vedo Ron innervosirsi, mentre io so già a che animale si riferisce. O meglio, lo immagino.

Un flash mi passa nella mente: io a casa di Zabini di sabato mattina. Lui che mi fa entrare ed esce a sua volta. Lo guardo dalla finestra mentre evoca il suo Patronus, un serpente che diventa una nuvola di fumo e si libra nel cielo.

-E' un serpente Weasel. Un serpente- continua Nott ghignando.

Ecco appunto.

Molto probabilmente quello che ho visto quel giorno, è proprio il Patronus che Blaise ha inviato a Nott per avvisarlo.

-Bene- risponde Ron paonazzo.

-Eccomi! Ho controllato-

Harry rientra nella stanza.

-Cos'hai scoperto?-

-E' un ricercatore del dipartimento Catastrofi e Incidenti Magici- risponde, poggiando un fascicolo sul tavolo davanti a me.

Lo guardo stranita: -Come si fa ad essere un ricercatore di quella sezione? Insomma, loro si occupano dei problemi con i Babbani. Cancellano la magia accidentale. Cosa dovrebbero ricercare?-

-So che ultimamente il Ministro ha deciso di dare il via ad un nuovo progetto per ideare nuove metodiche di cancellazione dei ricordi. Insomma, anziché usare incantesimi di memoria, si sta cercando di utilizzare le pozioni-

-Quindi Nott faceva parte di quel dipartimento e poi ha aderito a questo nuovo progetto interno?-

-No. Prima lavorava al trasporto Magico-

Mi fermo un minuto a pensarci su: effettivamente, per quanto possano essere cambiati, mi risulta difficile pensare che le Serpi possano lavorare a stretto contatto con i Babbani. Diventare un ricercatore invece sarebbe molto più soddisfacente per loro. Mi rimane un dubbio però:

-Hai scoperto perché si trovava in Spagna?-

-Si trovava al Ministero Spagnolo per presentare il progetto anche lì. Shacklebolt ha inviato un ricercatore per ogni stato d'Europa-

Annuisco.

Ron nel frattempo ha fatto firmare i verbali a Nott:

-Puoi andare, ma sei pregato di non uscire dal paese e di mantenerti reperibile- gli dice alla fine.

-D'accordo. D'accordo- risponde lui agitando una mano –Arrivederci Weasel- Si gira verso il vetro: -Arrivederci Potter. Granger!- continua sorridendo subito dopo.

Stringo i pugni, mentre lo osservo uscire e Ron ci raggiunge: -Beh? Secondo voi ha mentito?- chiede entrando.

-No- rispondo -L'ho analizzato fino all'ultimo, ma ha detto la verità-

Naturalmente non mi aspettavo niente di diverso.

Adesso devo concentrarmi per trovare le prove della colpevolezza di Blaise.

-Scusate, vado a prendere un caffè. Abbiamo ancora un paio d'ore di lavoro e sono già stanca- dico alzandomi. Un capogiro improvviso però, mi costringe a fare un passo indietro e per non perdere l'equilibrio mi afferro al braccio di Harry.

-Hermione! Tutto bene?- esclama Ron. Entrambi mi sorreggono e mi guardano preoccupati.

-Si, tutto bene. Sono solo stanca. Vado a prendere un caffè- mi riprendo subito e gli sorrido rassicurante.

-Vado io! Resta qui!- risponde lui. Cerca di farmi risedere, ma gli afferro la mano con gentilezza e lo guardo amorevole: -Sto bene. Prometto che stasera mi metterò a letto appena rientriamo a casa- gli dico.

-Prima cenerai!-

-Naturalmente. Però ora sta tranquillo- Sorrido e finalmente mi lascia andare. Esco dalla stanza e respiro a fondo.

La stanchezza ha iniziato a dare i primi veri segnali, ma non devo preoccuparmi: ormai non sognerò più niente.

Raggiungo l'ufficio e stranamente lo trovo vuoto: chissà dov'è finito Zabini.

Mi verso una tazza di caffè dalla macchina che teniamo in un angolo e mi siedo alla scrivania per rilassarmi. Rimane soltanto la Parkinson da interrogare. E sarà proprio Zabini a farlo.

Devo essere in forma domani, perché potrebbe tradirsi in qualche modo.

Appena finisco di bere, poso la tazza sul tavolo e ritorno alle sale interrogatori. La porta è socchiusa e sento parlare a bassa voce. Mi avvicino incuriosita e sento pronunciare il mio nome. Faccio un passo avanti per entrare, ma le parole diventano chiare e mi fermo sul posto:

-Non l'hai ancora fatto? Cos'aspetti?- E' Harry a parlare e avverto un leggero tono preoccupato.

Il cuore salta un battito.

-Dovevamo andare a cena l'altra sera, ma si è addormentata. Non volevo svegliarla. Ultimamente è molto stanca, l'hai visto anche tu- risponde Ron in protesta e il senso di colpa torna a precipitarmi sullo stomaco.

-Lo so, lo so...-

-In ogni caso abbiamo rimandato a Giovedì-

-Bene. Perché si tratta del vostro futuro e paura o no, devi farlo- risponde Harry in tono serio e io sento il cuore accelerare.

Possibile che...?

-Ho paura amico. Preferirei affrontare un Dissennatore- continua Ron nervoso.

-Oh smettila, vedrai che sarà facilissimo- Il mio migliore amico si rilassa e sicuramente gli sorride.

-E se non accettasse?- Ron invece sembra ancora più inquieto di prima.

-Lo farà. Sta tranquillo-

Oddio.

Il mio cuore ormai è impazzito.

Non ho dubbi.

O forse dovrei averne perché non può essere vero.

Sorrido.

Una scarica di adrenalina mi percorre da capo a piedi e mi emoziono.

Oh Ron!

Mi allontano dalla porta, cercando di non fare rumore, mentre sento la testa e il cuore impazzire.

Mi tremano le mani.

Il mio Ron vuole... 

Mi sento una bambina, ma non riesco a pensare a quella parola senza sorridere.

Vuole... Oddio...

Vuole sposarmi.

***

-E quando l'hai visto l'ultima volta?-

-Un mese fa, alla festa dei Greengrass, ricordi?-

Zabini annuisce.

Interrogatorio di Pansy Parkinson. Mercoledì mattina.

Ricordo quella festa. Quel giorno sia Malfoy che Zabini andarono via prima da lavoro.

-E dov'eri invece nella notte tra il 18 e il 19 Settembre?-

-A casa mia. Potete verificare. C'erano gli elfi e i miei genitori- continua, rispondendo nel suo solito modo.

Se non conoscessi la sua indole civettuola e superficiale, potrei davvero pensare che c'entri qualcosa in questa storia.

Vedo Zabini girarsi verso il vetro e lanciare un'occhiata scettica.

Anche se so che la sua è solo una recita, in questo momento la sua espressione descrive perfettamente come mi sento.

Una perdita di tempo.

Purtroppo però devo rimanere qui per continuare ad osservare proprio lui.

Chiudo gli occhi e mi massaggio un po' la fronte: stamattina il mal di testa non vuole darmi tregua, nonostante stanotte abbia dormito a lungo.

Alla fine, come mi aspettavo, la Parkinson non ha nulla di sospetto, mentre Blaise ha recitato alla perfezione.

Ancora una volta, niente.

***

Finalmente il grande giorno: mi sveglio più emozionata che mai.

E' giovedì e stasera Ron mi porterà a cena.

Sorrido ancora una volta come una stupida e allungo una mano alla mia destra alla sua ricerca.

L'unica cosa che sento però è il tessuto del lenzuolo freddo, scorrere sotto le mie dita.

Non c'è.

Scatto a sedere e i miei occhi me lo confermano.

Probabilmente è già uscito.

Il sorriso si smorza, così come anche l'entusiasmo iniziale, ma non devo abbattermi: ci vedremo comunque stasera e mi aspetta una bellissima serata.

Sarà uscito prima perché è nervoso.

Torno a sorridere e mi volto per scendere dal letto: la prima cosa che vedo è di nuovo quella pozione sul mio comodino.

Senza darmi il tempo di pensare a qualsiasi cosa, l'afferro e la chiudo nel cassetto.

Mi massaggio le tempie un attimo: il mal di testa mattutino dovuto all'insonnolimento è il peggiore.

Sarà meglio fare colazione.

Scendo in cucina e mi verso una tazza di caffè, sedendomi poi alla penisola.

E' una bella giornata: il sole splende, cosa alquanto rara a Londra, e dalla finestra che ho di fronte, quella del soggiorno, scorgo una fetta di prato, che ancora emana dei bagliori dovuti alla rugiada che lo ricopre.

Mi avvicino e scosto la tenda, prendendomi un attimo per ammirarlo.

Non è niente di che: è sempre il solito giardino, curato grazie alla magia, che confina con il marciapiede e poi la strada, ma essendo mattino presto, non si vede nessuno ed è tutto tranquillo. Ecco perché ne rimango affascinata. Quest'atmosfera mi infonde serenità.

Continuo a percorrere con lo sguardo il perimetro della mia proprietà, soffermandomi infine sull'albero che si trova alla mia destra: un mandorlo, che al momento è spoglio.

Torno indietro con la mente alla settimana scorsa: io, davanti a quella tomba.

Un fiore che simboleggia la velocità della vita, la speranza e la rinascita.

"TROVERO' UN MODO PER USCIRE DI QUI E QUANDO TORNERO' ALLA REALTA' GIURO CHE MI VENDICHERO' DI CHI MI HA FATTO QUESTO! E se mi intralcerai, la pagherai anche tu! ORA VATTENE!"

"Non tutti pensiamo al nostro tornaconto personale! Esistono persone che tendono la mano a tutti, anche a quelli che li hanno umiliati per anni. Adesso lo sai, ma stai tranquillo, me ne vado e stavolta non tornerò più. Sono stanca!"

Perché mi tornano in mente quelle frasi?

Perché ci penso ancora?

Ormai è una storia chiusa.

Andrò avanti da sola.

Devo farcela.

Istintivamente mi sfioro le braccia: le ferite sono ormai diventate cicatrici, ma anche quelle stanno svanendo.

"Ron non se n'è accorto. Avrebbe dovuto, no?"

Stupida coscienza.

Ho semplicemente fatto attenzione a non togliere la maglia davanti a lui.

"Avrebbe potuto togliertela lui non credi?"

Rimango basita per ciò che ho appena pensato.

E' vero, avrebbe potuto, del resto è da tre settimane che non troviamo un momento di intimità tutto per noi, ma credo sia normale: con tutto quello che è successo, siamo stati molto impegnati e siamo stanchi.

"Sei tu quella esausta, di certo non lui"

Sospiro amaramente, continuando a strofinare con leggerezza il braccio destro, ma i miei pensieri si interrompono appena alzo gli occhi e osservo i rami dell'albero: vedo un animale appollaiato su quello più alto. E' un uccello: se ne sta fermo lì, senza emettere alcun suono e l'unica cosa che fa è osservarmi.

Sento improvvisamente freddo e stringo la tazza di caffè caldo tra le mani, ma non smetto di guardarlo: inizialmente mi sembra un corvo, ma osservandolo meglio, mi accorgo di essere in errore.

L'unica cosa che ha in comune con i corvi è il piumaggio nero, dopodiché è completamente diverso: è molto più piccolo, ha un becco più adunco e una coda più lunga e biforcuta.

Ma ciò che mi inquieta sono i suoi occhi che, nonostante la distanza, mi accorgo essere rossi.

Rabbrividisco davvero, ripensando a quelli di Voldemort.

Calma. E' solo un uccello.

Faccio un passo indietro e torno in cucina sedendomi di nuovo al tavolo.

Una fitta mi colpisce alle tempie: il mal di testa peggiora per un attimo, per poi tornare a pulsare lento e ritmato come un tamburo in sottofondo che mi stordisce leggermente.

Per fortuna la caffeina farà il suo effetto tra poco.

Chiudo gli occhi e vedo dei lampi verdi passarmi velocemente davanti.

Li riapro in preda al panico: che sta succedendo?

Mi rialzo e bevo un bicchiere d'acqua, cercando di calmarmi.

Il mal di testa si fa di nuovo più forte, così mi massaggio nuovamente la fronte, ma è tutto inutile.

La nausea inizia a farsi sentire, così istintivamente chiudo gli occhi di nuovo e finalmente il dolore si affievolisce.

I lampi ritornano, ma stavolta cerco di resistere e mantenere gli occhi chiusi.

Se li riaprissi il mal di testa tornerebbe, ne sono sicura. Il mio inconscio sta cercando di dirmi qualcosa di nuovo.

Vedo i lampi concentrarsi tutti in un unico punto e formare un alone verde, che pian piano prende sempre più consistenza e cambia colore.

Riesco ad avvicinarmi e riconosco in cosa si è trasformato: un mantello. Lo stesso mantello dei sogni.

Che...?

Di nuovo altri lampi, che stavolta si condensano a formare una scritta, anche questa identica a quella del sogno:

"Nihil est ut videtur"

Non può essere. Non di nuovo.

Improvvisamente tutto sparisce e diventa nero.

Credo di poter riaprire gli occhi e infatti, appena lo faccio, il mal di testa scompare.

Respiro a fondo.

Lo sapevo: il legame con Malfoy esiste ancora.

***

Mi specchio.

Devo ammettere che mi sta bene dopotutto. Non credevo che avrei mai indossato qualcosa di un colore diverso dal nero, dall'oro o dal rosso, e invece eccomi qui, con una blusa elegante di seta verde smeraldo a maniche lunghe, abbinata ad un semplice pantalone a sigaretta nero.

Per le scarpe opto per delle décolleté nere a punta con un tacco basso. Non amo molto i tacchi alti e preferisco comunque rimanere comoda, non rinunciando all'eleganza.

Una volta finito di vestirmi, mi trasferisco in bagno, dove mi sistemo i capelli e mi trucco leggermente.

Il risultato finale mi soddisfa, così scendo al piano di sotto e rimango in attesa di Ron.

Non sono riuscita a vederlo per tutto il giorno e un po' mi dispiace, ma tra poco sarà qui e finalmente potremo passare la serata insieme.

Mi siedo sul divano in attesa, ma anziché mettermi a leggere come faccio di solito per ingannare il tempo, muovo convulsamente le mani. L'agitazione sale ad ogni secondo che passa.

Passano dieci minuti e finalmente sento un rumore sull'uscio: eccolo.

Sorrido e vado ad aprire la porta.

Ma anziché Ron, mi trovo davanti il suo Patronus, un Jack Russell.

-Scusa Herm, ma dobbiamo rimandare-





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Spazio Autrice:

Buon pomeriggioooo miei cariiiii :D Eccomi quiii :D Spero che l'attesa non sia stata eccessiva e che mi sia fatta ripagare ;) 

Sono sparita completamente, quindi anche se in ritardo vi faccio i miei auguri di Buona Pasqua :) Passata bene? Spero di si :D 

Dunqueeee... Che ne pensate?? 

Vi è piaciuto questo capitolo?? Teorie, dubbi o altro che volete sottopormi?? Aspetto i vostri commenti con ansia :) 

A quanto pare Ron vuole sposare Hermione o.O E adesso? Cosa farà lei??

Ringrazio come al solito tutti quanti per le visualizzazioni, ma soprattutto i commenti e i voti lasciati al capitolo precedente :) E' bellissimo per me vedere che cresciamo sempre di più :) E mi fa molto piacere leggere nuovi commenti di nuovi lettori o magari di lettori che finora sono stati silenziosi. Grazie! <3 A tal proposito ci tengo a scusarmi se ci sono commenti a cui non ho risposto. Non dipende da me, ma da Wattpad che spesso mi fa saltare una parte delle notifiche e io mi ritrovo a distanza di molto tempo con commenti postati magari mesi prima e di cui mi accorgo solo in quel momento :/ Mi dispiace davvero. Adoro rispondervi sappiatelo <3

Un altro appunto che ci tengo a fare, è che qualsiasi errore di battitura abbiate notato (tipo congiunzioni mancanti ecc...) è stato già notato dalla sottoscritta, e vi giuro che verrà sistemato al più presto. Ciò non toglie che vi chiedo di dirmi la vostra se doveste notare frasi scorrette, o qualsiasi cosa non vi piaccia nel mio modo di scrivere. Mi aiutereste davvero :D 

Ok...Concludo questo poema adesso, prima che iniziate a odiarmi veramente ;) 

Vi do appuntamento a Domenica :) E mi raccomando 

Stay Tuned <3 

Iron9208

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