Capitolo 19

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  Passato. Quella piccola parte di eternità che per una frazione infinitesimale, abbiamo la sfortuna di conoscere. Una linea mobile detta Presente provvede a dividerlo da un periodo immaginario conosciuto come Futuro. Queste due grandi ripartizioni dell'Eternità, che si cancellano continuamente l'una con l'altra sono nettamente diverse: la prima, oscura, è densa di dolori e di delusioni, la seconda, luminosa, ricca di gioia e di prosperità. Nel Passato, regno del pianto, si acquatta tetra la memoria avvolta in un saio, col capo coperto di cenere intenta a biascicare preghiere penitenziali; nel Futuro, il paese del canto e del sole splendente, vola con ali spiegate la Speranza, fra archi trionfali e dolci recessi di pace. Pure, il Passato non è che il Futuro di ieri, il Futuro sarà presto il Passato di domani; essi sono dunque una cosa sola, proprio come la consapevolezza è solo l'altra faccia del sogno.
Ambrose Bierce  


Forse ho sentito male.

-Cosa?- chiedo irrigendomi.

-Devi raccontargli tutto. Devi dirgli che sono bloccato qui. Lui troverà una soluzione per riportarmi indietro-

Lo sapevo: sapevo che sarebbe successa una cosa del genere.

E adesso come ne esco?

-Vuoi... Vuoi che gli racconti tutto?- chiedo con la gola secca.

-Esatto Granger. Che c'è?- Mi guarda sospettoso e divertito allo stesso tempo –Volevi avermi tutto per te?-

Serro la mascella: -Taci!-

Lui scoppia a ridere.

Mi chiedo come faccia a non prendere mai niente seriamente, come se non gli importasse.

Sento la rabbia ribollirmi dentro e faccio due passi avanti, fronteggiandolo: -Ti sembra il momento di scherzare?!- chiedo, trattenendomi a stento dall'urlare di nuovo.

Lui smette di ridere, ma continua a guardarmi sogghignando.

-Hanno cercato di uccidermi e tu che fai? Ti metti a ridere?! Forse a te non importa più niente, perché ormai sei qui... Sei morto e non puoi farci niente, ma voglio ricordarti che io sono ancora viva e che tu sei legato a me. Se muoio io, tu non esisterai più-

Vedo la sua espressione cambiare ad ogni mia parola, fino a diventare furente. Mi afferra per il polso che tengo ancora a mezz'aria: -So perfettamente come stanno le cose- sibila -Ed è per questo che ti ho detto di parlarne con Blaise- continua con un tono che mi fa rabbrividire –Perché saprà come aiutare me ad uscire di qui, ma potrà aiutare anche te, stupida Grifondoro- conclude acidamente lasciandomi andare e voltandosi tremante.

Mi blocco, mentre le sue parole pian piano si fanno strada dentro di me, fino ad assumere un senso. Abbasso lo sguardo.

Aiuterebbe lui ad uscire e anche me, che intende dire? Che mi libererei di questo legame?

O forse... mi darebbe una mano a prendere il colpevole prima che...

"Prima che uccida anche te" mi sussurra la mia coscienza.

Che sia questo ciò che intende?

Che si sia... No... E' impossibile.

Non può essersi preoccupato per me.

Non lascio neanche prendere forma al pensiero e rialzo gli occhi.

Lui sparirebbe se mi succedesse qualcosa: è preoccupato solo ed esclusivamente per se stesso.

Quando scoprirà la verità però, mi ucciderà con le sue stesse mani.

"Non importa, devi continuare a mentire"

-Glielo dirò- rispondo a bassa voce, sentendo il senso di colpa precipitarmi addosso.

Non risponde.

-Ma ti avverto, dirà che sono pazza- provo a dire, in un ultimo disperato tentativo di dissuaderlo.

-Vergeben- risponde.

Sgrano gli occhi: -Cosa?!-

-Vergeben. Digli questo e ti crederà-

La riconosco! E' la stessa parola detta da Daphne quella notte! La stessa scritta sul nastro di quella corona e la stessa parola pronunciata da Blaise durante il funerale!

-Che significa Malfoy?! Anche lui l'ha pronunciata al tuo funerale!- dico di getto senza pensare realmente a quanto possano essere taglienti le mie parole.

"A quanto possano fargli male"

Lo vedo irrigidirsi immediatamente: sono una stupida.

Quando mi risponde però, lo fa senza alcun cambio di tonalità: -Non ti interessa. L'importante è che lui ti creda-

-Malfoy...- inizio stancamente.

-No Granger, non te lo dirò. Fine della discussione-

Lo guardo infastidita: -Come vuoi. Lo scoprirò da sola-

Si gira, fulminandomi con gli occhi, ma prima che possa dire qualcosa, tutto si spegne di nuovo:

Oddio, e ora?

-Malfoy?!-

-Silenzio-

Lo vedo avvicinarsi a me: stavolta non è sparito.

Si guarda intorno accigliato e lo stesso faccio anch'io.

Che può succedere adesso?

Inizio a percepire l'ululato del vento fuori dalla porta, sempre più forte e all'improvviso alla mia destra, nel muro, compare una luce accecante.

Chiudo gli occhi riparandomi con un braccio.

-Per Salazar!- lo sento imprecare.

Lentamente li riapro e mi giro di nuovo: rimetto a fuoco la scena e, dove inizialmente avevo visto una luce accecante, adesso ritrovo qualcosa di molto familiare. La finestra.

Cerco di avvicinarmi, ma Malfoy mi trattiene; mi giro a guardarlo: è teso ed estrae immediatamente la bacchetta.

Lo imito, per poi scrollarmelo di dosso e insieme ci avviciniamo.

-La vedi anche tu?- chiedo.

Non risponde, ma lo vedo tenere gli occhi fissi su quel punto. Si, la vede.

Giunta a pochi passi, riesco a distinguere perfettamente i pezzi di vetro infranti e il...

-Sangue- dice lui accanto a me.

-Te l'avevo detto- rispondo.

-E' mio?-

Stavolta sono io ad annuire.

Lui allunga una mano e sfiora una scheggia scarlatta, sporcandosi le dita, dopodiché strofina i polpastrelli tra loro, come a volerne verificare la consistenza.

-Mezzosangue-

Spalanco gli occhi spaventata: è di nuovo quella voce, ma stavolta non è diffusa nell'ambiente come al solito. E' dietro di me.

Ci giriamo di scatto entrambi e l'unica cosa che vedo sono le zanne del serpente.

Poi buio.

***

Il mattino seguente, dopo la solita doccia, scendo in cucina, ma appena varco la soglia, mi blocco.

C'è Ron.

Lui, avvertendo la mia presenza, si gira e mi lancia un sorriso imbarazzato:

-Pancakes?- chiede nervosamente.

Lo ignoro e mi dirigo verso il frigo: sono ancora troppo arrabbiata con lui; non penso abbia capito la gravità di ciò che ha detto l'altra sera, se crede che uno dei miei piatti preferiti possa risolvere anche questa discussione come succedeva in passato.

"O forse si" mi suggerisce la mia mente "E' così che la pensa davvero e non cambierà idea"

Allora con chi ho convissuto per tre anni della mia vita?

Chi è lui realmente?

-Hermione?- I miei pensieri vengono interrotti di nuovo dalla sua voce e mi rendo conto di essere rimasta ferma davanti al refrigeratore, fissando il brick del latte.

Mi riscuoto, lo afferro e richiudo il frigo, continuando a ignorarlo.

-Herm, per favore, parliamone-

Sbatto la confezione sulla penisola: -Parlarne adesso?! Dopo che ieri sei sparito per tutto il giorno, ora pretendi di parlarne?! Cos'è, per caso dovevi prima discuterne con tuo fratello e con Harry?!- dico furiosa.

Lui sbianca: -Herm... No...- sussurra.

-Ah no? Io invece scommetto di si! E per essere qui adesso, sicuramente anche loro due ti hanno detto che hai sbagliato, non è vero?!- continuo.

Non so come mi stia trattenendo dall'urlare, perché in questo momento è l'unica cosa che vorrei fare.

-Si... Avrei dovuto parlartene molto tempo fa...- inizia, ma appena nota il mio sguardo incredulo, si zittisce:

-Stai dicendo sul serio? Pensi davvero che in questo momento io sia più arrabbiata per il lavoro?- chiedo scioccata.

Lui invece ricambia lo sguardo confuso; apre un paio di volte la bocca, ma la richiude senza dire nulla.

Butto fuori l'aria.

-Se ti riferisci a ciò che ho detto su Malfoy... Beh... Si... Hai ragione anche su quello... Non avrei dovuto dirlo- inizia.

Stavolta sono io a rimanere in silenzio, mentre mi avvicino ad uno sportello accanto al frigo per prendere una tazza.

Il mio è un gesto meccanico, perché non ho assolutamente fame in questo momento.

Lui mi blocca appena cerco di tornare indietro: -Guardami ti prego. Dì qualcosa-

Alzo gli occhi, ormai lucidi per la rabbia tenuta a freno e per la delusione: -Non ho niente da dirti- rispondo.

-Mi dispiace, sul serio. Non avrei dovuto dirlo-

-Lo pensi davvero o, di nuovo, sono stati loro a suggerirti di assecondarmi?- chiedo acidamente spingendolo via, mentre la rabbia cresce sempre di più.

Lui non si allontana, ma rimane accanto a me, mentre io, sempre con gesti automatici e tremanti, cerco di aprire la confezione del latte.

-Sono io a pensarlo. Ti prego, devi credermi!-

-Ron, ciò che hai detto è orribile! ORRIBILE! Pensavo che non saresti mai arrivato a dire cose del genere! Ma mi sbagliavo! Credevo di conoscerti, ma evidentemente mi sbagliavo!-

-No Herm! Io sono Ron! Il tuo Ron! Quello di cui ti sei innamorata! Il tuo migliore amico! Mi conosci! Io non sono diverso!-

A stento trattengo le lacrime: stringo i pugni e mi impongo di non farlo. Di non cedere.

Devo resistere: -Non lo so...-

-Herm... ti prego!- mi dice implorante.

-Io so quante ne ha combinate, lo so benissimo- continuo, riferendomi a Malfoy -Come lo sai anche tu... ma ricordati sempre che se oggi siamo qui è anche grazie a lui...-

Lui mi guarda stupito, incredulo e dubbioso: -Che vuoi dire?-

-Malfoy Manor- mi limito a rispondere, ma continua a guardarmi confuso.

Sospiro: -Se quel giorno lui non avesse mentito, facendo finta di non riconoscere Harry, io e te saremmo morti in quel preciso istante!- rispondo afferrandomi il braccio sinistro d'istinto.

Lui abbassa gli occhi, osservando il mio gesto e stringe i pugni.

Lo ignoro, girandomi di nuovo verso la macchina del caffè.

-Mi dispiace- dice dopo quella che mi sembra un'eternità.

-Non scusarti per qualcosa che continui a pensare. Sei stato molto chiaro. E il tuo silenzio di ieri me ne ha dato conferma...-

-Ieri ho avuto paura!- mi interrompe -Non ho voluto affrontarti, per paura di come avresti reagito e ho preferito lasciarti un po' di tempo per sbollire la rabbia...-

Il mio sguardo di fuoco lo zittisce: -Lo so, non è cambiato niente. Ho peggiorato le cose-

Torno a guardare avanti a me.

-Mi dispiace ok?- insiste.

-Inoltre- lo interrompo -Ti rendi conto che se non ti amassi per come ti amo, per quello che hai detto, a quest'ora saresti in cima alla lista dei sospettati?-

Lui strabuzza gli occhi per un secondo: -Si... Si... Me ne rendo conto- dice riacquistando la calma e abbassando lo sguardo: -Anch'io ti amo, Herm-

-Non so più chi sei- dico sinceramente.

Lui torna a guardarmi pensieroso: -Sono sempre io, mi vedi, sono qui. Sono sempre uguale! Tu sei la mia Hermion...- ripete.

-No non è vero- lo interrompo –Non so chi sei, perché il Ron che conoscevo quelle cose non le avrebbe neanche pensate- Le lacrime stanno per uscire, ma di nuovo mi trattengo –E il Ron che conoscevo non mi avrebbe mai nascosto niente- concludo, con la voce che si spezza.

-Hai ragione, lo so. Ho sbagliato tutto sin dall'inizio- risponde lui precipitosamente –Avrei dovuto parlartene prima-

"Prima... Prima quando? Da quanto va avanti questa storia?"

-Da quand'è che hai deciso di lasciare?- chiedo senza guardarlo. Ho paura della risposta.

-Da... Da quando hai iniziato a lavorare con noi...- risponde fissando un punto sul tavolo.

-Cosa?- lo guardo senza parole –E perché mai?-

-Oh no Herm! No! Non fraintendere! All'inizio... Quando ho visto l'entusiasmo che ci metteva Harry nel seguire il corso, mi sono detto che molto probabilmente, quella, sarebbe dovuta essere anche la mia strada; che mi avrebbe aiutato a superare quello che era successo. Tu mi avevi dato una grossa mano certo, ma sentivo che diventare un Auror sarebbe stata la cosa giusta da fare per onorare la memoria di Fred e di tutti quelli che avevamo perso nella guerra. Così mi sono buttato e quando ho raggiunto il traguardo, sono stato la persona più felice del mondo. Inoltre, scoprire che anche tu dopo un anno ci avresti raggiunti, è stata la cosa migliore: mi sono detto che saremmo tornati ad essere il solito trio, quelli che avrebbero continuato a salvare tutti, rimanendo una squadra perfetta- risponde con voce pacata e sorridendo.

Non riesco a trattenere un sorriso leggero: mi rispecchio perfettamente nelle sue parole, perché anch'io all'epoca pensavo le stesse identiche cose.

-Quando ti sei diplomata e sei diventata un Auror anche tu, per me era fatta: la mia vita finalmente sarebbe cambiata in meglio, insieme a te e ad Harry; potevo dire addio al passato e voltare pagina- continua lui, con una nota diversa nella voce.

Forse inizio a capire dove vuole arrivare.

-Ma sono stato stupido. Non potrò mai dimenticare il tuo primo giorno di lavoro...-

Già... Come dimenticarlo?


Quella mattina, quando entrai in ufficio con il mio scatolone, Ron era radioso e con lui anche Harry. Mi aiutarono a sistemare le mie cose e mi assegnarono la scrivania. Nessuno dei tre si preoccupò minimamente delle altre due postazioni presenti nella stanza, presi, com'eravamo, dall'entusiasmo.

Dopo un quarto d'ora dal mio arrivo, ci raggiunse Shacklebolt, che veniva a congratularsi con me e a salutare tutti e tre.

Oggi, col senno di poi, direi che era venuto per prepararci.

Iniziò uno dei suoi discorsi sul fidarsi degli altri e sul dare seconde possibilità, anche quando magari non vorremmo.

Ricordo che Harry e Ron ne rimasero confusi, mentre io invece iniziai a sospettare qualcosa. Passammo con lui altri venti minuti, quando improvvisamente sentimmo bussare di nuovo alla porta.

Il Ministro, leggermente preoccupato, andò ad aprire e il primo ad entrare fu Blaise, che vedendoci, ci sorrise sinceramente. Io ricambiai, ma sentii Harry e Ron dietro di me, irrigidirsi immediatamente. Il Ministro, fermo sulla porta, li guardava ansioso.

-Ministro, adesso può richiudere- gli disse Harry ad un certo punto, con un sorriso teso.

-Ci sarei anch'io-

Al suono di quella voce, fui io la prima a cui si gelò il sangue nelle vene, mentre il mio peggior incubo si materializzava, passo dopo passo, davanti ai miei occhi.

-Buongiorno- si limitò a dire Malfoy entrando, con un'espressione molto seria.

Io mi girai immediatamente a guardare Ron. Avrei dovuto capirlo in quel momento: dai suoi pugni che continuavano ad aprirsi e chiudersi frementi e dalle sue orecchie paonazze.


-Neanch'io- rispondo in un sussurro –Neanch'io potrò mai dimenticarlo- ripeto.

-Capisci? Non era per te. Era per colpa loro. Per colpa sua. Mi sono sforzato all'inizio, davvero. Ci ho provato, ma non ci sono riuscito e adesso che è successo quello che è successo, sono arrivato al punto di rottura. Non posso indagare sul suo omicidio, quando...-

-Quando?- chiedo, sapendo già quello che risponderà. Le lacrime affiorano spontanee, mentre torno a guardarlo.

Lui abbassa gli occhi: -Quando mi sento sollevato perchè non lavorerà più con noi- dice, soppesando le parole; avrà usato anche parole diverse, più leggere, ma il senso è identico a quello che ha detto l'altra sera: è sollevato per ciò che gli è successo.

-Ron...- dico con voce rotta -E' sbagliato. Te l'ho già spiegato...-

-Lo so! Lo so! Ci ho riflettuto!- scatta immediatamente lui, afferrandomi le mani –So che è sbagliato! L'ho capito! Harry me l'ha spiegato, ma non posso farci niente, capisci?! L'odio che provo nei suoi confronti è più forte di qualsiasi compassione io possa tentare di provare. Ne ha combinate troppe Herm. Io non posso dimenticare e andare avanti come se nulla fosse. E non posso indagare sul suo omicidio. Non ce la farei. Lui per me non sarà mai una vittima- conclude amareggiato, stringendo la mascella –Ti prego... Appoggia la mia scelta e non parliamo più di lui. Superiamola, ti prego!-

Rimango in silenzio e ferma, anche se in questo momento vorrei scappare.

Come reagirebbe se sapesse la verità? E soprattutto, dovrò dirglielo prima o poi? E se lo scoprisse da solo?

Una morsa mi si stringe sullo stomaco.

Il senso di colpa e la rabbia.

Adesso basta.

Faccio un passo indietro, ricorrendo a tutto il mio autocontrollo per non piangere qui davanti a lui e lo abbraccio: -Stai tranquillo. Va bene così- dico atona.

-Herm... Ti prego...- mi risponde preoccupato.

Faccio un passo indietro e lo guardo rassicurante: -Sono seria. Va bene così ti dico. Supereremo anche questa. Devi fare ciò che ti senti e apprezzo che tu abbia deciso di dirmelo- mento.

-Te l'ho detto troppo tardi... Avrei dovuto farlo prima!-

-Non preoccuparti. Adesso lo capisco-

La mia mente sta urlando alla menzogna.

"Devi dirgli che sta sbagliando!"

"No! Non posso!"

"E' sbagliato! Diglielo!"

Voglio solo andarmene di qui il prima possibile. Non riuscirò a trattenermi ancora a lungo.

Gli sorrido un'ultima volta: -Devo andare. Ci vediamo stasera-

Lui, sicuramente allarmato per questo mio improvviso cambio d'umore, mi afferra di nuovo la mano: -Herm... Per favore. Rimani-

-E' tardi. Devo andare- dico dispiaciuta.

-Ma... Ti prego-

-Ron davvero. E' tutto apposto. Mi hai spiegato le tue ragioni. Ora le ho capite e appoggio la tua scelta. Ti starò vicino- concludo sorridendo –Ma ora lasciami andare, altrimenti sarò io quella ad essere licenziata in tronco- scherzo per rassicurarlo.

Lui si apre in un sorriso: -Ti amo. Grazie- mi afferra per i fianchi e mi tira a sé, mentre ricorro a tutta la forza che ho per non respingerlo. Ci baciamo e con un ultimo breve sorriso mi giro.

Appena gli do le spalle, la mia espressione cambia e le lacrime iniziano a scendere.

Mi dirigo fuori e mi Smaterializzo il più velocemente possibile, senza riflettere sulla mia destinazione.

Cado a terra e inizio a piangere ininterrottamente per non so quanto tempo.

Come farò d'ora in poi?

Come faccio ad appoggiare una scelta basata su un odio che non condivido; come farò a mentirgli?

"Tu gli stai già mentendo"

Esatto. Lo sto già facendo.

Sto mentendo all'uomo che amo.

Stavolta però non avverto il solito senso di colpa impossessarsi di me, bensì rabbia, che aumenta ad ogni mio respiro.

Perché dev'essere tutto così difficile?

Emetto un grido strozzato.

Stringo i pugni e sbatto le palpebre più volte: ma... dove sono??

Sotto di me un prato. Sgrano gli occhi e mi guardo intorno spaventata: gli alberi sono la prima cosa che vedo, poi dei cespugli tutti intorno a me, ricoperti di fiori. Sono finita dentro una siepe?

Stranita mi rimetto in piedi e quasi mi manca il fiato: accanto a me un vialetto che riconosco immediatamente e in lontananza...

Possibile che sia finita proprio qui?

"Brava Hermione! Adesso non sai più neanche smaterializzarti!"

Mi giro lentamente, sapendo già ciò che vedrò...

Non alzo gli occhi immediatamente, ma cerco prima di uscire da questo groviglio di rami.

-Signorina, va tutto bene?-

Quasi lancio un altro urlo per lo spavento: mi giro di scatto.

E' il guardiano Babbano: un uomo anziano, che mi guarda preoccupato.

-Oh! Ehm si! Si, mi scusi! Ho perso l'equilibrio e sono caduta! Sono un po' sbadata!- dico con un sorriso, asciugandomi le ultime lacrime rimaste.

Lui si rilassa immediatamente: -Si è fatta male? Venga, le do una mano-

-Non si preoccupi! Posso farcela da sola!- dico precipitosamente, cercando di uscire più velocemente, ma peggiorando solo le cose. Perdo di nuovo l'equilibrio e sto per cadere, ma per fortuna la sua mano compare nel mio campo visivo e l'afferro immediatamente, mentre una scarica di adrenalina, dovuta allo spavento, mi attraversa.

-Oddio, grazie- dico, rimettendomi in piedi, finalmente riuscendo ad uscire da quella trappola infernale.

Mi scrollo di dosso le erbacce, mentre lui ridacchia: -Originale quel cappotto- dice.

Mi blocco: i Babbani non sono abituati a questo tipo di abbigliamento. E adesso cosa gli dico?

Sorrido nervosamente: -Ehm... Grazie. Diciamo che non sono di queste parti. Nel mio Paese, questi sono di moda- farfuglio.

-Oh si! Immaginavo! Non sei la prima che vedo venire qui con uno di quei cosi- risponde indicando il mantello. Per fortuna ha abboccato: –Ogni giorno vedo sempre due o tre persone vestite così, girovagare qui intorno- dice con un sorriso triste –Mi dispiace per la vostra perdita- conclude.

Abbasso lo sguardo, improvvisamente più seria anch'io: -La ringrazio-

-Anche lui era straniero vero?- mi chiede.

Annuisco, ma continuo a non guardarlo.

-Mi dispiace. Non volevo farla rattristire. La prego, vada pure-

Alzo gli occhi, riconoscente: -Non si preoccupi. La ringrazio per l'aiuto. Arrivederci-

-Arrivederci signorina- mi risponde continuando a sorridere e allontanandosi.

Lo guardo andare via e quando rimango sola sospiro, girandomi.

Eccola lì.

La tomba di Malfoy, è a circa tre metri da me.

Sono al cimitero.

Mi avvicino lentamente: è coperta di fiori freschi.

Mi inginocchio guardandoli: ce ne sono di tutti i tipi. Rose, tulipani, gigli e ramoscelli di lavanda, sono quelli che riconosco immediatamente. Insieme formano un valzer di colori che sicuramente contribuisce a rendere l'ambiente meno tetro.

A terra, proprio davanti la pietra un mucchietto di foglie nasconde qualcosa. Le tolgo velocemente curiosa e sotto, stupita, trovo ancora il ramoscello che avevo messo qualche settimana fa: quello del fiore di mandorlo.

Naturalmente adesso la corolla è appassita.

Lo afferro, guardandolo con un leggero sorriso: manca poco.

E' solo questione di giorni.

"Diciotto"

Stranamente avverto tutta la tensione che ho addosso scemare a poco a poco.

Chiudo gli occhi e mi rilasso, ascoltando i versi degli uccellini in lontananza.

C'è una calma assoluta.

Quando li riapro, vedo il sole che pian piano si fa strada su nel cielo e un raggio mi colpisce sul volto, dopo aver superato la linea della collina all'orizzonte.

Mi tornano di nuovo in mente le parole di Ron:

"Ma Herm...E' Malfoy"

Non è la prima volta che le pronuncia.

Adesso che sono qui davanti a questa tomba, ricordo che le disse anche qualche giorno prima del funerale.

"Ma Hermione... Stiamo parlando di Malfoy"

Sospiro amareggiata.

E' davvero diventato così cinico?

In realtà però, quello che mi preoccupa maggiormente adesso, sono io: se non ci fosse questo legame di mezzo, instauratosi proprio la notte del suo omicidio, la penserei diversamente? Forse sarei anche io così cinica? Sarei sollevata dalla sua scomparsa come quando, tre anni fa, Voldemort fu sconfitto e tutti gli altri Mangiamorte arrestati? Forse è questo legame che mi sta offuscando la mente?

Scrollo la testa, con gli occhi lucidi.

"Sarei anch'io un mostro senza cuore se non ci fosse questo legame?"

Faccio comparire un altro ramoscello con un fiore di mandorlo, asciugandomi subito dopo le lacrime che sono cominciate a scendere di nuovo.

-Che diavolo stai facendo qui?-

Mi rimetto in piedi e mi giro di scatto, con la bacchetta alzata.

E' Blaise, con un mazzo di gigli bianchi in mano.

Estrae la bacchetta a sua volta e me la punta contro; la sua espressione però, passa dal sospettoso allo stupito, quando incrocia i miei occhi.

Che si sia accorto delle mie lacrime?

-Cerchi di mantenere le apparenze?- dico in tono aggressivo, indicando i fiori –Chi potrebbe mai sospettare del suo migliore amico disperato che viene qui a trovarlo, vero Zabini? Beh sappi che ti starò addosso fino a quando non confesserai-

Lui ghigna e io mi avvicino a fronteggiarlo: -E la prossima volta servirà qualcosa in più di un incendio per cercare di liberarti di me- gli dico ghignando a mia volta.

Lui si fa serio improvvisamente e mi guarda accigliato.

-Tic tac. Il tempo passa- continuo, imitandolo. Lo spintono e me ne vado.

Sento il suo sguardo su di me e rabbrividisco.

Accelero leggermente e quando raggiungo il vialetto mi smaterializzo, ma decido di non andare via. Voglio vedere cosa fa mentre non sa di essere osservato.

Raggiungo il viale principale e, nascondendomi dietro un albero e delle alte tombe, mi Disilludo.

Per fortuna non sono molto lontana e in brevissimo tempo raggiungo di nuovo la tomba. Facendo attenzione a non fare rumore, mi nascondo dietro il cespuglio in cui mi ero smaterializzata all'inizio.

Lui se ne sta inginocchiato lì davanti ed è leggermente di lato, cosa che mi permette di vedere cosa sta facendo.

Sento la rabbia aumentare di nuovo, appena vedo il ramoscello che ho evocato poco fa nelle sue mani. Lo guarda dubbioso. Ha capito che è mio?

Sospira e lo riposa lì davanti: -Perché era qui?- dice ad alta voce –Che diavolo voleva?-

"Sta parlando di me"

Chiude gli occhi e stringe i pugni.

-Mi dispiace così tanto...- dice con voce rotta.

"Oddio. Forse confesserà!"

-Sai a volte ci penso e... E mi dispiace... Avrei voluto spiegarti perché...-

Si interrompe, mentre lo vedo iniziare a piangere.

-Invece è andata così... Non mi hai ascoltato e adesso guarda dove siamo finiti-

Poggia una mano a terra e rimane ad osservarla.

Gli occhi mi si fanno lucidi involontariamente, ma subito recupero la lucidità.

"E' il suo assassino" mi ripeto.

Lo vedo strappare con la stessa mano, l'erba da terra e lanciarla via, furiosamente: -Non voglio farlo...- inizia a dire -Ma devo... Ci ho pensato tanto, ma è giusto così- continua.

Sospira: -La incastrerò e mi libererò di lei-




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Spazio Autrice:

BUONGIORNO E BUONA DOMENICAAA :)

Capitolo leggermente più breve :/ Spero vi sia piaciuto comunque :)

Voi che ne pensate? Hermione è davvero influenzata da questo legame con Malfoy? 

E di Ron che mi dite? Secondo voi è troppo OOC? (Out of character). Spero di no. 

A quanto pare Blaise inizia a fare sul serio eh? 

La festa si avvicina... ;) 

Preparatevi ;)

Come al solito vi ringrazio per i voti e i commenti al capitolo precedente :) E se vi è piaciuto spero che voterete anche questo :) Ci risentiamo domenica prossima :)

Mi raccomando ;* 

Aspetto i vostri pareri!

Stay Tuned :)

Iron9208

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