Capitolo 24

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  C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo.

Fabrizio De André


Respiro.

Uno...

Due...

Tre...

Quattro...

Sono viva?

Chi può dirlo?

Apro gli occhi: di nuovo la stessa scena.

Sono ancora qui.

Tutto mi appare sfocato, così batto le palpebre più volte.

Uno...

Due...

Tre...

Quattro...

Ad ogni respiro, una leggera fitta all'addome.

Ah...già...ora ricordo... La ferita si è riaperta.

Guardo giù e di nuovo trovo il mantello a coprirmi.

Istintivamente mi porto una mano sulla pancia, sentendo il tessuto della felpa. Sotto invece, delle bende, asciutte.

"Nuove"

Ma dov'è Malfoy?

Giro la testa a sinistra, sicura di trovarlo di nuovo accanto al camino, ma non c'è. Percepisco un'altra fitta allo stomaco, ma stavolta non ha nulla a che fare con la ferita, ne sono certa.

Sbuffo e giro di nuovo la testa, ripensando a quello che è successo.

Mi hanno trovata e portata al San Mungo sicuramente.

A quest'ora sarò stata ricoverata e mi avranno sedata, ecco perché non mi risveglio.

Si... dev'essere sicuramente così, perché se non lo fosse l'alternativa sarebbe...

-Sei sveglia-

I miei pensieri vengono interrotti dalla sua voce e solo adesso mi rendo conto che le lacrime stavano scendendo liberamente.

Me le asciugo velocemente, cercando di non farmi notare, per poi annuire.

Ultimamente sto piangendo troppo.

Entra nel mio campo visivo e dopo avermi lanciato una breve occhiata, si gira verso il camino e sembra diventare una statua.

Chiudo gli occhi nuovamente, ma ben presto sono costretta a riaprirli:

-Granger-

Mi giro verso di lui, che però resta fermo dov'è e senza aspettare una mia risposta continua a parlare:

-Cos'è successo?-

E adesso cosa gli dico?

-Mi hanno aggredita-

Lo vedo stringere i pugni, ma ancora non si gira.

-Cosa ricordi?-

Dovrei dirgli della scogliera?

E se la conoscevano soltanto loro due? Capirebbe immediatamente chi è il suo assassino.

"Digli la verità! Dì che è stato quel maledetto di Zabini! Dì che è stato lui ad ucciderlo! Perché non glielo dici dato che lo vuole sapere?!" grida la mia coscienza.

Già... Perché mi ostino ancora a non dirgli tutto?

Un'altra fitta allo stomaco.

Per...

Per...

Un momento... Non è stato Zabini ad aggredirmi alle spalle.

E' stata Daphne.

Probabilmente la scogliera era un luogo che conoscevano tutti loro.

E lui ormai avrà intuito che il colpevole possa essere proprio un Serpeverde.

Forse posso dirglielo.

-Ero... ero vicina al mare...- rispondo, fingendomi confusa e rimanendo molto vaga –Pioveva e stavo per andarmene... Quando è comparso... Abbiamo iniziato a duellare, ma ad un certo punto qualcun altro mi ha attaccata alle spalle e mi sono ritrovata contro una roccia... Poi... mi sono risvegliata qui...- concludo.

Lui rimane immobile.

E se avesse intuito tutto?

-Malfoy?- chiedo incerta.

Lui si gira a guardarmi: -Vicino al mare? Che ci facevi vestita in quel modo vicino al mare?-

Oddio! Non ci avevo pensato: il vestito!

A stento mi trattengo da una smorfia che mi smaschererebbe immediatamente: -Non lo so... Non ricordo...- rispondo sicura.

Lui si acciglia leggermente, come se stesse valutando se ho detto la verità o meno. Sostengo il suo sguardo tranquilla e dopo poco lui lo distoglie.

-D'accordo- risponde.

Per un attimo avverto di nuovo una strana sensazione, come se qualcosa non andasse, ma sparisce quasi immediatamente.

Il silenzio ricade e dopo poco i miei occhi si chiudono e mi riaddormento.

***

Quanto tempo è passato?

Da quanto sono rinchiusa qui dentro?

Non saprei dirlo.

Minuti?

Ore?

Giorni?

Settimane?

Non capisco...

Qui è sempre tutto uguale, non si alterna neanche il giorno con la notte, perché ogni volta che Malfoy apre quel portone, fuori è sempre tutto buio.

Mi sono appena risvegliata, ma stavolta mi sento molto meglio. Sento che le forze stanno tornando.

Molto cautamente, mi rimetto seduta: non ci ho più provato da quando sono svenuta, ma qualcosa dentro di me, mi dice che stavolta non c'è da temere.

Dopo un leggero capogiro e un mal di testa di sottofondo che non mi abbandona, mi guardo un attimo intorno.

Sono sola.

Malfoy probabilmente è di nuovo uscito.

Devo fare in fretta: scosto il mantello e mi sollevo la felpa, facendo attenzione.

Le bende sono al loro posto, bianche e pulite.

Voglio capire cosa mi è successo: afferro il lembo della fasciatura che sporge tra tutti gli strati e tiro leggermente.

Inizio a sbendarmi e per fortuna il dolore non aumenta.

Quando arrivo all'ultimo strato, mi fermo:

"Forza"

Prendo un grosso respiro e tolgo la garza: il respiro che ho fatto non è servito a niente.

Sento la testa tornare a girare e gli occhi riempirsi di lacrime: uno squarcio, mi attraversa la pancia in orizzontale, proprio sotto il seno.

E' ricucito con la magia (opera di Malfoy sicuramente), ma noto che il taglio è ancora molto arrossato e frastagliato.

E' orrendo.

Inizia a pizzicare: forse sarà meglio ricoprirlo.

Afferro la bacchetta poggiata come sempre accanto al materasso e avverto una fitta alla schiena.

Oddio.

Allungo una mano sfiorando il punto da cui parte il dolore: un'altra cucitura è ciò che percepisco sotto le dita.

Sgrano gli occhi e continuo a percorrerla: non è estesa come quella sulla pancia, ma parte comunque da un lato, arrivando a qualche centimetro dalla colonna vertebrale.

Ingoio, mentre le lacrime iniziano a scendere: ecco perché non mi risveglio.

Nessun sedativo.

Sono...

Sono...

Sono...

Quello spuntone di roccia contro cui sono finita mi ha...

Sono...

Le lacrime mi offuscano completamente la vista ed emetto un rantolo, anche se vorrei urlare.

Sono...

Sono morta.

Quello spuntone mi ha trapassata da parte a parte.

E' finita.

Sono morta.

Mi lascio ricadere sul materasso, incurante del dolore e di tutto il resto e soffoco le urla sul cuscino.

E' finita.

NO.

NO.

NO!

Non può essere così!

Non vedo più niente, non sento più niente, solo le mie urla attutite e le mie mani che si chiudono convulsamente attorno alle bende che ho tolto prima.

Non mi importa.

"NON MI IMPORTA!"

Sono morta.

Morta, morta.

Sbatto più volte il pugno sul materasso, mentre nella mia mente riecheggiano le voci dei miei migliori amici e di Ron.

Non tornerò più da loro.

E' finita.

Il dolore si fa sempre più forte e ben presto sono costretta a bloccarmi e mi rannicchio su me stessa, continuando a piangere.

-Granger-

-VATTENE!- urlo d'istinto, chiudendo gli occhi.

Emetto di nuovo un lamento per il dolore, che prontamente soffoco sul cuscino. Non voglio che lui se ne accorga.

-Per Salazar! Granger! Che hai fatto?!- lo sento dire, questa volta molto più vicino.

Senza pensarci afferro la bacchetta e mi sollevo di scatto, puntandogliela contro: -TI HO DETTO VATTENE!-

Riesco solo a vedere i suoi contorni sfocati, per via delle lacrime che mi offuscano la vista e prima che possa mettere a fuoco la sua figura, una fitta di dolore mi fa ricadere giù.

Lo vedo rientrare nel mio campo visivo, ma non me ne curo: chiudo gli occhi e continuo a piangere.

Non mi importa se mi vede in questo stato.

Siamo morti entrambi ormai, quindi... Niente ha più senso.

-Che diavolo hai?!-

-VATTENE!- ripeto fuori di me.

Un fruscio accanto a me, mi fa capire che si è avvicinato ancora di più.

Riapro gli occhi e lo vedo inginocchiato accanto al materasso, osservando il disastro che ho appena combinato. La sua espressione si fa sempre più rabbiosa, finché i nostri occhi si incrociano:

-CHE STAI CERCANDO DI FARE?!- mi chiede furioso.

-SONO MORTA! SONO MORTA ANCHE IO!- urlo, mentre a fatica mi rimetto in piedi e mi allontano da lui.

-GRANGER!-

-STA ZITTO! SONO MORTA! MORTA, LO CAPISCI?!-

-Granger...- ripete avvicinandosi.

-NON TI AVVICINARE- Alzo la bacchetta.

-Abbassala- Fa un altro passo, sfoderando la sua.

Il dolore alla ferita si fa sempre più intenso, ma lo ignoro.

-NO! Vattene!-

Lo vedo agitare la bacchetta, ma i miei sensi sono più veloci e lo respingo con un Protego.

L'incantesimo di disarmo rimbalza verso di lui e lo vedo scansarsi.

-GRANGER!-

-Granger, Granger, Granger!- lo sbeffeggio –Che c'è? Cosa vuoi ancora da me?! Ti schieri sempre con il più forte giusto? In tutto questo tempo, hai collaborato con me solo per usarmi come mezzo per tornare indietro, giusto? Quella volta che mi hai afferrato il braccio poco prima che sparissi era per quello vero?! Volevi tornare indietro! Beh, d'ora in poi puoi anche lasciarmi perdere! E' finita! Sono morta anche io! Quello che faccio o non faccio non è più affar tuo! E ora vattene!- dico quasi urlando di nuovo.

Lo vedo bloccarsi per un momento e stringere i pugni.

I sensi di colpa tornano a impossessarsi di me: sono stata troppo dura forse? Penso davvero queste cose di lui?

"Che importa? L'importante è che adesso mi lasci in pace e se ne vada"

Espiro per cercare di calmare il battito e nella vana speranza che il dolore si attutisca.

Lui nel frattempo fa un passo indietro, mentre continua a guardarmi: gli occhi di nuovo in fiamme, o forse è solo il riflesso del fuoco dietro di me.

Un altro passo indietro, poi accade tutto molto velocemente: rialza la bacchetta e prima che possa reagire una scintilla rossa e bluastra mi colpisce: uno Stupeficium.

Per fortuna non è forte, ma è comunque abbastanza per farmi ruzzolare indietro e perdere l'equilibrio.

Il dolore ha la meglio: mi sento svenire di nuovo, ma sono sicura di non aver ancora chiuso gli occhi quando tutto intorno a me si fa buio e mi sento trattenere per le spalle, prima che tocchi davvero terra.

Che cos'è?

Mi abbandono completamente, non ho più la forza di reagire, e prima che chiuda davvero gli occhi, sento solo un'ultima frase:

-Sei una stupida, Mezzosangue-

***

E così è questo che si prova?

E pensare che fino a qualche giorno fa non sapevo cosa potesse significare: mi chiedevo cosa avesse provato quando si è ritrovato qui dentro, senza poter tornare indietro, nonostante tutti i tentativi fatti.

Impotenza.

Ecco cosa provo.

Ecco cosa prova.

Adesso però, so anche cosa deve aver sentito quando sono apparsa qui dentro la prima volta: speranza.

La stessa che ho iniziato a provare anch'io da quella notte.

La prima e forse l'unica cosa che ci ha accomunati per un po'.

Sembra quasi impossibile.

Adesso però, è tutto finito.

La speranza è morta con me.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime, ma le asciugo velocemente.

Ripenso a ciò che gli ho detto: l'ho accusato di avermi usata, ma se adesso fosse lui a comparire qui e fosse la mia unica possibilità per tornare indietro, non lo sfrutterei anche io?

Non farei di tutto per salvarmi?

Si...

Eccome se lo farei.

Il senso di colpa, mio caro compagno ormai da settimane, ritorna prepotentemente a farsi sentire.

L'ho accusato di avermi usata, quando anch'io avrei fatto lo stesso.

Io per lui ho rappresentato un'ancora di salvezza, ma che adesso è affondata, e con sé ha trascinato giù la nave.

"Non gli servo più"

Ormai non servo più a nessuno.

Né a lui, né ai miei amici...

Sono morta.

E a dimostrare la mia inutilità si aggiunge anche il fatto che sono completamente sola.

Mi guardo ancora una volta attorno, con una piccola parte di me, stupidamente speranzosa, di trovarlo qui dentro: vicino al camino, o in fondo alla stanza, o addirittura nell'angolo più buio...

No...

Non c'è...

Ma perché devo sentirmi così?

"Perché questo è ciò che significa essere usati"

"Sei una stupida, Mezzosangue"

Già...

Sono stupida...

Sono stata una stupida ad aver creduto che per una volta non avrebbe messo se stesso davanti a tutto.

Sono stata stupida a credere che avrebbe collaborato e saremmo potuti diventare qualcosa di molto simile a degli amici.

La natura delle persone non cambia.

Siamo noi a vederle nel modo sbagliato.

"Tu non lo conosci"

E' vero, non lo conosco, ma la sua assenza qui adesso lascia spazio ad un'unica conclusione: che la mia teoria questa volta è esatta.

Mi metto seduta: il dolore ormai è quasi completamente scomparso.

Le bende sono pulite per fortuna...

Un momento...

Le bende?

Sollevo la felpa e sgrano gli occhi: si, non c'è dubbio, queste sono delle bende pulite.

Rialzo lo sguardo e lo tengo dritto davanti a me: mi ha medicata, di nuovo.

Il cuore inizia a battere più velocemente.

Mi guardo di nuovo intorno: magari ho visto male e in realtà è qui dentro.

No... Non c'è.

Eppure mi ha cambiato le fasciature.

Accanto a me il suo mantello, usato ancora una volta come una coperta.

Ma perché l'ha fatto?

Non servo più al suo scopo.

"Non sono quello che credi"

"Sei una stupida, Mezzosangue"

Devo trovarlo.

Ora.

Lentamente cerco di rialzarmi, ma credo di non dover più temere. Il dolore è molto lieve. Sto guarendo.

"Grazie a lui"

Lo stomaco si stringe in una morsa.

Incurante dei piedi nudi, raggiungo il portone e lo apro, uscendo fuori.

E' ancora notte, la neve è sempre lì.

Tutto è ancora al suo posto, esattamente come lo ricordavo, tranne che per un dettaglio.

Inizio a scendere i gradini per vedere meglio, fermandomi sull'ultimo, per evitare di toccare il terreno gelato.

Quello è... Non è possibile.

Il mandorlo.

Quel rametto di mandorlo che avevo visto poco tempo fa, è cresciuto, diventando un piccolo cespuglio.

Non posso crederci.

I suoi rami sono in fiore e a terra posso vedere chiaramente qualche petalo sulla neve, proprio accanto alla lapide.

La lapide.

Accanto a quella pietra, inginocchiato... Lui.

Ingoio a vuoto.

-Malfoy- dico senza lasciar trasparire nulla dalla mia voce.

Lui si gira di scatto verso di me: si rimette in piedi e si avvicina, rimanendo in silenzio. Il suo viso è una maschera inespressiva, lo vedo chiaramente.

Fa quasi paura.

Mi supera, rientrando nella stanza e mi affretto a seguirlo.

Richiudo la porta, mentre lo osservo rimettersi davanti il fuoco.

Il silenzio regna sovrano.

Cosa dovrei dirgli dopo la mia scenata?

E' evidente che ciò che ho pensato fosse sbagliato: perché medicarmi ancora una volta se ormai non gli servo più?

Che creda ancora che io sia viva?

Sarebbe da stupidi: il tempo passa inesorabile, ma io non mi risveglio.

Sono morta, e sono certa che lui ormai l'abbia capito.

Mi sento in colpa.

Non lo conosco... La mia coscienza ha ragione.

Ma adesso cosa devo fare?

Come mi devo comportare?

Rimango ferma per qualche secondo, poi un flash.

-Hai visto quel mandorlo?- chiedo insicura, rompendo il silenzio.

"Idiota" mi dico subito.

Che razza di domanda ho appena fatto?

Lui non risponde.

Prendo coraggio e mi avvicino di qualche passo.

-Ok, d'accordo, domanda stupida- inizio, alzando le mani e continuando a camminare.

Lo raggiungo e mi metto proprio di fianco a lui: -Senti... Non avrei dovuto dire quelle cose ok? ... Che mi hai usata... Mi dis...-

-Hai ragione- mi interrompe.

-Cosa?- chiedo di getto, iniziando a sentire le mie interiora contorcersi.

-Hai ragione. Ti ho usata-

-Malfoy...-

Si gira verso di me: -Vedi Mezzosangue, stavolta ci hai azzeccato. Ti ho usata per cercare di uscire di qui, ma alla fine non ci sono riuscito- continua con un ghigno stampato in faccia.

Faccio un passo indietro: che mi aspettavo? Che lo negasse?

-Che c'è Granger? Stupita? Ancora una volta la tua mente acuta e penetrante si è applicata e sei arrivata alla conclusione esatta- continua, mentre il suo ghigno si allarga.

Sento la rabbia montarmi dentro, ma decido per una volta di non seguire l'istinto:

-No, non sono affatto stupita. Perché anche io al tuo posto avrei fatto lo stesso- rispondo tranquilla.

Il ghigno gli si congela sul volto, e così più sicura di me, continuo: -Che c'è Malfoy? Stupito?- lo imito.

Senza aspettare una risposta gli volto le spalle e torno al materasso, risedendomi.

Mi sento soddisfatta: gli ho appena risposto per le rime, come mio solito, ma senza perdere la calma.

Il senso di colpa c'è ancora naturalmente: non mi spiego perché mi abbia medicata ancora.

-Perché?- chiedo dopo alcuni minuti di assoluto silenzio.

-Cosa?- risponde di rimando.

-Perché mi hai medicata di nuovo?-

Silenzio.

Silenzio.

Silenzio.

Sono alle sue spalle, quindi purtroppo non riesco a vedere la sua reazione, ma ad ogni secondo che passa mi pento sempre più di averglielo chiesto.

-Hai ricordato qualcosa?-

Che risposta è?

-Malfoy...- inizio, ma lui mi interrompe: -Rispondi Granger, hai ricordato qualcosa?-

-Io... No. Non ricordo niente di più di ciò che ti ho detto! Ma...- protesto, ma lui si gira e non curandosi di me che continuo a chiamarlo, si allontana ed esce di nuovo dalla stanza.

Ma che...?

Mi ha completamente ignorata.

"L'hai messo alle strette" penso immediatamente, ma un piccolo pensiero si insinua dentro di me: il motivo di quella domanda.

Vuole sapere se ho ricordato qualcosa.

Mi ha medicata di nuovo.

Ma certo.

Lui crede davvero che io sia ancora viva e sta ancora tentando di usarmi.

"E' una Serpe"

"Tu non lo conosci"

Ancora una volta la mia coscienza torna a farsi sentire, ma questa volta la metto a tacere: la verità è evidente.

Al mio risveglio lui non c'era...

Mi ha medicata...

Mi ha fatto quella domanda...

E non ha pensato minimamente a negare il fatto che mi abbia usata...

"Stupida..."

Mi ha usata e continua a farlo.

Non potevo aspettarmi nulla di diverso.

Sono sola e lo sarò ancora di più appena lui capirà la verità.

E' finita.

***

Quando mi risveglio, per l'ennesima volta ancora qui dentro, noto che il fuoco è diminuito di intensità, facendo aumentare l'oscurità nella stanza.

Non è l'unica cosa ad essere diversa.

Percepisco un rumore, che non è il crepitio del fuoco.

Che cos'è?

Mi tiro su a sedere e mi metto in ascolto, concentrandomi.

Oddio... Questa è...

Mi rialzo e corro all'uscita, aprendo il portone velocemente.

Si, non c'è dubbio: è pioggia.

Anzi, un vero e proprio diluvio.

Un brivido mi scende lungo la schiena, mentre ripenso alla scogliera.

Esco nel patio e alla mia destra noto una figura raggomitolata su se stessa: Malfoy.

Sta dormendo.

Lo ignoro e faccio un paio di passi avanti, tornando a guardare il giardino.

L'acqua scende copiosa e non c'è più traccia della neve che lo ricopriva.

Adesso tutto è quasi uguale al Kensal Green.

Ma perché piove?

Il meteo di questo posto è qualcosa di inspiegabile.

Che sia un altro indizio che non sto cogliendo?

Probabile.

Ma adesso non ha più importanza.

Senza riflettere più di tanto a ciò che sto facendo inizio a scendere i gradini.

L'acqua mi bagna automaticamente, ma non me ne curo.

Il terreno è freddo e umido, riesco ad avvertirlo sotto i piedi.

Cammino, tenendo fisso lo sguardo davanti a me.

Un tuono in lontananza.

Non importa.

Non può succedere niente ormai.

Sento i vestiti sempre più bagnati: l'acqua sta per raggiungere le fasciature, ne sono certa.

"Non mi importa"

Raggiungo il mandorlo e mi inginocchio lì davanti.

Ne accarezzo uno dei rami ormai fradici: speranza eh?

La speranza è morta.

Morta... Come me.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime che lascio uscire senza alcun timore.

Si confonderanno con la pioggia.

Mi stringo le braccia intorno al corpo, come se volessi abbracciare me stessa e finalmente lascio uscire tutto.

Il dolore, la frustrazione, il senso di colpa...

Tutto.

Ancora una volta.

Se credevo di esserci riuscita prima, mi sbagliavo.

Ho ancora lacrime da versare a quanto pare.

Mi metto a sedere e chiudo gli occhi, abbracciandomi ancora più stretta e avvicinando le gambe alla testa.

I capelli, inzuppati, mi ricadono immediatamente davanti al volto e rimango così: con la pioggia che mi tamburella insistentemente sulla schiena e il cuore che continua a frantumarsi ad ogni battito.

Sembra passare un'eternità, con l'acqua che non accenna a diminuire, così come le mie lacrime.

Improvvisamente però, sento la pioggia cessare, anche se il rumore continua.

C'è qualcosa che mi copre.

Ho appena il tempo di rialzare la testa che mi sento afferrare per un braccio.

E' lui.

Mi libero dalla presa, ma mi riafferra prontamente.

-Lasciami- dico senza gridare, ma a voce alta e chiara, per superare il rumore della pioggia.

La sua presa non si allenta, così continuo a dimenarmi, ma è tutto inutile: mi costringe a rimettermi in piedi.

Strattono di nuovo, ma è più forte di me, quindi il mio tentativo va di nuovo a vuoto.

Inizia a tirarmi verso il mausoleo, così lo assecondo per un attimo.

Ho solo una soluzione.

Appena sento la sua presa alleggerirsi, con un movimento veloce mi libero il braccio e faccio un passo indietro.

Lui si gira immediatamente fulminandomi con lo sguardo.

-LASCIAMI STARE MALFOY!- grido stavolta e gli volto le spalle tornando indietro.

La pioggia continua a cadere, sempre più forte, mentre il rumore sul terreno aumenta.

Non riesco quasi più a vedere nulla.

Un attimo però... sento un altro rumore alle mie spalle.

All'improvviso il mondo si rovescia.

No, sono io che non sono più in piedi.

Guardo il mio corpo sollevarsi da terra e solo dopo qualche secondo percepisco un leggero tocco sulle spalle e sotto le ginocchia.

E' Malfoy.

E mi ha...

Oddio...

Mi ha appena presa in braccio.

Mi irrigidisco e cerco di liberarmi immediatamente, ancora una volta, ma basta un solo suo sguardo, per farmi desistere.

-Mal..foy- dico con un filo di voce, guardandolo dritto in faccia, ma lui mantiene gli occhi fissi avanti a sé, con un'espressione dura sul volto e continua a camminare, completamente bagnato dalla testa ai piedi come me.

Un nodo mi si forma nello stomaco, mentre il cuore accelera.

Rientriamo nella stanza e mi deposita immediatamente accanto al portone.

Si gira di spalle, avvicinandosi al camino e non si muove più.

E ora?




-------------------------

Spazio Autrice:

E già... E ora?? Che succederà secondo voi? ;) 

BUONGIORNO A TUTTI E BUONA DOMENICA MIEI FOLLOWERS :D 

Che ne dite? Piaciuto?? Io vorrei chiedervi una cosa e vorrei una risposta sincera: è stata azzardata quest'ultima mossa di Malfoy?? AIUTATEMI VI PREGO >.<

Dunque... Anche qui notiamo un po' di Dramione, vi avevo detto che sarebbe arrivata ;) Certo, ancora non ha raggiunto il picco, ma spero che il mio modo di farli avvicinare vi stia piacendo :D Fatemi sapere! Sapete già quanto io tenga ai vostri pareri! :)

Mi raccomando però, non perdete di vista la situazione generale... Chissà che in questi capitoli non abbia comunque inserito qualcosa di importante... Chissà... ;) 

Vi ringrazio come al solito per i commenti e i voti al capitolo precedente e spero che voterete anche questo, e soprattutto commenterete *.* Abbiamo raggiunto e superato le 5 mila visualizzazioni  e per me è un grande onore sapere che continuate a seguirmi! Vi ringrazio davvero tutti quanti, uno ad uno *-* Mi dispiace soltanto non poter aggiornare più di una volta a settimana, ma purtroppo l'università quest'anno è più pesante (la tesi non si scrive da sola e gli esami sono sempre qui ad attendermi). GRAZIE PER LA PAZIENZA CHE AVETE CON ME :*

Mi preme dare un avviso importante: Da un paio di giorni LUMOS E' ISCRITTA AI WATTYS 2017 :D Quindi mi raccomando, votate e commentate il più possibile se vi va *-* 

Detto ciò... vi lascio e vi auguro una buona domenica (non so da voi, ma qui in Puglia fa un caldo infernale!) :D Ci risentiamo la settimana prossima con un altro capitolo........ Interessante........ ;)

Mi raccomando

Stay Tuned :*

Iron9208

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