Capitolo 23

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  Non sono le nostre capacità che dimostrano chi siamo davvero, sono le nostre scelte  

Albus Silente


Buio.

Buio.

Buio.

Non vedo niente.

Non sento niente.

Dove sono?

E' questo il paradiso?

O forse dovrei dire l'inferno?

Non sento più le braccia.

Non sento più le gambe.

Non sento più il mio corpo.

Bum.

Cos'è?

Bum.

Bum.

Bum.

Che sia...?

Bum.

Bum.

Si... E' il mio cuore.

Pian piano comincio a riavvertire qualcosa: il sangue che scorre nelle vene.

Formicolio... ovunque.

Il mio corpo c'è ancora.

Ne riprendo coscienza lentamente, e mi accorgo di essere in piedi.

Intorno a me però, ancora buio.

Cos'è questo dolore improvviso?

Aaah, fa male.

E' il braccio destro.

Ne avverto altro.

La gamba sinistra.

Mentre riacquisto lucidità, tutto intorno a me si rischiara; cerco di guardarmi intorno, ignorando il dolore, che aumenta sempre di più.

Dove sono finita?

Ah...

Si...

La riconosco.

Sono nella stanza.

Il fuoco nel camino è debolissimo.

La testa, la schiena e l'addome iniziano a fare più male del resto, coprendo qualsiasi altro fastidio che ho avvertito finora.

La vista mi si appanna, ma riesco comunque a inquadrare qualcosa.

Una figura girata di spalle, davanti alle fiamme: i capelli chiari, quasi bianchi, illuminati dalle fiamme.

Emetto un debolissimo lamento, cercando di farmi sentire e forse ci riesco, perché lo vedo girarsi di scatto.

Ma perché ha quell'espressione?

Non capisco.

Lui, sempre composto e freddo, adesso, ha la faccia sconvolta.

-Ma... Malfoy- riesco a dire prima di cadere in ginocchio e perdere i sensi.

***

-SVEGLIATI! PER SALAZAR! SVEGLIATI!-

***

-NON TI AZZARDARE! NON TI AZZARDARE A RIMETTERCI LE PENNE, LE PIUME O QUELLO CHE DITE VOI MEZZOSANGUE MEZZI BABBANI, PERCHE' GIURO CHE TI SEGUIRO' E NON TI DARO' PACE! SVEGLIATI!-

Che sta succedendo?

Chi è che urla?

Avverto un calore piacevole avvolgermi, ma qualcosa mi sta comprimendo il petto a intervalli regolari.

Dove sono?

Riprendo coscienza del mio corpo e ho come la sensazione che questo sia già avvenuto.

Si... è già avvenuto.

Possibile che sia ancora qui?

Perché non mi sono risvegliata nella realtà?

Avverto di nuovo un formicolio a tutti gli arti, ma stavolta fortunatamente, il dolore non ritorna prepotente ad offuscarmi i pensieri. E' leggermente più attenuato.

Mi sento meglio.

Se solo questo senso di oppressione al petto cessasse...

Cerco di fare un piccolo colpo di tosse, ma quello che ne esce è solo un lamento sommesso.

Maledizione.

Almeno però, qualsiasi cosa mi stesse torturando, si è appena fermata.

Oddio grazie.

-Granger?- sento dire improvvisamente.

Chi è che mi chiama.

Vorrei rispondere e aprire gli occhi, ma non ne ho la forza.

-Granger, mi senti?-

Questo è...

E'...

Malfoy.

Malfoy??

Riapro gli occhi, e la luce improvvisa mi acceca, cosa che mi costringe a girare la testa velocemente dal lato opposto rispetto alla fonte luminosa e a stringere le palpebre.

-Sta ferma!-

Mi sento rimettere la testa nella posizione precedente e capisco immediatamente di avere una benda che la avvolge.

Ma che...?

Riapro gli occhi e vedo un alamaro proprio accanto al viso. Ho un mantello addosso, che forse funge da coperta, perché lo avverto sino ai piedi. Pian piano riprendo sempre più coscienza, avvertendo bende sparse qua e là: sul braccio destro, sulla gamba sinistra...

Ma che cosa è successo?

Perché sono qui?

Nella testa avverto solo una gran confusione.

Poi improvvisamente un solo volto mi compare davanti agli occhi.

Blaise.

E come un fiume in piena ecco che i ricordi di ciò che ho appena vissuto là fuori ritornano prepotenti.

Le lacrime iniziano a scendere incontrollate, insieme ad un altro lamento e istintivamente mi porto una mano sulla pancia, là dove il dolore è più forte.

Bende.

Sono fasciata un po' ovunque.

Oddio... che sia stato lui?

Lui...

Malfoy.

Devo rimanere lucida: mi asciugo gli occhi e il mio sguardo si sposta a sinistra, dove la luce del camino mi acceca di nuovo, ma solo per un istante, perché poi intercetto immediatamente il suo profilo. La prima cosa che vedo è la sua gamba, al che intuisco che è inginocchiato accanto a me; risalgo pian piano con lo sguardo: la giacca è sparita e la camicia è in disordine, con le maniche arrotolate sino ai gomiti: i pugni stretti poggiati sulle gambe.

Continuo a salire e incrocio i suoi occhi: tempesta pura. Un fuoco che non ho mai visto prima, fa danzare quell'argento liquido che contengono le sue iridi.

L'espressione è tesa: ha la mascella serrata e sembra sconvolto. Il sudore gli impregna la fronte e i capelli sono arruffati, con qualche ciocca bagnata che gli ricade sugli occhi.

-Granger- ripete.

-...zosangue- cerco di dire, ma vengo colta alla sprovvista da un accesso di tosse, che mi scuote e fa aumentare il dolore.

Lo sento afferrarmi la spalla più vicina a lui e tenermi stretta.

Vorrei scostarmi, per istinto, ma capisco il perché del suo gesto: meno mi muovo e meglio sarà.

Quando mi calmo, torno a guardarlo e dopo aver ingoiato inutilmente a causa della salivazione inesistente, cerco di ripetermi: -Mi hai di nuovo...- un colpo di tosse –...chiamata...- Prendo un respiro –Mezzosangue- concludo a fatica.

Lo vedo irrigidirsi immediatamente e alzare un sopracciglio per poi guardarmi con uno sguardo a metà tra la rabbia e l'incredulità.

Sorrido leggermente e dopo un altro colpo di tosse, continuo: -Sto scherzando...- Mi giro di nuovo, stavolta più lentamente dall'altro lato.

Vista da questa prospettiva, la stanza sembra ancora più grande e buia.

Rabbrividisco e sento il corpo sussultare.

Lui sembra rianimarsi. Torno a guardarlo, mentre si rimette in piedi e si avvicina al camino: afferra qualcosa e la getta nel fuoco.

-Quella è legna?- chiedo stranita.

Lui se possibile si irrigidisce ancora di più: -Si- si limita a rispondere senza guardarmi.

Probabilmente il suo è stato un gesto automatico, senza pensare che io adesso sono sveglia e posso vedere tutto ciò che fa.

Chissà per quanto tempo sono rimasta svenuta.

"E guarda cos'ha fatto... per te"

Eccola di nuovo qui: la mia coscienza impicciona non mi lascerà mai in pace a quanto pare.

"Mai" mi sento rispondere.

Sorrido tra me e me, anche se forse una smorfia si dipinge comunque sul mio volto, perché lui si gira di scatto, forse scambiandola per dolore; immediatamente cerca di dissimulare, rimanendo fermo dov'è e trattenendosi.

E' palese.

Evito guardarlo dritto in faccia, per risparmiargli qualsiasi imbarazzo e lentamente provo a muovermi: piego una gamba, ma appena inizio a sollevarla, una fitta di dolore mi colpisce il ginocchio.

Sussulto.

-Non puoi muoverti- mi rimprovera lui riavvicinandosi, ma mantenendo comunque una certa distanza.

-Acqua... mi serve dell'acqua- rispondo, con la gola che sembra sempre più un rovo di spine.

Lo vedo afferrare la bacchetta e far comparire un bicchiere, per poi avvicinarmelo.

Si blocca.

Con gesti molto rigidi e impacciati, mi solleva la testa e mi aiuta a bere, mentre il mantello scende leggermente, permettendomi di vedere cosa si nasconde sotto: sono quasi tutta interamente ricoperta di sangue incrostato.

Trattengo il fiato e lui se ne accorge: segue il mio sguardo e appena vede la spalla insanguinata, mi ricopre.

-Devi riposare-

-No. Voglio vedermi!-

-No, riposa-

-Malfoy, voglio vedermi. Ora- insisto.

-No!- risponde, evitando il mio sguardo.

Muovo lentamente una mano e tocco il mio corpo. Lui se ne accorge naturalmente, ma stavolta non dice nulla.

Mi sfioro l'addome: la pancia è nuda, cosa di cui prima non mi ero accorta. Poco sopra , c'è appunto la fasciatura, che sale fin sotto il seno. Sotto le dita, avverto il pizzo del reggiseno.

Ok calma.

Scendo con la mano e trovo gli slip.

Continuo a scendere ed incontro un'altra fasciatura, dopodiché sempre e solo pelle incrostata.

Possibile che...

Oddio no...

Il mio vestito non c'è più.

Mi blocco immediatamente: ora capisco perché ho il mantello addosso. Il suo mantello.

Arrossisco immediatamente per la vergogna, girandomi dall'altro lato.

Solo in questo momento i miei occhi notano un mucchietto di tessuto nero poco lontano, strappato e completamente rovinato.

"Mi ha vista..."

-Sono qui fuori- dice lui nel frattempo, mantenendo un tono freddo e distaccato. Si rialza e si allontana. Io, ormai completamente incapace di dire o fare qualsiasi cosa, non rispondo.

Che vergogna.

Non riesco neanche ad arrabbiarmi.

Non posso arrabbiarmi.

Ci odiamo da sempre, quindi con molta probabilità non mi considera neanche una donna in quel senso.

Stranamente questo pensiero mi offende, ma blocco la mia mente, prima che divaghi.

Mi limito a pensare che anche io al suo posto sarei stata costretta a fare lo stesso.

Butto fuori tutta l'aria e mi concentro.

Molto lentamente sento riaffiorare di nuovo i ricordi: la scogliera, la pioggia, la ferita e Blaise...

Il duello e all'improvviso quell'attacco alle spalle.

Daphne.

Sento la rabbia pervadermi.

Maledetta.

"Dovevi soltanto disarmarla!" sento riecheggiare nella mente.

E' la voce di Blaise.

Ma che significa?

Mi acciglio, mentre rivedo un frammento di scena, come al rallentatore: una mano che afferra il braccio di Daphne e la costringe a rimettersi in piedi dicendole qualcosa subito dopo, rabbiosamente.

E' questo ciò che le ha detto?

Ironico da parte sua.

Se sono qui, significa solo una cosa: sono svenuta.

Credo che mi risveglierò presto.

E allora mi vendicherò.

Li sbatterò ad Azkaban entrambi.

Chissà se qualcuno mi ha già trovata...

Spero di sì.

All'improvviso sento una grande stanchezza precipitarmi addosso.

Chiudo gli occhi e mi lascio andare.

L'oblio mi avvolge immediatamente.

Stavolta però sono tranquilla.

Mi risveglierò.

***

"Soffice"

Questo è ciò che penso appena riprendo conoscenza.

Oddio non posso quasi crederci: per fortuna sono tornata alla realtà.

Sorrido leggermente, rimanendo ad occhi chiusi e accoccolandomi ancora di più contro quello che capisco essere un cuscino.

Sotto il mio corpo, percepisco altra morbidezza che mi aiuta a non sentire molto dolore.

Un materasso, sicuramente.

Una coperta mi aiuta a non sentire freddo.

E' una sensazione magnifica per il mio corpo devastato.

Vorrei poter rimanere qui ancora per un po'.

Ma...

Cos'è questo rumore?

Uno scoppiettio?

"Lo scoppiettio del fuoco" penso.

No... Non può essere.

"Calma, magari nella stanza d'ospedale c'è un camino"

Stringo le palpebre e lentamente mi costringo a riaprirle.

Sono distesa sul fianco sinistro e la prima cosa che vedo è il fuoco.

Spalanco gli occhi e mi sollevo su un braccio spaventata.

Oh no...

Sono ancora qui dentro.

Perché non mi sono risvegliata?

E perché sono distesa su un materasso poggiato a terra?

Da dov'è uscito?

Il mantello che fino a un secondo fa mi copriva, è sceso sino alla vita, scoprendomi il busto.

Adesso posso vedere ciò che prima avevo solo potuto percepire con le mani.

Le fasciature sulle braccia e sotto il seno.

Arrossendo nuovamente, riafferro il mantello e me lo avvolgo attorno alle spalle.

Anche la testa è fasciata e i capelli ormai, sembrano davvero un groviglio di rovi, incrostati dal fango e dal sangue.

Il mio sangue.

Rabbrividisco, mentre inizio a guardarmi intorno. Il fuoco sembra essere di nuovo più vivo, mentre in alto le finestre, come al solito, sono coperte dalla neve.

Il mio sguardo però si sofferma quasi immediatamente alla destra del camino.

"Eccolo lì" penso, mentre inizio a sentire una strana sensazione allo stomaco.

Malfoy sta dormendo: è seduto a terra, con la schiena poggiata al muro e le gambe distese in avanti, mentre la testa è leggermente piegata di lato e sostenuta dalla colonnina in pietra che forma lo scheletro esterno del camino.

Anche così, mentre è profondamente addormentato, non perde la sua compostezza.

Le braccia sono piegate, con le mani poggiate in grembo.

I capelli, più ordinati, gli ricadono sul volto, coprendogli leggermente gli occhi chiusi. Quello che mi colpisce di più però, è la sua espressione rilassata. Non l'avevo mai visto così, senza quel suo tipico ghigno che lo caratterizza e il viso perennemente in tensione.

Distolgo lo sguardo per un attimo, ma i miei occhi mi costringono a tornare su di lui quasi immediatamente.

Sembra molto più giovane.

Dei ricordi mi tornano alla mente: lui, davanti a questo stesso camino, mentre piange.

Solo.

Completamente solo.

Come ci si può sentire?

Più ci penso e più mi rendo conto di una sola cosa: non lo conosco.

Non conosco affatto il vero Draco Malfoy.

Non so chi sia.

Ho sempre visto ciò che lui voleva mostrare.

Nient'altro.

Odioso.

Viziato.

Arrogante.

Egocentrico.

Una serpe in piena regola.

Eppure se fosse stato cinico per come credevo, l'avrei forse visto piangere?

Se fosse stato cinico e odioso per come credevo, avrebbe avuto degli amici?

Se fosse stato cinico e odioso per come credevo, avrei visto forse questa espressione rilassata adesso?

Questa espressione priva di...

Sofferenza.

Che sciocca...come posso non averlo capito subito?

La guerra mi ha segnata profondamente. Ha segnato me, ha segnato Ron, ha segnato Harry e Ginny.

Ma non mi sono mai soffermata a pensare a quello che sto vedendo: la sofferenza che dopotutto, adesso posso ammetterlo a me stessa, ha segnato anche lui.

La sofferenza per la paura di perdere coloro che amavamo sopra ogni cosa.

I nostri genitori.

Ogni giorno svegliarsi e sperare che non fosse quello il giorno in cui la nostra vita avrebbe smesso di avere un senso.

Sperare che seguendo un piano più grande di noi, le cose si sarebbero aggiustate.

E alla sera, dopo il tramonto, tirare un sospiro di sollievo a metà prima di addormentarsi, continuando a sperare di arrivare al giorno seguente, senza mai addormentarsi realmente.

Non sono forse timori che ha provato anche lui?

Non è forse questo che l'ha portato a diventare un Mangiamorte?

Se non fosse stato quello il motivo, non avrebbe forse ucciso Silente?

"Si, di sicuro..." mi dico.

Ma non l'ha fatto.

Non c'è riuscito.

Perché lui non è un mostro senza cuore, anzi... è stato proprio quel cuore a fregarlo, perché Voldemort ha preso i cuori di tutti e ci ha giocato a suo piacimento, torturandoli fino a farli sanguinare e distruggendoli subito dopo.

Era lui il mostro, non Malfoy.

"Se fosse stato senza cuore non mi avrebbe salvato la vita come ha fatto..."

Gli occhi mi diventano lucidi e abbasso immediatamente lo sguardo, incrociando il mio avambraccio sinistro, bendato.

Sotto c'è quella cicatrice: quella che mi segnerà per sempre, classificandomi solo come una Sanguesporco.

Allungo la mano destra e lo sfioro delicatamente. Le lacrime continuano a scendere.

Stupida.

Non devo pensarci più.

Ormai appartiene al passato.

Ho superato tutto.

Giusto?

Ma perché queste lacrime non vogliono andarsene?

Stupide anche loro.

Ingoio.

La sofferenza.

Non ci lascerà mai in pace del tutto.

Rialzo gli occhi e per poco non trasalisco.

Si è svegliato e mi osserva in silenzio, passando lo sguardo dai miei occhi al mio braccio.

La bocca è chiusa in una linea sottile, ma la sua espressione è indecifrabile.

Rimango così: ferma ad osservarlo con fierezza a mia volta, non preoccupandomi per la prima volta di asciugare le lacrime. Le ha viste, ne sono certa.

-HERMIONE!!-

Trasalisco e il cuore mi scoppia: questa è la voce di... ma come può essere?

Malfoy scatta immediatamente in piedi, visibilmente spaventato, mettendosi in guardia.

-HARRY!!- urlo in risposta senza pensarci e anch'io cerco di rialzarmi subito, stringendomi nel mantello.

Un capogiro mi coglie impreparata, a causa dell'improvviso cambio di posizione e immediatamente ricado all'indietro. Chiudo gli occhi, ma mi sento afferrare e trattenere per il polso prima di toccare il materasso.

Quando li riapro, mi ritrovo Malfoy davanti, che mi guarda serio: -Non è qui- dice.

-Cosa?!-

-Lo sfregiato, non è qui. E' nel mondo reale- ripete.

-Ma... Ma la sua voce... Come... Com'è possibile che la senta?- chiedo confusa.

Sta per rispondere, quando sento urlare di nuovo:

-HERMIONEE!-

-ODDIO NO! HERMIONEE!-

Ron e Ginny.

Immediatamente gli occhi mi diventano lucidi.

Malfoy mi lascia andare e guarda in alto, dubbioso, mentre io, cercando di resistere al dolore, inizio a camminare più velocemente che posso in direzione del portone, con le lacrime che iniziano a scendere copiose.

Faccio solo pochi passi e mi sento di nuovo bloccare per un braccio.

-Granger! Non sono qui!-

-Non mi toccare!- grido fuori di me, voltandomi di scatto e cadendo rovinosamente a terra.

Scoppio a piangere e mi stringo più forte al mantello, rannicchiandomi su me stessa, mentre quelle urla ancora riecheggiano nella mia mente.

Che mi abbiano trovata?

Ma se fosse troppo tardi?

Se in realtà fossi morta?

Oddio... No... Non posso morire.

Non voglio morire.

Ma allora perché non mi risveglio?

Devo farlo!

In preda al panico, mi rimetto in piedi.

Il cuore batte all'impazzata...

Tutto si fa confuso...

Non voglio morire.

Non voglio morire.

Non voglio morire.

-GRANGER! FERMATI!-

Corro verso la porta che vedo.

La spalanco ed esco fuori.

-GRANGER!-

Continuo a correre.

Non voglio morire.

Non voglio morire.

Gelo.

Neve.

Non voglio morire.

Vento.

Ghiaccio.

Non voglio morire.

Il cielo e la terra si capovolgono.

Il freddo mi colpisce come uno schiaffo in pieno viso.

Continuo a piangere, mentre le tenebre mi avvolgono di nuovo.

***

Mi risveglio: sono ancora qui.

Non devo perdere la calma.

Ho avuto un attacco di panico.

Non deve più succedere.

Un brivido vero e proprio mi scuote.

Sento freddo.

-Se provi a rifarlo, giuro che ti affatturo-

Una voce gelida.

La sua voce.

Malfoy.

Sposto lo sguardo a sinistra e lo vedo: se ne sta in piedi, puntandomi la bacchetta contro.

E' arrabbiato.

Rigiro la testa dal lato opposto e cercando di non farmi vedere mi asciugo velocemente gli occhi.

Mi giro completamente sul fianco e mi rannicchio quasi in posizione fetale, fin dove il dolore mi permette di muovermi, e mi rendo conto di una novità: un'altra fasciatura, questa volta alla caviglia.

Sicuramente nella mia corsa folle, sarò inciampata slogandola.

Chiudo gli occhi e rimango in silenzio.

Un altro brivido.

Sento il calore emanato dal fuoco, ma è inutile.

Continuo ad avere freddo.

-Devi pensare a ciò che ti serve- lo sento dire, con voce calma.

Riapro gli occhi e lo guardo interrogativa, ma lui è girato di spalle e non mi vede.

Forse percependo il mio silenzio, continua: -Pensa a quello che vuoi indossare e comparirà-

Cosa?

-Come lo sai?- chiedo con voce rauca.

Lui non risponde immediatamente, ma prima si gira verso di me: -Il materasso e la legna- si limita a dire.

E così capisco tutto: questa stanza funziona esattamente come la Stanza delle Necessità.

Un po' inquieta, provo a chiudere gli occhi e a concentrarmi: voglio fare un tentativo.

Sento un piccolo "pop" alla mia destra e subito li riapro in quella direzione: non ci credo! Quelli sono proprio vestiti!
Spalanco gli occhi, mentre sento Malfoy iniziare a camminare.

Rimane in silenzio, mentre avverto la porta aprirsi e richiudersi quasi immediatamente.

E' uscito.

Lentamente mi metto a sedere e li afferro, notando che corrispondono esattamente a ciò a cui avevo pensato: un paio di pantaloni neri di cotone morbido ed elasticizzato e una felpa, piuttosto larga del medesimo colore.

Scosto il mantello, notando che per fortuna le incrostazioni di sangue sono ancora presenti.

Non mi ha sfiorata più del necessario.

Devo ripulirmi: mi guardo intorno e per fortuna accanto al materasso trovo la mia bacchetta, così inizio a detergermi come posso.

Dopo quelli che sembrano minuti interminabili, finalmente concludo e mi infilo i vestiti.

Prendo il mantello e lo ripiego con cura. Quando lo poggio ai piedi del materasso mi rendo conto di sorridere e mi blocco.

Evitando di pensare, scuoto leggermente la testa per poi guardarmi intorno.

Devo andare a chiamarlo.

Molto lentamente e facendo attenzione a non perdere l'equilibrio, mi metto in piedi e rimango ferma un secondo respirando a fondo.

Ho dolore praticamente ovunque, ma per fortuna sembra essere diminuito.

Metto un piede davanti all'altro e mi avvicino alla porta per poi aprirne uno spiraglio.

Il freddo mi travolge immediatamente e rabbrividisco, anche perché sono scalza.

Per fortuna però, non devo guardarmi intorno, perché Malfoy è qui davanti, seduto sul basso muretto del patio. Appena sente il portone, si gira di scatto: -Che diavolo stai facendo?!- chiede alzandosi immediatamente.

-Puoi rientrare, ho finito- rispondo aprendo del tutto il portone per lasciarlo entrare e cercando di dissimulare la mia preoccupazione.

Fuori ci saranno a malapena cinque gradi e lui è senza mantello... per colpa mia.

In ogni caso non voglio fargli capire nulla.

Lui mi supera, rientrando: è ancora arrabbiato? E poi perché?

Che si sia preoccupato?

"Ma che vado a pensare? Non sopporta che gli si disubbidisca" mi rispondo immediatamente.

Richiudo il portone, continuando ad osservarlo mentre si riavvicina al camino; gli lascio qualche metro di vantaggio e poi mi avvicino anche io, deviando verso il materasso e riafferrando il mantello.

Silenziosamente mi avvicino anche io al fuoco e glielo porgo.

Rimaniamo in silenzio, mentre lo afferra e lo tiene in mano.

Vorrei dirgli di rimetterlo perché fuori si gelava, ma non mi capacito di tutta questa preoccupazione improvvisa nei suoi confronti e poi lui, molto probabilmente tornerebbe a fare qualche battutina che mi farebbe venir voglia di dargli un pugno.

No... E' meglio stare in silenzio.

Sospiro e mi giro per tornare a distendermi, quando improvvisamente una forza invisibile mi arriva addosso da sinistra e vengo letteralmente sbalzata dal lato opposto, volando e sbattendo la schiena al muro accanto al portone.

Urlo per il dolore, mentre mi accascio a terra nuovamente.

Ma che sta succedendo?

Vedo Malfoy correre verso di me, ma la sua voce viene coperta da un insieme confuso di suoni che rimbombano per tutta la stanza.

-Piano! Fate piano! Spostatela qui! Ecco! Così!-

Malfoy si blocca con una mano allungata nella mia direzione.

Che sia di nuovo un collegamento con la realtà?

Mi avranno portata al San Mungo?

-Granger...-

Malfoy è di nuovo inginocchiato accanto a me.

Cerco di rimettermi seduta e con molta attenzione poggio le spalle al muro: il dolore è tornato di nuovo.

-Mi hanno portata in ospedale- dico con voce mozza e gli occhi lucidi.

Lo vedo stringere i pugni e riaprirli, mentre evita di guardarmi direttamente in faccia: è in evidente difficoltà.

Ma perché?

Si immobilizza del tutto, così cerco di rimettermi dritta.

Lui osserva ogni mio movimento con attenzione, mentre io mi muovo con cautela.

Appena però, mi piego per rialzarmi, una fitta all'addome mi blocca, facendomi emettere un gridolino strozzato.

Chiudo gli occhi e li riapro.

-Che succede?- mi chiede serio.

-Non lo so- dico, sull'orlo delle lacrime.

Afferro la felpa e la sollevo, scoprendomi la fasciatura.

A stento mi trattengo di nuovo dal gridare: le bende che fino a mezz'ora fa erano di un bianco candido, adesso sono scarlatte.

Torno a guardarlo: -La ferita... si è... riaperta-

L'ultima cosa che vedo sono i suoi occhi spalancati, poi di nuovo l'oblio. 




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Spazio Autrice:

BUONGIORNOOOOOOOO MIEI CARI :D 

Ebbene? 

Che ne dite?

Questo capitolo ci fa notare fin dove è pronto ad arrivare Draco. Ma qual è il motivo che lo spinge a prodigarsi così per lei? Teorie?

Notiamo anche un cambiamento in Hermione, stavolta più palese, non trovate?

I capitoli successivi saranno importanti ;) 

Intanto voi fatemi sapere che ne pensate di questo :D 

Vi ringrazio come al solito per i voti e le visualizzazioni al capitolo precedente :) E vi dico subito che "a breve" molte cose verranno a galla :D Non so dirvi però il numero preciso di capitoli che mi occorreranno :D 

Oggi vado un po' più di fretta, quindi questo spazio autrice si conclude qui. Come al solito però aspetto i vostri commenti eh! :D 

Vi do appuntamento a domenica prossima e mi raccomando

Stay Tuned :* 

Iron9208

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